Tlc: Urso, Italia per contributo operatori ma necessario approfondimento

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“Tutti gli operatori del mercato che traggono vantaggio dalla trasformazione digitale devono contribuire in modo equo e proporzionato ai costi delle infrastrutture, dei servizi e dei beni pubblici, a beneficio di tutte le persone che vivono nell’Ue. Ma per affrontare il tema della “Fair and proportionate contribution” sulla connettività del futuro l’Italia ritiene opportuno maggiori approfondimenti da parte della Commissione e più tempo per valutare l’impatto sulle infrastrutture di rete da parte dei flussi delle OTT”.

 È quanto sostenuto oggi dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al Consiglio informale Ue sulle telecomunicazioni a Leon (Spagna), “nel quale è emersa la assoluta necessità di accelerare sulla strada del decennio digitale, con l’obiettivo di garantire la massima copertura della banda ultralarga al servizio di cittadini e imprese, riaffermare la leadership Ue nel settore delle telecomunicazioni e la centralità dell’Europa nel cablaggio sottomarino su cui è particolarmente impegnata l’Italia con le sue imprese”. A questo fine “servono sicuramente più investimenti e più trasparenza, in un contesto di maggiore sicurezza, con strumenti adeguati a sostegno del comparto sia per quanto riguarda la domanda che l’offerta, di attori pubblici e di attori privati”.

In tale contesto “l’Italia prende atto del principio della ‘giusta e proporzionata contribuzione’ di cui alla “Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale” ha dichiarato Urso. “In sostanza, gli operatori del mercato che traggono vantaggio dalla trasformazione digitale devono contribuire ai costi delle infrastrutture e dei servizi”.

Secondo Urso, i risultati della consultazione pubblica europea dimostrano come “ci sia una sostanziale polarizzazione tra gli stakeholder di settore che si attestano su posizioni contrastanti”. Pertanto, “il tema della fair contribution è chiaramente delicato e di una portata tale che deve essere affrontato a livello europeo di concerto con la Commissione e tutti gli altri Stati Membri, tanto al fine di non creare effetti distorsivi o violazioni del principio di neutralità della rete”.

A fronte dei risultati della consultazione pubblica europea, Urso ha sollecitato “un accurato studio di settore, ovvero da una valutazione di impatto ex ante da parte della Commissione che ci aiuti a capire se e quanto l’infrastruttura sia “appesantita” dal sovraccarico dei flussi delle OTT, analizzando così se una misura fair share possa avere un impatto non sperato”. Le Telco e i grandi generatori di contenuti devono quindi potersi sedere ad un tavolo “con l’unico obiettivo di accelerare ulteriormente lo sviluppo delle nuove reti digitali fisse e mobili virtualizzate e cloud based a banda ultralarga, diffondere contenuti di qualità e garantire livelli di servizio adeguati agli utenti, il tutto senza mai pregiudicare gli investimenti dei campioni nazionali nei settori adiacenti (es. broadcaster) presenti in ciascun Stato membro”, ha spiegato il ministro.

 

Nel suo intervento, Urso ha inoltre posto l’accento su come l’Italia ritenga “che l’attuale gestione dello spettro elettromagnetico sia pienamente indirizzata ad un uso efficiente della risorsa scarsa e garantisca uno sviluppo omogeneo delle tecnologie mobili di nuova generazione. Le diverse situazioni nazionali sono già oggi esaminate e rese omogenee tramite misure di armonizzazione a livello internazionale ed europeo comprese le regole tecniche stabilite in ambito CEPT”. Inoltre, secondo il ministro, riguardo gli investimenti è necessario continuare a garantire strumenti quali DEP e CEF, oltre a sostenere, attraverso la Commissione, gli strumenti di domanda e offerta per sviluppare pienamente le nuove reti digitali. Su questo tema il ministro ha assicurato che “l’Italia farà la sua parte insieme a tutti gli altri Stati Membri al fine di studiare possibili strumenti utili a consentire nei termini previsti a livello UE (che prevedono la copertura di tutte le famiglie dell’UE con una rete fissa gigabit -1Gbps-, e di tutte le aree popolate con il 5G entro il 2030) lo sviluppo delle nuove reti digitali fisse e mobili a banda ultralarga”.

 

Tutto questo con l’obiettivo “di continuare ad accelerare, con investimenti pubblici e privati, lo sviluppo capillare delle nuove reti digitali fisse e mobili a banda ultralarga e l’utilizzo delle nuove tecnologie di frontiera, diffondere contenuti di qualità, investire sulle competenze e garantire sicurezza unitamente a livelli di servizio adeguati agli utenti, tanto al fine di garantire la competitività delle nostre imprese attraverso una solida sovranità digitale europea che sia a fondamento del sua autonomia strategica.

Autonomia che si coniuga oggi più che mai con sicurezza, come dimostrano le ultime vicende sulle connessioni marittime. Sulle infrastrutture critiche  è necessario – ha concluso Urso – lavorare insieme e nell’ambito della NATO, perché siamo tutti consapevoli di quale sia la situazione geopolitica globale”.

Bookreporter Settembre

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