GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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1800 migranti soccorsi dalle operazioni coordinate dalla Guardia Costiera Italiana

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Circa  1800 i migranti tratti in salvo nel Mediterraneo Centrale nella giornata di ieri in 10 distinte operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera a Roma, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

I migranti si trovavano a bordo di 4 gommoni e 6 unità in legno. Alle operazioni hanno preso parte nave Fiorillo della Guardia Costiera, nonché le motovedette CP 288, 303 309 della Guardia Costiera, nave Libra della Marina Militare italiana, le navi Echo (Gran Bretagna), Protector (Gran Bretagna) e Canarias (Spagna) inserite nel dispositivo EUNAVFOR MED e le navi, appartenenti alle ONG, Phoenix (MOAS) e Vos Prudence (Medici senza Frontiere), nonché un rimorchiatore e 3 mercantili.

Tra le unità soccorse, a causa di uno sbandamento verosimilmente causato dalle condizioni meteomarine e dallo spostamento repentino dei migranti su un fianco dell’imbarcazione, circa 200 migranti sono caduti in mare da un barcone con circa 500 migranti a bordo. L’immediato intervento delle navi Fiorillo della Guardia Costiera e Phoenix del MOAS ha consentito di trarre in salvo la maggior parte dei migranti caduti in acqua. 34, invece, i corpi senza vita recuperati in mare dai soccorritori.

Europa, una guardia costiera per lo spazio Schengen

Difesa di

Arriva dalla Commissione Europea la proposta di istituire una guardia costiera e di frontiera europea per garantire una gestione forte e condivisa delle frontiere esterne. Fatto salvo il principio di libera circolazione delle persone, saranno assicurati il controllo dei flussi migratori, la sicurezza dei cittadini la protezione dello spazio Schengen, attraverso controlli sistematici, basati sul raffronto con banche dati pertinenti. “La guardia costiera e di frontiera – ha dichiarato Frans Timmermans, primo Vicepresidente della Commissione europea – permetterà di individuare in tempo reale eventuali carenze, grazie alla capacità collettiva di gestire in modo efficace situazioni di crisi in cui un tratto delle frontiere esterne sia sottoposto a una forte pressione”. Strumenti del nuovo organismo, una squadra di riserva rapida di guardie costiere e un parco di attrezzature tecniche messo a disposizione dagli Stati membri: l’Agenzia potrà contare su almeno 1500 esperti, il cui intervento potrà essere dispiegato entro tre giorni, ovviando alla carenza di personale o di attrezzature per le operazioni. Sarà istituito un centro di monitoraggio e analisi dei rischi per controllare i flussi migratori verso l’Unione europea e per analizzare rischi e valutazioni sulla vulnerabilità dei punti deboli. Viene inoltre sancito un diritto di intervenire: gli Stati membri potranno richiedere operazioni congiunte e interventi rapidi alle frontiere, e qualora uno Stato membro subisca una forte pressione migratoria che minacci lo spazio Schengen, la Commissione potrà stabilire l’intervento urgente collettivo. Le guardie costiere nazionali faranno parte della guardia costiera e di frontiera europea nella misura in cui svolgeranno operazioni di controllo delle frontiere. Fondamentale, infine, la responsabilità rispetto alla sicurezza interna, in termini di lotta alla criminalità transfrontaliera e al terrorismo, in sinergia con altre agenzie dell’Unione e organizzazioni internazionali.
Viviana Passalacqua

Libia: tra il possibile accordo e l’emergenza migratoria senza fine

EUROPA/Medio oriente – Africa di

Come concordato in Svizzera, le parti cercheranno una soluzione politica di unità nazionale entro settembre. Giallo sulle dimissione del premier al Thinni. Continua l’emergenza migratoria: per Oim, il Canale di Sicilia è la rotta migratoria più pericolosa nel Mediterraneo.

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Riavvicinamento a Ginevra tra le diverse fazioni libiche, compreso il governo di Tripoli. Nella due giorni presieduta dal delegato Onu Bernardino Leon, le parti in causa si sono dette concordi nel trovare una soluzione politica di unità nazionale tra la fine di agosto e gli inizi di settembre. Manca ancora l’accordo ufficiale, dunque. Ma, dopo l’accordo di luglio raggiunto in Algeria, adesso anche il Congresso Nazionale Libico potrebbe fare la sua parte. Anche se lo scoglio più grande sarà trovare un punto d’incontro tra le milizie di Misurata e le truppe del generale Haftar.

