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REGIONI - page 50

Covid-19, la situazione in Repubblica Ceca: sospesi i voli per il nord Italia

EUROPA di

Domenica 1° marzo la Repubblica Ceca ha confermato i suoi primi tre casi di coronavirus: tutti e tre i pazienti hanno viaggiato dal nord Italia, ha detto il ministro della sanità Adam Vojtech. I giorni seguenti si sono aggiunti altri due casi: la Repubblica Ceca è il primo dei suoi vicini dell’Europa centrale a denunciare casi di coronavirus, sebbene si unisca all’elenco di altri paesi in Europa che combattono la diffusione del virus che ha contagiato più di 80.000 persone sin dalla sua prima apparizione in Cina.

I contagiati

I funzionari sanitari hanno affermato che i pazienti – tre cechi, una studentessa americana e una ragazza dell’Ecuador – hanno mostrato sintomi lievi di contagio da Covid-19, il coronavirus che da qualche mese si è diffuso dalla Cina in tutto il mondo. Tre si trovano a Praga e ora sono nell’ospedale Na Bulovce, e il quarto e il quinto nella città di Usti nad Labem, 90 km a nord della capitale. Tutti i pazienti sono isolati in reparti infettivi. Secondo il ministro della sanità, il decorso della malattia non è grave.

Il primo caso all’ospedale Na Bulovce è un uomo ceco, nato nel 1952, che ha soggiornato all’Università italiana di Udine, dove ha partecipato a una conferenza. Il secondo caso registrato è una ragazza degli Stati Uniti d’America, nata nel 1999, che studia a Milano: “È arrivata a Praga come turista. Più tardi, le sue condizioni sono peggiorate ed è stata esaminata per la prima volta a Motol. È stata trattata come potenzialmente infettiva, tutto il personale medico aveva dispositivi di protezione, quindi il rischio di infezione in ospedale è stato ridotto al minimo. Successivamente, è stata trasferita da Motol all’ospedale Na Bulovce”, ha aggiunto il ministro. Il terzo contagiato è nell’ospedale Masaryk di Usti nad Labem, è un uomo ceco, nato nel 1976, che era in vacanza sulla neve in Italia nella parte settentrionale del Veneto. La quarta contagiata è una donna di 53 anni tornata dal nord Italia che è stata ricoverata in ospedale a Usti nad Labem, la quinta è una giovane donna ecuadoregna che viaggiava con una studentessa americana risultata positiva.

Non è ancora chiaro quante sono le altre persone con cui i cinque sono entrati in contatto e se saranno messi in quarantena. Tuttavia, la buona notizia è che nessuno dei pazienti risulta essere in gravi condizioni. Il ministro Vojtěch ha aggiunto che si tratta di casi individuali ma, allo stesso tempo, si riconosce l’elevato rischio di contagio per tutti i cittadini cechi che hanno viaggiato in paesi contagiati. L’ufficio di igiene ceco sta lavorando in tutto il Paese al fine di individuare tutte le altre possibili persone che potrebbero essere a rischio, data la loro permanenza in Italia di recente.

Le misure prese

“Chiediamo a tutti di prendere seriamente in considerazione di non recarsi in quelle regioni (quelle colpite) per vacanze o gite sugli sci, se non in caso di necessità, perché esiste il pericolo”, ha detto il ministro Vojtech. All’inizio di febbraio, il governo ceco ha deciso di vietare i voli diretti tra la Cina e la Repubblica Ceca e il ministero degli Esteri ha smesso di rilasciare visti ai cittadini cinesi, aiutando però il paese con materiali adatti a combattere il virus – forniture mediche, respiratori, maschere, indumenti chirurgici e così via.

