Unione europea e Stati Uniti: di nuovo amici?

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Il 3 novembre si sono tenute le elezioni più importanti e più seguite del 2020, le presidenziali americane, il cui esito è arrivato solo dopo qualche giorno: Joe – Joseph Robinette – Biden, il candidato del Partito Democratico, è stato eletto 46° presidente degli Stati Uniti d’America. Il candidato democratico ha sconfitto il presidente in carica, Donald Trump, sia in termini di voto popolare che nel voto dei collegi elettorali. L’elezione di Biden a Presidente ha molteplici risvolti e significati e dà luogo a numerose questioni, tra cui: cosa cambierà per l’Europa? L’Unione europea non sarebbe nata senza gli Stati Uniti d’America, paese che da sempre considera alleato e amico. È con l’ultimo mandato presidenziale che i rapporti sono divenuti più tesi ed è per questo che è importante comprendere che piega prenderanno ora. Vecchio e Nuovo continente torneranno ad essere veri alleati?

Le relazioni transatlantiche nell’ultimo periodo

Le relazioni tra Europa e Stati Uniti, il Vecchio e il Nuovo continente, separati dall’oceano Atlantico, sono di estrema rilevanza sia per gli USA che per i paesi europei. Che si parli di commercio, di convergenza politico-ideologica o di strategia, i rapporti tra la prima potenza mondiale e l’Europa sono sempre considerati cruciali, a prescindere da quali figure politiche siano al governo e da quale momento storico si viva: gli USA sono sempre stati il garante della sicurezza europea, il principale sostenitore dell’integrazione e il partner di riferimento. Tuttavia, proprio per il cambiare delle variabili politiche, le relazioni transatlantiche non sempre sono state considerate con la stessa importanza, fino a subire un duro colpo con l’amministrazione Trump. In realtà, negli ultimi decenni, l’entusiasmo per le relazioni con l’Europa è andato scemando sempre più. Anche l’ex presidente Obama, con Biden vicepresidente, spostò l’attenzione degli USA dall’Europa all’Asia, dall’Atlantico al Pacifico e nondimeno, diverse figure politiche iniziarono a lamentarsi della spesa europea per i propri eserciti, affermando che fosse troppo ridotta per essere alleati della NATO.

Tuttavia, è con la presidenza Trump che la situazione è cambiata radicalmente anche nei toni: il presidente in carica, negli ultimi anni, non ha mai perso l’occasione di ricordare che l’impegno degli europei nella NATO non è sufficiente, mettendo in dubbio la difesa collettiva; ha sostenuto apertamente la Brexit, mostrando anche la volontà di intraprendere relazioni bilaterali con il Regno Unito; ha definito l’Unione europea un nemico commerciale e l’ha inclusa nelle sanzioni sulle importazioni di acciaio e alluminio. Il Presidente Trump ha portato avanti la sua politica di “American First” sostenuto da larga parte della società americana, cercando di staccarsi dal sistema commerciale cinese, irrigidendo i rapporti con l’Europa e lavorando in bilaterale con i Paesi europei.

L’entusiasmo europeo per l’elezione di Biden-Harris

L’elezione di Joe Biden a Presidente degli Stati Uniti d’America, nonché di Kamala Harris a Vicepresidente, è stata quasi un sollievo in Europa. Il risultato è stato accolto positivamente da gran parte dei leader europei e vertici dell’Unione europea perché si ripone in questa nuova amministrazione la speranza di un cambio di approccio verso l’UE. La presidente della Commissione europea Von der Leyen si è congratulata con Biden e Harris ed ha affermato che “L’Ue e gli Usa sono amici e alleati, i nostri cittadini condividono i legami più profondi” per poi aggiungere di non vedere l’ora “di lavorare con il presidente eletto Biden”. Anche i più importanti leader europei si sono congratulati con il Presidente e la Vicepresidente eletti: il presidente francese Macron, la cancelliera Merkel e il presidente italiano Conte hanno espresso il loro entusiasmo. In particolare, la Merkel ha riconosciuto che i paesi europei devono impegnarsi di più nella cooperazione sul fronte della sicurezza e in ambito NATO, ma ha fatto leva anche sull’importanza del commercio mondiale e multilaterale. L’Unione europea ha affermato di avere “grandi aspettative” sul nuovo presidente americano e, in particolare, ha rivelato che la speranza principale è che gli USA si impegnino nuovamente nel commercio multilaterale, che vengano rimosse le tariffe statunitensi sull’acciaio e alluminio – il che permetterà all’UE di rimuovere le proprie contromisure – e che si risolva la controversia sui sussidi agli aeromobili civili delle compagnie Boeing e Airbus.

Come cambieranno le relazioni transatlantiche con la presidenza Biden-Harris?

Il presidente eletto Biden ha detto più volte di voler rovesciare la politica estera isolazionista degli Stati Uniti e passare dall’American First ad una nuova leadership americana. Un rapporto stabile e di amicizia con i paesi e le istituzioni europee sarà dunque fondamentale per instaurare una leadership sui dossier più importanti oggi: i cambiamenti climatici, il multilateralismo, l’Iran. Biden considera l’Unione europea un partner cruciale nelle sfide da affrontare e dunque sicuramente vi sarà un cambio di approccio e di toni nei confronti dei paesi europei, non più considerati nemici: per questo motivo non sosterrà apertamente la Brexit, previlegiando rapporti multilaterali con l’UE in diversi settori. Un importante settore dove, con tutta probabilità, avverrà un passo in avanti nei rapporti UE-USA è quello dell’ambiente e della lotta ai cambiamenti climatici: il presidente eletto ha già affermato che gli USA torneranno ad essere parte dell’Accordo di Parigi.

Quanto ai contenuti della politica estera, non si può parlare di un cambiamento radicale vero e proprio, se non per l’impostazione multilateralista e l’importanza che ricopre la partnership transatlantica: Biden riconosce l’importanza della NATO ma comunque farà leva sulla necessità di aumentare le risorse europee e far sì che siano gli eserciti europei ad essere presenti in scenari dove gli USA non hanno più interessi a rimanere, come il Medioriente. Cambiando approccio, Biden cercherà di coordinarsi con l’UE per ciò che riguarda la Bielorussia, la Russia e la Turchia, oltre a facilitare il rientro all’accordo sul nucleare, ma non cambierà radicalmente le relazioni commerciali, limitandosi probabilmente alla sola eliminazione dei dazi. Inoltre, il contenuto non cambia neanche per il rapporto con la Cina: lo scontro USA-Cina resterà centrale pur cambiando nei toni, e spetta all’Europa capire effettivamente con chi schierarsi in modo definitivo e, come spesso accade, sarà difficile prendere una posizione comune.

In conclusione, nonostante la volontà di rivalsa del presidente eletto Biden per quanto riguarda le relazioni transatlantiche e multilaterali, l’amministrazione dovrà fare i conti con i numerosi problemi interni, tra cui anche la sempre più difficile gestione della pandemia di Covid-19, nonché con il Senato a maggioranza repubblicana: non sarà così facile, dunque, ratificare accordi internazionali e cambiare radicalmente la politica estera.

Bookreporter Settembre

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