Intanto, è giallo a Tobruk. Appena due giorni fa, infatti, il premier Abdullah al Thinni aveva annunciato le proprie dimissioni ad una tv libica. Ma, poche ore dopo, un portavoce dell’esecutivo ha smentito la notizia.

Non c’è, però, più tempo da perdere nelle trattative. Oltre alla lotta interna contro il Daesh, la rotta migratoria verso le coste italiane è rovente. Oltre 2000 sono stati gli arrivi tra Sicilia e Calabria negli ultimi tre giorni. Il 10 agosto scorso, la nave Fiorillo della Guardia Costiera è riuscita a salvare almeno 400 persone. Così come oltre 150 dalla nave Fenice della Marina Militare. O i 450 migranti giunti ad Augusta. E così come molti sono stati gli arresti di scafisti da parte delle autorità italiane. Le condizioni disumane e le morti in mare sono ormai una costante.

Numero dei morti che, appunto, si aggiorna rispetto agli oltre 2000 di inizio agosto, certificati dall’Oim. Rispetto alla rotta greca, “la maggior parte dei migranti ha perso la vita nel Canale di Sicilia, lungo la rotta centrale del Mediterraneo che collega la Libia all’Italia: è proprio in questo tratto di mare che le imbarcazioni usate dai trafficanti, in pessime condizioni già al momento di partire, rischiano di naufragare”, racconta l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.

La rotta del Canale di Sicilia è “sproporzionatamente più pericolosa delle altre. Nonostante l’Italia e la Grecia siano entrambe interessate da flussi migratori molto significativi (rispettivamente circa 97.000 e 90.500), i tassi di mortalità sono molto diversi: sono stati circa 1.930 i migranti morti nel tentativo di arrivare in Italia, mentre sono stati circa 60 i migranti morti sulla rotta verso la Grecia”.

“Nonostante queste tragedie, l’OIM riconosce gli sforzi straordinari delle forze navali presenti nel Mediterraneo, che continuano a salvare vite umane ogni giorno. Il numero di decessi è diminuito in maniera significativa negli ultimi mesi e ciò è dovuto in gran parte al potenziamento dell’operazione Triton: il Mediterraneo è ora pattugliato da un maggior numero di imbarcazioni che si possono spingere fino a dove partono le richieste di soccorso”.
“Sono quasi 188.000 i migranti salvati nel Mediterraneo fino ad ora e l’OIM sostiene con forza il proseguimento di tali attività. L’Organizzazione ritiene che il numero di migranti in arrivo aumenterà nei prossimi mesi e che la soglia dei 200.000 sarà raggiunta molto presto”, conclude il comunicato di Oim.
Giacomo Pratali

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Immigrazione: 6000 sbarchi nel weekend, strutture d’accoglienza al collasso

EUROPA di

L’operazione Frontex e il coinvolgimento di navi di diverse nazionalità hanno permesso di svolgere al meglio le operazioni di salvataggio, grazie anche all’importante lavoro di coordinamento svolto dalla Guardia Costiera italiana. Cifre da record per Moas: “Siamo lieti di poter collaborare anche con le navi stanziate dagli stati membri”, ha affermato il direttore Xuereb.

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Sono circa 6000 i migranti salvati nel Mediterraneo e arrivati in Sicilia nel primo weekend di giugno. Grazie alle telefonate satellitari arrivate dai barconi, la Guardia Costiera, dalla sede nazionale di Roma, ha potuto coordinare i numerosi soccorsi. Decisivo l’apporto di Frontex, che si è avvalsa di imbarcazioni militari di diverse nazionalità europee. Così come importante sono stati gli aiuti forniti dalle organizzazioni non governative, come Msf o Moas, la quale, attraverso l’aiuto di navi militari e private, ha messo in salvo ben 2000 persone.

Mentre il quotidiano inglese The Guardian sostiene che almeno 500 mila migranti sbarcheranno sulle coste italiane da qui alla fine del 2015, nonostante le autorità italiane ed europee tentino di stoppare sul nascere qualunque tipo di allarmismo, la situazione è nei fatti drammatica.

