Il vertice del prossimo 21 giugno sarà un momento fondamentale per l’Unione Europea come istituzione, ed anche per i singoli Stati membri: si riunisce il Consiglio europeo al fine di prendere le decisioni sulle nomine per il prossimo periodo e adottare l’agenda strategica dell’UE per il ciclo 2019-2024.
Considerandone l’importanza, la Commissione europea ha deciso di prepararsi al meglio e dare il proprio contributo al Consiglio europeo, soffermandosi su una delle questioni più delicate ma cruciali per il futuro dell’Unione Europea. Il 12 giugno, la Commissione ha fatto il punto dei progressi compiuti nell’ambito dell’Unione economica e monetaria dell’Europa dopo la relazione dei cinque presidenti, per poi invitare gli Stati membri a compiere ulteriori passi concreti.
Dopo lo scoppio della crisi economica e finanziaria, l’Unione europea ha adottato delle misure ben precise per rafforzare l’Unione economica e monetaria, al fine di assicurarsi un’Europa preparata al meglio per eventuali shock futuri. L’UEM rappresenta forse il passo più importante nell’integrazione delle economie dell’UE, implicando il coordinamento delle politiche economiche e fiscali, una politica monetaria comune e una moneta comune, l’euro. La crisi che ha colpito l’Europa nel 2008 ha evidenziato molte debolezze istituzionali dell’eurozona. Una delle risposte è stata data dalla cosiddetta “relazione dei cinque presidenti”: nel 2015 i presidenti della Commissione, del Parlamento, della Banca centrale europea, del Consiglio europeo e dell’Eurogruppo hanno stabilito una tabella di marcia per migliorare l’UEM in due fasi e completarla entro il 2025.
Trascorsi quattro anni dalla pubblicazione del rapporto, si rilevano progressi significativi per rafforzare l’area della moneta unica. Tuttavia, la Commissione riconosce che devono ancora essere fatti passi importanti. L’attuale presidente Juncker ha affermato che “questa Commissione ha lottato duramente per il completamento dell’Unione economica e monetaria: molto è stato ottenuto ma molto resta da fare”, per poi aggiungere “si tratta di preservare la stabilità e la capacità di recupero delle nostre economie e riguarda la capacità dell’Europa di prendere il suo futuro nelle proprie mani”. In particolare, la Commissione europea ha voluto dare un chiaro messaggio agli Stati membri, invitandoli a portare avanti degli specifici compiti che possano consentire il raggiungimento degli obiettivi previsti. Si tratta di quattro azioni precise che porteranno ad una crescita degli Stati: raggiungere un accordo sugli elementi principali dello strumento di bilancio per avere maggior convergenza e competitività, al fine di sostenere una rapida adozione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio; portare a termine le modifiche al trattato che istituisce il meccanismo europeo di stabilità così da avere una rapida ratifica da parte degli Stati membri dell’eurozona; fare un ulteriore sforzo per completare l’Unione bancaria; accelerare i progressi nell’Unione dei mercati dei capitali e intensificare i lavori per rafforzare il ruolo internazionale dell’euro.
Infine, la Commissione ha riesaminato anche i principali progressi degli ultimi anni oltre i risultati attesi al vertice euro del giugno 2019, così da indirizzare gli Stati sulla via da seguire per i prossimi anni. Al termine della consultazione, è emerso come la Commissione, insieme alla Banca centrale europea, continuerà a collaborare con gli Stati membri, i partecipanti al mercato e altre parti interessate per sostenere gli sforzi volti a rafforzare il ruolo internazionale dell’euro.
Tale incontro risulta molto importante anche alla luce della questione italiana: il 5 giugno 2019 la Commissione ha diffuso un report in cui si richiede l’apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia; tale richiesta è stata fatta ben due volte nell’arco di un breve periodo, poiché si ritiene che il deficit della legge di bilancio sia eccessivo e potrebbe violare i parametri europei sulla riduzione del debito, mettendo in pericolo la stabilità dell’economia nazionale. L’Italia è stata accusata di non aver rispettato i parametri europei, non abbassando il debito pubblico nazionale. Tuttavia, la Commissione europea non ha il potere di aprire una procedura di infrazione; il Consiglio dell’UE con i ministri dell’Economia degli Stati membri (ECOFIN), deciderà il 9 luglio se aprire formalmente la procedura, con un voto a maggioranza qualificata. Il governo italiano continuerà dunque a trattare con la Commissione per far ritirare la raccomandazione, considerando che tale procedura si utilizza dalle istituzioni europee per assicurarsi che i governi europei non si indebitino troppo. Ciononostante, i passaggi per arrivare alle sanzioni vere e proprie sono diversi, anche di natura politica, e per questo nessun paese europeo è mai stato sottoposto a sanzioni al termine di una procedura di infrazione per deficit eccessivo.