GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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EUROPA - page 27

Repubblica ceca, le misure della nuova fase e il summit di Visegrád per la riapertura dei confini

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A partire dal 18 maggio, in Repubblica Ceca è terminato lo Stato di emergenza: è stato adottato un piano per allentare le misure prese durante il periodo di pandemia. Praga ha previsto la riapertura di bar, ristoranti e pub, ha previsto la possibilità di scegliere se indossare la mascherina eliminando l’obbligo e sta gradualmente riaprendo anche le scuole elementari, le superiori e le università. Importanti misure riguardano inoltre i confini: dal 26 maggio è stato consentito un allentamento di misure anche verso gli altri paesi, con la riapertura delle frontiere con Austria e Germania. Infine, il primo ministro Babiš ha preso parte ad una videoconferenza con il gruppo Visegrád e la cancelliera tedesca Merkel proprio per parlare della riapertura delle frontiere e dell’impatto del coronavirus sui loro paesi.

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Il piano di Francia e Germania per la ripresa dell’economia europea

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Il 18 maggio, i governi di Francia e Germania hanno presentato un ambizioso piano congiunto per la condivisione in Europa dei costi della crisi dovuta alla diffusione del Covid-19. In una videoconferenza la Cancelliera tedesca, Angela Merkel ed il Presidente francese, Emmanuel Macron, hanno annunciato varie proposte per aiutare l’UE ad uscire dalla crisi attuale, la più importante delle quali è la creazione di un “fondo per la ripresa” europeo-Recovery fund- dal valore di 500 miliardi di euro, finanziato da emissioni di debito comune. Dopo mesi di negoziazioni difficili in cui la posizione del blocco di paesi dell’Europa settentrionale, guidati dalla Germania, si opponeva a quella dei Paesi dell’Europa meridionale, guidati dalla Francia, si aprono nuovi scenari.

Un compromesso concreto

Quello raggiunto da Francia e Germania è il primo compromesso concreto per la condivisione del debito europeo, dopo le varie proposte circolate nelle ultime settimane e parzialmente discusse in seno all’ultimo Consiglio europeo, l’organo dell’Unione Europea che comprende i capi di stato e di governo degli Stati membri. Si tratta di un passo importante per la tanto discussa creazione degli eurobond, nonché del tentativo più significativo di affrontare la crisi economica congiuntamente a livello europeo e non unilateralmente da parte dei singoli stati.

La Cancelliera tedesca, Angela Merkel ed il Presidente francese, Emmanuel Macron hanno presentato il piano in una videoconferenza in cui hanno sottolineato la necessità di aiutare i paesi ed i settori economici maggiormente colpiti dalla crisi e l’importanza di farlo rafforzando l’Unione europea, creando un’unione più forte e coesa. Le proposte riguardano la creazione di un fondo per la ripresa europeo, una maggiore cooperazione tra i Paesi dell’UE in ambito sanitario, al fine di avere strategie comuni in caso di emergenza e una maggiore collaborazione nella ricerca e nella produzione di vaccini, maggiori investimenti per la digitalizzazione e per il rilancio del Green Deal europeo, nonché uno sforzo congiunto per rafforzare il mercato unico europeo e la libera circolazione tra i Paesi membri.

Il fondo per la ripresa

Il fondo per la ripresa, con un valore di 500 miliardi di euro, finanziato da emissioni di debito comune, rappresenta la proposta più rilevante del piano Merkel-Macron. Il fondo permetterebbe all’UE di avere uno strumento da poter impiegare a breve termine per sostenere la ripresa dall’attuale crisi dovuta al coronavirus ed al contempo pone al centro il bilancio settennale dell’UE per il 2021-2027.

A differenza del MES, il fondo proposto dalla Francia e dalla Germania, non prevederebbe prestiti da parte dell’Unione ai paesi in maggiore difficoltà, bensì sussidi a fondo perduto, da impiegare direttamente per sollevare l’economia europea. Affidato alla Commissione europea e finanziato a partire dai mercati finanziari a nome dell’Unione europea-costituendo dunque un debito pubblico comune- il fondo sarebbe ripagato equamente da tutti gli Stati membri negli anni successivi. Il meccanismo di finanziamento sarebbe così simile a quello discusso per i cosiddetti eurobond-i “titoli di stato europei” invocati dai paesi dell’Europa meridionale per aiutare le economie dei paesi più colpiti dalla pandemia- che aveva trovato, tuttavia, l’opposizione da parte dei paesi dell’Europa settentrionale, Germania compresa. Si tratta, infatti, della prima volta in cui la Germania sostiene la possibilità di creare debito pubblico comunitario. Infine, rileva che il fondo proposto da Merkel e Macron avrebbe un valore minore rispetto a quanto chiesto in passato- si era, infatti, parlato di 2.000 miliardi di euro- e nella nuova proposta la gestione spetterebbe alla Commissione europea e non direttamente agli stati membri, come ipotizzato inizialmente.

La Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha accolto con interesse la proposta: “Accolgo con favore la proposta costruttiva fatta da Francia e Germania. Riconosce la portata e le dimensioni della sfida economica che l’Europa deve affrontare e giustamente pone l’accento sulla necessità di lavorare su una soluzione con il bilancio europeo al centro” ha dichiarato.

La controproposta dei “frugal four”

I due leader hanno dichiarato di essere giunti alla proposta dopo aver discusso a lungo sia con i Paesi dell’Europa meridionale che con quelli dell’Europa settentrionale. In tale ottica, il fondo si pone come un compromesso da cui partire per trovare un accordo tra tutti gli Stati membri dell’UE: il passaggio dal meccanismo di prestiti a quello dei sussidi dovrebbe trovare l’approvazione di paesi come Italia e Spagna, mentre le dimensioni ridotte del fondo per la ripresa e la gestione da parte della Commissione europea rappresenteranno una garanzia per i paesi scettici agli eurobond come Olanda ed Austria. Tuttavia, dopo la proposta franco-tedesca, proprio l’Austria si è posta come leader dell’opposizione dei “frugal four”- Austria, Danimarca, Olanda e Svezia- mostrando ostilità al piano di Merkel e Macron e con l’obiettivo di tornare all’originaria proposta del meccanismo di prestiti e scongiurare l’allargamento del budget europeo 2021-2027. Il Cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, ha, così, annunciato che lavorerà ad una controproposta rispetto al piano franco-tedesco insieme agli altri paesi del “club dei frugali”. La proposta dovrebbe essere presentata in tempi stretti e comunque prima del 27 maggio, la data di presentazione del “vero” fondo per la ripresa da parte della Commissione, l’istituzione incaricata di fare sintesi fra le posizioni dei vari paesi in un’unica proposta.

La posizione dell’Italia e dell’Europa meridionale

All’estremo opposto dei “frugal four” vi sono i Paesi che invocano proprio la misura più avversata dal gruppo guidato da Kurz: uno sforzo comune per l’Unione europea, che si concretizza nel sostegno alla mutualizzazione del debito sotto forma di bond emessi a livello comunitario. Tra questi, l’Italia, tramite il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ricordato di aver inviato una lettera al Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in favore dei cosiddetti coronabond e di aver ottenuto l’adesione di otto paesi: Belgio, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna. Conte ha invitato la Commissione europea a dar vita ad un piano ancora più ambizioso di quello prospettato da Merkel e Macron, in quanto la loro proposta non esplicita la dimensione attesa per il recovery fund. Quanto alla modalità di erogazione degli aiuti, il Presidente del Consiglio italiano ha insistito sul ricorso ai “grants”, le sovvenzioni, criticando gli stereotipi sulla spaccatura Nord-Sud Europa ed evidenziando come la caduta verticale dell’economia Ue richieda una risposta congiunta ed immediata dei 27.

 

 

 

 

 

 

La Commissione UE approva le strategie per arrestare la perdita di biodiversità e costruire un sistema alimentare sostenibile

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Il 20 maggio 2020 la Commissione europea ha adottato due strategie nell’ambito del Green Deal europeo. La prima è per la tutela della biodiversità e per riportare la natura nella nostra vita, la seconda è finalizzata alla creazione di un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente. Le due strategie si rafforzano a vicenda, favoriscono i rapporti tra natura, agricoltori, industria e consumatori: il fine è quello di lavorare insieme per un futuro competitivo e sostenibile. Le strategie propongono azioni e impegni ambiziosi per arrestare la perdita di biodiversità in Europa e nel mondo, per trasformare i sistemi alimentari europei in punti di riferimento per la sostenibilità a livello globale.