Le sole Palermo e Trapani hanno accolto 860 e 548 persone a testa. Numeri destinati a salire nelle prossime ore. Se i soccorsi in mare aperto hanno funzionato grazie alla cooperazione a livello europeo delle imbarcazioni militari presenti nel Mediterraneo, soprattutto inglesi, irlandesi, tedesche e svedesi, luoghi come la Caritas o i centri di accoglienza sembrano prossimi al collasso.

“A Palermo manca una struttura ponte capace di accogliere grossi numeri. Siamo in emergenza soprattutto in vista del numero di persone pronte a partire dalla Libia. Sarà un’estate di fuoco. Noi mettiamo in campo i volontari e non ci tiriamo indietro”, ha riferito a La Repubblica don Sergio Mattaliano, Direttore della Caritas di Palermo.

Specialmente nel caso del capoluogo di regione della Sicilia, dove non fa eccezione il fatto che la maggioranza degli arrivi siano di nazionalità siriana, eritrea (coloro che dovrebbero godere del diritto di asilo politico, secondo le proposte della Commissione Europea) e sudanese, il 40% dei migranti, dopo la prima accoglienza, cercano soldi per partire alla volta di grandi centri come Roma, Milano, Torino o Bologna. E, come accade già in Grecia, molti di essi hanno intenzione di partire per mete come Germania, Svezia e Norvegia. Altri, invece, tra cui in larga parte minori, rimangono all’interno dei centri d’accoglienza, per poi essere smistati verso altri centri situati in tutta Italia.

Le cifre da capogiro hanno interessato anche Moas, l’organizzazione non governativa con base a Malta. La M.Y Phoenix è riuscita a mettere in salvo 2000 persone provenienti da cinque imbarcazioni differenti: un record per l’associazione diretta da Martin Xuereb. Salvataggi che salgono a circa 6400 se consideriamo le attività da agosto 2014 ad oggi.

“Quello a cui stiamo assistendo è un esodo senza precedenti. Migliaia di persone disperate continueranno a rischiare la propria vita se tutti noi come società civile non saremo in grado di offire alternative a questa gente” ha detto Regina Catrambone, l’impreditrice di Reggio Calabria, fondatrice di MOAS insieme al marito Christopher Catrambone.
E ancora: “Quando l’anno scorso MOAS ha deciso di solcare il Mediterraneo per salvare le persone che continuavano a morire, in tanti ci hanno detto che era un’idea folle. La verità è che questa è una soluzione semplice a un problema complesso. Finchè le persone continueranno a rischiare la vita in mare, la priorità è salvarle”, ribadisce.

“Ci fa molto piacere notare che finalmente salvare vite in mare sta diventando sempre di piú una priorità nell’agenda politica europea – afferma invece Xuereb -. Siamo lieti di poter collaborare anche con le navi stanziate dagli stati membri. Questa è esattamente la cooperazione per cui ci siamo sempre battuti”, conclude il Direttore di Moas.
Giacomo Pratali

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Affonda barcone della disperazione 700 dispersi

EUROPA di

Tragedia della disperazione a largo delle coste libiche, un barcone che trasportava centinaia di persone si è capovolto con conseguenze disastrose.

I migranti avevano chiesto soccorso con il solito messaggio da telefono satellitare e il comando della Guardia Costiera aveva fatto convergere sul posto una motonave portoghese.

All’arrivo dei soccorsi però il terrore e la fretta dei migranti di farsi soccorrere ha scatenato il disastro, le centinaia di persone forse 700, si sono riversate da un lato del barcone che si è capovolto portando con se i suoi passeggeri.

Da questa notte incessanti le operazioni di soccorso della Guardia Costiera italiana hanno permesso di recuperare 28 superstiti e purtroppo 24 salme.

Le operazioni di ricerca e soccorso continuano incessantemente e coinvolgono 17 mezzi navali della guardia costiera; di tryton; della marina militare; della guardia di finanza; della marina militare maltese; pescherecci italiani dirottati; mercantili dirottati; mezzi aerei della guardia costiera della marina e della guardia di finanza .

 

Alessandro Conte

 

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Alessandro Conte
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