“Il ruolo delle associazioni professionali”

La finalità dell’articolo è quella di improntare una riflessione sul ruolo delle associazioni professionali nella moderna economia italiana, a partire da un esame storico delle sue origini.

Nel medioevo ad esempio il lavoro, lo studio, la religione erano attività e credenze che si potevano svolgere solo se si apparteneva ad un gruppo; il singolo uomo non aveva un valore sociale: l’uomo medioevale lavora, studia e prega insieme con gli altri, da solo non conta nulla.

In tal senso le corporazioni, che nel Medioevo erano conosciute come Arti o Mestieri, incarnano la forma di organizzazione del lavoro più abituale nelle fiorenti città dell’Europa occidentale, a partire dalla prima età comunale.

Inoltre nel medioevo il valore dell’appartenenza a un arte o un mestiere si riflette anche nell’esercizio dei diritti di cittadinanza e politici; ad esempio anche Dante padre della nostra lingua italiana, nel libero comune fiorentino, per poter accedere alla carica di priore della sua città dovette iscriversi a una corporazione e specificatamente a quelle dei medici e degli speziali.

Possiamo dunque affermare che nel medioevo per accedere a ruoli politici, bisognava dimostrare di essere quelli che oggi chiameremo nell’età contemporanea persone del fare, ovvero di avere competenze tecniche e operative nella società civile ed economica, da utilizzare anche nella società politica.

In sostanza nel medioevo la mission di ogni corporazione era la difesa del monopolio dell’esercizio del proprio mestiere e chi praticava un mestiere al di fuori della corporazione era considerato un pericolo per gli iscritti e al di fuori delle leggi. 

Altri compiti delle corporazioni medioevali erano:• La tutela della qualità dei manufatti,;• Tutelare il principio dell’uguaglianza tra i soci e la lotta alla concorrenza sleale;• la formazione delle nuove matricole, attraverso un periodo di apprendistato (l’attuale tirocinio);• L’esercizio della giurisdizione sui suoi iscritti sulla base del rispetto dei regolamenti dei vari mestieri.

Nell’età contemporanea le corporazioni hanno perso il loro ruolo politico e solo per talune professioni si sono trasformate in ordini professionali, quali ad esempio quelli dei medici, avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, notai e via discorrendo.

Ordini professionali che seppure in una nuova vestecontinuano a portare avanti le attività delle antiche corporazioni e che sono portatrici di una serie di missionfondamentali per la nostra società civile, quale ad esempio garantire i livelli di deontologia ed etica dei propri aderenti nell’ esercizio della loro professione.

In tal senso gli ordini professionali sono garanti del buon comportamento degli iscritti, in quanto, nella loro stessa formula costitutiva, presentano un codice etico, l’inosservanza del quale conduce alla sospensione (non è possibile esercitare la professione nel periodo) o addirittura alla espulsione (si perde del tutto la possibilità di esercitarla).

Inoltre gli ordini gestiscono le modalità di accesso alla professione, garantendo anche in questo caso che i futuri professionisti abbiano tutte quelle competenze tecniche e deontologiche necessarie all’esercizio etico della professione.

Allo stesso tempo gli ordini gestiscono anche i percorsi di formazione (basti pensare al modello dei crediti formativi),per il mantenimento nel tempo delle competenze tecniche e normative necessarie per il suo esercizio della professione.

Gli ordini si incaricano anche di sviluppare gli standard, la metodologia e il know how professionali da condividere tra i propri iscritti, attraverso l’istituzione di gruppi di lavoro e commissioni allo scopo dedicati.

Altra importantissima attività è quella di garantire le tariffe minime per le varie attività professionali, per consentire che la concorrenza fra i professionisti non vada a detrimento della qualità dei servizi professionali offerti.

Importanza degli ordini ribadita dalla considerazione che ad esempio nei paesi dell’est, dove settanta anni di comunismo oltre lo spirito della libera impresa, avevano distrutto la deontologia e le competenze tecniche proprio della classe dei professionisti; in quei paesi infatti per lungo tempo il mercato non sono non ha funzionato efficientemente ma neanche eticamente.

Pertanto riteniamo che la proposta di più parti avanzata di uniformare alcune professioni (ad esempio i dottori commercialisti) al sistema anglosassone, dove tali mestierisono liberalizzati, avrebbe come conseguenza quella di abbassare la qualità ed etica dei servizi professionali erogati alle imprese e ai cittadini, generando una concorrenza fra professionisti non sulla qualità ma sul prezzo.

