Era il 14 maggio scorso quando, le forze filo-turche e filo-Serraj esibirono come un trofeo i mezzi russi sequestrati alle forze di Haftar, a seguito delle avanzate territoriali del GNA in Tripolitania.
Nonostante il ritrovamento, né da Mosca né da Bengasi giunsero conferme circa la presenza di velivoli russi in Libia.
Tuttavia, pochi giorni fa, il Comando africano degli Stati Uniti (AFRICOM) ha pubblicato foto di aerei russi presso la base di al-Jufra, inviati a sostegno delle forze di Haftar.
Le foto, pubblicate il 18 giugno, mostrano un aereo da attacco (Su-24) ed un altro da combattimento (MiG-29), attivi presso la base di al-Jufra, attualmente posta sotto il controllo dell’LNA e che vede altresì la presenza di forze emiratine.
Una terza immagine, mostra invece un sistema radar mobile di allerta precoce, noto come Spoon Rest, fabbricato in Russia e progettato per fornire supporto nel corso delle operazioni miliari.
Il direttore operativo di AFRICOM, il generale Bradford Gering, ha dichiarato che la presenza russa in Libia alimenta ulteriormente la violenza ed il perdurare delle ostilità, mettendo a rischio il raggiungimento di una soluzione politica al conflitto. Si teme, in particolare, che i velivoli siano pilotati da mercenari appartenenti a compagnie miliari private, le quali non rispetterebbero le norme di Diritto Internazionale vigenti in materia.
In particolare, secondo il generale statunitense, proprio come accaduto in Siria, Mosca si sta espandendo militarmente in Africa, impiegando i mercenari della Compagnia Wagner per nascondere la propria partecipazione diretta nel conflitto. Tutto ciò, avverte il generale, avviene a spese dell’innocente popolazione civile.
L’ex direttore dell’intelligence di AFRICOM, il generale Gregory Hadfield, ha dichiarato che la fornitura russa non sarebbe intesa a far sedere Khalifa Haftar al tavolo dei vincitori, bensì sarebbe funzionale allo sviluppo di roccaforti russe in Libia, così da aumentare la presenza militare di Mosca nel Nord del Continente Africano.
Già alla fine di maggio il Comando USA aveva dichiarato che 14 MiG-29 e numerosi Su-24 erano giunti nella base libica di al-Jufra, dopo aver prima volato dalla Russia alla Siria. In questa occasione, il portavoce dell’LNA, Ahmed al-Mismari, negò quanto dichiarato da AFRICOM, affermando che fossero “bugie e dicerie dei media”. Non da ultimo, un membro del Parlamento russo, in quella occasione, riferì che Mosca non aveva inviato alcun “hardware militare” in Libia, e che la Camera alta del Parlamento non aveva ricevuto alcuna richiesta relativa all’approvazione di una tale spedizione. Simili affermazioni giunsero anche da Vladimir Dzabarov, primo Vicepresidente della Commissione per gli Affari Esteri del Consiglio della Federazione Russa, e da Andrei Krasov, Vicecapo del Comitato di Difesa della Duma, il quale ha definito le accuse statunitensi prefabbricate e fuorvianti.
Ad oggi, tuttavia, c’è da dire che non si è ancora verificato un attacco aereo propriamente imputabile a Mosca sul suolo libico, né vi sarebbero prove concrete che dimostrino l’appartenenza dei velivoli documentati da AFRICOM alle forze aeree russe.