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Russia – Repubblica Ceca, la rimozione della statua sovietica e l’accusa di avvelenamento

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La rimozione della statua Konev a Praga, risalente al periodo sovietico, ha dato luogo ad una serie di reazioni a partire dall’ambasciata russa in Repubblica Ceca. Tuttavia, quella che era una iniziale polemica sembra essere diventata un vero e proprio caso diplomatico: i media cechi hanno accusato un diplomatico russo di essere stato inviato a Praga per avvelenare tre politici cechi, tra cui il sindaco della capitale, Zdenek Hrib. Il diplomatico in questione sarebbe un agente dell’intelligence russa arrivato in Repubblica Ceca con una scorta di ricina, sostanza letale. La Russia sembra aver respinto tutte le accuse e la questione ora è in mano alla polizia ceca.

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Francia, un “Piano Marshall” per la ripresa del turismo

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“I francesi potranno andare in vacanza in Francia”: il 14 maggio il Primo ministro Edouard Philippe ha presentato un “massiccio” piano di incentivazione turistica, che rappresenta per le finanze pubbliche un impegno di 18 miliardi di euro. Il deconfinamento continua così in Francia con l’annuncio da parte del governo di un “Piano Marshall” per il turismo: un piano senza precedenti che mira alla ripresa ed al rilancio di un settore duramente colpito dalla crisi dovuta alla diffusione del Covid-19. La Francia è la destinazione turistica numero uno al mondo e per sviluppare questo settore strategico, il Governo ha fatto del turismo una priorità della sua azione.

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Turismo e trasporti: il pacchetto della Commissione europea per il rilancio del settore

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Il 13 maggio la Commissione europea ha presentato un pacchetto di orientamenti e raccomandazioni per aiutare gli Stati membri dell’UE, dopo mesi di lockdown, ad eliminare gradualmente le restrizioni ai viaggi, consentire la riapertura delle imprese turistiche e rilanciare il settore turistico europeo, nel rispetto delle precauzioni sanitarie. L’obiettivo è garantire che l’Europa continui ad essere la prima destinazione dei turisti. “L’Europa sta riaprendo, passo dopo passo. Oggi la Commissione europea fornisce indicazioni su come riprendere a viaggiare in modo sicuro e responsabile e rimettere in piedi il turismo europeo” ha scritto su Twitter la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Misure per turisti e viaggiatori

La libera circolazione e gli spostamenti transfrontalieri sono fondamentali per il turismo e rappresentano un pilastro fondamentale dell’Unione europea. Man mano che gli Stati membri riusciranno a limitare la diffusione del Covid-19, le restrizioni generalizzate alla libera circolazione dovrebbero essere sostituite da misure più mirate. Qualora la situazione sanitaria non giustifichi un’eliminazione generalizzata delle restrizioni, la Commissione europea propone un approccio graduale e coordinato che inizi con l’eliminazione delle restrizioni tra zone o Stati membri che presentano situazioni epidemiologiche sufficientemente simili. L’approccio deve, inoltre, essere flessibile e comprendere la possibilità di reintrodurre determinate misure restrittive qualora la situazione epidemiologica lo richieda. Nel dettaglio, gli Stati membri dovrebbero agire sulla base di tre criteri: epidemiologico, focalizzandosi nelle zone in cui la situazione sanitaria è in miglioramento, in virtù degli orientamenti del Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie nonché con l’ausilio della relativa mappa regionale; capacità di applicazione di misure di contenimento durante i viaggi, ivi comprese cautele e misure ulteriori nei casi in cui sia difficile garantire il distanziamento sociale; considerazioni di natura economica e sociale, dando priorità in un primo momento agli spostamenti transfrontalieri nelle principali zone di attività.

Di particolare importanza è il principio di non discriminazione: uno Stato membro che decida di consentire i viaggi nel proprio territorio o in regioni e zone specifiche all’interno del proprio territorio dovrebbe farlo in modo non discriminatorio e consentendo i viaggi da ogni zona, regione o paese dell’UE che presenti condizioni epidemiologiche simili. Le restrizioni devono, dunque, essere eliminate senza discriminazioni, per tutti i cittadini dell’UE e per tutti i residenti dello Stato membro interessato, indipendentemente dalla cittadinanza.

