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CULTURA - page 10

La cultura italiana in tutte le sue forme dalla letteratura al cinema, dalla scultura al teatro

Fattore Alieno – Matteo Alieno live al Largo Venue

Matteo Alieno è un giovane cantautore, classe ’98, che ha un look e uno stile originali e pieni di rimandi, sia musicali che visivi, che ci fanno riassaporare un passato tra brit pop anni ’60, cantautorato anni ’70, nouvelle vague, e il più attuale indie italiano. E non c’è niente, in questo momento, che sappia di futuro quanto gli artisti che attingono dal passato.

Attivo sulla scena romana già da diversi anni, è introdotto questa sera sul palco da un video e uno scambio di battute con Riccardo Zianna (che ha decisamente contribuito a lanciarlo), intrisi di quel surrealismo e quell’innocenza a cui l’artista ci ha abituati da sempre nei suoi testi e nelle sue esibizioni.

Freme in trepidante attesa il pubblico del Largo Venue, già sold-out da settimane. Difficile distinguere la percentuale di pubblico fedele dagli esordi da quello più recentemente acquisito grazie al passaggio nel talent show X Factor, da cui è uscito prima delle semifinali.

Oltre ai brani tratti dai suoi due album “Atronave” del 2020 e “Alieni” del 2022 (entrambi Honiro Label), ha presentato anche le cover con cui si è esibito in trasmissione, tra cui spicca sicuramente il brano che gli ha fatto superare le selezioni “Io non piango” di Califano, col coro di un pubblico visibilmente commosso. Quattro i brani proposti in duetto questa sera, in “Specchio” con Davide Amati che si è esibito da solo anche in prima parte dello spettacolo, “Dimmi” con la talentuosa compagna di X-Factor Angelica, “Lucio Dalla” insieme a Mox, e infine il nuovo singolo “Normale” con Motta. Ospite d’eccezione che ne ha curato anche la produzione e di cui Alieno è fan dai tempi de “La fine dei vent’anni”.

Una scaletta che alterna rock e pop con un gusto originale e rétro e che trova la sua espressione più riuscita nei momenti più acustici e intimisti. Matteo Alieno ha iniziato a cantare e scrivere canzoni da bambino accompagnato dalla mamma al pianoforte, e conserva lo sguardo innocente e il linguaggio di chi ancora non ha nessuna voglia di crescere in un mondo a cui sente di non appartenere.

Se sono chiare le intenzioni dei testi e l’originalità del progetto Alieno, è difficile trovare la stessa unicità e identità a livello musicale. È un rimando alle varie influenze, un continuo salto tra presente e passato, che ancora fatica a mettersi a fuoco. Un caleidoscopio di sonorità, un patchwork di varie epoche e stili, per un repertorio che attinge da varie fonti, senza trovare una strada precisa.

Complice forse il consenso di recente acquisizione, risulta al momento un artista ancora in fase di evoluzione. La sua è una penna decisamente poetica e incisiva, seppur ancora a tratti acerba, alla ricerca costante di nuovi linguaggi espressivi.

In un mondo troppo omologato, l’universo Alieno rappresenta però un’oasi di originalità, e la sua esibizione di questa sera lascia presagire una crescita e una maturazione che lo porteranno a definire sempre meglio la sua identità. Matteo ha tutte le carte in regola per ritagliarsi uno spazio tutto suo nel vortice delle numerose uscite e fenomeni passeggeri. La sua fluidità stilistica, se ben inquadrata, potrà far di lui un astro nascente in grado di illuminare il nuovo panorama musicale italiano.

Passeggeri siamo anche noi questa sera, sull’ Astronave Alieno, per assaporare un po’ di quel mondo tutto suo, che ha così ben saputo raccontarci. Un inno all’introspezione, all’accettazione, alla creatività, un invito a non aver paura di sentirsi diversi. Un viaggio senza una destinazione precisa, ma ricco di bellezza e poesia, che non vediamo l’ora di rifare.

Testo e immagini di Ginevra Baldassari

La Galleria

LUCIO CORS ORION 26 GEN 24

Lucio Corsi: la realtà di chi sa ancora sognare

Lucio Corsi si è affermato sulla scena del nuovo cantautorato per il suo stile originale che mescola rock d’autore a sonorità folk, ricamando canzoni surreali che lo rendono altamente riconoscibile nel panorama musicale attuale. E’ infatti un autore e un musicista dalla poetica unica, che porta omaggio in modo riconoscibile alla musica che lo ha influenzato e che gli si è cucita addosso come gli abiti di scena.

