Il virus blocca l’Italia, il PIL decresce e le mafie festeggiano

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Il contagio, la quarantena, il blocco delle attività imprenditoriali, strade deserte e morti di malasanità per mancanza di letti e respiratori. L’eccezionalità dell’evento fa puntare tutti gli occhi sui disagi,lo jogging traditore e le passeggiate assassine mentre l’Italia del volontariato si rimbocca le maniche e fa quello che lo stato dovrebbe garantire.

Ma qualcosa sfugge al main stream della comunicazione ovvero la criminalità organizzata che in tutto questo trova invece il suo terreno piu fertile. Quella mafia che da sempre gestisce il business delle pompe funebri, della sanità, della raccolta e smaltimento rifiuti, quella che interessi nei più grandi porti italiani ed europei dove approdano container di droga che alimenta da una parte i loro portafogli dall’altra avvelena generazioni di persone.

Le mafie nei territori che pretendono di controllare, e che a mio avviso controllano, tendono a desertificate l’economia locale, a penalizzare gli imprenditori per non permettere una libera e florida economia. In questo humus le mafie crescono e prosperano, con i loro container di droga o di dollari sotterrate nelle campagne o nei conti correnti di paradisi fiscali o più al passo con i tempi trasformate in criptovalute nel darkweb.

Ecco dove si trova il vero rischio di una Italia piegata e economicamente depressa, in un paese di disoccupati che devono mettere insieme il pranzo con la cena ai quali lo stato deve dare una aiuto concreto ed una dimostrazione di voler combattere e vincere questa battaglia ora più che mai, altrimenti saranno le mafie con i loro capitali liquidi a conquistare il mercato e l’economia nazionale, accantonando per sempre il sogno di un meridione indipendente sotto il loro controllo, ipotesi che ciclicamente si ripropone, dallo sbarco in Sicilia ai moti calabresi del 78, alla strategia delle bombe del 93.

La crisi di liquidità sarà il pericolo più grande, le aziende in crisi o sull’orlo della chiusura saranno facile preda di chi deve ripulire il proprio denaro sporco, i disoccupati saranno alla mercé di chi gli promette un posto di lavoro in nero in cambio della propria identità utile a fondare miriadi di aziende di copertura utili solo allo scopo di avvelenare il mercato e l’economia. Nulla di nuovo sotto il sole è vero ma in questo momento particolare una iniezione di capitali sporchi sarebbe molto più facile e molto più redditizia per le mafie.

Il blocco del paese ci salverà si dal virus ma la recessione che ne seguirà potrebbe alimentare e far crescere una criminalità organizzata già troppo forte, un pericolo da cui la stessa Europa non è immune, anzi potenzialmente più a rischio viste le leggi sul sequestro dei beni da fonte illecita che prevedono in molti paesi solo beni mobiliari e l’atteggiamento controverso sulla questione delle pene di reclusione speciali che in Italia hanno permesso in passato di piegare i vertici delle organizzazioni.

Isolati socialmente ci salveremo dal virus ma uccideremo con esso anche l’economia del paese rischi annessi.

Bookreporter Settembre

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