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CULTURA - page 22

La cultura italiana in tutte le sue forme dalla letteratura al cinema, dalla scultura al teatro

DSL*DIRE STRAITS LEGACY “4U WORLD TOUR 2023”

DAL 22 NOVEMBRE LA ALL STAR BAND IN ITALIA PER 9 CONCERTI TUTTO ESAURITO A ROMA: SI REPLICA IL 15 APRILE 2024

Dopo le date in Brasile e Stati Uniti, Francia, Spagna, Norvegia, Germania e Cina, i DSL*Dire Straits Legacy arrivano a Napoli, al Teatro Augusteo, il 22 novembre 2023, per dare il via alle date italiane del 4U Tour che proseguirà il 24 a Catania al Teatro Metropolitan, il 25 a Palermo al Teatro Golden  il 28 a Bari al Teatroteam, il 30 a Roma all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone (data sold out), il 1° dicembre a Torino al Teatro Colosseo, il 2 al Teatro di Varese, il 4 al Teatro Nazionale “CheBanca!” di Milano per concludersi il 7 dicembre a Cagliari all’Auditorium del Conservatorio. Keep Reading

‘Un’ora per raccontarmi’ al Teatro Altrove, regia di Giorgio Gori

 

Sabato 4 novembre, al Teatro Altrove di Roma, è andato in scena “Un’ora per raccontarmi”, di Priscilla Rucco, per la regia di Giorgio Gori con Giorgio Gori, Angelica Pula e Fabiola Zossolo.

La storia (da un’idea di Priscilla Rucco)
Uno studio televisivo. Una donna e la sua storia. Trasmissione “Un’ora per raccontarmi”. Paola, apparentemente sorridente ed emozionata, ha un passato da raccontare; vicende di violenze subite. Al suo fianco c’è un giornalista che ha, come unico obiettivo, quello di perseguire gli indici di ascolto del programma. Un uomo senza pudore, pronto a tutto pur di incrementare il numero di spettatori. Una truccatrice, che si unisce tra loro, come filo conduttore. La storia di Paola terrà gli altri personaggi sospesi, ma uniti. Un continuo climax di emozioni, paure, sofferenze fino ad esplodere.

Un’ora per raccontarmi‘ è un pretesto per narrare qualcosa più grande di noi. Paola è una donna come tante altre, creata da un’idea di Priscilla Rucco. Giorgio Gori cura la regia e la messa in scena, in un contesto di metateatro. Dirige Angelica Pula. Le coreografie, sono affidate a Fabiola Zossolo, che rappresenta la consapevolezza di Paola e la coscienza di molte donne.

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Roma Jazz Festival – MonoNeon al Monk

Il Roma Jazz Festival, uno dei più importanti festival europei di musica jazz, si è spostato ieri sera al Monk Club di Roma per ospitare il concerto di MonoNeon, il bassista americano che ha fatto dell’eclettismo la propria cifra stilistica.

Il concerto è un’occasione imperdibile per immergersi nell’universo sonoro di un musicista famoso anche per il suo basso capovolto che suona con la mano sinistra.

MonoNeon, al secolo Dwayne Thomas Jr., è un artista iper-prolifico che ha pubblicato ben 25 album in 10 anni e che vanta collaborazioni importanti con artisti del calibro di Prince, Mavis Staples, George Clinton, Nas, NeYo, Mac Miller, Georgia Anne Muldrow e Pete Rock.

Il suo stile musicale è un mix di jazz, funk, hip hop, soul e rock, che si traduce in un’esperienza sonora ricca e coinvolgente.

Ana Popovic – Power Tour 2023-2024

Per la prima volta in concerto a Roma la splendida e talentuosa blueswoman Ana Popovic. Per lei l’appuntamento è al CrossRoads Live Club il prossimo Venerdì 10 Novembre che sarà all’insegna del grande blues e rock internazionale. Con lei una grande band al completo con una sezione fiati d’eccezione.

La cantante e chitarrista serba, è una delle principali esponenti del blues al femminile mondiale: dopo un tour mondiale a supporto del suo ultimo lavoro “Like It On Top”, l’artista è pronta a presentare il nuovo album intitolato “Power” uscito il 5 Maggio 2023 . Un disco importante per la Popovic che ha combattuto una personale battaglia contro il cancro negli ultimi due anni, ma ha avuto la forza di superarlo, scrivere nuove canzoni, e tornare più forte di prima.