Apprezzato dal grande pubblico dopo l’esordio nel 2015 con il disco “Altalena Boy / Vetulonia Dakar” e l’uscita nel 2017 di “Bestiario Musicale”, è nel 2020 con “Cosa faremo da grandi?” – prodotto da Francesco Bianconi e Antonio Cupertino per la Sugar Music – che il cantautore viene consacrato tra le più interessanti personalità musicali della sua generazione, nonché pioniere del genere ‘cantautorato glam’.

Ogni suo concerto è un incanto e ne abbiamo avuto la conferma anche questa sera all’Orion. Una scaletta consacrata prevalentemente all’ultimo album “La gente che Sogna”, che ha incluso anche i brani più significativi delle opere precedenti. Un attacco potente e rock, con le magnifiche chitarre di Freccia Bianca, per poi perdersi nella poesia di Amico Vola Via e La gente che sogna. Il brano che dà il titolo all’album e che ottimamente riassume l’arte di Lucio Corsi, eterno bambino, Pierrot stralunato, folletto Glam, che dal suo canale radio spaziale illumina il mondo della sua visione pura e incantata. In un’epoca in cui la moda e il consenso volgono lo sguardo altrove, le canzoni di Corsi sono un tuffo nella bellezza più vera.

Se la sua unicità è evidente, altrettanto lo sono le sue influenze, che questa sera ha omaggiato con “20th Centur Boy” e un accenno di “Cosmic Dancer” dei T-Rex e un vero e proprio tributo a Ivan Graziani con “Dottor Jekyll e Mr Hyde”, la splendida “Scappo di Casa” e “Monna Lisa”. Un menestrello arrivato dritto dal futuro sulla sua navicella popolata di poesia e animali incantati, ci riporta al passato di cui abbiamo bisogno. E ci si scalda il cuore a vedere il giovane pubblico intonare canzoni di generazioni a cui non appartengono, regalate al loro sguardo curioso da artisti che ne trasmettono l’eredità.

Eravamo già rimasti stregati da Lucio Corsi e la sua ottima squadra di musicisti allo Spring Attitude (vedi articolo QUI), questo ennesimo viaggio sul suo pianeta ci ricorda perché amiamo tanto la musica e ci invita a guardare il mondo e la vita coi suoi occhi, rendendo tutto, di colpo, migliore.

 

Le parole non bastano – FLO sul palco del Palladium

LE PAROLE NON BASTANO
Il 9 febbraio
FLO porta La canzone che ti devo sul palco del
Teatro Palladium

Un piccolo viaggio di formazione, che parte dalla Napoli di Maradona e arriva a Parigi e Città del Messico: una rappresentazione cantata e recitata accompagnata dalla chitarra di Cristiano Califano.

Fra musica e parole prosegue al Teatro Palladium dell’Università Roma Tre l’avventura letterario-musicale de “Le parole non bastano”, la serie di spettacoli a cura di Luca Aversano e Mariolina Venezia, che porta sul palco grandi autori e musicisti con l’obiettivo di far dialogare le loro arti.

Dopo Gennaro della Volpe – in arte Raiz – e Giancarlo De Cataldo, sarà protagonista il 9 febbraio la cantante partenopea FLO, con La canzone che ti devo. Quello di FLO è uno spettacolo musicale e teatrale, non un reading: lei è la voce cantante e recitante, accompagnata alla chitarra da Cristiano Califano. Non ci sono moderatori, la sua è una rappresentazione. FLO accompagna il pubblico per circa un’ora e mezza in un piccolo viaggio di formazione, che partendo dalla Napoli di Maradona e del contrabbando, arriva alla Biennale, a Parigi, a Città del Messico. Dieci capitoli per dieci incontri straordinari e inattesi, che hanno cambiato la vita della nostra coraggiosa protagonista: quello con Maddalena, prostituta transessuale del Salon Corona, quello con De André, quello con nonna Antonietta che toglieva il malocchio e vietava la musica in casa, quello con l’amore, che nasce e che finisce. Una galleria di personaggi e situazioni raccontati con le canzoni che essi stessi hanno ispirato e con le parole dell’omonimo romanzo pubblicato da Marotta e Cafiero editore. Un racconto intimo e delicato, vivo e sonoro, impresso in questo ritratto di famiglia buffo e nostalgico. Una voce cantante e temeraria che orchestra un rituale collettivo e arriva come una spina nel fianco della nostra memoria e dei nostri sentimenti.

