Eugenio Luigi Iorio: “Acqua e termalismo. Fra pensiero positivo, meditazione e gentilezza: alla ricerca della fonte dell’eterna giovinezza o dell’invecchiamento di successo?” 

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Vivere una vita piena e in salute, possibilmente lunga, circondati dai propri affetti, in un contesto socio-ambientale stimolante ed appagante, in armonia con la Natura che ci circonda, dove positività del pensiero e gentilezza sono il filo conduttore di ogni comportamento è il sogno di ognuno di noi. Al raggiungimento di questo obiettivo può contribuire in maniera determinante anche il rapporto che noi abbiamo con l’acqua. A spiegarci il fondamento scientifico di questa affermazione è Eugenio Luigi Iorio, medico chirurgo, specialista in Biochimica e Chimica Clinica e Dottore di Ricerca in Scienze Biochimiche, presidente dell’Osservatorio internazionale dello Stress Ossidativo e dell’Università Popolare Medicina degli Stili di Vita – Lifestyle Medicine. Suo il coordinamento, insieme al professor Giovanni Scapagnini, venerdì 25 settembre dalle ore 17.00 alle ore 18.00, della tavola rotonda “Chiare, fresche et dolci acque – Un viaggio nell’affascinante mondo dell’acqua”, tavola rotonda organizzata nell’ambito  di WELFAIR 2020, l’evento digitale dedicato alla salute promosso da Fiera Roma.

Dottor Iorio, “Chiare, fresche et dolci acque”. Perché questo titolo?

Perché nessuno, forse, come il grande Petrarca, ha saputo condensare in tre soli aggettivi la bellezza dell’acqua, il cui simbolismo affonda le radici alle origini del pensiero umano. Sarebbe stato Anassimene di Mileto, vissuto nel VI secolo a. C., a inserire l’acqua nel ciclo di trasformazione della materia e, quindi, della vita, insieme all’aria, al fuoco e alla terra. L’acqua purifica e salva, come insegna il sacramento del Battesimo, ma può anche distruggere, come ricorda la tragica esperienza del diluvio universale. Ma sotto la stessa forma di precipitazione atmosferica, l’acqua purifica, come immortalato dal Manzoni, e come vorremmo accadesse in questo momento in tutto il Mondo. L’acqua è fonte di vita: per questo, con uno sforzo senza precedenti, l’Uomo la sta cercando su Marte, per non sentirsi solo tra le immense galassie che popolano l’Universo. Intanto, sulla Terra, i salmoni risalgono la corrente per garantire il futuro alla propria specie immediatamente prima che la Natura ponga fine alla loro esistenza. E dall’acqua veniamo anche noi, perché tutti abbiamo vissuto la fase forse più delicata della nostra vita in un mezzo acquoso.

 

Passando dalla filosofia alla fisiologia, qual è il ruolo dell’acqua nel nostro organismo?

Siamo fatti di acqua. L’acqua consente la solubilizzazione della maggior parte delle sostanze di importanza biologica (dai sali minerali alle varie molecole organiche) anche se non ha un buon rapporto con i grassi. Grazie alla capacità unica di formare particolari legami chimici a bassa energia, essa stabilizza la struttura di molecole quali le proteine, essenziali per le funzioni di tutte le cellule, e gli acidi nucleici, a cui è affidata la gestione del nostro patrimonio genetico. Molecole d’acqua vengono consumate ogni qualvolta è necessario attingere alle nostre riserve (es. i grassi) per soddisfare il nostro fabbisogno energetico (catabolismo); molecole d’acqua sono rilasciate, invece, nella fase “costruttiva” del nostro metabolismo.  L’acqua, poi, sotto forma di sangue, linfa, ed altri liquidi circolanti, è un infaticabile trasportatore di ormoni, vitamine ed altre molecole segnale; se necessario, essa si presta anche a veicolare i farmaci che, grazie ad essa, possono raggiungere il proprio bersaglio e svolgere la propria azione benefica. Variamente distribuita nei tessuti, l’acqua, inoltre, contribuisce a dare tono e turgore a tutti gli organi, compresa la pelle, sensibile sentinella dello stato di salute di “quel mare che è dentro di noi”. Infine, l’acqua svolge un ruolo attivo nel controllo di alcuni parametri o funzioni vitali essenziali, quali la temperatura corporea, il pH, il bilancio elettrolitico e l’eliminazione di sostanze tossiche (attraverso il sudore e le urine).  

 

Mi sembra di capire, quindi, che dobbiamo prenderci cura del nostro bilancio idrico come o forse meglio del nostro bilancio economico, e, in subordine, del nostro stato d’idratazione, per il benessere di tutto il nostro organismo, non solo della pelle. Cerchiamo, però, di fare chiarezza. Quanta acqua al giorno bisogna bere?

