GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Domitilla Palumbo

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L’impatto della pandemia sul mercato del lavoro relativo al IV trimestre 2020 secondo l’Istat

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Il 2020 è stato, senza dubbio, l’anno che in media ha registrato un calo dell’occupazione senza precedenti (-456 mila unità, -2%), accompagnato dalla diminuzione del tasso di disoccupazione ma dall’aumento del numero di inattivi. Lo rende noto l’Istat,Istituto Nazionale di Statistica, all’interno dello studio “Il mercato del lavoro” relativo al IV trimestre 2020, pubblicato in data 12 marzo 2021. Ciò che emerge dallo studio è un mercato del lavoro ancora ampliamente influenzato dalle misure restrittive adottate per l’emergenza sanitaria in atto. Leggi Tutto

Selfiemployment: il nuovo incentivo rivolto ai NEET, donne inattive e disoccupati

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È stata avviata il 22 febbraio 2021 la nuova edizione dello strumento agevolativo noto come Selfiemployment, l’incentivo che ha l’obiettivo di offrire un’opportunità in più a chi ha perso il lavoro a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Selfiemployment, oltre ad essere una misura notoriamente vantaggiosa e ben strutturata, è migliorata nettamente grazie a tutte le novità previste con la nuova edizione. Leggi Tutto

Nuovi incentivi per l’industria del tessile, della moda e degli accessori

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Gli incentivi messi a disposizione dal nostro governo per far fronte a questo periodo di profonda crisi non si fermano. A questo proposito, un nuovo strumento agevolativo è stato posto in essere per le nostre imprese, con particolare riferimento all’industria del tessile, della moda e degli accessori.

A tal riguardo, è stato recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 8 febbraio 2021, il Decreto ministeriale del 18 dicembre 2020 facente capo al Ministero delle Sviluppo economico (MISE), che specifica le modalità ed i criteri necessari per poter usufruire degli incentivi rivolti alle piccole impresedi nuova o recente costituzione, che, come anticipato, operano nel settore dell’industria del tessile, della moda e degli accessori. Come riportato nel Decreto alla voce “Soggetti Beneficiari” (art. 5 par. 1), affinché le imprese possano prendere parta alla selezione per usufruire dei suddetti incentivi, quest’ultime dovranno essere “non quotate e che non hanno rilevato l’attività di un’altra impresa e non sono state costituite a seguito di fusione”.

Inoltre, per la misura in questione, è stato predisposto un ammontare cospicuo di fondi previsto dall’articolo 38-bisdel decreto-legge n. 34/2020 (cd. Decreto Rilancio), pari a 5 milioni di euro. Ma non è tutto. Il fondo stanziato comprende la concessione di contributi a fondo perduto a sostegno di progetti a forte impatto innovativo e tecnologico, sempre nell’ambito dell’industria del tessile.

L’obiettivo di questo strumento agevolativo è quello “di sostenere l’industria del tessile, della moda e degli accessori a livello nazionale, con particolare riguardo alle start-up che investono nel design e nella creazione, nonche’ allo scopo di promuovere i giovani talenti del settore del tessile, della moda e degli accessori che valorizzano prodotti made in Italy di alto contenuto artistico e creativo” (art. 38-bis del Decreto Rilancio).

Per concludere, l’intervento agevolativo è gestito dal MISE ma è previsto che il Ministero in questione si avvalga anche del supporto di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. 

Per maggiori informazioni sull’intervento agevolativo cliccare qui

Approfondimento sui nuovi incentivi per l’Industria del tessile, della moda e degli accessori con il dott. Marco Croella, esperto nel settore della finanza agevolata e dell’innovazione:

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L’Europa non si ferma: per l’Italia altri 4,45 miliardi dal piano SURE per preservare l’occupazione