Con 12 album pubblicati, collaborazioni con Joe BonamassaRobben FordLucky Peterson e moltissimi altri, la cantante e chitarrista Ana Popovic è considerata una delle migliori chitarriste blues al mondo. È stata nominata per 5 volte ai Blue Music Awards, ed è apparsa sulle copertine di Vintage Guitar e Guitar Player, inoltre è stata l’unica chitarrista femminile a far parte di “All-star” Experience Hendrix nel 2014 e nel 2017. Bruce Springsteen l’ha definita “una indiavolata chitarrista”.  Ana suona Fender Strats, Gibson Les Paul, D’Angelico jazz guitar e le chitarra classica e si conferma una delle più grandi performer internazionali.

Biglietti in prevendita: 25,00 € + 1,50 € ddp (disponibili online o punti vendita)
Biglietti in cassa 30,00 € (previo disponibilità)
Prenotazione tavoli previo acquisto biglietto e disponibilità
apertura porte ore 20:00
inizio concerto: 22:00
Disposizione venue: posti seduti e posti in piedi

N.B. l’acquisto biglietto non garantisce un posto seduto se quest’ultimo non viene prenotato tramite le apposite modalità

Ardore! sostantivo maschile

Ardore.! – sostantivo maschile

 Donatella Busini  “substantia” le confessioni di Massimo Sgorbani

Roma 3 novembre 2023

Articolo ed immagini di Grazia Menna

Torna al Teatro di Tor Bella Monaca di Roma, dopo quasi 10 anni, il «difficile ma attualissimo» testo che Massimo Sgorbani scrisse anni or sono, rappresentato già nel 2013, dove
Donatella Busini, attrice di notevole spessore e profondità interpretativa, ne è la musa.
Sul palco disadorno svetta quello che sembra essere un lungo ed ampio tavolo rettangolare mentre in realtà si tratta di un vero feretro, con su un copritavolo e su di esso una croce, due candelabri a luce unica  ed una sedia anonima; tutto serve per inquadrare un momento particolare, un’evento tragico e doloroso ma poi si scoprirà atteso, un certo benestare familiare, una cultura borghese di fine secolo XX; una cultura che, almeno nell’Italia di quel periodo, si accosta alla tradizione del maschio padre/padrone ed aprendosi alle nuove tendenze salutistiche, nell’era dell’ossessione del corpo, abbracciata dai salutisti come dai maniaci dell’immagine, dei corpi mercificati, osannati ed ostentati nella loro bellezza da palestrati.
Entrato in armonia con il tempo e lo spazio scenico, lo spettatore viene fatto partecipe, quasi investito dall’irruenza della recitazione, della confessione dolorosa che, attraverso il monologo, la donna di cui non conosceremo mai il nome (interpretata da Donatella Busini, ideatrice e titolare della compagnia Ipazia) ci narra la sua vita di moglie e madre, fatta di angherie fisiche e psicologiche, fatta di sottomissione al maschio “alfa”.

E’ la confessione il mezzo attraverso il quale ella riscatterà il proprio corpo femminile costretto a subire l’irruenza anche sessuale del marito, irruenza che le ha procurato la malattia che l’ha colpita e di cui parla in maniera quasi ossessiva, un’anchilosi degenerativa che le impedisce da anni il libero movimento.
Tra accuse al coniuge, recriminazioni sulla gestione dei rapporti personali e con i figli, segreti inconfessabili da svelare e di cui liberarsi con il solo processo del raccontarli.
si arriva a quel semplice gesto di accendersi una sigaretta, che sdogana la moglie succube del marito, del perbenismo borghese della società nella quale vive.
La morte del marito finalmente l’ha libera, concedendole e restituendole il suo amor proprio, più sani rapporti con il figlio e con la figlia, della quale lei aveva scoperto lo stato interessante solo
attraverso il marito.

Alla fine della rappresentazione teatrale, si rimane attoniti della contemporaneità di questo testo, di quanto non si siano fatti passi avanti, di come i femminicidi di cui oggi sappiamo,
potrebbero essere gli stessi di cui allora NON si doveva parlare.