 

Gli orientamenti, presentanti dalla Commissione europea il 13 maggio, illustrano principi generali per il ripristino sicuro e graduale del trasporto dei passeggeri per via aerea, ferroviaria, stradale e per vie navigabili. A tal proposito la Commissione ha formulato una serie di raccomandazioni, quali ad esempio la necessità di limitare il contatto tra i lavoratori del settore e i passeggeri, nonché tra i passeggeri stessi, e la riduzione, qualora possibile, della densità dei passeggeri. Inoltre, è stato stabilito un quadro comune che fissa i criteri per la ripresa graduale e in sicurezza delle attività turistiche e sviluppa protocolli sanitari per gli alberghi e gli altri tipi di strutture ricettive con l’obiettivo di proteggere la salute degli ospiti e dei dipendenti.

Gli Stati membri, con il sostegno della Commissione, hanno altresì concordato gli orientamenti per garantire l’interoperabilità transfrontaliera delle applicazioni di tracciamento, in modo che i cittadini possano essere allertati in caso di potenziale contagio da coronavirus anche quando viaggiano nell’UE. I requisiti di queste applicazioni sono volontarietà, trasparenza, carattere temporaneo, cibersicurezza, uso di dati anonimizzati e della tecnologia Bluetooth, interoperabilità transfrontaliera e tra sistemi operativi.

Ai sensi della normativa UE, in caso di annullamento di titoli di trasporto o di pacchetti turistici, i viaggiatori hanno il diritto di scegliere tra ricevere dei buoni o il rimborso in denaro. Confermando questo diritto, la raccomandazione della Commissione mira al tempo stesso a garantire che i buoni diventino un’alternativa valida e più attraente rispetto al rimborso per i viaggi annullati nel contesto dell’attuale pandemia, che ha comportato un grave onere finanziario anche per gli operatori turistici. I buoni dovrebbero essere protetti in caso di insolvenza di chi li ha emessi, avere un periodo minimo di validità di 12 mesi ed essere rimborsabili dopo al massimo un anno, se non utilizzati. Dovrebbero inoltre offrire flessibilità sufficiente, consentire ai passeggeri di viaggiare sulla stessa tratta alle stesse condizioni di servizio, permettere ai viaggiatori di concludere un contratto per un pacchetto turistico con servizi dello stesso tipo o di qualità equivalente e dovrebbero anche essere trasferibili a un altro viaggiatore.

Misure per le imprese turistiche

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Mes, trovato l’accordo all’Eurogruppo

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L’8 maggio l’Eurogruppo, l’organismo che riunisce i ministri dell’economia e delle finanze dei paesi che fanno parte dell’Eurozona, ha trovato un accordo sulla nuova linea di credito del Meccanismo Europeo di Stabilità. I 240 miliardi di aiuti che copriranno le spese sanitarie dirette e indirette legate al Covid-19 sarà accessibile a tutti gli stati membri e non prevederà nessun tipo di sorveglianza rafforzata, come è accaduto nel salvataggio della Grecia qualche anno fa. Niente condizioni e niente memorandum di intesa da negoziare perché l’accesso al Mes sarà standard. In vista della riunione, il commissario Gentiloni e il vicepresidente Dombrovskis hanno mandato una lettera al presidente dell’Eurogruppo proprio per proporre la nuova tipologia di sorveglianza nei confronti degli Stati.

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Parlamento Europeo, l’appello alla Repubblica Ceca per il conflitto di interessi

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“Il Primo Ministro ceco dovrebbe risolvere il suo conflitto di interessi con urgenza” affermano i deputati del Parlamento europeo: nonostante siano trascorsi quasi due anni, la questione dell’irregolarità dell’uso di fondi europei per fini imprenditoriali personali continua ad essere al centro dei dibattiti del Parlamento europeo. Sono state fatte diverse missioni conoscitive a Praga per verificare ed ascoltare tanto il governo quanto la società civile e il Parlamento europeo ha richiesto al governo di Praga di non partecipare ai colloqui sul bilancio fino a che non saranno chiarite le sue accuse di conflitto di interessi.

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Francia, al via il déconfinement

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Al via il deconfinamento in Francia, mentre il bilancio delle vittime è di nuovo in aumento: apparente cautela da parte dei cittadini francesi e qualche caso di indisciplina. In particolare, dopo i raduni di decine di persone sulle rive della Senna e del Canal Saint-Martin a Parigi, il consumo di alcolici in questi luoghi è stato bandito. Nel frattempo, il Consiglio costituzionale ha approvato la legge che estende lo stato di emergenza sanitaria fino al 10 luglio ed organizza il deconfinamento, ma ne ha censurato alcuni elementi legati alla quarantena obbligatoria e al rintracciamento dei contatti.

