Roma: conferenza “Global Methane Pledge: Tackling the World’s Most Dangerous Greenhouse Gas” organizzata dall’Ambasciata statunitense

in Energia/ESTERI/EUROPA/POLITICA by

Lunedì 27 giugno 2022 l’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia ha organizzato l’evento “Global Methane Pledge: Tackling the World’s Most Dangerous Greenhouse Gas” in collaborazione con il Centro Studi Americani e la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.

L’evento ha visto i saluti iniziali di Christina Tomlinson, Vice-Capo missione ad interim dell’Ambasciata degli Stati Uniti, e di Francesca Cigarini, membro della Rappresentanza italiana della Commissione Europea.

Nel suo discorso di apertura Christina Tomlinson ha sottolineato come sia necessaria una azione decisa nel settore petrolifero e del gas naturale per contrastare le emissioni globali di metano. Il rappresentante dell’ambasciata statunitense ha inoltre ribadito l’impegno che la Casa Bianca ha assunto durante gli anni nel contrastare l’emissione di gas serra così come nel supportare la comunità internazionale nella lotta al cambiamento climatico.

Sono seguiti gli interventi di James Turitto della Clean Air Task Force (CATF), Katiuscia Eroe di Legambiente, Ilaria C. Restifo dell’Environmental Defense Fund, Angelo Lo Nigro di Assorisorse, Giuliana Rotta di Proxigas, e Antonio Caputo del Higher Institute for Protection and Environmental Research (ISPRA). Il dibattito è stato moderato da Manfredi Caltagirone, direttore dell’International Methane Emissions Observatory, Energy and Climate Branch, United Nations Environment Programme (UNEP).

La conferenza ha sottolineato gli obiettivi preposti dalla COP26 (accelerare il processo di fuoriuscita dal carbone, ridurre la deforestazione, accelerare la transizione verso i veicoli elettrici e incoraggiare gli investimenti nelle rinnovabili) e focalizzato l’attenzione sulle misure che possono essere adottate nel settore petrolifero e del gas naturale per ridurre le emissioni di CO2 e l’impatto a livello ambientale.

L’attenzione dell’evento è stata rivolta al metano (CH4) un idrocarburo che non è solo un componente primario del gas naturale, ma anche un gas serra (GHG) la cui presenza nell’atmosfera influisce sulla temperatura terrestre e sul sistema climatico. Il metano viene emesso da una varietà di fonti antropogeniche (influenzate dall’uomo) che includono discariche, sistemi di petrolio e gas naturale, attività agricole, estrazione del carbone, combustione stazionaria e mobile, trattamento delle acque reflue e alcuni processi industriali.

Secondo i dati presentati dell’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti, il metano è il secondo gas serra antropogenico più abbondante dopo l’anidride carbonica (CO2) e rappresenta circa il 20% delle emissioni globali. Essendo sia un idrocarburo che un gas serra di breve durata rispetto l’anidride carbonica, una sua riduzione significativa avrebbe un effetto rapido positivo sul riscaldamento climatico e sul cambiamento climatico.

Considerando la crisi energetica che l’Europa sta affrontando a seguito dello scoppio del conflitto in Ucraina e delle sanzioni imposte da Bruxelles ai danni di Mosca e guardando alle diverse strategie di diversificazione delle importazioni energetiche adottate dai paesi europei, durante gli interventi è stato ribadito come l’Italia debba investire nella modernizzazione e nella realizzazione di impianti di produzione petrolifera e di gas naturale a impatto ambientale ridotto in mercati target come quello dell’Algeria. Soltanto in questo modo, secondo le parole di James Turitto, l’Italia, come gli altri paesi europei, potranno fornire il loro contributo nella riduzione dei gas serra e nella lotta al cambiamento climatico in un mercato difficile e complesso come quello africano che guarda molto spesso ai profitti e poco alla tutela ambientale.

Katiuscia Eroe, rappresentante di Legambiente, ha presentato la nuova campagna di sensibilizzazione “C’è puzza di Gas” che verrà condotta nei prossimi mesi nel territorio italiano per sensibilizzare l’opinione pubblica sui possibili rischi provenienti dagli impianti gasieri già esistenti e da quelli di futura realizzazione. Secondo quanto riportato dalla rappresentate di Legambiente, la politica energetica italiana attuata nell’ultimo periodo a causa dei risvolti geopolitici ed economici generati dal conflitto in Ucraina ha ricevuto diverse critiche dal mondo degli ambientalisti e dalle associazioni di settore le quali ritengono che le misure adottate dal Governo italiano abbiano delle lacune in materia di tutela ambientale e non concentrano l’attenzione su quelle tecnologie alternative green che il Paese potrebbe utilizzare per migliorare la propria efficienza energetica a garantire la tutela ambientale.

*Articolo in media partnership con SpecialEurasia

Bookreporter Settembre

Lascia un commento

Your email address will not be published.

*