Da un testo di Massimo Sgorbani
Regia Paolo Orlandelli
Con Donatella Busini

Si ringrazia l’Ufficio Stampa nella persona di Andrea Cavazzini

Ipazia Production

Teatro “Tor Bella Monaca”

Ilaria Argiolas a ‘L’asino che vola’

Nello storico live club della capitale ‘L’asino che vola‘, che via via nel tempo è stato culla di molti cantautori, Ilaria Argiolas  si è esibita ieri sera, presentando le canzoni del suo primo album dal titolo ‘M’hanno chiamato Ilaria’, pubblicato qualche settimana fa.

La cantautrice romana di origine sarda è certamente artista stravagante ed esplosiva, che propone un rock incisivo e graffiante arricchito da un tocco di romanità a tradire le sue origini.

In questo album, composto da 12 brani, Ilaria racconta di storie di vita vissuta, di verità, di vita reale, con la mescolanza di bello e di brutto, senza mancare di ironia e a volte di provocazione.
Sinteticamente il messaggio che ci fornisce la cantante è che nonostante tutto ‘la natura umana incassa la vita e va avanti’.

Ospiti della serata, tra gli altri, Grazia Di Michele, cantautrice italiana più volte partecipante al Festival Di Sanremo, e Phil Palmer, chitarrista britannico di fama internazionale.

La scaletta del live

La mia borgata – ballad
Via vai
Aiha Aiha
Orietta
Lettura testi di Rocket (ospite)
Pe’ fa la vita meno amara
Odio Amore
Le cose più belle
Ospite Grazia Di Michele
Nuda come gli angeli
Io er core ce l’ho a destra
Mix Rino Gaetano/Zucchero/Battisti/Blues
I prosperi de Roma
Famo l’amore – insieme a Numa (ospite)
Vorrei guaritte io
La mia borgata

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A Palazzo Velli Expo, nel cuore di Trastevere, una serata da divinità Romane!

A Palazzo Velli Expo, nel cuore di Trastevere, una serata da divinità Romane grazie alla vera Arte.

Solo l’insieme di ingredienti di qualità porta ad un vero successo di pubblico.

La rassegna d’arte “Con·cèn·to” a cura di Valeria Cirone, inserita nel palinsesto della Rome Art Week è stato un mix perfetto ed esplosivo di eventi nell’evento, 5 personali d’arte contemporanea, una messa in scena ad hoc che l’ha resa degna di nota e perché no memorabile al tal punto da poter diventare un appuntamento annuale molto atteso.

I protagonisti delle personali d’arte contemporanea sono Adriano Segarelli; Carla Pugliano; Romolo Grenga; Claudio Giuli e Ilaria Pisciottani

Uniti dallo spirito della condivisione dell’arte hanno accolto e fatto sognare centinaia di visitatori con la loro arte fotografica, pittorica e scultorea, grazie anche al loro entusiasmo, generosità e voglia di donare emozioni e preservare i valori e il senso vero della nostra esistenza.

Due critici d’arte ricercati, Carmen D’Antonino e Piero Zanetov ed una madrina d’eccezione, Mariella Sapienza hanno reso tutto sopra le righe.

Impeccabile la musica dal vivo del Rayn Duo Jazz, il bel canto della soprano Federica D’Antonino e la degustazione di vini offerta dalla Cantina Casale del Giglio.

A Pino Pelloni, presidente della Fondazione Giuseppe Levi Pelloni è andato il riconoscimento alla carriera per i suoi 50 anni di giornalismo ed è stato presentato per l’occasione il libro fotografico “Le immagini sospese” della fotografa e giornalista Ilaria Pisciottani reduce dal Photofestival di Milano in cui la pubblicazione è stata inserita tra le 50 pubblicazioni più belle dell’anno.
Libro a cura di Giuseppina Irene Groccia edito da Eta- beta
Sono intervenuti Mariella Sapienza, Piero Zanetov , Pino Pelloni, Felice Vinci, Anna Caterina Rietti, Franca Panella, Alessandro e Veronica Della Posta presidente e coordinatrice del premio Cartagine, Radio web Ciao 21 e la giornalista Sabrina Morelli di Radio Studio 107 Milano e Sky.

L’evento ha avuto ospiti importanti dello Sport, delle istituzioni, di fondazioni dell’arte e del giornalismo italiano.

Foto dell’evento a cura del fotografo Max Sebastiani

 

 

Sei tutto l’indie (di cui ho bisogno)

Sei tutto l’indie Fest

Si è festeggiato al Monk il decimo anniversario di “Sei tutto l’Indie”, community fondata da Giuseppe Piccoli e Gianmarco Perrotta nel 2013.