Lo stesso trattamento è stato riservato anche all’Italia, paese di contagio dei cinque pazienti cechi. Il Consiglio di sicurezza nazionale ha adottato delle restrizioni di viaggio e altre misure volte a fermare la diffusione del coronavirus nella Repubblica ceca. Il Consiglio ha annunciato che i voli da e per la Corea del Sud sarebbero stati sospesi a partire da martedì e che vi saranno ulteriori restrizioni sui collegamenti con le città del nord Italia di Milano, Venezia, Bologna e Bergamo, misure introdotte dopo l’approvazione della Commissione europea. La notizia è stata data dal Primo ministro Babis e confermata anche dal ministro dell’Industria Havlicek, che ha aggiunto: “la sospensione dei voli da e per le città italiane di Milano, Venezia e Bologna durerà due settimane e potrebbe essere estesa”.

Il Consiglio di sicurezza, che si riunirà di nuovo mercoledì per valutare l’attuale sviluppo intorno al coronavirus, ha anche deciso che le gare di biathlon della Coppa del Mondo a Nové Město na Moravě si svolgeranno ma senza spettatori.

Infine, alcune università hanno iniziato a sospendere i corsi e l’azienda di trasporti RegioJet ha pianificato di sospendere le sue rotte internazionali Praga-Venezia-Roma e Praga-Milano fino alla fine della settimana. Inoltre, a Brno, la Mendel University ha dichiarato che inizierà a svolgere i corsi online e sospenderà le lezioni fino al 15 marzo al fine di ridurre il contagio del coronavirus.

Napoli, 35 ° vertice italo-francese

EUROPA di

Un vertice del “rilancio della cooperazione fra i due Paesi”, quello tenutosi a Napoli il 27 febbraio tra il Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte ed il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron. Il summit ha coinvolto 11 ministri per parte e si è concluso con la cena offerta dal Capo dello Stato italiano, Sergio Mattarella, al Palazzo Reale.
Un’intesa strategica nel settore dei migranti, della cooperazione industriale e scientifica, nonché un’occasione per stemperare le tensioni sulla diffusione del coronavirus.

Il patto di Napoli

A Napoli, Conte e Macron si sono concessi, prima dell’avvio ufficiale del summit, una visita culturale al Teatro San Ferdinando, dove era protagonista Eduardo De Filippo- autore caro al presidente francese- e alla Cappella Sansevero per ammirare il Cristo Velato. Poi una passeggiata nel centro della città, tra babà e caffè secondo la tradizione napoletana.
Quello tenutosi a Palazzo Reale è il 35° vertice intergovernativo tra Italia e Francia che, consapevoli delle responsabilità condivise in Europa e nel mondo intero, hanno riaffermato la comune volontà di progredire nel cammino dell’integrazione europea. Secondo i due leader, infatti, solo un’Unione europea più unita, sovrana e democratica può assicurare benessere e prosperità ai propri cittadini e svolgere il ruolo di attore cruciale nello scenario politico internazionale.
Evocando l’antica amicizia tra il popolo italiano ed il popolo francese, lasciando alle spalle le recenti controversie diplomatiche, Macron e Conte hanno rilasciato una dichiarazione finale congiunta in cui affermano l’intenzione di intensificare i rapporti bilaterali, fondati su solide radici e legami storici, che si riflettono nei valori condivisi dell’identità europea, nelle tradizioni comuni, nonché nella vicinanza linguistica e culturale.
Al fine di assicurare delle relazioni bilaterali più ambiziose e contribuire così più efficacemente al perseguimento degli obiettivi comuni, in Europa e nel mondo, i due governi agiranno entro un quadro strutturato di consultazioni rafforzate, dalle questioni che li riguardano più strettamente, alle politiche europee ed ai principali temi dell’agenda internazionale. In aggiunta a quelli già esistenti, al vertice di Napoli è stato concordato l’avvio di nuovi dialoghi strutturati in ambito economico -finanziario, migrazione, asilo e trasporti. Con riguardo alla gestione dei flussi migratori, con la Francia è stata condivisa la necessità di “una gestione strutturale e non più emergenziale dei flussi. L’Italia ha sempre chiesto un approccio a più livelli che comprenda uno sforzo europeo dal primo momento” come sottolineato dal Presidente del Consiglio italiano. Consultazioni periodiche avranno luogo altresì in materia di clima ed ambiente, anche a margine degli appuntamenti europei ed internazionali nei rispettivi settori.
Dal vertice che rappresenta “un salto di qualità” per Conte, riparte anche il progetto del Trattato del Quirinale, volto a rafforzare la cooperazione in diversi campi, sul modello di quello che Parigi ha stipulato con Berlino nel 1963. Sono molteplici i dossier su cui lavorare congiuntamente, come quello economico, il caso della Tav, il bilancio europeo-che entrambi i Paesi vogliono più ambizioso-ed il dossier libico su cui Italia e Francia sembrano finalmente allineate, affermando l’occorrenza di sforzi comuni e di un sostegno alla missione navale europea per il rispetto dell’embargo delle armi, respingendo, così, una soluzione militare al conflitto in corso.
In occasione del vertice sono stati firmati tre accordi, rispettivamente nel settore della difesa- Naval Group e Fincantieri- dell’economia-Cdp e Bpi France- e della cultura, tra università dei due paesi.
Con riferimento alle recenti tensioni tra i due Paesi, Macron ha ringraziato Mattarella per essere intervenuto al fine di superare le dissonanze diplomatiche.

