GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Redazione - page 314

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Usa – Italia in prima fila alla Darpa Robotics Challenge

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L’Italia era in prima fila alla Darpa Robotics Challenge a Pomona, dove si sono sfidati i più forti team a livello globale sulla robotica. In palio un premio di due milioni di dollari, assegnato all’automa più utile per assistere in futuro gli essere umani nella risposta ai disastri naturali. Per trionfare nella competizione era necessario far superare al proprio robot un percorso a ostacoli entro il tempo massimo di un’ora, all’interno del quale bisogna svolgere otto compiti specifici: guidare un veicolo, aprire una porta, chiudere una valvola, tagliare un buco nel muro con un attrezzo, rimuovere ostacoli, camminare su terreno sconnesso, salire una o più scale e scavalcare macerie. La vittoria è andata a un team sud coreano, Kaist, e a due statunitensi, Ihmc e Tartan Rescue, arrivati secondo e terzo. Per il nostro paese ha partecipato “Walkman”, costruito dall’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova in collaborazione con il centro di ricerca “E.Piaggio” di Pisa. Il robot è alto 1,85 metri e pesa 120 chili. Si tratta di un androide capace di intervenire in situazioni di emergenza nelle zone degradate e pericolose del pianeta.

“Walkman”, un androide capace di intervenire in situazioni di emergenza nelle zone degradate e pericolose del pianeta

Il team Walkman, che ha ricevuto la visita – tra gli altri – del console generale italiano a Los Angeles Antonio Verde, è arrivato 17esimo a seguito di un problema alle batterie. Ha dimostrato comunque di avere ottime capacità. Dalla forza (è in grado di sollevare massi) al movimento (può guidare, nonché spostarsi e compiere azioni su terreni disagiati), all’interazione con gli oggetti (sa usare martelli pneumatici e frese). Peraltro, ha anche ottime capacità cognitive e percettive che gli permettono di operare in autonomia in caso di black out o severe limitazioni delle comunicazioni. La Darpa Robotics Challenge è cominciata nel 2012 ed è nata dopo il disastro nucleare di Fukushima l’anno precedente. In quel caso se i soccorritori avessero avuto dei robot, si sarebbe potuto evitare un disastro di quelle proporzioni.

Razzi su Israele, nessun ferito

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Un razzo lanciato da Gaza è caduto nei pressi di Ashkelon, città costiera della zona sud di Israele. Non si segnalano – scrive Ynet – ne’ vittime ne’ danni.

Proprio ieri l’esercito ha schierato nella zona il sistema antimissile Iron-Dome. Pochi giorni fa, dopo una fase di relativa calma, sono stati lanciati due razzi dalla Striscia di Gaza verso verso Ashkelon e Netivot, rivendicati da milizie salafite filo-Isis che sfidano Hamas da posizioni ancor più radicali.

Kumanovo vista da Belgrado

BreakingNews di

Cosa è successo il 9 e 10 maggio a Kumanovo? I fatti parlano di due giorni di scontri fra le forze dell’ordine macedoni e gruppi armati non meglio identificati durante i quali hanno perso la vita ventidue persone (8 agenti di polizia e 14 miliziani).

Oltre a questo non si sa molto altro, ecco dunque che gli avvenimenti si prestano a molteplici interpretazioni e possono avere diversi gradi di lettura. Un piano sicuramente interessante in base a cui analizzare tali avvenimenti, è quello offerto dallo sguardo della vicina Serbia, perchè qui molti osservatori non sembrano essere stati colti impreparati dai fatti di Kumanovo.

Il comandante dell’Agenzia Militare di Sicurezza serba Petar Cvetkovic, ad esempio, sostiene che gli agenti del servizio di sicurezza serbo avrebbero avvertito i loro omologhi macedoni in merito a possibili attacchi terroristici già nel mese di aprile, aggiungendo che i responsabili degli scontri di Kumanovo sarebbero dei terroristi albanesi già presenti in territorio macedone in quel periodo, e che le forze di polizia della FYROM avrebbero deliberatamente ignorato questi avvisi bollandoli come esagerazioni. Il militare, parlando dei due giorni di scontri, ha affermato che la maggior parte dei combattenti uccisi proveniva dal Kosovo e condivideva il progetto della creazione di un’unica entità politica albanese che includa le parti di Serbia, Macedonia, Montenegro e Grecia abitate da questo gruppo etnico.

