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Xi Jinping al WEF di Davos: “nessun vincitore da una guerra commerciale”

Asia di

Globalizzazione contro protezionismo, potrebbe essere questa la cifra identificativa dello scontro che si prepara a livello globale per i prossimi anni tra i due giganti dell’economia mondiale: Cina e Stati Uniti.

La retorica del presidente eletto Donald Trump,sintetizzata nello slogan “America first”, si focalizza sulla protezione degli interessi americani sul piano commerciale, mettendo in discussione i rapporti economici con l’avversario asiatico. Dopo il tramonto dell’ambizioso accordo commerciale di Partnership Trans-Pacifica (TPP), la nuova amministrazione sembra intenzionata a ritirarsi dai trattati internazionali di libero scambio privilegiando accordi bilaterali che possano garantire una maggiore protezione degli interessi americani. Una prospettiva che mette in allarme Pechino, che vede nella globalizzazione e nella liberalizzazione del commercio la strada maestra per proseguire sul cammino della crescita.

Il presidente cinese Xi Jinping ha deciso dunque di scendere in campo in prima persona, prendendo parte oggi, con una delegazione di altissimo livello, al World Economic Forum di Davos, in Svizzera. Mai nessun leader cinese aveva partecipato al prestigioso summit annuale di Davos, una novità che ben rappresenta l’importanza del momento, a pochi giorni dall’insediamento del neo-presidente Trump alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio.

Come era prevedibile, nel suo intervento Jinping ha parlato in difesa della globalizzazione e del libero scambio, mettendo in guardia Washington dal pericolo di una guerra commerciale tra la prima e la seconda economia del pianeta, da cui nessuno uscirebbe vincitore.

In un discorso emblematico, il presidente cinese ha difeso gli esiti dell’integrazione economica, dimensione considerata, al contempo, ineluttabile e imprescindibile. “La maggior parte dei problemi che preoccupano il mondo non sono causati dalla globalizzazione – ha detto Jinping. Che vi piaccia o meno, l’economia globale è un grande oceano dal quale non si può scappare”. “Dobbiamo promuovere il commercio e la liberalizzazione degli scambi” ha aggiunto, sottolineando come “Nessuno potrà emergere vincitore da una guerra commerciale”. Un messaggio chiaro, destinato alla nuova amministrazione Trump al fine di scoraggiare una scelta marcatamente protezionistica.

Pur riconoscendo gli effetti negativi della globalizzazione su alcuni settori dell’economia e della società, il presidente cinese considera l’isolazionismo una reazione sbagliata: “La cosa giusta da fare è cogliere le occasioni per portare avanti le sfide in modo congiunto e tracciare una strada giusta per la globalizzazione economica”.

Con il discorso di Davos, Xi Jinping persegue un duplice scopo: contrastare la narrazione protezionistica di Trump e ricordare a tutti che la Cina è pronta a subentrare agli USA, qualora la scelta protezionistica fosse confermata dai fatti, nel ruolo di leader economico globale. Pechino è pronta a proporre una serie di nuovi accordi di libero scambio, non solo con i paesi della regione del Pacifico, orfani del TPP, ma anche con il continente latinoamericano.

Trump è davvero disponibile a lasciare campo aperto alla superpotenza emergente per concentrarsi sulla difesa del suo mercato interno? In tal caso, Pechino sarà capace di creare nuove condizioni per sostenere la propria crescita?

Il 2017 potrebbe essere un anno di grandi cambiamenti per l’assetto economico globale.

Luca Marchesini
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