La gestione congiunta del virus COVID-19

In merito al diffondersi del virus COVID-19, i due Paesi hanno convenuto sull’opportunità di mantenere l’apertura delle frontiere, condividere le informazioni relative ai viaggiatori di ritorno o diretti ad aree a rischio, le conoscenze scientifiche e le informazioni sulle misure di contrasto adottate, uniformare le informazioni rivolte ai professionisti ed al pubblico, mantenere costanti contatti, nonché riunioni periodiche a livello ministeriale, riservandosi di valutare nella specificità dei casi concreti le misure da adottare. L’appello rimane, tuttavia, quello di tornare alla normalità.
“Voglio esprimere la solidarietà all’Italia, al governo e agli operatori sanitari. Questo virus ci preoccupa tutti. La situazione può essere gestita solo con cooperazione europea e internazionale” queste le parole del Presidente francese. Conte, dal canto suo, ha sottolineato che “Il governo, fin dall’inizio ha affrontato con serietà l’emergenza sanitaria, in piena trasparenza e mettendo in atto le misure suggerite dai massimi esperti nel settore scientifico. E chiudere le frontiere sarebbe un danno irreversibile economico non praticabile”.

Difesa comune europea e nazionale, video intervista all’Europarlamentare Anna Cinzia Bonfrisco

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Inside Europe Intervista l’Europarlamentare Anna Cinzia Bonfrisco sui temi della Difesa comune Europea e del sistema difesa Italiano, stato dell’arte e nuove proposte. l’On. Anna Cinzia Bonfrisco nell’ambito del Parlamento Europeo è membro della commissione Difesa e Sicurezza e della Commissione Affari Esteri dell’Europarlamento.

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La risposta dell’Unione europea al coronavirus

EUROPA di

Sostenere gli Stati membri dell’UE e rafforzare gli sforzi internazionali finalizzati ad ostacolare la diffusione del COVID-19: questi sono gli imperativi della Commissione europea per far fronte all’emergenza sanitaria. Ciò include un costante coordinamento con gli Stati membri per condividere informazioni, valutare le esigenze e garantire una risposta coerente a livello di UE. La Commissione è, inoltre, impegnata nel finanziamento della ricerca, nell’offerta di sostegno attraverso il meccanismo di protezione civile dell’UE e nel sostegno alla Cina attraverso forniture mediche di emergenza.