Dopo FLO, l’avventura sul palco del Teatro Palladium proseguirà il 16 febbraio con Rita Charbonnier e il suo romanzo L’amante di Chopin (Marcos y Marcos 2023), accompagnata da Caterina Scotti al pianoforte.

A chiudere la terza edizione de “Le parole non bastano”, il 23 febbraio l’ospite d’eccellenza sarà Tiziano Scarpa con Stabat Mater (Einaudi 2008), vincitore del Premio Strega nel 2009.

Floriana Cangiano è nata a Napoli, dove si è laureata in Economia e in Canto Lirico. Nel 2014 ha pubblicato D’amore e di altre cose irreversibili, che vince il Premio Parodi ed è tra i vincitori di Musicultura. Nel 2016 esce in Europa Il mese del rosario (Premio Bianca D’Aponte al miglior testo). Seguono La Mentirosa (2018); 31Salvitutti (2020); Brave ragazze (2022). Ha collaborato e condiviso il palco con Stefano Bollani, Daria Bignardi, Peppe Servillo, Enrico Rava, Tosca, Elena Ledda e numerosi altri. In teatro è stata diretta da Alfredo Arìas, Mimmo Borrelli, Gino Landi. Con i suoi spettacoli si è esibita in molte città d’Europa, Turchia, Sudamerica, Africa e Canada.

Tosca, omaggia Napoli con “D’altro canto” all’Auditorium Parco della musica

Più che come un  semplice concerto, questo di Tosca, si presenta in realtà come una serata tra amici, con tanta musica, certo, ma anche tantissime risate, aneddoti, e chiacchiere scherzose.
D’altronde nella Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, il palcoscenico è arredato come un grande ed accogliente salotto. I colori caldi del divano e del tavolino rosso, le luci soffuse della lampada da soggiorno, tutto invita idealmente il pubblico in sala ad accomodarsi in quell’ambiente dai toni familiari per ascoltare quello che l’artista ed i suoi ospiti hanno preparato per l’occasione.

“D’altro canto – Napoli” è solo il primo di una serie di concerti che la cantante romana, ora in residenza artistica all’Auditorium, ha in programma a Roma per questo 2024.
Il primo è dedicato alla città di Napoli, alle sue tradizioni, alla musica, alle tante contaminazioni culturali che le appartengono e la rendono unica, ma non soltanto.
Assieme ad un gruppo scelto di ospiti, invitati dalla cantante romana a partecipare a questa serata conviviale, si discute di immagini stereotipate ed etichette, a volte poco lusinghiere, spesso ingiustamente assimilate al ritratto della capitale partenopea. Accompagnata da Raiz, Serena Rossi, Peppe Servillo e Peppe Barra, Tosca smantella ogni pregiudizio, per svelare il cuore della Napoli vera, mettendone a nudo l’anima verace, pulsante ed appassionata.

Tanta tanta musica quindi, ed un calore familiare ed avvolgente che si sprigiona in tutta la sala. Il pubblico ascolta il un silenzio raccolto e rispettoso, quasi temesse di spezzare l’incanto del momento, per poi farsi trascinare senza poter resistere dalle travolgenti sonorità della musica napoletana.

L’idea per “D’altro canto” è nata da un progetto radiofonico in collaborazione con Radio 3. Un progetto a cui Tosca ha sempre tenuto molto, e di cui racconta:

 «Ho dedicato estrema cura a quella che doveva essere solo una trasmissione radiofonica su RaiRadio3, in seguito è nato un disco e da cosa nasce cosa si è arrivati a una serie di eventi a Officina Pasolini. Ora è il momento di queste serate speciali»

Quella a cui abbiamo avuto il piacere di poter assistere, è stata senza dubbio una serata speciale ed unica. Non vediamo l’ora adesso di scoprire cosa ci riserveranno le successive, in programma per la primavera.

L’energia magnetica dei Kirlian Camera strega l’Orion Arena di Ciampino

Nati nel 1980, da un’idea di Angelo Bergamini, pioniere della scena synthpop italiana,  i Kirlian Camera ritornano ancora una volta ad ammaliare il loro pubblico, e fanno tappa all’Orion Arena di Ciampino.