Il tema dell’associazionismo professionale è però in realtà è più ampio di quello dei tradizionali ordini professionali, basti pensare a quello che avviene in Germania dove tutti mestieri dall’idraulico all’analista di organizzazione sono certificati secondo standard ISO e di qualità in termini:✓ Criteri di accesso alla professione (praticantato);✓ Esami per esercitare la professione;✓ Competenze necessarie per esercitare la professione;✓ Tariffe;✓ Formazione per il mantenimento delle competenze;✓ Standard professionali;✓ Metodologie di riferimento;✓ Deontologia ed etica professionale.

In generale per i professionisti di ciascun mestiere riunirsi in associazioni, consente di poter fare network, lobby con la politica per difendere gli interessi di categoria, di valorizzare il mestiere e il suo ruolo nelle aziende, nelle istituzioni e nella Società.

Associazioni che attraverso eventi, progettiricerche e pubblicazioni promuovono anche il successo e la crescita professionale dei propri iscritti. 

Ruolo delle associazioni professionali che diventa nel temposempre più impegnativo, in quanto, nell’organizzare la professione, occorre tenere conto dei continui sviluppi normativi che richiedono continui adeguamenti rispetto ai criteri di accesso e di esercizio professionale dei mestieri.

A titolo esemplificativo dell’importanza e valenza delle associazioni professionali riporto qui di seguito la mission e gli obiettivi della: Associazione Italiana di Studio del Lavoro per lo Sviluppo Organizzativo (AISL_O) di cui sono socio e consigliere da più di 25 anni.

Associazione AISL_O che ha portato avanti e realizzato un progetto di certificazione ISO e in qualità delle competenze e criteri di accesso alla professione della propria figura professionale di riferimento dell’Analista di Organizzazione.

Associazione Italiana di Studio del Lavoro per lo Sviluppo Organizzativo (AISL_O) è un’associazione non a scopo di lucro che ha come mission  l’analisi, lo studio, il monitoraggio  dei fattori che influenzano l’efficienza e l’efficacia delle organizzazioni e ne determinano il successo e l’eccellenza. Rappresenta un punto di riferimento di chi, per lavoro o passione, perseguono l’obiettivo di promuovere  lo sviluppo organizzativo, il miglioramento dei processi operativi e di controllo e di tutti gli aspetti che incidono sulle  relazioni tra   le organizzazioni e i loro principali  stakeholders. Favorisce il progresso e l’applicazione di metodi e  tecniche di organizzazione aziendale, nella loro accezione più ampia, nonché la formazione professionale e lo sviluppo etico e culturale di chi nelle varie organizzazioni opera.

OBIETTIVI

Associazione si propone di essere:1. promotore dello  sviluppo e della diffusione della cultura organizzativa nelle imprese, nella Pubblica Amministrazione centrale e locale ,nelle organizzazioni del terzo settore e nelle istituzioni pubbliche, favorendo il confronto e la integrazione tra gli apporti delle diverse discipline e/o ambiti di specializzazione funzionale che oggi contribuiscono  al progresso dell’organizzazione in tutti gli ambienti di lavoro (a titolo esemplificativo: informatica, sistemi di qualità, auditing,  pianificazione e controllo, comunicazione interna);  2. attuatore di studi e ricerche finalizzate allo sviluppo per l’innovazione delle metodologie di analisi, progettazione  e gestione del cambiamento in campo organizzativo e della corporate governance;3. fornitore di servizi (di formazione, ricerca, studio, consulenza)  per la crescita culturale e professionale sia dei soci che di soggetti non soci,  quale presupposto per il successo delle organizzazioni di appartenenza e per il miglioramento delle relazioni individuo-azienda4. promotore di alleanze ed accordi di natura scientifica  ed operativa tra enti, istituzioni, Università e associazioni che valorizzino, a  livello nazionale e internazionale,  l’immagine, il ruolo e la qualificazione di coloro che operano professionalmente per lo sviluppo organizzativo e il change management5. riconosciuto dalle istituzioni come partner deputato ad analizzare e interpretare lo scenario organizzativo esistente nel mondo del lavoro per contribuire all’orientamento organizzativo e professionale, nonché a promuovere ed elaborare proposte legislative che riguardano le tematiche oggetto dell’ attività dell’Associazione.

Guido Massimiano

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