232 milioni dalla Commissione europea
Il 13 febbraio, il Consiglio sanitario straordinario dell’EPSCO, che riunisce i ministri responsabili dell’occupazione, degli affari sociali, della salute e della politica dei consumatori di tutti gli Stati membri dell’UE, ha discusso in merito alle misure da adottare per limitare la diffusione del virus COVID-19. In risposta alle conclusioni del Consiglio ed al fine migliorare la prevenzione ed il contenimento del virus, la Commissione europea ha annunciato un finanziamento pari a 232 milioni di euro, in linea con il finanziamento alla ricerca di emergenza, di 10 milioni di euro, reso disponibile nelle prime fasi dell’epidemia.
Una parte del pacchetto di aiuti disposto dalla Commissione avrà effetto immediato tramite l’assegnazione a specifici settori, il resto, invece, sarà sbloccato ed attivato nei prossimi mesi.
I nuovi fondi UE mirano a contribuire all’individuazione ed alla diagnosi del virus, all’assistenza dei contagiati ed a prevenire l’ulteriore diffusione.
Nel dettaglio, 114 milioni sosterranno l’Organizzazione Mondiale della Sanità- OMS, con particolare riferimento al piano globale di preparazione e risposta, al fine di fronteggiare l’emergenza di sanità pubblica nei paesi con sistemi sanitari deboli e con resilienza limitata. Parte di questi finanziamenti è subordinata all’accordo delle autorità di bilancio dell’Unione europea.
15 milioni saranno assegnati al continente africano, in particolare ad enti come l’Istituto Pasteur Dakar in Senegal, al fine di sostenere misure quali la diagnosi rapida e la sorveglianza epidemiologica.
110 milioni sono indirizzati al contenimento ed alla prevenzione, di cui fino a 90 milioni nell’ambito del partenariato pubblico-privato con l’industria farmaceutica e 10 milioni a favore della ricerca epidemiologica, diagnostica, terapeutica e sulla gestione clinica.
Infine, 3 milioni sono stati assegnati al meccanismo di protezione civile dell’UE, per facilitare, nel dettaglio, i voli di rimpatrio dei cittadini dell’Unione da Wuhan, come già accaduto in 447 casi.

Gli organismi coinvolti
La Commissione europea dispone di un centro di coordinamento di risposta alle emergenze attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, che coordina i voli di rimpatrio con gli Stati membri dell’UE. Il meccanismo UE permette la copertura fino al 75% dei costi di trasporto di tali voli di rimpatrio. La Commissione europea, attraverso lo stesso, coordina altresì la consegna di forniture mediche di emergenza in Cina: a partire dal 21 febbraio, Francia, Germania, Italia, Lettonia ed Estonia hanno, così, fornito oltre 30,5 tonnellate di dispositivi di protezione individuale alla Cina.
Ai sensi della Decisione sulle minacce sanitarie transfrontaliere, la Commissione si coordina con gli Stati membri attraverso tre meccanismi chiave: il sistema di allarme e risposta precoce; il comitato per la sicurezza sanitaria; la rete dei comunicatori del Comitato per la sicurezza sanitaria.
Il cosiddetto “organo esecutivo dell’Unione” opera con il sostegno delle pertinenti agenzie dell’UE, in particolare con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e l’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea (EASA).

Le dichiarazioni
“Con l’aumentare dei casi di contagio, la salute pubblica è la massima priorità. La comunità internazionale deve lavorare insieme per migliorare la preparazione ovunque nel mondo”-ha dichiarato la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen-“L’Europa vuole avere un ruolo di primo piano”.
Il Commissario europeo responsabile per la Gestione delle crisi e coordinatore della risposta alle emergenze dell’UE, Janez Lenarčič, ha affermato “Con oltre 2 600 vittime accertate, non c’è altra scelta se non prepararsi a tutti i livelli. Il nostro nuovo pacchetto di aiuti sosterrà l’Organizzazione mondiale della sanità e garantirà finanziamenti mirati per fare in modo che i paesi con sistemi sanitari più deboli non siano lasciati indietro. Il nostro obiettivo è contenere l’epidemia a livello globale”.

