Con la comparsa del metaverso, la possibilità che si presenti il fenomeno del terrorismo “digitale” è quasi certa. Essendo una dimensione virtuale tridimensionale e condivisa da utenti appartenenti a tutta la comunità mondiale, emergono nuove sfide per le forze di polizia nella conduzione delle attività investigative. Consideratol’accesso pubblico al metaverso, la possibile necessità di contrastare il terrorismo e altre attività illegali, divienefondamentale e doveroso esaminare come le forze dell’ordine, come l’Arma dei Carabinieri, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza, possano adattarsi e operare efficacemente in questo ambiente virtuale complesso.
Di quali sfide stiamo parlando?
Come citato poc’anzi, in questa nuova realtà virtuale, gli utenti provengono da diverse giurisdizioni nazionali, creando sfide in termini di sovranità e giurisdizione. Le forze di polizia devono affrontare questioni relative alla competenza legale e all’armonizzazione delle leggi per garantire una cooperazione internazionale efficace al fine di tutelare l’intera comunità umana riportata nell’universo virtuale. Giacché il metaverso offre magnifiche opportunità e agevola gli individui impegnatiin affari, in attività private e via discorrendo, è importante che questi “luoghi digitali” non vengano utilizzati per condurre attività illecite. Gli utenti, spesso,operano con identità virtuali e pseudonimi, rendendo difficile l’identificazione e il tracciamento dei soggetti coinvolti in operazioni irregolari. A tal proposito, le forze di polizia necessitano di un addestramento completo con l’obiettivo di sviluppare metodi innovativi per raccogliere prove e identificare gli autori dei diversi reati.
Il Metaverso come potrebbe agevolare le attività illecitee in che modo?
Il terrorismo nella realtà virtuale, così come nel mondo reale, rappresenta un fenomeno serio e potenzialmente dannoso che richiede una continua attenzione da parte degli operatori di polizia. Non essendo ancora un argomento trattato, possiamo solo ipotizzare cosa può accadere e come può interagire nel mondo virtuale anche se le possibilità della sua presenza sono abbastanza alte in vista delle attività che si possono e che vengono condotte in questa dimensione. Ad esempio, gruppi di individui o singoli potrebbero utilizzare questa piattaforma per la diffusione di ideologie estremiste e radicali, promuovendo l’odio e l’incitamento alla violenza (si pensi alla connessione tra diversi individui che utilizzano uno degli spazi virtuali per confabulare o pianificare e sperimentare attacchi o strategie di terrorismo.
Tutto sommato, i dispositivi per accedere al metaverso sono così comuni che potrebbero possederli tutti, dall’avvocato al terrorista). Gli attacchi informatici, uno dei fenomeni più affrontati e combattuti al tempo d’oggi, dove individui potrebbero, attraverso sistemi di innovazione tecnologica, svolgere attività mirate a compromettere la sicurezza o a danneggiare i sistemi virtuali e le infrastrutture (si pensi alla pubblica amministrazione che ormai ha avuto l’accesso nel metaverso, mi riferisco a università, la Regione Piemonte, per esempio, che è la prima in Italia ad accedere nel metaverso e fra i primi servizi messi a disposizione troviamo il pagamento del bollo e del ticket. “L’obiettivo che si prefissa consiste nell’apertura di un nuovo canale di comunicazione e di erogazione di servizi a disposizione dei cittadini, che sotto forma di avatar e tramite visore e joystick potranno muoversi liberamente fra gli uffici e gli sportelli della Regione virtualizzata”, si parla sempre di documentazione privata contenente dati sensibili in movimento che non dispone di una sicurezza idonea, ma che resta soggetta alla sottrazione da parte del “malintenzionato”). Non meno importante è la possibilità, da parte di gruppi terroristici operanti nel mondo reale, di accedere nel metaverso al fine di reclutare nuovi membri o sostenitori, ubicati in parti geograficamente sconnesse, approfittando dell’anonimato e della portata universale che offre questa realtà (si pensi ad una stanza virtuale e chiusa dove si accede solamente tramite invito.