Di “Albania Naturale” aveva del resto già parlato quattro anni fa l’ex ambasciatore serbo a Parigi Dusan Matkovic, avvertendo del pericolo della creazione di un’entità simile.

Durante queste settimane, alcuni giornali serbi hanno poi affermato che l’Occidente rifiuta di condannare gli attentatori kosovaro-albanesi di Kumanovo per convenienza politica, visto che si tratterebbe di cittadini di un Paese che lo stesso Occidente ha contribuito in maniera determinante a far nascere. Siti e quotidiani si sbizzariscono poi a montare le più svariate teorie del complotto, dove protagonista risulta essere un’élite politica albanese in grado d’influenzare le scelte degli Stati Uniti.

Al netto delle speculazioni resta però un ragionamento coerente che può essere fatto da Belgrado: se è confermata l’appartenenza dei combattenti uccisi alle fila dell’UCK (Esercito di Liberazione del Kosovo, i cui vertici sono al governo dello Stato), bisogna riconoscere che tale Stato utilizza mezzi terroristici per destabilizzare la vita politica di altri Paesi.

Tale ragionamento ha delle conseguenze sull’immagine rispettivamente della Serbia e del Mondo Occidentale:

Per quanto riguarda la Serbia, tutto ciò significa accreditarsi come un interlocutore serio e affidabile nella lotta al terrorismo internazionale, consentendole di puntare l’attenzione sui pericoli che corre la minoranza serba in Kosovo e Metohija, questione che sta a cuore a Belgrado.

Per il Mondo Occidentale invece, vorrebbe dire riconoscere che l’azione militare che ha svolto in questi luoghi nel 1999, ha contribuito allo sviluppo del terrorismo internazionale così come è avvenuto più recentemente per altri interventi armati.

Si tratta sicuramente di punti di vista, anche se di Kumanovo, per il momento, non si sa molto altro.

Gianluca Gerli

Habib Essid, l'UE ha svolto un ottimo lavoro in Tunisia

BreakingNews di

Quattro anni dopo la primavera araba, la transizione tunisina verso la democrazia rimane un esempio per la regione. Giovedì 28 maggio abbiamo incontrato il premier tunisino Habib Essid durante la sua visita al Parlamento Europeo. Ha discusso le attuali sfide della Tunisia e della regione con il presidente Schulz e i membri delle commissioni per gli Affari esteri, per i Diritti umani e la sicurezza e la sottocommissione per la Difesa.

La Tunisia è considerata come un modello per la transizione verso la democrazia. Qual è stato il segreto? Che cosa possono imparare gli altri paesi dal vostro esempio?

Habib Essid – La Tunisia e il Padre della Nazione, il presidente Bourguiba, hanno fatto le giuste scelte dal 1956. Il presidente ha investito sull’educazione, la sanità, l’emancipazione delle donne, e grazie alla formazione di questi bambini, grazie a queste istituzioni la Tunisia è stata in grado di riuscire in questa transizione democratica.

La Tunisia è confinante con la Libia, sta vivendo una fase molto difficile. Cosa si può fare?

Habib Essid –  La sicurezza in Libia significa la sicurezza in Tunisia. Fino a quando questa situazione persiste in Libia, ci troveremo ad affrontare molti problemi. Stiamo affrontando la situazione, ma non è facile. Il problema della Libia dovrebbe essere risolto attraverso soluzioni politiche.

La crisi dei migranti nel Mediterraneo è diventata una questione politica importante nell’Unione europea. Come vede approccio dell’UE?

Habib Essid – Il problema della migrazione deve essere capito alla sua origine e al suo punto d’arrivo. È la conseguenza della disperazione della gente, che non potendo sopravvivere a casa prende dei grandi rischi e vende i propri beni per comprare un biglietto per la libertà e un lavoro.

Per risolvere questo problema è necessario combatterlo alla radice. Al momento stiamo gestendo la questione senza grandi risultati. Ora abbiamo bisogno di trovare soluzioni per coloro che hanno hanno intrapreso questo viaggio sia per quelli che pensano di farlo.

Come possono contribuire l’UE e il Parlamento a stabilizzare e sostenere il processo di democratizzazione nella regione?