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Nel pieno della crisi di governo e nel tentativo di creare un “governo di alto profilo” per fronteggiare le emergenze in atto, sanitaria e socioeconomica e, non in ultimo, gestire i 209 miliardi di euro del Recovery Fund, l’Italia riceve un’ulteriore tranche di sostegno finanziario che rientra nel piano comunitario SURE. In totale, la Commissione europea ha erogato 14 miliardi di euro in data 2 febbraio u.s., per 9 Paesi membri, coinvolgendo Belgio, Cipro, Ungheria, Lettonia, Polonia, Slovenia, Spagna, Grecia e Italia. Siamo, ora, alla quarta emissione di obbligazioni sociali nell’ambito del programma SURE e alla prima erogazione per il 2021. L’Italia ha usufruito, nuovamente, dell’ammontare di fondi più cospicuo, pari a 4,45 miliardi di euro, seguita dalla Polonia (4,28 mld) e dal Belgio (2 mld). Leggi Tutto

In calo il numero di imprese a partecipazione pubblica in Italia secondo l’Istat

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L’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) chiude il 2020 con un interessante studio circa “Le Partecipate Pubbliche in Italia|Anno 2018” del 30 dicembre 2020 che riguarda il numero delle imprese attive partecipate da almeno un’amministrazione pubblica regionale o locale, relativo all’anno 2018. Il panorama economico italiano è, infatti, notoriamente caratterizzato da società partecipate da soggetti pubblici; a tal riguardo, si fa riferimento a due principali categorie: le società a partecipazione pubblicale società a controllo pubblico

In calo il numero delle unità a partecipazione pubblica

Negli ultimi anni, le unità economiche attive a partecipazione pubblica si sono ridotte in maniera considerevole. Dal 2012, infatti, l’Istat conta una flessione del 19.7%. Analizzando la categoria delle partecipate pubbliche, nel 2018, l’Istituto di Statistica ha individuato 8.510 enti partecipati dal settore pubblico, per un totale di 924.068 addetti (persona occupata in un’unità giuridica, come lavoratore indipendente o dipendente). Ciò che emerge dallo studio è un’ulteriore conferma rispetto alla tendenza registrata negli ultimi anni: prendendo come riferimento il 2018, il numero delle unità partecipate si è ridotto del 6.7% a fronte di una crescita degli addetti del 4.4%, rispetto al 2017. Sembra, invece, rimanere stabile rispetto al 2017 la percentuale di società a controllo pubblico, rappresentata dal 53.2%.

Tuttavia, è interessante notare come, tra le imprese a partecipazione pubblica rilevate per l’anno 2018, il 43.5% è costituito da società con forma giuridica a responsabilità limitata, mentre il 30% è costituito da società per azioni e il 18.2% è rappresentato da Consorzi di diritto privato e altre forme di cooperazione tra imprese. Le percentuali più basse di società partecipate pubbliche vengono ricoperte da società cooperative per il 6.1% e da aziende speciali, aziende pubbliche di servizi, Autorità indipendenti ed Enti pubblici economici per il 2.1%.

Inoltre, la quota di partecipazione da parte dei soggetti pubblici è variabile. Le società la cui partecipata pubblica è superiore al 50% (percentuale che considera le società controllate) rappresentano più della metà delle imprese italiane, il 58.9%; con una quota di partecipazione tra il 20% e il 50% si contano il 15.4% di unità, mentre, per una quota di partecipazione inferiore al 20% figurano il 25.7% delle imprese. 

Infine, andando ad approfondire la distribuzione delle imprese partecipate, si può confermare che la maggiore concentrazione è nel Centro Italia e il Lazio ne detiene, per quest’area di riferimento, certamente il primato. 

Partecipate pubbliche attive divise per settori

Tra i diversi settori in cui rientrano le partecipate pubbliche, si conferma essere il più ampio, in termini di imprese attive partecipate, quello delle Attività professionali, scientifiche e tecniche poiché comprende il 14.4% delle imprese, seguito dal settore della Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento che conta il 12,4% di imprese. Se consideriamo il numero di addetti, invece, il settore più rilevante è il Trasporto e magazzinaggio con il 10,5% delle imprese partecipate.

Il valore aggiunto delle controllate pubbliche

Non meno importanti risultano essere le società a controllo pubblico. Come riporta l’Istat, le imprese controllate pubbliche generano, al netto delle attività finanziarie e assicurative, oltre 56 miliardi di valoreaggiunto, di cui il 7% proviene dal settore dell’industria e dei servizi. 

