La Repubblica Ceca nei negoziati europei, il bilaterale con l’Italia e la posizione di Visegrad

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Nella settimana chiave per il futuro dell’Unione europea, fondamentali sono stati gli incontri bilaterali tra paesi, i veri momenti di negoziazione dell’accordo sul Recovery Fund. Per questo motivo, il 20 luglio Il Sottosegretario agli Esteri, Ivan Scalfarotto, ha avuto un colloquio in videoconferenza con il Viceministro degli esteri della Repubblica ceca, Chmelař. Nello stesso momento, il premier Babis giocava la partita più importante, quella a Bruxelles, facendo squadra con i paesi Visegrad.

Il colloquio Roma – Praga

Nel contesto di un costante dialogo bilaterale tra Italia e Repubblica Ceca, paesi che hanno solide relazioni consolidate, specialmente in ambito economico, il Sottosegretario agli Esteri, Ivan Scalfarotto, ha tenuto un colloquio in videoconferenza con il Viceministro degli esteri della Repubblica Ceca. Il Sottosegretario ha innanzitutto ringraziato il governo ceco per il sostegno offerto nel corso della crisi Covid-19 all’Italia, che si è concretizzato nella spedizione di 500.000 mascherine sanitarie donate da Praga. In seguito, ha voluto sottolineare quanto sia importante garantire un approccio coeso ai fini del raggiungimento di un accordo in Europa. In particolare, il colloquio è avvenuto proprio nel pieno dei negoziati a Bruxelles, dove il primo ministro ceco Andrej Babis ha fatto gruppo con i paesi del blocco Visegrad, proponendo la loro visione comune, cioè un’equa distribuzione di fondi tra Stati membri ma sulla base delle esigenze delle singole economie. Un approccio comune, invece, per Scalfarotto era un passaggio-chiave per le prospettive di integrazione europea e la ripresa economica successiva all’emergenza pandemica.

Inoltre, il Sottosegretario ha voluto ricordare l’importanza dei valori europei e della centralità dell’impegno sullo stato di diritto, non solo per i paesi che aspirano a diventare membri dell’UE ma anche a chi è parte dell’UE. Quanto all’allargamento, i due partecipanti al colloquio hanno concordato l’importanza di mantenere un certo ruolo e una credibilità per i Paesi dell’area balcanica che, ad oggi, sono impegnati nell’implementazione dei processi di riforma suggeriti dalle istituzioni europee. Quanto agli altri temi del bilaterale, i due hanno approfondito il tema del commercio, relativamente alla situazione dell’OMC ed agli accordi con la Cina, Stati Uniti e Mercosur. Infine, oggetto dell’incontro sono stati i temi che più accomunano i due paesi, come l’interesse sulla questione migratoria – con una comune necessità di modificare il regolamento di Dublino – e su una nuova collaborazione bilaterale nei settori di turismo e trasporti.

La posizione sul Recovery Fund dei sindaci di Visegrad

Così come i quattro paesi Visegrad hanno raggiunto una posizione comune prima del Consiglio europeo, anche i sindaci di Praga, Bratislava, Varsavia e Budapest – le capitali dei quattro paesi – hanno presentato una richiesta comune. In una lettera aperta inviata alla cancelliera tedesca Angela Merkel, hanno chiesto di garantire un sostegno diretto per le città con il Recovery Fund. Nella lettera, si afferma che i soldi ricevuti andrebbero poi usati per una trasformazione ecologica delle città. Questa richiesta deriva dal fatto che, secondo i leader europei, i fondi Recovery Fund non dovrebbero solo contribuire alla ripresa economica, ma anche al raggiungimento degli obiettivi ambientali dell’Unione Europea, tra cui il raggiungimento della neutralità del carbonio entro il 2050. Vista l’ambizione, poi concretizzata, dei paesi europei di trovare un accordo proprio al Consiglio europeo straordinario del 17-21 luglio, i sindaci di Visegrad si sono mossi in tempo per chiedere alla Germania, paese leader insieme alla Francia nel negoziato, di ricevere fondi direttamente come città, e non come paese.

L’accordo di Recovery Fund per la Repubblica Ceca

Dopo quattro giorni e notti a negoziare, i leader europei sono finalmente arrivati ad un accordo sul Recovery Fund: quale cifra in totale, quale parte del totale dare in sovvenzioni e quale altra mutualizzare come debito comune. Soffermandoci sulla Repubblica Ceca, il Paese riceverà 35,7 miliardi di euro dal bilancio europeo nei prossimi sette anni. “L’esito del vertice è positivo per la Repubblica Ceca”, ha commentato Babis. Rispetto al precedente quadro finanziario pluriennale, il Paese dovrebbe essere in grado di ricevere 4 miliardi di euro in più, ovvero 27 miliardi, a cui si aggiungono gli 8,7 miliardi dei sussidi dal fondo di ripresa. Quest’ultima quota avrebbe dovuto essere più alta, ma si è ridotta per le pressioni dei cosiddetti Paesi frugali durante le trattative. “Abbiamo bisogno di ristrutturare la nostra economia, di focalizzarci principalmente sugli investimenti e sul sistema sanitario”, ha affermato il primo ministro ceco in merito alle priorità del paese. “Se i termini in base ai quali la Commissione europea darà in prestito i soldi sono considerevolmente vantaggiosi, prenderemo in prestito i soldi. Tuttavia, non conosciamo ancora i termini”, ha aggiunto poi Babis. Infine, ha affermato che è essenziale per la Repubblica ceca avere la possibilità di trasferire fino al 25% dei contributi tra i singoli fondi strutturali in base alle sue esigenze. Per questo, il governo presenterà presto un piano di riforma alla Commissione europea, che sarà una condizione per ricevere i fondi del Recovery Fund.

Bookreporter Settembre

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