May e Macron insieme per cercare l’intesa sulla Brexit

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La premier inglese Theresa May, il 3 agosto 2018, ha raggiunto il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron in Costa Azzurra, al fine di trovare un’intesa sull’accordo Brexit che possa soddisfare gli interessi inglesi ed europei.

In vista delle settimane cruciali che precedono il vertice dell’Unione Europea previsto per ottobre, che corrisponde al termine fissato per trovare un eventuale accordo per concedere più tempo per la ratifica prima del 29 marzo 2019, la premier May ha provato a convincere Macron che i suoi piani per le future relazioni commerciali tra Unione Europea e Regno Unito saranno un vantaggio per entrambi. Contemporaneamente, a Parigi si è svolto l’incontro tra il ministro della Brexit inglese, Dominic Raab, e Nathalie Loiseau, responsabile per i rapporti con l’Europa del governo francese.

Il Presidente Macron ha sottolineato che con tale incontro non aveva nessuna intenzione di sostituire Michel Barnier, il negoziatore Brexit per l’Unione Europea, né tantomeno è emersa la volontà di Parigi di sostituirsi a Bruxelles per negoziare con Londra sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, poiché non si è voluto creare un “binario parallelo” di trattative. Il presidente francese ha affermato di avere fiducia in Barnier, con cui condivide l’opinione sul piano presentato dal Regno Unito, sottolineando che l’incontro con la May non è un sostituto dei negoziati condotti da Barnier. Allo stesso tempo, il primo ministro britannico spera che sia Macron che la cancelliera tedesca, Angela Merkel, diano l’ok all’accordo previsto dal governo inglese tra Unione Europea e Regno Unito.

L’incontro svoltosi il 3 agosto tra la May e Macron ha il significato politico di un’intesa tra due paesi, che deve essere poi confermata dall’Unione Europea, anche se è stato definito dalla stampa internazionale come “un grido di aiuto” da parte della May. Le tematiche affrontate in tale vertice sono state quelle cruciali in materia: difesa, sicurezza e materia commerciale.

Il piano del governo inglese, presentato in un paper pubblicato a luglio, prevede che il Regno Unito mantenga un importante accesso al mercato unico dell’Unione Europea, non per le quattro libertà fondamentali quali persone, capitali, merci e servizi, ma solo per le merci. Inoltre, il negoziato proposto dalla May per l’Unione Europea vedrebbe il Regno Unito adottare un regolamento comune sulle norme per i prodotti alimentari e le merci in cambio di una maggiore divergenza sui servizi e sulla regolamentazione digitale.

La premier inglese May ha continuato a proporre la linea del Soft Brexit, a discapito dell’Hard Brexit – l’uscita del Regno Unito da tutti i trattati e da tutte le istituzioni europee, che pone fine alle quattro libertà fondamentali che hanno dato vita al mercato unico europeo – voluta da gran parte del governo inglese; l’Unione Europea, allo stesso tempo, non sembra essere d’accordo con quanto proposto dalla May. Alla luce di questo, la premier inglese ha deciso di rivolgersi al Presidente francese: Macron è un punto di riferimento nell’Unione Europea, un’istituzione importante, ed avere il suo appoggio nel panorama europeo è sicuramente positivo per il Regno Unito.

Finora, l’Unione Europea ha escluso qualsiasi possibilità di separare le cosiddette quattro libertà del mercato unico per poi scegliere quale mantenere; anche la Francia è molto severa contro tale pratica. Il ministro francese dell’Europa Loiseau ha dichiarato che le quattro libertà sono la base stessa dell’Unione Europea e del mercato unico, e definiscono ciò che è l’Unione Europea, e Macron stesso si dice contrario.
Le future relazioni commerciali e il legame del Regno Unito con il mercato unico europeo sono cruciali anche per stabilire la questione del confine tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord: l’incapacità di garantire un confine “morbido” comprometterebbe l’intero negoziato sulla Brexit.

La situazione attuale in cui si trovano Londra e Bruxelles è quella di un vero e proprio impasse: l’Unione Europea vorrebbe che l’Irlanda del Nord facesse parte di uno spazio regolamentare comune per le merci e le dogane se non si dovesse raggiungere un accordo commerciale entro la fine del periodo di transizione dei 21 mesi dopo la Brexit, cosa che, invece, il Regno Unito ha rifiutato.

L’incontro organizzato tra i due premier è stato necessario per il governo inglese, per far sì che appaia meno debole di quanto non sia ultimamente.

Oltre alle problematiche interne e alle divisioni per l’Hard e la Soft Brexit, ciò che spaventa ora è la possibilità del Regno Unito di uscire dall’Unione Europea senza alcun accordo – Brexit no deal– resa sempre più concreta dopo il rifiuto di Bruxelles al piano della May. Il ministro degli esteri inglese Jeremy Hunt si è detto, a tal proposito, molto preoccupato; certamente, una possibile uscita dall’Unione Europea senza alcun accordo desta preoccupazione anche tra i cittadini inglesi, che prospettano delle importanti carenze nei beni essenziali. Una buona parte dell’opinione pubblica crede invece che la Brexit no deal possa servire al Regno Unito per diventare una potenza economica sul panorama mondiale, a partire dall’utilizzo degli strumenti messi a disposizione dalla World Trade Organization (WTO).

Tuttavia, Bruxelles ha insistito sul fatto che non sarà colpa dell’UE se il Regno Unito uscirà senza un accordo. In particolare, un portavoce della Commissione europea ne ha difeso l’approccio, dichiarando: “Stiamo lavorando in modo costruttivo, giorno e notte, per raggiungere un accordo con il Regno Unito e penso che questo si rifletta anche nel fatto che il prossimo round di negoziati è previsto per il 16 e 17 agosto”.

In conclusione, Theresa May ha affermato che con Macron vi è stato un buon incontro, ma non ha specificato se siano stati fatti dei progressi per l’accordo tra Regno Unito e Unione Europea in tema Brexit.

Bookreporter Settembre

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