Nell’ambito delle controllate pubbliche, i settori più rilevanti possono essere così sintetizzati: la Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata realizza il 66,1% del valore aggiunto per il settore di riferimento; la Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento realizzail 60,8% del valore aggiunto e, infine, l’Attività estrattiva raggiunge un valore aggiunto pari al 66,8%.

Lo strumento agevolativo Smart&Start di Invitalia per le startup innovative

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Data la particolare fase di stagnazione economica che stiamo attraversando, è opportuno essere aggiornati rispetto a quelli che sono gli strumenti agevolativi posti in essere dal nostro Governo, al fine di limitare, per quanto possibile, i danni che questa peculiare fase storica sta arrecando al nostro tessuto economico. A tal riguardo, tra le agevolazioni esistenti a livello nazionale, figura, tra gli altri, il programma Smart&Start Italia edizione 2020 gestito da Invitalia che ricordiamo essere l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia (MEF), con l’obiettivo di stimolare la crescita economica e gestire gli incentivi fiscali per nuove imprese e startup innovative. Leggi Tutto

Il bando Digital Transformation del Mise per la trasformazione digitale e tecnologica delle PMI

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Considerando il particolare periodo di crisi economica che stiamo attraversando, è opportuno essere aggiornati rispetto a quelle che sono le agevolazioni economiche, poste in essere dal nostro Governo, per le piccole e medie imprese italiane (PMI), al fine di fronteggiare questa peculiare fase storica. A tal proposito, tra gli incentivi che sono stati disposti dal Ministero dello sviluppo economico (Mise) figura il bando di Digital Transformation, che comprende un insieme di agevolazioni a sostegno della trasformazione digitale e tecnologica dei processi produttivi delle micro, piccole e medie imprese. Leggi Tutto

Dal programma europeo SURE per l’Italia altri 6.5 miliardi a sostegno dell’occupazione

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Nel pieno delle trattative economiche legate al Recovery Fund, i cui negoziati sembrano, al momento, aver subito una battuta d’arresto a causa del veto posto da Ungheria e Polonia, la Commissione europea ha erogato il 17 novembre 14 miliardi di euro a 9 Stati membri, a seguito della seconda emissione di obbligazioni all’interno del programma comunitario SURE. Il programma in questione è il principale strumento finanziario varato dalla Commissione a tutela dei cittadini comunitari per rispondere repentinamente alle sfide socioeconomiche poste in essere dalla pandemia da Covid-19. Tra gli stati beneficiari di questa “cassaintegrazione europea”, figura, tra gli altri, anche l’Italia, a cui è stato destinato in quest’ultima manovra finanziaria l’ammontare di fondi più cospicuo, pari a 6.5 miliari di euro. Leggi Tutto

I finanziamenti europei: il punto sul bando di gara Green Deal europeo

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All’interno della politica comunitaria del Green Deal europeo, che ricordiamo essere un insieme di politiche attive portate avanti dalla Commissione europea e fortemente volute dall’attuale Presidente di Commissione, Ursula von der Leyen, con l’obiettivo di rendere l’Europa il primo continente ad impatto climatico zero entro il 2050, si inserisce il nuovo consistente piano dei finanziamenti europei: il bando di gara del “Green Deal europeo”. Il bando gara in questione è un’opportunità non indifferente per tutti quegli imprenditori che non hanno possibilità di attendere i fondi europei del Recovery Fund, o meglio, del Next Generation EU, di cui una prima parte (si parla del 10% circa) verrà erogata probabilmente entro la primavera del 2021. Leggi Tutto

Piano di Transizione 4.0: il Credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design

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Alla luce delle stringenti misure di contenimento decise dal nostro Governo per far fronte a questa seconda ondata da Covid-19, il tessuto economico italiano, composto prevalentemente da piccole e medie imprese (PMI), sta affrontando una fase di stagnazione senza precedenti. Al fine di mitigare, per quanto possibile, il profondo impatto che le nuove misure arrecano sull’economia del  Paese, è doveroso ricordare anche quegli incentivi fiscali messi a disposizione dall’esecutivo a supporto delle PMI italiane. Leggi Tutto

Domitilla Palumbo
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