La serata è freddissima ed i presenti, parecchi abbigliati in abiti dal sapore dark gotico, arrivano nel locale come affamati di calore ed energia.

Pochi minuti di ritardo ed ecco che le loro aspettative vengono esaudite. I Kirlian Camera appaiono sul palco ed iniziano a suonare con tutta la loro grinta. Il loro sound nel corso degli anni si è evoluto, partendo da sonorità new wave, per passare attraverso il synth pop, il dark wave, il post-industrial e l’ambient.

Elena Alice Fossi, vocalist carismatica, col suo arrivo negli anni novanta ha introdotto anche una vena neofolk internazionale, ed il concerto che adesso i Kirlian Camera presentano ai loro fan raccolti all’Orion, rappresenta una commistione di brani vecchi e nuovi, fra cui spiccano anche alcuni inediti mai suonati dal vivo.

L’energia che scorre nella sala è palpabile, e se è vero che della Kirlian Camera da cui il gruppo prende il nome si diceva che avesse il potere di fotografare l’aura delle persone, e permettere di distinguerne i diversi colori, viene da pensare che la fotografia Kirlian di questa serata produrrebbe un quadro davvero vibrante, variegato e coloratissimo.

La band non si risparmia, la Fossi si protende verso il suo pubblico, Mia M. Wallace al basso affascina con le sue movenze e i suoi riff magnetici. La chimica fra le due, Angelo Bergamini e Alessandro Comerio è perfetta, il sound è travolgente, a tratti ipnotico e mai scontato.

Un concerto davvero singolare per un gruppo che sembra non stancarsi mai di sperimentare in nuove direzioni. Una serata per chi ha voglia di lasciarsi ancora sorprendere e trascinare guidare lungo binari musicali inaspettati.

 

Steve Hogart – A Naturally Peculiar Evening

Steve Hogarth, storica voce dei Marillion è tornato a Roma sul palco dell’Auditorium Parco della Musica di Roma per presentare il suo “A Naturally Peculiar Evening“.
Lo spettacolo diviso in due parti ha visto dapprima il cantante inglese nelle vesti di solista, mentre nella seconda parte è stato accompagnato, nell’ormai consolidato connubio, dalla band romana RanestRane. Nel concerto Hogart ha proposto i suoi maggiori successi e quelli della band inglese di cui è il frontman, non sono mancate inoltre le fini interpretazioni di successi di artisti come Leonard Cohen, David Bowie, Simon & Garfunkel ed altri.

Di seguito la nostra galleria fotografica

Teatro Vascello – L’Uomo Calamita : Nemesi della lotta al Fascismo

L’UOMO CALAMITA –  Nemesi della lotta al Fascismo

La tragedia del Fascismo prende corpo con la drammaturgia tridimensionale di Costantini

Roma 02 febbraio 2024

Foto e articolo di Grazia Menna

Oggi, 2 Febbraio 2024 : sono trascorsi cinque anni da quando al Teatro Vascello venne proposta al pubblico la prima de: L’uomo Calamita.

Cinque anni dopo lo spettacolo, seppur in minima parte rimodulato grazie all’esperienza scaturita durante questo periodo dalle tante rappresentazioni, continua a far vibrare di emozione, gioia, stupore, continua a far rimanere gli adulti con il “naso all’insù”, i giovanissimi spettatori “rapiti” dalle meraviglie acrobatiche di Giacomo Costantini.

Il lavoro teatrale scaturisce dalla collaborazione tra il Circo El Grito (https://www.elgrito.net/) , diretto e interpretato da Giacomo Costantini , Wu Ming 2 ( www.wumingfoundation.com) con i suoi testi e la sua voce narrante e Fabrizio “Cirro” Baioni  che contribuisce con le sue musiche dal vivo, scritte specificatamente per questa rappresentazione.