Per le funzioni indispensabili che l’acqua svolge nel nostro organismo e che abbiamo solo grossolanamente elencato, possiamo vivere senza respirare qualche minuto, senza mangiare qualche settimana . . . senza bere, forse, solo pochi giorni, in condizioni ottimali. Pertanto, dato per certo che dobbiamo mantenere il più possibile uno stato di idratazione ottimale, resta aperta la questione sul volume d’acqua che ognuno di noi dovrebbe assumere quotidianamente. Siccome ogni individuo ha un proprio “bilancio idrico”, dato dal rapporto fra l’acqua che assume (sia come tale sia attraverso cibi e bevande) e quella che elimina (attraverso la traspirazione, la sudorazione, la respirazione, la minzione, etc.) è bene fare sì che, nelle varie situazioni ambientali (es. micro e macroclima), fisiologiche (es. sforzo fisico) o patologiche (es, febbre), le entrate compensino sempre le perdite. Purtroppo, non esistono due individui identici, anche se gemelli monovulari, per cui non esiste altra regola valida per tutti, oltre a quella enunciata. Un esame non invasivo, la bioimpedenziometria, correttamente interpretata, può fornire utili informazioni sulla distribuzione dell’acqua nei vari compartimenti del nostro organismo e, quindi, aiutarci a “personalizzazione” l’introito quotidiano.

 

L’acqua, a parte quella minerale convenzionale, è oggi proposta nelle più varie e, talvolta, bizzarre forme. Che dice la Scienza, al riguardo?

 

Oggi esistono in commercio, anzitutto, tante acque minerali che dichiarano di apportare una serie di benefici per la salute. E sulla veridicità di queste affermazioni vigilano le autorità sanitarie competenti, come verrà approfondito nella nostra tavola rotonda. Certo, capita sempre più spesso di assistere a promozioni televisive che propongono l’uso di acque praticamente miracolose (ionizzate, alcalinizzate, etc.). Al momento non esiste alcuna evidenza scientifica in merito. In alcuni Paesi e, in particolare, in Giappone, viene da qualche tempo proposta, invece, la cosiddetta “acqua idrogenata”, ossia dell’acqua addizionata con idrogeno molecolare; studi preliminari suggerirebbero un effetto “antiossidante”, che, però, deve essere confermato da specifici trial clinici controllati.   

 

L’acqua antiossidante? Ci spieghi meglio, da esperto di biologia redox … c’entra con lo stress ossidativo?

Andiamo per ordine. Ricerche, condotte, nel corso degli ultimi decenni, da migliaia di ricercatori in tutto il mondo, e riassunte in uno dei mie ultimi lavori (“Il TAO REDOX e la nuova sindrome da di-stress ossidativo”) indicano che il nostro benessere dipende, tra le diverse variabili, anche dal corretto funzionamento del sistema redox. Quest’ultimo è un sistema biochimico costituito essenzialmente da ossidanti (es. radicali liberi) e antiossidanti (es. vitamina C) che, attraverso un semplice trasporto di elettroni, consente alle cellule di scambiarsi informazioni e difendersi da eventuali aggressori, fra cui virus e batteri; si parla, in questo caso, di un fenomeno adattativo fisiologico e protettivo, detto eu-stress ossidativo. Un cattivo funzionamento del sistema redox, invece, causa il cosiddetto di-stress ossidativo, un fattore di rischio per la nostra salute, che può essere alla base dell’invecchiamento precoce e di molte patologie del nostro tempo, dalle cardiovascolari alle degenerative. Purtroppo, il di-stress ossidativo può essere diagnosticato solo sottoponendosi a specifici test di laboratorio su sangue (es. d-ROMs test e BAP test), perché non dà luogo ad alcuna sintomatologia caratteristica. Di fronte al rischio di un di-stress ossidativo possono essere messe in campo diverse opzioni, tra cui i cosiddetti “antiossidanti”, contenuti in molti “integratori” o “nutraceutici”. In realtà, la prevenzione o il trattamento del di-stress ossidativo parte dall’adozione di un corretto stile di vita, nelle sue 4 dimensioni fondamentali: alimentazione, esercizio fisico, benessere mentale/psicologico/spirituale, e armonia con i nostri interlocutori ambientali (persone, natura). Il termalismo rientra a pieno titolo nelle strategie atte a prevenire o curare il di-stress ossidativo.

 

Il termalismo rientra le grandi offerte di cultura e di benessere del nostro Paese. Esistono evidenze che un trattamento termale può contribuire ad abbattere livelli patologici di stress ossidativo?