Habib Essid –  L’UE ha fatto un ottimo lavoro in Tunisia. Dovrebbe fare lo stesso con gli altri paesi. L’UE ci ha aiutato nella fase di transizione politica, che è estremamente importante, e durante la preparazione delle elezioni. Ma è anche necessario sostenere i paesi durante la transizione economica e sociale.

Fonte: Commissione affari Esteri Unione Europea

EU, Tunisia’s Prime Minister Habib Essid on security and migration challenges

BreakingNews @en di

Tunisia’s Prime Minister Habib Essid met the Foreign Affairs Committee and the Human Rights and Security and Defence subcommittees on Thursday to discuss the latest developments in his country. Security challenges, fighting terrorism and tackling migration flows were the key issues raised in the debate.

Tunisia’s transition to democracy has been difficult, taking over 3 years to complete, said Mr Essid, adding that its major political challenge now was to put its newly-approved constitution into practice.

“Development cannot happen without security”, he said, stressing that Tunisia’s new counter-terrorism strategy is a top priority. He also described its new 5-year strategy to boost the economy, including regional projects and development programmes.

On migration flows, Mr Essid stressed that prevention is always needed and the only way to achieve it is by finding sustainable solutions locally in order to integrate people in their own country, so as to prevent them from fleeing.

Mr Essid repeatedly thanked the European Parliament and the EU as a whole for lending their support to Tunisia during its difficult democratic transition period.

All MEPs welcomed Tunisia’s progress, acknowledging its difficulties with migration and terrorism, and saying that it should “lead by example”.

Greece backtracks on EU’s payments

Greece intends to keep repaying its debt, a government spokesman said, days after Interior Minister Nikos Voutsis warned it had run out of funds.

Gabriel Sakellaridis said Greece would maintain repayments to its EU-IMF creditors for as long as possible.

He also rejected the idea of possible capital controls that would restrict money transfers and access to savings.

Nigeria out of fuel crisis

Nigeria’s fuel wholesalers say they have reached a deal with the government that should soon see the end of the crippling fuel crisis.

The agreement was reached after talks with the finance minister, Danladi Fasali from the Independent Petroleum Marketers Association told the BBC.

The wholesalers had stopped distributing fuel after alleging the government owed them $1bn (£625m).

The shortage has had an impact on the country’s aviation and banking sectors.

8 bit big movie on Yuotube by David Dutton is a success

A team which recreates popular movies as 8-bit video games is attracting millions of views on YouTube. David Dutton from California makes the “old school” arcade-style films for film collective Cinefix.

His four minute version of 2001 Japanese anime movie Spirited Away has attracted nearly 1m views since it was uploaded last month. Other films to get an “old school” makeover include Titanic, The Avengers and Frozen.

Le italiane Salini Impregilo e Azimut protagoniste in Papua Nuova Guinea e Australia

BreakingNews/ECONOMIA di

La prima progetterà la diga Karamui nell’ambito di un progetto idroelettico da 2 milioni di dollari. La seconda ha acquisito il 100% di Ewm.

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Imprese italiane protagoniste dall’altra parte del mondo negli ultimi giorni. Salini Impregilo si è aggiudicata la gara d’appalto per un progetto idroelettrico in Papua Nuova Guinea con 2 milioni di dollari e di durata quinquennale: tra le grandi opere, spicca la diga Karamui nella provincia di Simbu.

Dall’Australia, buone notizie anche da Azimut, che, tramite la controllata AZ NGA Azimut, ha acquisito il 100% Ewm. Il valore di questa operazione, 3,9 miliardi di euro, comprende il concambio del 49% delle quote con la società appena rilevata e la suddivisione del 51% delle quote tra i soci fondatori.

 

Redazione

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L'Isis conquista la città di Palmira

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Inarrestabile la marcia dell’Isis che dopo aver conquistato la citta’ di Palmira muove verso Bagdad .

il califfato si dirige verso le due capitali damasco in Siria e Bagdad in Iraq con l’obiettivo di far cadere i due governi e instaurare il califfato nero

Ma intanto anche i qaedisti del Fronte al Nusra, insieme ad altri gruppi armati fondamentalisti, hanno inferto un altro duro colpo alle forze siriane, occupando un ex ospedale trasformato in caserma nella citta’ Nord-Occidentale di Jisr al Shughur, dove erano assediati da settimane 200 soldati, la cui sorte rimane per ora sconosciuta

[youtube]https://youtu.be/ZLutWBZIo0A[/youtube]

Redazione
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