EU – AU, il meeting delle Commissioni

EUROPA di

European Union – African Union Commission to Commission, questo il nome dell’incontro che si è tenuto il 27 febbraio ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia e sede dell’Unione Africana, e che andrà avanti fino al 1° marzo. L’incontro delle due commissioni si tiene ogni anno e rientra nella serie di meeting portati avanti dalle due organizzazioni a livello nazionale, regionale e locale. Al centro del meeting vi sono state le sfide continentali e globali, i settori chiave per la cooperazione futura.

La partnership

L’Unione africana e l’Unione europea sono partner strategici: l’Unione africana svolge un ruolo essenziale nella costruzione della pace e della sicurezza in tutto il continente e nel promuovere il progresso dell⁷’integrazione continentale. L’Unione Europea è il maggiore partner commerciale e di investimenti dell’Africa e il principale sostenitore della zona di libero scambio continentale africana. Inoltre, l’’UE collabora con tutte le comunità economiche regionali riconosciute dall’Unione africana. Attualmente, 52 paesi africani beneficiano di un accordo commerciale bilaterale o di un accordo di partenariato economico, e contribuiscono alla loro crescita. Obiettivo fondamentale è senz’altro la promozione di investimenti sostenibili e di lavoro: l’Alleanza Africa-Europa per gli investimenti sostenibili e l’occupazione è stata lanciata nel 2018 per incentivare gli investimenti sostenibili, attirare finanziamenti del settore privato, sostenere l’istruzione e la formazione professionale, favorire il commercio e migliorare il clima imprenditoriale. L’Alleanza mira a sostenere la creazione di 10 milioni di posti di lavoro entro il 2023, in particolare per donne e giovani. L’UE ha mobilitato fondi per 4,6 miliardi di euro attraverso il piano di investimenti esterni dell’UE, che dovrebbe far leva su 47 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati.

Commission to Commission

Un’importante delegazione ha raggiunto Addis Abeba da Bruxelles: la Presidente Ursula von der Leyen, 19 commissari e l’Alto rappresentante per gli affari esteri Josep Borrell. Al centro delle discussioni vi sono stati temi chiave quali crescita, occupazione, transizione verde, digitale, pace, sicurezza e governance, mobilità e migrazione. Questa decima riunione da Commissione a Commissione segna una partecipazione record da parte dell’UE, a testimonianza delle relazioni prioritarie che l’Africa rappresenta per la nuova Commissione europea e la sua aspirazione a portarle a un nuovo livello. Prima di arrivare nella capitale etiope, la presidente von der Leyen ha dichiarato: “Europa e Africa sono partner naturali. Abbiamo un legame storico e condividiamo molte delle sfide di oggi. Uno dei nostri obiettivi principali è rendere la trasformazione verde e digitale delle nostre economie una opportunità per i nostri giovani”. L’importanza dell’incontro per la Von der Leyen è dovuta anche all’opportunità che ha di consultare i partner africani prima di presentare la sua strategia globale, da consegnare entro i suoi primi cento giorni in carica. Inoltre, si considera anche un meeting preparatorio in vista della riunione ministeriale EU-UA di maggio in Ruanda e al prossimo vertice EU-UA di ottobre a Bruxelles.

Josep Borrell, Alto rappresentante dell’UE nonché vicepresidente della Commissione europea, si è recato in Africa per la prima volta dall’inizio del suo mandato; entusiasta della collaborazione, ha affermato “Siamo entrati in una nuova era nella nostra stretta collaborazione. Quest’anno segnerà una pietra miliare nel dare un nuovo impulso al nostro rapporto con il continente”; anche lui considera l’incontro come uno step fondamentale per i successivi summit che si terranno nel corso dell’anno. Approfittando della sua permanenza lì, Borrell incontra il 28 febbraio le autorità etiopi come il Primo ministro etiope Abiy Ahmed, recente vincitore del Premio Nobel per la pace, e farà una visita in Sudan il 29 febbraio e il 1° marzo, incontrando anche il primo ministro del Sudan Abdalla Hamdok e portando un messaggio di supporto alla transizione civile del paese.

