Dal programma europeo SURE per l’Italia altri 6.5 miliardi a sostegno dell’occupazione

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Nel pieno delle trattative economiche legate al Recovery Fund, i cui negoziati sembrano, al momento, aver subito una battuta d’arresto a causa del veto posto da Ungheria e Polonia, la Commissione europea ha erogato il 17 novembre 14 miliardi di euro a 9 Stati membri, a seguito della seconda emissione di obbligazioni all’interno del programma comunitario SURE. Il programma in questione è il principale strumento finanziario varato dalla Commissione a tutela dei cittadini comunitari per rispondere repentinamente alle sfide socioeconomiche poste in essere dalla pandemia da Covid-19. Tra gli stati beneficiari di questa “cassaintegrazione europea”, figura, tra gli altri, anche l’Italia, a cui è stato destinato in quest’ultima manovra finanziaria l’ammontare di fondi più cospicuo, pari a 6.5 miliari di euro.

Cos’è Sure, il programma a sostegno dell’occupazione per l’emergenza Covid-19

Il programma comunitario SURE (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency), nuovo strumento europeo di sostegno temporaneo per mitigare i rischi di disoccupazione, è stato ideato nel pieno della prima ondata della pandemia, con l’intento di tutelare i posti di lavoro e i lavoratori maggiormente compromessi a causa dell’emergenza sanitaria. Essendo uno strumento di sostegno temporaneo, la disponibilità dello stesso, come riportato sul Regolamento SURE entrato in vigore il 19 maggio 2020, sarà valida fino al 31 dicembre 2022.

In termini finanziari, il programma prevede assistenza pari fino a 100 miliardi di euro che verranno concessi agli Stati membri sotto forma di prestiti a condizioni vantaggiose. Questa manovra sarà possibile grazie all’emissione di garanzie volontarie da parte dei singoli Stati, in misura proporzionale al proprio PIL, fino a raggiungere una quota pari a 25 miliari di euro complessivi. La Commissione, a sua volta, contrarrà prestiti sui mercati finanziari per finanziare quelli degli Stati membri, che saranno poi concessi a condizioni favorevoli. Le obbligazioni emesse dall’Ue nel quadro SURE sono “obbligazioni sociali”, poiché destinate al sostegno di lavoratori e imprese europee. Non ci sono dotazioni prestabilite per i singoli Stati membri, sarà la Commissione a valutare le opportune condizioni del prestito a seconda del singolo caso. L’erogazione dei prestiti sarà consentita solo su previa accettazione anche da parte del Consiglio europeo e prenderà la forma di sussidio pubblico per gli Stati membri che ne hanno fatto richiesta. È opportuno ricordare che i finanziamenti erogati con il programma SURE prendono unicamente la forma di prestiti, non di finanziamenti a fondo perduto.

L’obiettivo di questo strumento è quello di aiutare i Paesi membri a coprire il rapido incremento di spesa pubblica dovuto al mantenimento dell’occupazione. Più nel dettaglio, i finanziamenti del fondo SURE serviranno da supporto ai governi nazionali per coprire i costi derivanti dalla decisione di dover ridurre l’orario lavorativo (e altre misure analoghe) a molte categorie di lavoratori per contrastare la diffusione della pandemia da Covid-19.

L’Italia come principale beneficiario del fondo SURE

Come già anticipato, il 17 novembre la Commissione europea ha erogato un finanziamento pari a 14 miliardi di euro per 9 Stati membri dell’Ue (Croazia, Cipro, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Slovenia e Spagna) nell’ambito SURE. L’Italia, essendo uno dei paesi maggiormente colpiti a livello socioeconomico dalla pandemia, ha ricevuto un ammontare cospicuo pari a 6.5 miliardi di euro, seguito dalla Spagna con 4 miliardi e dalla Grecia con 2 miliardi. L’erogazione di prestiti appena conclusa fa seguito alla seconda emissione sul mercato da parte dell’Ue di obbligazioni all’interno del quadro SURE, che ha avuto un riscontro positivo da parte degli investitori. L’emissione è comprensiva di due obbligazioni da 8 e 6 miliardi di euro, con scadenza, rispettivamente, novembre 2025 e novembre 2050.

La prima tranche di sostegno finanziario risale a fine ottobre, quando la Commissione europea ha destinato, in totale, a Italia, Spagna e Polonia, un finanziamento pari a 17 miliardi di euro. Anche a seguito della prima operazione finanziaria, il nostro Paese aveva ricevuto l’importo più ragguardevole, pari a 10 miliardi di euro. Seppur non ci siano somme prestabilite per i paesi, all’Italia sembrano essere destinati dal fondo in questione un totale pari a 27.4 miliardi di euro, a tutela dell’occupazione nel nostro Paese.

Tra i paesi che non hanno ancora usufruito dei prestiti agevolati del fondo SURE figurano Francia, Germania, Austria e Paesi nordici, poiché si finanziano a tassi più bassi rispetto a quelli applicati dall’Unione europea.

Bookreporter Settembre

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