Una volta giunti all’interno della stessa, gli individui hanno la possibilità di pianificare attentati e accordi riconducibili alle attività del mondo reale. O semplicemente al fine di suscitare ansia, panico e destabilizzazione ai soggetti coinvolti, in quanto è vero che sono semplicemente avatar connessi ma non ci dimentichiamo che siamo noi stessi a comandarli e, di conseguenza, le emozioni sono collegate alla nostra persona). Portando un ultimo esempio, chi ci nega che un gruppo di soggetti o un singolo non possa comprare uno spazio dove costruirsi un’infrastruttura virtuale con lo scopo di condurre attività illecite attraverso valute virtuali? (si immagini un traffico virtuale legato al commercio di armi, droghe, e altre tipologie di merci illecite).
Il quadro illustrato fornisce solo dei piccoli esempi di quello che potrebbe accadere, in particolare di come potrebbe espandersi il fenomeno del terrorismoavvalendosi del metaverso. Diciamo che le attività che si conducono solitamente nel mondo reale, potrebbero essere riportate nella realtà virtuale con un vuoto di sicurezza e tutela legale che, al momento, restano delle questioni da affrontare ed elaborare.
Come potrebbero le forze di polizia contrastare queste attività in assenza di una legge ben definita pronta a regolare tutti gli aspetti del metaverso?
In questo contesto, le prove digitali possono essere costituite da dati complessi, come registrazioni di chat, transazioni virtuali e immagini proiettate in realtà virtuale. Le forze di polizia, al fine di eseguire delle operazioni di contrasto in senso compiuto, devono essere dotate delle competenze e delle risorse necessarie per raccogliere, analizzare e conservare correttamente queste prove digitali, rispettando gli standard legali. Ad esempio, come potrebbe essere intercettata una stanza virtuale nel metaverso?
Innanzitutto, si parla di intercettazioni poiché rappresentano lo strumento principale per accedere al processo di acquisizione o monitoraggio delle comunicazioni private tra due o più parti, senza il loro consenso o la loro conoscenza. Ovviamente, l’intercettazione viene solitamente effettuata da autorità governative o entità autorizzate, come parte delle attività di intelligence, investigazione criminale o sicurezza nazionale. La stessa potrebbe costituire un pilastrofondamentale per le forze di polizia impiegate nel metaverso poiché può avvenire su diversi mezzi di comunicazione, inclusi telefoni, e-mail, messaggi di testo, chat online, social media e altre forme di comunicazione elettronica.
Quello che potrebbe interessare il nostro caso riguarda proprio i diversi meccanismi, come l’accesso diretto ai sistemi di comunicazione, la sorveglianza delle reti o software appositamente sviluppati per intercettare le comunicazioni sui dispositivi elettronici. In questo contesto, le così chiamate “stanze virtuali” o semplicemente ambienti virtuali, potrebbero essere gestite da piattaforme specifiche create degli stessi utenti. Le cosiddette “piattaforme metaversali” potrebbero avere la necessità di essere messe a disposizione per le forze dell’ordine, in quanto i soggetti fisici proprietari risultano svolgere attività illegali nelle stanze connesse. A tal riguardo, si potrebbe pensare diconsentire un’autorizzazione speciale con i relativi strumenti per accedere e monitorare le comunicazioni al fine di conservare le informazioni rilevanti. Un lavoro che partirebbe dalle basi informatiche (informatica e elettronica) fino ad arrivare a centrare l’innovazione dei sistemi tecnologici. Questo procedimento si potrebbe pensare nei soli casi in cui ci siano gravi indizi legati a sospette attività illecite dove, di conseguenza, si potrebbe procedere con la raccolta di “metadati”associati alle comunicazioni per ottenere prove o identificare i partecipanti. Nel caso in cui le forze dell’ordine riuscissero ad ottenere le credenziali di accesso di un soggetto considerato pericoloso, gravemente indiziato o sospetto di condurre attività illegali all’interno di una stanza virtuale, potrebbero accedere e monitorare le attività in corso (si pensi all’esempio descritto nella parte precedente dove ci si trova dinnanzi una infrastruttura che viene utilizzata per il traffico e commercio di merci illegali o altro).