 

La medicina termale ha radici antichissime ed è tra gli approcci più accessibili a chi vuole mantenersi in forma o recuperare il proprio equilibrio psico-fisico. In Italia esistono numerosissimi centri termali le cui acque sono state ben caratterizzate anche in merito al potenziale uso preventivo e terapeutico, nelle più svariate condizioni morbose: psoriasi, riniti, difficoltà digestive, artriti, etc. Acque termali sono oggi disponibili per “sedute” basate non solo sull’assunzione dell’acqua per bocca (terapia idropinica) ma anche sull’immersione, sull’applicazione di fanghi, etc. Le opzioni sono tante e il rispettivo valore continua gradualmente a essere riconosciuto anche dalla Medicina ufficiale. Per poter fornire un’idea di questo mondo straordinario, subito prima della tavola rotonda, entreremo, in diretta, nelle antiche fonti termali del Cantarello, ubicate in un’ampia zona archeologica sotto il livello del mare, ivi spinta da fenomeni bradisismo, a Pozzuoli, di fronte al tempio sommerso di Serapide. Queste terme sono citate fin dall’epoca di Nerone, con riferimento a diverse sorgenti alle quali corrispondevano differenti usi clinici: l’edificio monumentale oggi in uso dopo una importante opera di ristrutturazione, che ha fatto emergere l’antico tracciato romano, risale ai primi dell’Ottocento ed è uno dei primi esempi di terme con accoglienza. La dottoressa Antonella Maria Ilaria Cicale, medico chirurgo, Master in Idrologia Medica., responsabile del centro medico che si trova presso queste antiche Terme, ci racconterà come l’acqua termale della zona abbia un potere comparabile quasi a quello del cortisone nel trattamento dei pazienti allergici. Anche il mio gruppo di lavoro, in passato, ha condotto studi sul potere antioossidante di acque idrogeno-sulfuriche nei pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva. Per questo il professor Scapagnini ci parlerà degli effetti protettivi del solfuro d’idrogeno nei confronti dell’invecchiamento.

 

Tra le righe ha menzionato lo stile di vita. È vero che un buon controllo del sistema redox può rallentare la velocità di accorciamento dei cosiddetti telomeri? Esistono approcci specifici in merito?

 

Il benessere non è tanto non avere una malattia specifica, quanto stare bene in senso lato. E se c’è una moglie o un marito che opprime, o un posto di lavoro che angoscia, o l’aria inquinata che fa respirare male, questo si traduce in vivere male. Proprio per questo ho creato ad Ascea – l’antica Elea, sede della scuola parmenidea – l’Università Popolare di Medicina degli Stili di Vita, nata sul concetto delle Università della terza età. Oggi non esiste una figura professionale in grado di gestire tutti gli aspetti dello stile di vita e noi vorremmo contribuire a crearla, guardando ai cosiddetti fenotipi di successo, quali gli abitanti delle cosiddette “zone blu”, oggetto di una specifica tavola rotonda. In tale contesto, molti studi si sono concentrati sui telomeri, sequenze di DNA monocatenarie poste all’estremità dei cromosomi, prive di informazioni nel senso genetico del termine ma che svolgono un importante ruolo protettivo. Dopo la nascita, i telomeri si accorciano, di giorno in giorno, ogni volta che le cellule si riproducono. È stato documentato, però, che, se non è in nostro potere “allungare” i telomeri, possiamo interferire sulla velocità del loro accorciamento, facendo in modo che questo si verifichi più lentamente, con gli effetti benefici sulla longevità che ciò comporta. Ci sono studi scientifici, quelli della studiosa Immaculata De Vivo in testa, che dimostrano come la meditazione rallenti questo processo, la negatività lo velocizzi. Questo è valido soprattutto per i primi vent’anni di vita, periodo in cui è particolarmente attiva l’attività di accorciamento dei telomeri e in cui, quindi, è fondamentale il controllo dello stress, soprattutto quello ossidativo. 

 

Qualche consiglio pratico per coltivare il benessere nell’ottica di avere una vita lunga, sana e, possibilmente, felice?

 

Innanzitutto, dobbiamo curare il nostro regime alimentare: un’alimentazione equilibrata, ben distribuita nell’arco della giornata, con prodotti non tanto a km zero quanto a tempo zero – perché è soprattutto il tempo che fa la qualità, con la freschezza – senza strane diete fai da te propinate da ciarlatani. Poi, bisogna fare attività fisica, a tutte le età: migliora la plasticità neuronale e bastano piccole buone abitudini, come 45-60 minuti di camminata veloce ininterrotta al giorno e scegliere sempre le scale rispetto all’ascensore. Ancora, un aspetto da non sottovalutare in nessun modo, è quello psicologico-mentale-spirituale.

 

In conclusione?

Partecipate alla tavola rotonda e . . . non sprechiamo l’acqua!

 

Bookreporter Settembre

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