L’impatto della pandemia sul mercato del lavoro relativo al IV trimestre 2020 secondo l’Istat

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Il 2020 è stato, senza dubbio, l’anno che in media ha registrato un calo dell’occupazione senza precedenti (-456 mila unità, -2%), accompagnato dalla diminuzione del tasso di disoccupazione ma dall’aumento del numero di inattivi. Lo rende noto l’Istat,Istituto Nazionale di Statistica, all’interno dello studio “Il mercato del lavoro” relativo al IV trimestre 2020, pubblicato in data 12 marzo 2021. Ciò che emerge dallo studio è un mercato del lavoro ancora ampliamente influenzato dalle misure restrittive adottate per l’emergenza sanitaria in atto.

Entrando nel merito di quanto riportato dall’Istat, considerando però solo alcuni dei dati proposti dall’Istituto, si analizzeranno con particolare riguardo le dinamiche relative ad occupati, disoccupati ed inattivi all’interno del mercato del lavoro. Globalmente, l’Istituto rivela che nel IV trimestre del 2020 l’input di lavoro (espresso tramite le ore effettivamente lavorate) utilizzato dal sistema produttivo registra un visibile calo, non solo rispetto al trimestre precedente (-1.5%) ma anche rispetto allo stesso trimestre dell’anno 2019 (-7.5%). Di conseguenza, contribuendo l’input di lavoro al prodotto interno lordo, il Pil subisce una contrazione del -1.9% rispetto al III trimestre 2020 e del -6.6% rispetto al quarto trimestre 2019.

In relazione al IV trimestre 2020, il tasso di occupazione registrato è del 58.2%, in aumento dello 0.3% rispetto al trimestre precedente ma, paragonato al quarto trimestre 2019, è ancora inferiore di -0.8 punti. Il tasso di disoccupazione, invece, sembra diminuire rispetto al trimestre precedente raggiungendo quota 9.2%, ma con un tasso di inattività che sale al 35.8% (+0.1 punti) nel IV trimestre 2020.

In termini congiunturali, con cui si indica la variazione percentuale rispetto al periodo immediatamente precedente, il numero di occupati cresce del +0.2%, come risultato dell’aumento di dipendenti a tempo indeterminato e del leggero aumento di lavoratori indipendenti. Allo stesso tempo, si rileva una riduzione del numero dei disoccupati (-122 mila) accompagnato da un calo limitato del numero di inattivi nella fascia d’età compresa tra i 15-64 anni (-10 mila).

Considerando ora la variazione tendenziale, vale a dire la variazione percentuale rispetto allo stesso mese o periodo dell’anno precedente (quarto trimestre 2019), l’occupazione è in calo di -414 mila unità (-1.8%), nonostante un lieve aumento dei lavoratori a tempo indeterminato (+0.7%), bilanciato, tuttavia, da una riduzione significativa dei dipendenti a termine (-12.3%) e da un calo costante, seppur meno considerevole, degli indipendenti (-2.4%). Il dato più critico è relativo al numero degli inattivi tra i 15 e 64 anni che cresce non solo per il quarto trimestre consecutivo ma anche a ritmi più accentuati rispetto al trimestre precedente: in un anno, infatti, si registra un aumento del + 3.1%, vale a dire + 403 mila unità.

Dallo Studio pubblicato dall’Istat, emerge, tra gli altri, un dato molto interessante: per il IV trimestre 2020 diminuisce il numero medio di azioni utilizzate tra coloro in cerca di un’occupazione. In particolare, c’è un calo netto di individui che si sono rivolti ad un centro pubblico per l’impiego (-7.5 punti), nonché in calo anche la quota di coloro che si rivolgono a parenti, amici e conoscenti (-3.2 punti). Secondo quanto riportato dall’Istituto, le ragioni dietro questo aumento tendenziale dell’inattività sono riconducibili a motivi familiari, a quelli di studio ma, soprattutto, a ragioni legate all’emergenza epidemiologica vale a dire “tutto fermo”, “nessuno assume causa covid”, “timore del contagio”, “aspetta che si attenui la pandemia” (ecc).

Infine, c’è un aumento della percentuale di scoraggiati tra i 15-34 anni (+85 mila, +6,4% in un anno), vale a dire coloro che affermano di non voler cercare lavoro perché credono di non trovarlo, in particolare nel Centro-nord e tra gli stranieri. 

 

Fonte:Istat

Bookreporter Settembre

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