L’avvio della nuova fase

L’11 maggio, grazie ad un decreto temporaneo pubblicato nella Gazzetta ufficiale per un’applicazione con effetto immediato, sono entrate in vigore le nuove misure di deconfinamento in Francia. Tra le nuove disposizioni la fine delle restrizioni sull’uscita alla propria abitazione, l’obbligo di indossare una mascherina nel trasporto pubblico, la possibilità di riapertura dei negozi- a condizione che vengano rispettate le precauzioni ed il distanziamento sociale- nonché la limitazione a 10 persone per gli assembramenti in luoghi pubblici.

Dal parrucchiere e nei negozi, una parte dei francesi- per lo più con la mascherina- si è offerta piccoli piaceri lunedì 11 maggio, il primo giorno di deconfinamento, avanzando apparentemente con cautela e disciplina dopo cinquantacinque giorni di reclusione forzata e nel timore di un nuovo focolaio di contagi da coronavirus. Nel suo rapporto, Jean Castex, incaricato dal Primo Ministro di coordinare la strategia di deconfinamento, chiede alla popolazione di essere pronta ad un possibile effetto boomerang: “Bisogna anticipare una reconfinement di emergenza” ha avvertito. La prova che “l’epidemia è ancora attiva e in evoluzione”, ha insistito Castex lunedì sera alla direzione generale della salute, è data dai 263 nuovi decessi che sono stati registrati in ventiquattro ore, dopo i dati incoraggianti registrati domenica-70 morti- il miglior bilancio dal 17 marzo, dall’inizio delle restrizioni. La comparsa di tre nuovi focolai in Nouvelle-Aquitaine e Vendée, aree classificate in verde-vale a dire con meno contagi- richiede più che mai cautela.”In queste cosiddette aree verdi, si deve considerare che il virus è in agguato” ha avvisato domenica la professoressa Anne-Claude Crémieux, infettivista dell’ospedale Saint-Louis di Parigi.

Trasporti pubblici e consumo di alcolici

Dopo alcuni momenti di tensione all’inizio della giornata di lunedì nella metropolitana di Parigi, la ripresa è avvenuta senza incidenti rilevanti nei trasporti pubblici di Ile-de-France, gestiti da RATP e SNCF: i viaggiatori, generalmente muniti di mascherina, erano pochi, il che ha permesso di rispettare le regole del distanziamento. “I cittadini dell’Ile-de-France hanno dimostrato di avere una mentalità civile e un’autodisciplina in questo primo giorno” ha dichiarato Valérie Pécresse, presidente dell’Ile-de-France Mobilités, segnalando “solo alcuni episodi specifici e limitati” di indisciplina. Anche il Segretario di Stato ai trasporti, Jean-Baptiste Djebbari, è stato lieto di notare che quasi il 100% delle persone indossa la mascherina nei trasporti pubblici. Per quanto riguarda il traffico stradale e ferroviario principale, questo è stato ridotto, come era previsto.

In virtù dell’obbligo di indossare la mascherina sui trasporti pubblici lo Stato francese sta mettendo a disposizione 10 milioni di mascherine per gli operatori dei trasporti destinate agli utenti, di cui 4,4 milioni per la regione dell’Ile-de-France. A Parigi, il municipio ha altresì aperto le iscrizioni online per ottenere gratuitamente una mascherina di tessuto riutilizzabile da parte di farmacie volontarie, senza tuttavia fornire molti dettagli sulle modalità pratiche.

 

Dopo i raduni di decine di persone sulle rive della Senna e del Canal Saint-Martin a Parigi, lunedì sera, dinanzi alla mancanza di rispetto del distanziamento sociale, la polizia è intervenuta per evacuare i siti parigini ed il consumo di alcolici sarà vietato. “Il successo del deconfinamento dipende dalla prudenza e dalla civiltà di tutti. Di fronte all’irresponsabilità di alcuni comportamenti, ho chiesto al prefetto di polizia di vietare il consumo di alcolici lungo il canale di Saint-Martin e sulle rive della Senna” ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Christophe Castaner, in un tweet, anticipando una decisione poi avallata dal prefetto di polizia Didier Lallement. “Il garante della sicurezza dei parigini, si rammarica di dover prendere, sin dal primo giorno di deconfinamento, misure regolamentari apparentemente essenziali, purché il rispetto delle norme sanitarie non sia considerato da tutti, non come un obbligo, ma come un dovere” ha affermato la prefettura di polizia in una dichiarazione.