L’allestimento scenico ci presenta tre persone sul palco – musicista, circense, scrittore; a costui è demandata la narrazione della storia in parte vera, per quanto attiene la persecuzione della popolazione Sinti e Rom nell’Italia fascista (Normativa Antizigana nell’Italia Fascista ), in parte immaginaria che si sviluppa tra il 1940 ed il 1945;  periodo di guerra, invasione tedesca, il potere dei fascisti, fame, freddo e i rifugi nella montagna che nasconde. Tutti i componenti di un circo che ogni anno si ferma nel paese immaginario di Corniolo, ipoteticamente collocato sugli appennini, debbono fuggire ed abbandonare il loro tendone già montato. Vengono ricercati alla stregua degli ebrei e delle altre minoranze non gradite ai tedeschi e, di conseguenza, ai fascisti; il loro essere nomadi, giostrai, forse proprio zingari, gente prevalentemente proveniente dall’Est Europa, li accomuna al pericolo “comunista”.

Essi scelgono sì di nascondersi, ma anche di organizzarsi in un “improbabile” battaglione partigiano. Capitanati come sulla pista del circo dall’Uomo Calamita, un supereroe che si dice con poteri magnetici che può attirare a sé ferri da stiro e stoviglie, combattono con le “loro” armi: fantasia ed abilità circensi.

Mentre il narratore Wu Ming 2, alias di Giovanni Cattabriga, membro del collettivo italiano Wu Ming , avanza nella storia e nei suoi passaggi sempre più drammatici, gli esercizi di Giacomo Costantini si fanno via via più estremi e complicati, la musica di Cirro si fa più incalzante e narrante di un clima di pericolosità, con la sua batteria suonata su basi elettroniche

L’apoteosi della pericolosità nello spettacolare esercizio che chiude anche la rappresentazione:  l’Uomo Calamita esegue la “Tortura Cinese dell’Acqua”, esercizio di mesmerismo portato in scena  la prima volta dal grande Harry Houdini, che significa farsi calare a testa in giù in una vasca colma d’acqua, con le manette ai polsi, e provare a uscirne dopo tre minuti di apnea.

La vittoria dell’Uomo Calamita, che si libera dalle manette ed esce dalla vasca, simboleggia la vittoria o la speranza di essa, dell’Antifascismo sui tedeschi, sul regime di oppressione fascista di quell’Italia del 1940.

A conclusione dello rappresentazione gli artisti con la conduzione della foto-giornalista Laura Salvinelli, hanno condiviso con il pubblico un momento speciale di domande e risposte inerenti lo spettacolo; è stata data voce ai tanti bambini presenti in sala incuriositi dagli esercizi di Giacomo Costantini.  Ognuno degli artisti ha raccontato il suo percorso professionale che lo ha condotto a realizzare e partecipare a questo progetto teatrale.

La sfida che questo lavoro teatrale,  che ha esordito in teatro a Maiolati Spontini nel dicembre 2017, porta avanti ossia combinare acrobazie circensi, reading teatrale e musica dal vivo,  si può asserire sia assolutamente VINTA; i numeri parlano chiaro: ad oggi oltre ventimila spettatori per oltre cento rappresentazioni.

 

si ringrazia la GDG Press nella persona di Diletta Maurizi e Luca Pakarov Ufficio stampa della compagnia

Il Presidente Mattarella incontra la Nazionale italiana maschile di Tennis vincitrice della Coppa Davis 2023

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato nel pomeriggio al Quirinale la Nazionale italiana maschile di Tennis vincitrice della Coppa Davis 2023.

Sono intervenuti il Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Malagò, il Presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, Jannik Sinner e gli altri componenti della squadra italiana: Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego, Matteo Arnaldi e Simone Bolelli guidati dal capitano Filippo Volandri.

Era presente il Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi.

Al termine dell’incontro il Capo dello Stato ha rivolto un saluto ai presenti.

Ufficio Stampa Quirinale

CIRCO EL GRITO – WU MING FOUNDATION – L’uomo Calamita ; Teatro Vascello

CIRCO EL GRITO – WU MING FOUNDATION 

presentano

 

L’Uomo Calamita

Dal 2 al 4 febbraio al Teatro Vascello

venerdì h 21; sabato h 19; domenica h 17

L’Uomo Calamita, Wu Ming 2 e Cirro insieme in uno spettacolo di circo contemporaneo, illusionismo, musica e letteratura.

