The Railway Diaries:tornare a raccontare sulla Via della Seta
Da Venezia a Samarcanda. Epici viaggi raccolti nella storia delle prime relazioni internazionali, degli scambi, dello studio interculturale. Epici per dimensioni e per impegno. Tale rimane il tracciato della Via della Seta, epico. Riecheggia fantasie lontane, esotiche. Un milione di volti che spopolano pagine, fogli illustrati, documenti ufficiali, giunti con autorevolezza fino ai nostri giorni.
A “illuminarne” la contemporaneità, con professionalità e un pizzico di poesia questa volta saranno le freelance del neonato collettivo giornalistico Nawart Press, Costanza Spocci, Eleonora Vio, Giulia Bertoluzzi, Tanja Jovetic e lo faranno…in treno. Per costruire The Railway Diaries dovranno attraversare i Balcani e passeranno per Grecia, Turchia, Iran, fino ai paesi dell’Asia centrale. Un’estate per documentare nuovi vecchi mondi.
“Quello che proponiamo con il progetto The Railway Diaries, e più in generale attraverso Nawart è di dar un volto e una voce a chi non ce l’ha per far si che lo scambio culturale possa arricchire anziché dividere”. Protagoniste del viaggio narrato saranno le donne e le espressioni delle loro vicende da paese a paese. Il fenomeno delle Vergini Giurate in Albania del nord, le sacerdotesse zoroastriane in Iran o le donne nel Kurdistan iracheno.
The Railway Diaries sarà una narrazione diversificata e multimediale, dalle tante modalità di rappresentazione: foto, video-reportage, articoli da pubblicare nei media, blog e infine la produzione di un documentario finale che ne raccoglierà l’esperienza. Per ora il progetto verrà illustrato in tre lingue, italiano, inglese e francese, ma si punta ad ampliarne l’espressione.
Chi è Nawart Press?
E’ un’idea concretizzata che unisce specificità e professionalità del mondo giornalistico diversificate. Una realtà nata dalla voglia delle nostre protagoniste a darsi una dimensione propria nel mondo che cambia, un’indipendenza, una propulsione alle esperienze di lavoro sin qui maturate. The Railway Diaries altro non è che il progetto pilota di Nawart che esprimerà sul campo quello che è l’idea di un giornalismo orizzontale, graduale, rispettoso che è alla base della sua funzione.
Perché il Crowdfunding?
Il progetto è stato lanciato per il crowdfunding su BECROWDBY. La raccolta fondi ci serve per partire, andare” spiega Eleonora “ proprio sfruttando l’intuizione del lavoro collettivo, della responsabilità in prima persona, ma dà anche la possibilità a chi rimane, a chi sta a casa di partecipare, sostenendoci e influenzando il progetto facendolo crescere in una o più direzioni condivise.”
Mentre intervisto Eleonora colgo la determinazione di chi ha bene in testa l’obiettivo e mi complimento della grinta, ma v’è qualcos’altro di indicibile, ma evidente: lo scalpitare di chi non vede l’ora di partire, quella irrefrenabile sensazione piena di tutto di chi aspetta un treno per andare.