La pronuncia del Conseil Constitutionnel

Il Consiglio costituzionale ha approvato la legge che estende lo stato di emergenza sanitaria, tuttavia, ha censurato alcuni elementi legati alla quarantena obbligatoria e al rintracciamento dei contatti.

Quanto all’isolamento obbligatorio delle persone che entrano sul territorio nazionale, il Consiglio ha affermato che la disposizione in questione costituisce delle “misure di privazione della libertà”, ricordando che “la libertà individuale può essere considerata salvaguardata solo se il giudice interviene il più presto possibile”.

È senza dubbio l’articolo 6 della legge, che crea un sistema informativo per combattere l’epidemia da coronavirus, il più controverso: il sistema delineato pone, infatti, problemi etici in termini di riservatezza medica e rispetto della privacy.

Sono stati confermati, invece, la limitazione di viaggio a 100 km e il certificato obbligatorio nel trasporto pubblico, due disposizioni di punta la cui entrata in vigore è stata ritardata dal fatto che questa legge sottoposta all’approvazione del Consiglio costituzionale non è stata promulgata in tempo per l’inizio del deconfinamento. La mancata presentazione del certificato del datore di lavoro per utilizzare il trasporto pubblico dell’Ile-de-France tra le 6.30 e le 9.30 e tra le 16.00 e le 19.00 può, pertanto, essere sanzionata solo a partire da mercoledì 13 maggio. Il governo francese ha pubblicato sul sito del Ministero dell’Interno il nuovo certificato, disponibile in formato cartaceo o digitale, richiesto quando il movimento comporta l’uscita da un perimetro definito da un cerchio con un raggio di 100 km attorno al luogo di residenza (la distanza di 100 km è quindi calcolata “in linea d’aria”) o dal dipartimento di appartenenza.

 

La commissione europea lancia la Riposta globale al coronavirus: 7,4 miliardi di euro raccolti

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Il 4 maggio la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha lanciato la “Riposta globale al coronavirus” una campagna di fundraising per garantire lo sviluppo collaborativo e la disponibilità universale di vaccini e di strumenti diagnostici e terapeutici nella lotta al Covid-19. La Commissione ha registrato impegni di finanziamento da tutto il mondo per un valore di 7,4 miliardi di € (8 miliardi di $). Il risultato sfiora l’obiettivo iniziale di 7,5 miliardi di € e costituisce un ottimo punto di partenza per la maratona mondiale di raccolta fondi che proseguirà fino a giugno. Un tentativo di leadership globale da parte dell’Unione europea nonché un tentativo di rilanciare la cooperazione e il multilateralismo nel contesto di una crisi economica e di un confinamento generalizzato.

 La Risposta globale al coronavirus

La campagna di fundraising per la “Risposta globale al coronavirus” è stata organizzata congiuntamente da Unione europea, Arabia Saudita-che detiene la presidenza di turno del G20-Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia-presidenza entrante del G20-Norvegia, Regno Unito e Spagna. L’iniziativa concretizza un impegno assunto dai leader del G20 il 26 marzo e fa seguito all’appello dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e di un gruppo di iniziatori operanti nel campo della salute che, dopo aver dato vita all’iniziativa ACT-Accelerator, hanno esortato ad instaurare una collaborazione planetaria per accelerare lo sviluppo, la produzione nonché un accesso equo nel mondo alle nuove tecnologie sanitarie essenziali per la lotta al coronavirus. La Risposta globale al coronavirus dovrà contribuire all’ACT-Accelerator ed allinearsi al relativo quadro. Nel dettaglio, la campagna è costituita da tre partenariati, basati sulle tre priorità della Risposta globale al coronavirus, che riuniscono il mondo dell’industria e della ricerca, fondazioni, autorità di regolamentazione e organizzazioni internazionali, secondo un’impostazione orientata alla catena del valore nel suo insieme: dalla ricerca alla produzione fino alla distribuzione. I tre partenariati opereranno quanto più autonomamente possibile, con un asse di lavoro trasversale dedicato al potenziamento della capacità dei sistemi sanitari e alla condivisione delle conoscenze e dei dati. Inoltre, il quadro collaborativo sarà limitato nel tempo-2 anni-ma sarà rinnovabile e farà leva sulle organizzazioni esistenti, senza creare nuove strutture.