Per festeggiare il quinto anno di tour, per la prima volta dopo ogni replica è previsto un momento di incontro con il pubblico per svelare i retroscena di uno spettacolo che conta oramai più di 20mila spettatori

Scritto e diretto da Giacomo Costantini

Con Uomo Calamita, Wu Ming 2, Cirro

Testo e libro originale Wu Ming 2

Musiche Fabrizio “Cirro” Baioni

Voce narrante Wu Ming 2

Uomo calamita_ph.Laura Salvinelli

Uomo calamita_ph.Paolo Cudini

“Lo spettacolo che dimostra che l’arte circense merita di conquistare i teatri”

L’Espresso

“L’Uomo Calamita, l’ultima frontiera del circo”

Il Corriere della Sera

“È il Circo El Grito, rivelazione degli ultimi anni, in grado di collezionare «tutto esaurito» e richiamare folle”

La Stampa

Dopo il debutto nel 2019 al Teatro Vascello, torna a Roma L’Uomo Calamita, lo spettacolo che ha mostrato al pubblico europeo le infinite potenzialità del circo contemporaneo come cerniera tra le arti. Scritto e diretto da Giacomo Costantini della compagnia El Grito in collaborazione con Wu Ming 2 di Wu Ming Foundation, in questi anni L’Uomo Calamita ha collezionato ben 20mila spettatori nelle oltre 100 rappresentazioni svolte nei teatri italiani e stranieri.

Un lavoro frutto della riuscita contaminazione tra performance e parola, Circo El Grito e Wu Ming Foundation intrecciano infatti la scrittura narrativa con la drammaturgia circense per uno spettacolo che tiene insieme circo contemporaneo, illusionismo, musica e letteratura.

Tra spericolate acrobazie, colpi di batteria e magie surreali, la voce dal vivo di Wu Ming 2 guida lo spettatore in un circo clandestino durante la seconda guerra mondiale.

L’11 settembre 1940 con una circolare telegrafica, il capo della polizia ordina che vengano controllati tutti i carrozzoni, i circhi e le carovane, affinché “vengano rastrellati e concentrati sotto rigorosa vigilanza”. L’Uomo Calamita e altri fenomeni da baraccone si ritrovano così senza tendone, senza lavoro e ricercati dalla polizia. Lena – una bimba di otto anni – si ritrova invece senza il suo supereroe preferito e senza lo spettacolo che attendeva dall’anno prima. Per sfuggire alla persecuzione, i circensi sono costretti a darsi alla macchia ma, con l’aiuto di Lena, usano i propri poteri, l’astuzia e il magnetismo per combattere il nazi-fascismo.

L’Uomo Calamita è un super eroe che combatte l’assurdità della guerra tra funambolismi del corpo e della lingua con i suoi pericolosi esercizi di equilibrismo magnetico che lasciano il pubblico con il fiato sospeso, mentre Cirro sfoga sulla batteria tutta la rabbia accumulata da quando i nazisti hanno ucciso suo fratello. Wu Ming 2 prende parte alla storia non soltanto attraverso la voce narrante ma cimentandosi in un esercizio dalla cui riuscita dipende la vita dell’Uomo Calamita. “Siamo circensi, quando sfidiamo la morte lo facciamo sul serio”, dice Costantini che in uno dei suoi numeri è incatenato, appeso per i piedi, immerso dentro una vasca d’acqua.

Riconosciuto sin da subito come esempio virtuoso del rapporto tra circo e letteraturaL’Uomo Calamita è diventato un punto di riferimento per la costruzione della drammaturgia circense, i due autori si sono confrontati in un fecondo scambio durato due anni: se Costantini ha potuto appoggiarsi sugli approfondimenti storici e narrativi del libro in costruzione, Wu Ming 2 man mano che avanzava con la scrittura ha visto concretizzarsi in gesto circense l’universo che stava scrivendo. La scrittura scenica dello spettacolo ha visto coinvolto anche il compositore e batterista Fabrizio “Cirro” Baioni per la parte musicale, interamente eseguita dal vivo e parte integrante del percorso di creazione dello spettacolo.

Per festeggiare i 5 anni de L’Uomo Calamita, al termine di ogni replica per la prima volta è previsto un momento speciale in cui gli artisti svelano alcuni retroscena di una produzione che conta, fra l’altro, un libro illustrato da Marie Cécile, ormai introvabile, con il testo dello spettacolo scritto da Wu Ming 22500 copie vendute al termine delle varie repliche, 2800 minuti di lettura, 345 di apnea e 47 bacchette da batteria spezzate.

