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Il premier Giapponese si fida di Trump

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“Sono convinto che Trump sia un leader affidabile”. Dopo l’incontro di giovedì nella Trump Tower di Manhattan, il premier giapponese Shinzo Abe, primo leader mondiale ad incontrare il presidente-eletto Trump, si è detto certo che la nuova amministrazione americana si dimostrerà un partner affidabile per il suo paese. Di fronte ai cronisti il premier giapponese ha definito come “franco e sincero” il suo incontro con Trump.  “Il colloquio – ha dichiarato – mi ha convinto che possiamo costruire una relazione di fiducia reciproca.”

Probabilmente il governo giapponese sperava in una vittoria di Hillary Clinton alle elezioni americane dello scorso 8 novembre, anche in ragione delle dichiarazioni poco rassicuranti fatte da Trump in campagna elettorale. Abe aveva registrato con un certo allarme alcune affermazioni del candidato Trump circa la necessità per il Giappone di contribuire maggiormente, in termini economici, all’assistenza delle truppe americane sul suolo nipponico e di dotarsi di un arsenale nucleare come deterrente alle minacce della Corea del Nord. Un altro punto problematico emerso durante la campagna elettorale riguarda l’opposizione dichiarata da Trump all’accordo commerciale di Partnership Trans-Pacifica, su cui invece il governo giapponese ha fortemente puntato. Abe ha dunque voluto incontrare Trump per esprimere le proprie preoccupazioni e, al contempo, ribadire l’impegno del suo governo per rafforzare l’alleanza con gli USA, oggi più che mai centrale per il Giappone in termini diplomatici e strategici, soprattutto per contenere la Cina e le sue mire egemoniche sull’area del pacifico.

Il premier Abe non ha però fornito troppi particolari sui contenuti del colloquio. Sostanzialmente si è trattato di un incontro preliminare, di reciproca conoscenza, nel quale i due leader hanno evitato di scendere nel dettaglio. E’ stato però concordato che dopo il 20 gennaio, giorno dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca, verrà concordato un nuovo incontro per “coprire un’area più vasta di questioni in modo più approfondito”. “Ogni ulteriore approfondimento – ha ribadito Kellyanne Conway, influente membro del team elettorale di Trump – circa le relazioni politiche tra Giappone e Stati uniti dovrà attendere fino al momento dell’inaugurazione (della nuova amministrazione)”.

Sembra comunque che l’incontro sia servito a ridimensionare le preoccupazioni giapponesi sulle future iniziative del nuovo presidente USA sullo scacchiere asiatico. Katsuyuki Kawai, consigliere del presidente Abe, ha incontrato a Washington diversi membri del transition team e alcuni legislatori, ricevendo rassicurazioni sul futuro delle relazioni USA-Giappone. “Non dobbiamo prendere ogni parola pronunciata pubblicamente dal sig. Trump in senso letterale”, ha dichiarato dopo il tour di colloqui.

L’incontro, nelle dichiarazioni dei protagonisti, è dunque servito a ribadire la solidità del legame tra i due alleati. Alcuni analisti considerano però prematura l’iniziativa del primo ministro giapponese, dal momento che Trump non ha ancora assunto ufficialmente la presidenza ed è completamento assorbito dalla formazione della propria squadra di governo. Koichi Nakano, politologo della Sophia Univesrity intervistato dalla CNN, ha espresso il suo scetticismo sulla mossa di Abe: “Cosa ci vuole guadagnare? Non ne ho idea. Non ha neanche parlato con un vero presidente, allo stato attuale”.

Meno categorico Jeffrey Kingston, direttore del dipartimento di Studi Asiatici alla Japan’s Temple University, che, interpellato nuovamente dalla CNN, ha dato una lettura positiva del colloquio, quanto meno dal punto di vista del primo ministro giapponese. Secondo Kingston infatti, Abe avrebbe una particolare simpatia per una certa categoria di leader, alla quale lo stesso Trump rischia di appartenere. “Se guardiamo alle figure che Abe ammira, a livello mondiale, vediamo che gli piacciono i leader forti come Putin, Modi e Erdogan, quelli che anno tendenze dispotiche”.

Al di là delle simpatie personali, la nuova amministrazione Trump dovrà guardare con grande attenzione all’Asia nei prossimi anni e si troverà a fronteggiare una Cina sempre più forte. In tale contesto l’alleanza col Giappone rivestirà un ruolo strategico ed imprescindibile.

Luca Marchesini
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