La Commissione europea registrerà e terrà traccia degli impegni di finanziamento fino alla fine di maggio, ma non incasserà alcun pagamento. I fondi andranno direttamente ai destinatari, che non potranno però decidere da soli come impiegarli: il loro uso sarà stabilito di concerto con il partenariato. Nel rispetto degli impegni assunti, tutti i nuovi vaccini e strumenti diagnostici e terapeutici contro il coronavirus dovranno essere resi disponibili a livello mondiale a prezzi accessibili, indipendentemente dal luogo in cui sono stati sviluppati.

La Risposta globale dovrà coinvolgere anche la società civile ed i cittadini di tutto il mondo, motivo per cui la Commissione europea intende collaborare con ONG come Global Citizen e altri partner.

Risultati e prospettive future

L’evento di mobilitazione collettiva si è aperto con una videoconferenza di donatori che ha visto la partecipazione di oltre 40 paesi con le assenze significative, che non sono passate inosservate, di Stati Uniti e Russia. Gli Stati Uniti, infatti, lavorano da soli per trovare un vaccino entro la fine dell’anno. Ottenere il vaccino per primi ed in esclusiva: questo è l’obiettivo statunitense, reso evidente a partire da gennaio, quando il governo tedesco ha rivelato che l’amministrazione USA aveva provato ad acquisire un’azienda tedesca, la CureVac, proprio per conseguire tale obiettivo. Più volte nell’attuale crisi, così come in passato, l’attuale Casa Bianca ha dimostrato di non apprezzare il multilateralismo e nelle scorse settimane, Washington ha persino sospeso i suoi contributi all’OMS. L’altro grande assente, la Russia, ha disertato l’incontro sollevando ulteriori dubbi sulla sua gestione dell’emergenza sanitaria in corso. La Cina si è, invece, limitata ad aderire all’evento con la partecipazione del suo ambasciatore in Europa.

 

I leader del mondo presenti alla videoconferenza hanno pronunciato un breve discorso e hanno annunciato il proprio contributo alla raccolta. La Commissione europea ha registrato impegni di finanziamento da tutto il mondo per un valore di 7,4 miliardi di €. Si tratta dell’inizio di un processo che punta a mobilitare risorse ancora maggiori. L’obiettivo iniziale di 7,5 miliardi di € non sarà, infatti, sufficiente a garantire la distribuzione in tutto il mondo di tecnologie sanitarie contro il coronavirus, che comportano costi ingenti in termini di produzione, approvvigionamento e distribuzione. Il vertice mondiale sui vaccini organizzato da Gavi Alliance, in programma per il 4 giugno, mobiliterà ulteriori risorse affinché le generazioni future possano essere protette grazie ai vaccini. I donatori sono invitati a continuare ad assumere impegni di finanziamento a favore della campagna e hanno la possibilità di scegliere la priorità che desiderano sostenere – test, cure o prevenzione – ma anche fare una donazione a sostegno dell’asse di lavoro trasversale dell’iniziativa, che si prefigge di aiutare i sistemi sanitari di tutto il mondo ad affrontare la pandemia.

Il ruolo dell’UE

Quanto all’UE, per contribuire agli obiettivi della Risposta globale al coronavirus, ha stanziato 1 miliardo di € sotto forma di sovvenzioni e 400 milioni di € a garanzia dei prestiti, mediante la ridefinizione delle priorità di Orizzonte 2020 (1 miliardo di €), RescEU (80 milioni di €), dello strumento per il sostegno di emergenza (150 milioni di €) e degli strumenti esterni (170 milioni di €). 100 milioni di € saranno donati alla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) e 158 milioni di € all’OMS. Gli inviti a presentare proposte finanziati dall’UE e i progetti che ne scaturiranno nel quadro di Orizzonte 2020 saranno in linea con gli obiettivi dei tre partenariati e dovranno assicurare il libero accesso ai dati. I finanziamenti nell’ambito di RescEU saranno, invece, finalizzati all’approvvigionamento, alla costituzione di scorte e alla distribuzione di vaccini e di strumenti terapeutici e diagnostici.

La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Oggi il mondo ha dato prova di un’unità straordinaria in nome del bene comune. Governi e organizzazioni sanitarie mondiali hanno unito le forze contro il coronavirus. Con un impegno del genere siamo sulla buona strada per sviluppare, produrre e distribuire un vaccino per tutti, ma questo è solo l’inizio”.

Francesca Scalpelli
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