Convocata in Regione la TIM non cede, ma qualche apertura si intravede

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Convocata oggi al Consiglio Regionale del Lazio l’udienza alla quale sono stata convocata la societa per discutere delle comunicazioni dell’azienda in merito alla messa in Cassa Integrazione di un numero consistente di lavoratori.

Nelle scorse settimane l’azienda aveva comunicato la richiesta d CIGS per 4.000 dipendenti con motivazioni legate alla riorganizzazione aziendale, azione unilaterale non concertata con le sigle sindacali ne tantomeno con il MISE che n questo momento di impasse istituzionale non ha la forza di discutere situazioni di tale importanza. La commissione Lavoro del Consiglio regionale del Lazio presieduta da Eleonora Mattia, ha incontrato il responsabile delle relazioni industriali di Tim Spa, Giuseppe De Paoli, alla presenza dell’assessore al Lavoro Claudio Di Berardino.

L’audizione si è resa urgente e necessaria dopo l’annuncio dell’azienda di fare ricorso alla Cigs a ore per i prossimi 12 mesi un provvedimento che interesserà 29.736 lavoratori sui circa 43 mila impiegati su tutto il territorio nazionale. Previsti tra un anno circa 4.500 esuberi. Nel Lazio i lavoratori interessati dalla cassa integrazione saranno più di 9 mila, quasi tutti impiegati a Roma
L’intervento di Giuseppe De Paoli in apertura di riunione ha tracciato lo scenario che si delinea a livello regionale e ha precisato che non si tratta di cassa integrazione dovuta a crisi aziendale ma a un processo di ristrutturazione. Inoltre De Paoli ha spiegato che l’azienda avrebbe preferito optare per l’istituto della cosiddetta solidarieta’, in prima istanza di tipo “espansivo” e in seconda battuta di tipo “difensivo”, sulla scia degli accordi sindacali del 2015. “Purtroppo – ha detto il manager – non avendo trovato l’accordo con i sindacati, l’azienda ha dovuto procedere suo malgrado all’unico strumento attuabile unilateralmente.

Cercando pero’, nello stesso tempo, di limitare l’impatto negativo sui lavoratori, facendo ricorso alla cassa integrazione a ore.

«Il modello di riorganizzazione societaria, – Ha dichiarato il consigliere regionale Giannini che è stato promotore dell’inziativa – prospettato questa mattina durante l’audizione in Commissione regionale Lavoro, dal responsabile relazioni industriali della società TIM non ci ha affatto convinto: restano inalterate tutte le nostre perplessità riguardo un piano aziendale che, in tempi ristrettissimi, prevede esuberi, cassa integrazione e trasferimenti in altre sedi del territorio per migliaia di lavoratori. Un management sensibile ai problemi dei propri lavoratori e delle loro famiglie, avrebbe certamente sviluppato una ristrutturazione societaria graduale nel tempo e meno traumatica possibile».

Nelle stesse ore al MISE le sigle le sigle sindacali hanno incontrato il Sottosegretario De Camillis e i rappresentanti della TIM nella persona del direttore delle Risorse umane Meloni.
Per l’UGL il responsabile del settore TLC Daniele Barranca ha partecipato alla riunione avendo seguito sin dlle prime ore l’evolversi della situazione.

“Il capo delle risorse umane di TIM Meloni si riserva di fare una riflessione sulla solidarietà difensiva di un solo anno – ha dichiarato Daniele Barranca – ma senza che essa sia strumento di “ricatto” su altri temi come esternalizzazione della Rete, La nostra proposta sindacale (nostra e degli altri) sarà la gestione dell’energia eccedenze tramite articolo 4 Legge Fornero con il Fondo esodo incentivato, su questo tutte le sigle si vedono disponibili all’apertura ma senza “ricatti” vari.

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