Il 14 gennaio 2020, una delegazione parlamentare greca si è recata a Praga per una riunione di lavoro ed è stata accolta presso la Camera dei deputati cechi da Ivan Bartoš, presidente della commissione per la pubblica amministrazione e lo sviluppo regionale e Jiří Dolejš e Adam Kalous, i due vicepresidenti. Il giorno dopo, i membri della delegazione greca hanno anche incontrato il presidente della Camera dei deputati Radek Vondráček e membri della commissione per gli affari europei e della commissione per le petizioni.
La richiesta della Grecia
Una delle questioni centrali è stata l’immigrazione, un tema particolarmente importante per la Grecia. La delegazione della commissione per la pubblica amministrazione, l’ordine pubblico e la giustizia del parlamento greco ha infatti sottolineato come l’immigrazione sia diventata una questione paneuropea, poiché gli immigrati presenti in Grecia si spostano molto spesso in paesi europei e dunque, hanno sottolineato la necessità di un meccanismo comune di asilo e di una politica di rimpatrio. Già nel settembre 2019, il governo di Atene ha invitato tutti i ministri degli interni dell’UE ad accogliere i rifugiati minorenni non accompagnati. Il primo ministro ceco Andrej Babiš si era opposto all’idea già da allora: secondo lui, la Repubblica Ceca si sarebbe dovuta occupare principalmente dei bambini cechi; inoltre, è stato sottolineato che la Grecia ha ricevuto forti sovvenzioni dai fondi dell’UE per far fronte alla crisi dei rifugiati.
Nel recente incontro, uno degli argomenti più discussi in tale ambito dal presidente della Camera dei deputati è stato il trasferimento di 40 bambini presenti nei campi profughi greci: la Grecia ha presentato la sua richiesta che, se concessa, costituirebbe una grande inversione della precedente politica relativa all’accettazione dei migranti nel paese. Il Presidente Vondráček ha affermato che durante i negoziati con i Greci si è raggiunto un consenso su una soluzione paneuropea per la migrazione, compresa una politica di rimpatrio, tuttavia ha aggiunto che “i nostri parlamenti non sono in grado di trarre alcuna conclusione perché non abbiamo poteri esecutivi. Attualmente, le comunicazioni tra i ministeri avvengono in privato”.
Il rifiuto
Poco dopo è arrivata l’attesa risposta del Ministro degli interni: “La Repubblica ceca non accetterà 40 bambini rifugiati dai campi in Grecia” afferma Jan Hamáček. Rilasciando una dichiarazione in televisione, Hamáček ha affermato che il governo greco si è rifiutato di consegnare l’elenco con i nomi dei bambini, aggiungendo che non avrebbe concesso l’ingresso nel paese ai ragazzi afghani di 18 anni poiché rappresentavano un rischio per la sicurezza; infine, il ministro ha affermato che, per quanto lo riguarda, la questione è stata chiusa.
L’altro lato del paese
La questione di migranti e rifugiati risulta essere particolarmente importante nel paese, ma la visione governativa non sempre corrisponde a quella della società. L’Organizzazione Non Governativa Slovo 21 – nata nel 1999, con sede a Praga, si occupa di fornire supporto agli stranieri nella tutela dei diritti umani – di recente ha pubblicato uno studio in merito alla protezione internazionale dei rifugiati. Nella pubblicazione si evince come le persone che sono costrette a lasciare il loro paese d’origine e cercano protezione in un altro paese devono riuscire a ricostruire tutta la loro vita da zero, trovando un alloggio, cercando un lavoro per provvedere al sostentamento di base, trovando una scuola per i loro figli, imparando il ceco e così via. L’obiettivo del progetto lanciato da Slovo 21 è sensibilizzare i titolari della protezione internazionale sui valori e sulle questioni pratiche della vita nella Repubblica ceca, sui loro diritti e responsabilità, aiutandoli nelle prime fasi dell’integrazione. Il progetto è attuato in collaborazione con il Dipartimento per la politica di asilo, migrazione e integrazione del Ministero dell’Interno (OAMP) e della Refugee Facilities Administration (SUZ).
Il Summit di Visegrad
La Repubblica Ceca ha riportato la sua visione anche a livello internazionale. Durante il vertice del 16 gennaio, I leader di Visegrad hanno confermato il loro accordo sulla questione della migrazione: l’incontro tra i primi ministri della Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Ungheria ha riguardato importanti questioni di politica estera come l’allargamento dell’UE: I primi ministri concordano sul fatto che le quote per la ridistribuzione dei migranti non sono la soluzione e vanno modificate. Infatti, oltre alla Repubblica ceca, anche la Polonia e l’Ungheria si sono rifiutate di accogliere eventuali migranti.
Mi spiace per i greci, ma la Repubblica Ceca ha fatto bene. Chi entra di prepotenza in casa altrui deve essere mandato solo nel Suo Paese di provenienza.