Le tecniche di indagine utilizzate, potrebbero consistere nelle intercettazioni informatiche avanzate che consentono l’accesso a comunicazioni crittografate.Questo modus operandi, però, deve essere svolto nel rispetto delle leggi e delle normative vigenti, garantendo il diritto alla privacy e l’adempimento dei requisiti legali per l’intercettazione delle comunicazioni. La raccolta e l’utilizzo delle prove ottenute tramite l’intercettazione nel metaverso devono essere eseguite nel rispetto delle leggi nazionali e delle normative internazionali applicabili. Questo significa che, oltre a un doveroso addestramento nelle attività informatiche da parte delle forze di polizia, i giuristi e ricercatori hanno il compito di istituire un corpus di norme in grado di agevolare l’accesso e le attività condotte dalle forze dell’ordine, ad esempio il poliziotto in servizio nel metaverso, nei soli casi specifici, può accedere a qualsiasi stanza virtuale se il proprietario della stessa risulta essere un soggetto potenzialmente pericoloso. In realtà è una situazione complessa quella di cercare una regola nel metaverso,poiché i problemi di privacy sono triplicati rispetto a quelli che affrontiamo tutti i giorni nella vita reale. Tuttavia, ci sono individui che vivono la loro intera giornata lavorativa nel metaverso e quindi è fondamentale la presenza costante delle forze dell’ordine all’interno dello stesso. Si pensi a riportare una realtàviva in una virtuale, con le stesse identiche condizioni e stessi limiti, quindi istituire delle caserme all’interno della realtà virtuale pronte al contrasto di ogni singola azione malintenzionata.
A questo punto non si parlerà più di attività su cittadini residenti in un singolo paese, ma di operazioni investigative internazionali, in quanto il metaverso rappresenta una “terra ferma” per tutta la comunità mondiale. Proprio da questo punto, sorge la necessità di una forte cooperazione tra le forze di polizia di diversi paesi per contrastare le attività criminali transnazionali. In conformità con le leggi, i trattati, le convenzioni e accordi di cooperazione internazionale, le forze dell’ordine potrebbero scambiare informazioni, condividere competenze e coordinare le indagini per affrontare, in modo efficace e in tempo reale, taliminacce. Grazie allo studio di tecniche di investigazione avanzate, le forze di polizia potranno sfruttare tecnologie innovative, come l’intelligenza artificiale, l’analisi dei big data e l’apprendimento automatico, per identificare modelli di comportamento sospetti e individuare le attività criminali al fine di poter facilitare l’individuazione degli autori dei reati prevenendo potenziali minacce. Facendo un passo indietro, in riferimento all’addestramento, le forze di polizia necessitano di investire nella formazione continua del personale per acquisire competenze specializzate nella gestione delle indagini nel metaverso. Questa formazione dovrebbe mettere a disposizione dei corsi sulle nuove tecnologie, sul diritto digitale, sul diritto penale applicabile al contesto virtuale e sulle tecniche investigative digitali in modo da poter consentire alle forze dell’ordine di essere all’avanguardia nell’affrontare le complicazioni del metaverso. In conclusione, è importante evidenziare che la prevenzione al fenomeno del terrorismo o di altre attività illegali condotte nel metaverso richiede un duro lavoro da parte di tutti i soggetti coinvolti, sia da un punto di vista legale che tecnologico. Lo studio della legge applicata al contesto virtuale potrebbe cambiare la storia, agevolando e facilitando le attività investigative e di contrasto al fenomeno terroristico.
Una volta consolidato il tutto, le forze dell’ordine potranno adattarsi a questo nuovo ambiente virtuale e contrastare con successo il terrorismo nel metaverso, contribuendo a preservare la sicurezza e la stabilità nella società.