Il 25 novembre 2020, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, l’Unione europea ha presentato un ambizioso piano per promuovere la parità di genere e l’emancipazione femminile in tutte le azioni dell’Unione europea. Si tratta di un importante e, vista la giornata, simbolico passo in avanti compiuto dall’UE, sempre più attenta a tali dinamiche. I diritti delle donne sono al centro dell’azione UE da tempo ma, con l’elezione di Ursula Von der Leyen quale prima presidente donna della Commissione europea, nonché di Angela Merkel quale presidente di turno del Consiglio dell’UE, la strategia per la parità di genere subisce l’accelerazione che da tempo si aspettava.
La strategia dell’UE per la parità di genere
Lo scorso 5 marzo, la Commissione europea ha presentato la strategia per la parità di genere 2020-2025, “Verso un’Unione dell’uguaglianza”. La volontà della presidente Von der Leyen di impegnarsi in materia è presente già negli orientamenti politici e nel programma presentato quando era ancora la candidata alla carica di presidente. Una volta eletta, ha mantenuto la propria posizione presentando questa strategia al fine di compiere progressi significativi entro il 2025 per giungere ad un’Europa garante della parità di genere. L’obiettivo finale è uno solo: far si che donne e uomini siano liberi di perseguire le proprie scelte di vita con pari opportunità di realizzazione. La strategia presentata è basata sul duplice approccio dell’integrazione della dimensione di genere combinata con azioni mirate e con il principio dell’intersezionalità. È in tale contesto che si inserisce il nuovo piano d’azione sulla parità di genere.
Il piano d’azione sulla parità di genere
Il piano d’azione presentato il 25 novembre ha una portata simbolica non indifferente. In occasione della giornata internazionale dell’eliminazione della violenza sulle donne, la Commissione europea e l’Alto Rappresentante dell’Unione europea hanno reso la parità di genere e l’emancipazione femminile una vera e propria priorità dell’UE: l’obiettivo è far sì che le donne possano esercitare pienamente i loro diritti ed aumentare la propria partecipazione. Il nuovo piano d’azione per il periodo 2021-2025 mira ad accelerare i progressi nell’emancipazione delle donne, salvaguardando i risultati conseguiti. Dall’analisi fornita si evince, infatti, che nessun paese al mondo è sulla strada per raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione. Inoltre, le conseguenze socioeconomiche della crisi da Covid-19 hanno colpito la popolazione in maniera sproporzionata, gravando principalmente sulle donne: la perdita dei posti di lavoro è superiore di 1,8 a quella degli uomini, con conseguente aumento del tasso di povertà. In estrema sintesi, il piano d’azione rende la promozione della parità di genere una priorità di tutte le politiche europee; delinea una tabella di marcia per la collaborazione con tutti i portatori di interessi; intensifica l’azione in tutti i settori strategici; invita le istituzioni a dare il buon esempio, garantendo la trasparenza dei risultati.
I cinque pilastri d’azione
Il piano d’azione presentato fornisce un quadro politico con ben cinque pilastri per accelerare i progressi verso l’adempimento degli impegni internazionali in materia. Il primo pilastro afferma che l’85% di tutte le nuove azioni nell’ambito delle relazioni esterne contribuiranno a conseguire la parità di genere e l’emancipazione femminile entro il 2025. Il secondo pilastro disciplina una visione strategica condivisa e una collaborazione con gli Stati membri e i partner a livello regionale, nazionale e multilaterale: è necessario un approccio comune per tutti gli attori dell’UE per ogni livello, dalla società civile ai giovani, dai portatori di interessi ai governi nazionali. Il terzo pilastro è un invito ad accelerare i progressi, concentrandosi sulle principali aree tematiche di impegno: la lotta contro la violenza di genere, la promozione dell’emancipazione economica, sociale e politica; l’accesso universale all’assistenza sanitaria e ai diritti delle donne; la parità nella partecipazione e nella leadership. Il quarto pilastro invita l’UE a dare il buon esempio in materia di parità di genere ed emancipazione femminile, anche attraverso l’istituzione di una leadership equilibrata. Infine, ci si impegna nel monitoraggio dei risultati al fine di verificare sempre i miglioramenti apportati dal piano d’azione.
Le reazioni nell’UE
Il nuovo piano è stato presentato con un forte entusiasmo da parte delle istituzioni europee. L’Alto Rappresentante Josep Borrel ha affermato che “la partecipazione e la leadership delle donne e delle ragazze è essenziale per garantire democrazia, giustizia, pace, sicurezza, prosperità e un pianeta più verde”, ed ha aggiunto che “grazie a questo nuovo piano d’azione intendiamo accelerare e incentivare i progressi verso la parità di genere”. Anche la Commissaria per i partenariati internazionali, Jutta Urpilainen, ha affermato “un maggiore impegno nella parità di genere è fondamentale per una ripresa sostenibile dalla crisi Covid-19 a livello mondiale e per la costruzione di società più eque, inclusive e prospere. Le donne e le ragazze sono in prima linea di fronte alla pandemia e devono essere anche al timone della ripresa”.
Meno entusiasti sono apparsi invece i paesi dell’Est Europa: parte del gruppo Visegrad, dopo il veto sul Recovery Fund, ha mostrato la propria contrarietà verso il piano d’azione. Polonia e Ungheria, in particolare, non sembrano condividere con gli altri Stati membri l’insieme dei valori che l’UE intende promuovere nelle proprie relazioni con i Paesi terzi, tra cui figura anche la parità di genere. I due paesi, pur affermando di sostenere la parità uomo-donna, non intendono fare in modo che il riferimento all’uguaglianza di genere allarghi il campo anche alla comunità LGBTIQ.