A rappresentare lo spirito della community, si sono esibiti Kuni, Soloperisoci, Clavdio e Management. È proprio degli allora Management del Dolore Postoperatorio il brano Pornobisogno, dal cui ritornello è stato coniato il nome del progetto.

Questo anniversario è anche l’occasione per riflettere sullo stato attuale del circuito indie, cosa è rimasto dello spirito e del sound originale e quali possono essere le evoluzioni attuali e future.

Apre i festeggiamenti un breve incontro nel cortile del Monk, con Exitwell, sul tema dell’Indie italiano. Come e quando è nato? A che punto è adesso? E’attivo, è morto, e soprattutto ha ancora senso parlare di Indie quando l’indie diventa mainstream (riferimento all’album di Calcutta assolutamente voluto)? Può avere senso universalmente, ò è un tipo di attitudine che può essere sincero e spontaneo solo nei localini di una città come Roma?

Potremmo filosofeggiare per ore, ma è giunta l’ora di tornare in sala e assistere all’eterea performance di Kuni, pop elegante tinteggiata di rock, di stampo prettamente (ahimé oserei dire) internazionale. A suo agio sul palco (a parte una battaglia persa con gli in ear), Eleonora ha stoffa e potremmo sentirne parlare a breve, quando il progetto sarà un filo più definito e pronto a decollare veramente.

La “festa” continua con i Soloperisoci (al secolo Ernesto e i Soci) in formazione ridotta e temporanea che scatena l’entusiasmo dei presenti. Presentano i brani del loro album di debutto “Ingresso Riservato” (posso stringere la mano virtualmente a chi sceglie nomi e titoli di questa band?). Le prime file cantano a squarciagola i testi delle canzoni, con frasi che sono già slogan, e sembra davvero di tornare a dieci anni fa, quando nei locali si esibivano gruppi e artisti che crescevano grazie ai loro seguaci. Pop rock scaltro, interessante, con venature post-punk, e che ti resta ben bene incollato al cervello, schiarendoci l’idea di quello che può essere la scena attuale. Se la cavano più che dignitosamente e non vediamo l’ora di tornare a vederli in formazione completa, indossando le loro iconiche magliette.

Dopo le nuove leve è il turno di un rinnovato e più profondo Clavdio. Notevoli doti di scrittura che rendono allegra ogni vena malinconica che trafigge i suoi brani.  Una scaletta che spazia dai brani dei suoi esordi, quando era ancora “Il Rondine” a quelli dei suoi album “Togliatti Boulevard” e il più recente “Guerra Fredda”. Grandi capacità di scrittura, una penna in apparenza semplice, ma piena di richiami e giochi di parole, capace di trasmettere una scarica di emozioni sincere. Nella sua esibizione solitaria, Clavdio ci fa ben sperare che l’indie respiri ancora a pieni polmoni, al di là di ogni più pessimistico pronostico.

Siamo ancora in questo stato semi-onirico, immersi nei ricordi e nelle evocazioni, quando sul palco esplode la furia dei Management.  E cambiamo totalmente registro. La staticità di Clavdio, che ci ha smosso un milione di colori nel cuore (riferimento al suo brano assolutamente voluto), è spazzata via, o meglio risvegliata bruscamente dal sogno, dalla folle energia dei Management. Adrenalina, teatralità, provocazione, un’esibizione che ti lascia i lividi addosso, e che ti piace. Innegabili il carisma (e la follia) di Luca Romagnoli, biondo-platinato di fresco, con la sua sovrumana carica adrenalinica, che travolge e stravolge tutto ciò che si trova davanti e infiamma letteralmente il Monk. Una carrellata di brani, principalmente dal loro album “Ansia Capitale”, fino alla conclusiva, immancabile, già citata “Pornobisogno”.

Ospite d’eccezione Niccolò Carnesi, stella del cantautorato italiano, che ha all’attivo molteplici collaborazioni tra cui Brunori SAS, Lo Stato Sociale, Dente, Dimartino, Luci della Centrale elettrica, Appino, etc. Romagnoli butta giù, o meglio invade, le barriere che dividono pubblico e artisti sul palco, in un’esibizione che resterà nella storia (annunciata una lunga pausa dai live per i Management) per la qualità sonora e per la carica emotiva condivisa in questa serata speciale di “commemorazione” di uno dei più solidi movimenti della musica italiana, nato senza sapere di esserlo.

