Obama in Alaska alla conferenza sui cambiamenti climatici
Il presidente Obama continua la sua azione di sensibilizzazione nei confronti dei problemi derivanti dai cambiamenti climatici che sono spesso causa di fenomeni meteorologici devastanti.
In Alaska per partecipare a una conferenza sui cambiamenti climatici organizzata dagli Stati Uniti, il presidente ha voluto lanciare i nuovi piani del governo per aumentare la riduzione delle emissioni di Carbonio.
Questa conferenza si svolge nel paese dove maggiormente è sentita la tensione tra la necessità di produrre energia e l’impatto ambientale.
Nel mese di agosto il Presidente Obama ha presentato una serie di regolamenti per accelerare la riduzione delle emissioni di carbonio dalle centrali elettriche con il termine di un anno per avere dagli Stati Federati le proposte per la riduzione delle emissioni. L’occasione del viaggio in Alaska ha permesso al Presidente di annunciare nuovi provvedimenti per aumentare l’accesso delle famiglie alle energie rinnovabili e incentivare l’efficienza energetica.
A partire da questa conferenza gli Stati Uniti si apprestano ad attuare i programmi di contrasto ai cambiamenti climatici che fanno parte del piano di interventi preparato per la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2015, che si terrà dal 30 novembre all’ 11 dicembre a Parigi.
In questa occasione la comunità internazionale intende firmare patti vincolanti volti a combattere il cambiamento climatico. In vista del vertice, i paesi stanno finalizzando i piani che presenteranno al vertice. Gli Stati Uniti hanno fissato un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 26-28 per cento rispetto ai livelli del 2005 entro il 2025. La Cina sta puntando a ridurre le emissioni per unità di prodotto interno lordo entro il 60-65 per cento rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030.
Il vertice di Parigi potrà far scaturire un accordo molto più completo e fattivo di quanto non sia il Protocollo di Kyoto. La portata del successo si potrà misurare sulle decisioni delle nazioni emergenti come Cina e Argentina che più necessitano di energia per il loro sviluppo.
Per i paesi in via di sviluppo purtroppo l’energia fossile sarà ancora l’unica vera risorsa per le sue caratteristiche di economicità, mentre fonti più costose inciderebbero troppo nel loro sviluppo.
Alaska è forse il luogo in cui questi interessi in conflitto sono più evidenti. L’amministrazione Obama ha permesso alla multinazionale petrolifera Shell di iniziare la perforazione nel Mare Glaciale Artico questa estate, e alcuni dei politici più importanti dell’Alaska sono stati fermi sostenitori dell’industria del petrolio e del gas naturale.
L’industria del petrolio e del gas naturale rappresentano circa l’80 per cento delle imposte statali dell’Alaska. L’economia dell’Alaska si basa sostanzialmente sulla produzione e la vendita di risorse naturali, tra cui le risorse energetiche che sono il prodotto più importante e prezioso.
Tuttavia, il cambiamento climatico continuerà a sfidare anche l’Alaska, la regione artica è una parte importante del sistema climatico della Terra.
Lo Scioglimento delle calotte polari e l’aumento del deflusso di acqua dolce potrebbe influenzare la circolazione oceanica e l’assunzione di acqua dolce del Mar Glaciale Artico. Neve, vegetazione e ghiaccio hanno anche un ruolo importante nel riflettere la luce e le radiazioni del sole.
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