Ispettori OSCE per le elezioni USA, ridotto il numero degli osservatori

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L’OSCE, ovvero la più grande organizzazione di sicurezza europea con base a Vienna, ha affermato venerdì di aver ridotto drasticamente i piani che aveva inizialmente, ovvero di inviare un numero cospicuo di osservatori negli States col compito di monitorare le elezioni presidenziali americane del 3 novembre, col risultato di impiegarne solo 30 a causa dell’emergenza sanitaria legata al corona virus.

E’ da mesi che l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea sta preparando l’attività di monitoraggio in vista del 3 novembre; in termini di sicurezza, sulla scia di alcune problematiche legate al voto l’OSCE ritiene che queste saranno le elezioni più “impegnative” da quando ha iniziato la sua attività in America nel 2002, nonostante il lavoro svolto in aree ben più strategiche, come la Bielorussia o il Kirghizistan.

Le particolari attenzioni rivolte da Vienna alle elezioni del 3 novembre riguardano per lo più la previsione che negli Stati Uniti, per via della pandemia, si implementi il voto per corrispondenza; una situazione auspicabile vista la crisi sanitaria e le recenti statistiche sul contagio, ma tuttavia l’Unione Europea sembra volersi muovere per chiarire ogni possibile dubbio sull’esito delle elezioni, visti le recenti dichiarazioni del Presidente Trump riguardo l’ipotesi brogli elettorali.

Come anticipato i piani dell’OSCE prevedevano inizialmente il coinvolgimento sul suolo americano di 100 osservatori a lungo termine più altri 400 per un breve periodo, un totale di 500 analisti impiegati dall’UE per monitorare delle elezioni i cui temi, tempi e questioni rendono quest’ultima una delle più cruciali degli ultimi decenni, anche nell’interesse di Bruxelles. Ciononostante Vienna ha dovuto riformulare i propri mezzi per via di una situazione di forza maggiore (come detto pandemia e conseguenti restrizioni sui viaggi), ed ha quindi deliberato la scorsa settimana il vertiginoso calo di impiego fino a 30 osservatori; per dare un’idea della situazione a cui deve far fronte Vienna, l’OSCE gli scorsi anni aveva deliberato l’impiego di 400 analisti per le presidenziali del 2016, e 49 per le elezioni del mandato intermedio del 2018.

Improvvisamente, quello che sarebbe dovuto essere il più grande sforzo di monitoraggio elettorale degli Stati Uniti in sede europea è diventato uno dei più piccoli. “Anche se avevamo programmato di inviare una vera e propria missione di osservazione elettorale, i timori per la sicurezza e le continue restrizioni di viaggio causate dalla pandemia COVID-19 stanno creando sfide”, ha riferito la portavoce dell’OSCE Katya Andrusz. I 30 dovrebbero dirigersi negli Stati Uniti all’inizio del mese prossimo e rimarranno fino al 3 novembre, ha detto, aggiungendo che nessuno degli osservatori proviene dalla Russia, seppur questa è membro dell’Organizzazione.

Normalmente l’Organizzazione comincia la propria attività sul suolo anche a distanza di mesi dall’elezione, inviando una delegazione più contenuta per fare una “valutazione sulle esigenze”; in questo caso però l’OSCE ha dovuto condurre questa fase iniziale a distanza, sempre per via della pandemia. Esistono degli aspetti che Vienna, seppur coscienziosa di non trattare un’area propriamente di ‘crisi’, ha rilevato come poco trasparenti, a partire dal sistema del collegio elettorale americano, il quale a sua detta non prevedrebbe una vera uguaglianza di voto.

In seconda battuta sul fronte interno americano non tutti gli Stati consentono l’accesso delle delegazioni estere per monitorare lo svolgimento delle elezioni; negli States solo la California, il New Mexico, il Missouri e Washington DC aprono all’attività di monitoraggio internazionale, mentre altri ancora delegano la decisione a livello locale. Su questo punto anche i media nazionali hanno favorito l’accesso a questo tipo di attività, ad esempio nel mese scorso il Boston Globe aveva scritto nel proprio editoriale: “Gli Stati Uniti si pubblicizzano come il modello democratico che le nazioni di tutto il mondo dovrebbero emulare. Ma se l’America vuole davvero essere l’esempio della democrazia, allora dovrebbe dimostrare che le sue elezioni sono, in effetti, libere ed eque, e lasciare che il mondo guardi “.

In un rapporto di luglio sulle elezioni americane l’OSCE aveva affermato, prima che l’organizzazione rivedesse il proprio piano, che i 400 osservatori a breve termine avrebbero incluso alcuni con il compito di monitorare esclusivamente la copertura dei media nel mese pre-elezioni; tuttavia con la riformulazione di venerdì non è stato precisato se con il taglio venga garantito lo stesso questo tipo di attività, fondamentale all’interno di un contesto così polarizzato che gli Stati Uniti fino a poco tempo fa non sembravano conoscere.

Bookreporter Settembre

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