GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Iran - page 4

Yemen: sì del governo alla tregua

Medio oriente – Africa di

Il Presidente accoglie le richieste dell’Onu. La pace con il movimento Houtii è comunque legata ad alcune garanzie. Sono più di un milione i profughi dopo tre mesi di conflitto.

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Il governo yemenita ha comunicato il proprio assenso alla tregua chiesta dalle Nazioni Unite. Una pace provvisoria, su cui sembra concordare la parte antagonista alla coalizione saudita che da tre mesi sta bombardando il Paese, il movimento Houtii. Una decisione che, come ammesso da un portavoce dell’esecutivo, sarà vincolata rispetto ad alcune garanzie.

Due in particolare. La prima è il rilascio dei prigionieri, in special modo del Ministro della Difesa, da parte degli Houtii. La seconda, invece, è che lo stesso movimento d’ispirazione sciita lasci le quattro province occupate.

Una squarcio di sereno, dunque, in un contesto geopolitico caldo come quello dello Yemen. Dalle stesse Nazioni Unite, così come da molte organizzazioni non governative, sono arrivate continue denunce sugli orrori a cui è stata sottoposta la popolazione yemenita.

I numeri parlano chiaro. Più di 1500 morti tra i civili, oltre un milione di profughi. E gli stessi centri d’accoglienza presi di mira dai caccia della coalizione sunnita guidata dall’Arabia Saudita e sostenuta dagli Stati Uniti. Ecco, quindi, che la tregua, seppure flebile, appare indispensabile per portare aiuto agli sfollati, creando corridoi umanitari.

 

Giacomo Pratali

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Usa, tra l’accordo sul nucleare con l’Iran e i possibili retroscena

Medio oriente – Africa di

Raggiunto l’accordo tra i Paesi “5+1” e l’Iran. Stabiliti i punti base. Le sanzioni contro Teheran saranno revocate. L’intesa con lo Stato sciita sembra, però, stonare con la contemporanea offensiva di alcuni Stati sunniti nello Yemen. Sembra perché questo quadro geopolitico caotico va a vantaggio degli Stati Uniti.

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Giovedì 2 aprile Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania hanno trovato l’intesa storica sul nucleare con l’Iran, il quale vede cessare l’embargo impostogli. I parametri di base sono da stabilire entro il 30 giugno, ma i punti dell’accordo sono chiari. L’attività di Teheran sarà tenuta sotto controllo per i prossimi dieci anni (prorogabili a 25), periodo entro il quale dovranno essere ridotte a 6 mila (75%) le centrifughe in azione. Le riserve di uranio già presenti saranno portate all’estero o diluite. Infine, il capitolo delle sanzioni finanziarie e petrolifere: Stati Uniti ed Europa le revocheranno dopo la verifica dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica.

Se Obama parla di più sicurezza “per il nostro Paese e i nostri alleati”, dello stesso tenore sono le dichiarazione del rappresentante Ue Mogherini (“Questo accordo garantisce che l’Iran non svilupperà il nucleare”) e del ministro degli Esteri di Teheran (“Abbiamo trovato le soluzioni per i parametri chiave”).

Ma se l’accordo è senz’altro un cambio radicale dopo anni di rapporti freddi tra Stati Uniti e Iran, lo stesso non si può dire per altri Paesi. Il presidente israeliano Netanyahu attacca parlando di “errore storico” a favore di un Paese che sta commettendo “atroci azioni in Siria, Iraq, Libano e Yemen”.

Ed è proprio il caso Yemen a stonare con questa intesa. In queste ultime ore, infatti, la coalizione sunnita guidata dall’Arabia Saudita, con il consenso e il conseguente l’appoggio logistico degli Stati Uniti, sta sferrando una massiccia offensiva militare contro i ribelli sciiti Houti, sostenuti dallo stesso Iran.

Questo sembra andare nella direzione opposta rispetto all’accordo sul nucleare, così alla collaborazione nella lotta allo Stato Islamico in Siria e Iraq. Ma è solo apparenza. L’obiettivo degli Stati Uniti in Medio Oriente, come riportato nel rapporto della National Security americana di febbraio, è quello di non fare emergere nessun attore geopolitico di primo piano in quest’area. E, al tempo stesso, non prendere parte in maniera attiva alle azioni militari: vedi i casi già citati in Yemen, Iraq e Siria. Un obiettivo finora raggiunto.

Giacomo Pratali

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Giacomo Pratali
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