Si spengono le luci al grido di “l’indie è morto”, ma non ne siamo così sicuri. La serata prosegue, il live lascia il posto alle selezioni musicali e al popolo danzante. Se ce ne andiamo senza aver trovato risposta ai nostri interrogativi, abbiamo assaporato quanto abbiamo ancora voglia di concerti nei locali, di scoprire nuova musica, di cantare i testi sottopalco e avere un senso di appartenenza a qualcosa che sta prendendo forma. In questa serata nostalgica, ha vinto tutto l’indie di cui abbiamo ancora bisogno.

 

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Fiorella Mannoia e Danilo Rea “illuminano” l’Auditorium

 

Fiorella Mannoia e Danilo Rea si sono esibiti ieri sul palco dell’Auditorium Parco della Musica di Roma nell’ambito del loro tour, dal titolo “Luce”, che sta toccando le location più suggestive di tutta Italia.

Una occasione per ammirare il talento di questi due musicisti in un’atmosfera intima e suggestiva, con solo la voce di Fiorella Mannoia, una delle più grandi interpreti della canzone italiana, e il pianoforte di Danilo Rea, uno dei musicisti jazz italiani più apprezzati, che fondendosi regalano un’alchimia sonora unica.

A rafforzare oltremodo l’atmosfera potente e profonda sul palco anche la luce creata da udecine di candele a cingere i due artisti, da qui il nome del tour.

Ma la luce è anche quella che emana dalle esecuzioni della coppia artistica e che “illumina” la Sala Santa Cecilia stracolma per l’occasione.

Rea ha aperto il concerto con un medley di fantastici pezzi, tra i quali  , ‘Here Comes the Sun‘ ed ‘Hey Jude‘ dei Beatles, e alcuni brani di Fabrizio De André, come ‘Il pescatore’, ‘La canzone di Marinella’, ‘La canzone dell’amore perduto’ e ‘Bocca di Rosa‘.

Mannoia ha eseguito pezzi unici del suo repertorio quali tra gli altri ‘Oh che sarà’, ‘Come si cambia’, ‘Quello che le donne non dicono’ e ‘Che sia benedetta’ e splendidi brani dei nostri più illustri cantautori tra i quali  ‘Felicità’ e ‘Margherita’.

La scaletta del concerto

  1. Oh che sarà
  2. Come si cambia
  3. C’è tempo
  4. La donna cannone
  5. La cura
  6. I muscoli del capitano
  7. Besame mucho
  8. Quizas quizas
  9. Messico e nuvole
  10. Felicità
  11. Io vivrò senza te
  12. Insieme
  13. Sally
  14. Via con me
  15. Margherita
  16. E lucevan le stelle
  17. Che sia benedetta
  18. Quello che le donne non dicono

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Jeff Lorber Fusion Trio

Cross Roads Live Club – Roma 28.10.2023

Il Cross Roads Live Club di Roma ha ospitato sabato 28 ottobre il concerto del Jeff Lorber Fusion Trio, formazione guidata dal leggendario tastierista e compositore statunitense.

Lorber, che ha alle spalle una carriera di oltre 40 anni, è considerato uno dei pionieri della fusion, genere musicale che mescola elementi di jazz, rock, R&B e funk. Il suo trio, composto dal bassista Jimmy Haslip e dal batterista Sonny Emory, ha presentato un repertorio che ha spaziato dai successi degli anni ’70 e ’80 ai brani più recenti.

Il concerto è stato un vero e proprio viaggio musicale, che ha trasportato il pubblico in un caleidoscopio di sonorità e atmosfere. Il trio ha suonato con grande maestria e affiatamento, regalando al pubblico un’esperienza musicale unica. Lorber ha sfoggiato la sua tecnica impeccabile, Haslip ha incantato con il suo groove ipnotico e Emory ha infiammato il palco con la sua energia travolgente.

Il pubblico del Cross Roads Live Club ha tributato a Lorber e al suo trio un’ovazione lunga e calorosa, a testimonianza dell’apprezzamento per una performance che ha lasciato il segno.

Di seguito la nostra galleria fotografica

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Claudio Enea
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