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Nigeria: l’esodo ignorato dall’Europa

Medio oriente – Africa di

Lo scontro con Boko Haram. La decennale violenza nei confronti dei cristiani nello Stato di Benue. La tratta di esseri umani e l’ingente flusso migratorio verso le coste della Sicilia. La Nigeria è una bomba ad orologeria pronta a scoppiare. E i riflessi, come descritto nell’ultimo rapporto dell’OIM, ricadono anche sul suolo europeo.

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Buhari e la presunta vittoria contro Boko Haram

Mesi di repressione e di battaglie vinte hanno fatto gridare il presidente Muhammadu Buhari alla vittoria della guerra contro Boko Haram, come riportato lo scorso 24 dicembre dalla BBC. L’organizzazione jihadista, infatti, è stata il bersaglio di una serie di attacchi negli ultimi mesi da parte dell’esercito regolare.

Se è vero che l’azione di Boko Haram si è affievolita in Nigeria e innalzata, invece, nei confinanti Camerun e Niger, l’incondizionato appoggio dei media locali alle parole e alle azioni del presidente sono state smentite dalle testimonianze dirette dei soldati. Intervistati da alcuni magazine internazionali e rimasti anonimi, gli uomini dell’esercito nigeriano hanno confermato che l’azione contro i jihadisti ha di fatto compromesso la loro possibilità di nuove azioni solo in una parte dello Stato di Borno. Insomma, la presenza della cellula affiliata allo Stato Islamico è ancora ben radicata nel nord-est del Paese.

Una presenza fatta ancora di scorribande e, soprattutto, di un reclutamento crescente di minori, spesso protagonisti di attentati nei villaggi, e di donne, vittime della tratta verso l’Europa.

Oim: “Nel 2015, 19576 nigeriani sbarcati sulle coste italiane”

La presenza pluriennale di Boko Haram in Nigeria si intreccia al reclutamento e allo sfruttamento sessuale crescente di migliaia di nigeriane. Il contesto di guerra da cui le persone sono costrette a scappare va di pari passo con il ritrovato vigore della rotta Nigeria-Libia-Italia attraverso cui viaggiano le donne adescate in Nigeria con la promessa di un lavoro e di una nuova vita in Europa.

Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, dall’aprile 2014 all’ottobre 2015, 1937 donne di nazionalità nigeriana sono approdate sulle coste della Sicilia. Donne, soprattutto ragazzine, sono state adescate o vendute come merce direttamente nei loro villaggi natii. Il punto iniziale del viaggio è quasi sempre Benin City, da dove parte la rotta verso la Libia. Lungo il viaggio e durante il soggiorno finale, spesso nei ghetti di Tripoli, queste donne subiscono violenze e maltrattamenti. Le speranze di un’offerta di lavoro in Europa lasciano dunque presto spazio alla consapevolezza di essere parte di un ingente traffico umano con finalità di sfruttamento della prostituzione. Sono questi i dati e le testimonianze raccolte nei centri di accoglienza sparsi nel Sud Italia.

Non solo il tema dello sfruttamento della prostituzione. Il caos sociale generato da Boko Haram nel Nord Est del Paese unito ad una ormai decennale persecuzione contro i cristiani nella parte centrale dello Stato africano (circa 500 i morti nel corso di febbraio nello Stato di Benue, almeno 11500 i cristiani uccisi tra il 2006 e il 2014), hanno portato e stanno portando (visto che la primavera è ormai alle porte) un esodo composto da uomini, donne e bambini nigeriani diretti verso l’Europa, arrivato a quasi 20000 persone nel solo 2015.

Se ormai la rotta greca è divenuta la principale, se la questione dell’accoglienza divide l’Europa al suo interno (vedi il Consiglio Europeo del 17 e 18 marzo a Bruxelles), sono i dati diffusi ancora dall’OIM a certificare una diversificazione dei flussi migratori. La destinazione italiana, infatti, è divenuta di nuovo prerogativa di persone di origine africana.

Ed è proprio la componente nigeriana ad avere fatto registrare un boom di arrivi nel gennaio 2016, con 916 approdi rispetto ai 109 dell’anno precedente.

Se la guerra siriana produce un effetto sull’Europa, ma dal corridoio orientale, le diverse aree di crisi in seno alla Nigeria stanno provocando un esodo verso il Sud del Vecchio Continente. Pur con numeri ancora sensibilmente diversi rispetto alla Siria, la presenza ancora rilevante di Boko Haram, la persecuzione contro i cristiani e il caso di migliaia di donne vittime di tratta pongono la Nigeria come una delle aree più calde al mondo, in cui i tanti e troppi temi geopolitici sono ancora ignorati dall’establishment europeo e internazionale.

 

Giacomo Pratali

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Giacomo Pratali
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