La controparte

Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell’Unione africana, ha sottolineato le differenze tra l’UE e l’UA, con particolare riferimento all’omosessualità e alla Corte penale internazionale. Parlando in conferenza stampa Moussa Faki ha precisato: “certamente, abbiamo le nostre differenze. La giustizia penale internazionale, l’orientamento e l’identità sessuale, la pena di morte, la centralità dell’Unione africana in alcune crisi”, sottolineando poi che “tali divergenze sono normali”, ma ha anche indicato i temi che uniscono i due continenti: “la pace e la sicurezza” e i “molti teatri su cui lavoriamo insieme, come il Sahel” e “le preoccupazioni comuni ad esempio sulla Libia, dove sfortunatamente la guerra continua”. Ursula von der Leyen ha risposto ponendo l’attenzione sulla partnership comune: “L’Unione Africana e l’Unione Europea sono partner naturali e abbiamo molto in comune, quindi possiamo vincere se lavoriamo a stretto contatto e ci scambiamo esperienze e conoscenze e cerchiamo situazioni vantaggiose per tutti”.

Covid-19: la Commissione lavora su tutti i fronti per contenere l’epidemia 

EUROPA di

La Commissione continua a lavorare su tutti i fronti per contrastare l’epidemia di COVID-19 in corso ed esprime tutta la sua solidarietà all’Italia e a tutti gli Stati membri. Ieri, alla conferenza stampa tenutasi a Roma, Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, ha espresso pieno sostegno agli sforzi dell’Italia Leggi Tutto

Covid-19: la Commissione lavora su tutti i fronti per contenere l’epidemia 

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La Commissione continua a lavorare su tutti i fronti per contrastare l’epidemia di COVID-19 in corso ed esprime tutta la sua solidarietà all’Italia e a tutti gli Stati membri. Ieri, alla conferenza stampa tenutasi a Roma, Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, ha espresso pieno sostegno agli sforzi dell’Italia Leggi Tutto

È morto Hosni Mubarak, il Presidente egiziano deposto dalle Primavere arabe

AFRICA di

È morto all’età di 91 anni l’ex Presidente egiziano Hosni Mubarak. L’annuncio è stato confermato dai media locali e dalla famiglia.

La carriera dell’ex Presidente era iniziata nell’esercito, dove era riuscito a scalare le gerarchie militari divenendo Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare nel 1972, ed ottenendo una grande popolarità durante la guerra dello Yom Kippur contro Israele.Mubarak salì poi al potere nell’ottobre del 1981 dopo l’assassinio del Presidente Anwar al-Sadat, e la sua presidenza si è protratta per ben trent’anni, scampando ad almeno sei attentati.La sua leadership venne infatti confermata in tre referendum successivi nel 1987, 1993 e 1999.Le prime elezioni multipartitiche si ebbero nel 2005, ma anche in questo caso il leader egiziano riuscì a stravincere.

La presidenza di Mubarak ha segnato per il Paese africano il definitivo abbondono del modello economico socialista di el-Nasser, perseguendo la linea già tracciata dal suo predecessore al-Sadat, mediante l’approvazione di una serie di misure di liberalizzazione economica. Oltre ai militari, veri protagonisti degli anni di governo dell’ex Presidente, sono state le aziende e gli imprenditori vicini al governo, a cui fu concesso di beneficiare, più di altri, delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni decise dal regime.

In politica estera Mubarak si mosse sostanzialmente in continuità con il suo predecessore, mantenendo rapporti di amicizia con i paesi occidentali, in particolare con gli Stati Uniti. Inoltre, ottenne la riammissione dell’Egitto nella Lega Araba, dopo l’espulsione decretata nel 1979 a seguito dell’accordo di pace firmato con Israele.