“All’inizio sembrava soltanto un esperimento, destinato a girare per teatri e festival nel corso di un anno” afferma Wu Ming 2. “D’altronde il circo vive proprio di azzardi, rischi e camminate sulle funi. Così, quella che poteva sembrare una stravaganza, buona giusto per qualche serata, si è trasformata in un vero e proprio genere, un tipo di spettacolo che il pubblico ha dimostrato di apprezzare e comprendere, in maniera del tutto immediata, decretandone il successo. Ma noi ancora ci chiediamo cos’ha reso possibile quest’amalgama imprevista, in cui finalmente non è la letteratura che parla di circo, ma il circo che parla attraverso la letteratura”.

Bio

Giacomo Costantini è considerato dalla stampa uno dei pionieri del circo contemporaneo in Italia. È un circense che sul finire degli anni ’90 inizia una ricerca sulla sintesi tra diversi ambiti artistici che lo porterà a occuparsi di drammaturgia circense contemporanea e quindi a firmare diverse regie di circo contemporaneo e di opera lirica internazionali.

Wu Ming 2 è docente di “Teorie pratica della narrazione” presso l’Università di Urbino e presso l’Università di Bologna, ha scritto insieme al collettivo Wu Ming: Q, Altai, L’Armata dei Sonnambuli, Proletkult, Ufo 78, e svariati altri romanzi di successo editi da Einaudi e tradotti in oltre 10 lingue. Collabora con Circo El Grito dal 2015 allo studio del rapporto tra circo e letteratura.

Cirro è il progetto musicale solista ideato da Fabrizio Baioni che, per l’occasione, ha riarrangiato i pezzi dell’album Sequoya Teeth”. Baioni è batterista e autore dei Pierpaolo Capovilla e i Cattivi Maestri, Drunken Butterfly, Leda, Bushi, Spirale, Bruxa. Ha suonato per Il Teatro degli Orrori, Marina Rei, Serena Abrami e tanti altri.

Circo El Grito è circo contemporaneo ma anche antico, perché fa tesoro di secoli di arte circense. La compagnia fondata dall’acrobata Fabiana Ruiz Diaz e dall’artista multidisciplinare Giacomo Costantini, con oltre dieci spettacoli all’attivo e più di due mila repliche in tutta Europa, rappresenta un grande motore per la sperimentazione spaziando tra gli ambiti della danza, del teatro, della musica e della letteratura, puntando a elaborare un linguaggio di qualità attraverso spettacoli trasversali. Circo El Grito è riconosciuto da Regione Marche come progetto di Primario Interesse Regionale e dal Ministero della Cultura che, dal 2015 ad oggi, ha assegnato alla compagnia il punteggio più alto sulla qualità artistica di tutto il settore circo. Collabora inoltre con le più prestigiose istituzioni culturali europee, dall’ Ambasciata Francese alla Biennale Internazionale del Circo di Bruxelles, dall’Auditorium Parco della Musica di Roma al Teatro Regio di Parma. Nel 2022 Circo El Grito annuncia la nascita del SIC/Stabile di Innovazione Circense, il primo centro internazionale di produzione multidisciplinare dedicato al circo contemporaneo e riconosciuto dal MiC.

CIRCO EL GRITO – WU MING FOUNDATION

presentano

L’UOMO CALAMITA

Dal 2 al 4 febbraio 2024

Teatro Vascello, via Giacinto Carini, 78

venerdì ore 21.00, sabato ore 19.00, domenica ore 17.00

Scritto e diretto da Giacomo Costantini

Con Uomo Calamita, Wu Ming 2, Cirro

Testo e libro originale Wu Ming 2

Musiche Fabrizio “Cirro” Baioni

Voce narrante Wu Ming 2

Costumi Beatrice Giannini

Luci Domenico De Vita

Ideazione e costruzione macchinari Simone Alessandrini

Occhio esterno Fabiana Ruiz Diaz, Giorgio Rossi, Tonio De Nitto

Consulenza alla drammaturgia Luca Pakarov

Prodotto da Circo El Grito

Sostenuto da Ministero della Cultura

Consigliato a partire dai 6 anni

DURATA: 60’

Biglietti

Da 16 a 25 euro

https://www.vivaticket.com/it/ticket/l-uomo-calamita/210382

Info biglietti

https://www.teatrovascello.it/biglietteria-23-24/

1 8 9 10 11 12 116
Grazia Menna
0 £0.00
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