 

Corruzione, crisi economica, disoccupazione e una gestione poliziesca dello Stato avevano però alimentato un malcontento incontenibile, poi esploso con le proteste di Piazza Tahrir, avvenute nell’ambito delle Primavere arabe del 2011 e che portarono alla sua deposizione.

A differenza del tunisino Ben Alì, che fuggì in Arabia Saudita, Mubarak non abbandonò il Paese. Egli verrà inizialmente condannato all’ergastolo per la repressione sanguinosa delle manifestazioni dei primi mesi del 2011, e per corruzione. La Corte di Cassazione decise poi di annullare la decisione nel 2014, lanciando scontare all’ex Presidente solo una condanna a 3 anni per sottrazione di fondi pubblici, pena che sconterà ai domiciliari, per via dei gravi problemi di salute.

La missione Sophia va in pensione. Il Consiglio Affari Esteri lavora ad una nuova iniziativa UE nel Mediterraneo

AFRICA di

Lo scorso 17 Febbraio il Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea (UE) ha sancito all’unanimità il termine dell’Operazione Sophia (EUNAVFOR Med) per il 20 marzo 2020. Si tratta di una missione di sicurezza marittima che opera nel Mediterraneo centrale approvata nell’estate del 2015, a seguito dei ripetuti naufragi di imbarcazioni con a bordo migranti e richiedenti asilo dalla Libia. Il compito dell’operazione, già prorogata di 6 mesi a settembre 2019 e da tempo priva della sua componente navale, era quella di contrastare e neutralizzare le rotte dei trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo.

Secondo quanto espresso da Josep Borrell, Alto Rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, la nuova missione europea, ancora priva di un nome, dovrebbe partire a fine marzo con l’intento di dare attuazione all’embargo sulle armi imposto dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. L’Alto Rappresentante Borrell è quindi riuscito a forzare le resistenze dei Paesi più reticenti a dare il via a nuovo impegno dell’UE nel Mediterraneo, in particolare Austria e Ungheria, da sempre critici sui dispiegamenti navali, giudicati un “pull factor” per i flussi migratori. Non è un caso che tra i dettagli noti della missione ci sia la possibilità di ritirare gli assetti navali qualora ci si rendesse conto di alimentare maggiori partenze. In più, sempre per giungere alla necessaria convergenza tra tutti gli Stati membri, si è specificato che lo sforzo si concentrerà sulla zona orientale della Libia, lì dove si concentra il traffico di armi, e non ad ovest, dove invece si registra il maggior numero di partenze dei migranti.

I Ministri degli Esteri UE hanno inoltre previsto come compiti accessori della nuova missione l’addestramento della guardia costiera e della marina libiche, nonché la lotta alla criminalità organizzata. Nonostante i dubbi e le incertezze sulla nuova iniziativa, il comando della missione europea in Libia è ora conteso tra Italia, Francia e Spagna. L’Italia, che aveva inizialmente proposto un potenziamento di Sophia, punta a confermare la sua leadership nell’impegno europeo in Libia anche se, trattandosi di una nuova iniziativa, ciò non è per nulla scontato. Parigi e Madrid sono le altre due candidate alla guida della missione, anche se la pretesa spagnola è indebolita dal comando attualmente detenuto su una missione anti-pirateria nelle acque del Corno d’Africa (EUNAVFOR Somalia). L’ipotesi di un doppio comando non agevola quindi le aspirazioni spagnole.

 

Una decisione definitiva è attesa per il 23 marzo, quando il Consiglio Affari Esteri dovrebbe lanciare la nuova missione, giungendo ad un accordo unanime sulle regole di ingaggio, l’assegnazione del comando e ulteriori dettagli della nuova missione.

Giulia Treossi
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