Dopo il COVID19 ripartiamo con una economia etica

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Intervistiamo il dottor Tullio Chiminazzo – Fondatore Movimento mondiale delle Scuole “Etica ed Economia” per parlare delle proposte del movimento per una ripartenza economica, nazionale e mondiale, su basi diverse. La proposta del movimento si basa su due percorsi che potrebbero cambiare le prospettive dell’umanità.


Ecco i due percorsi che propone il movimento “Etica e Economia”

1. Adottare la nuova disciplina “Etica ed Economia” che prevede di mettere al primo posto l’aspetto Qualitativo rispetto a quello Quantitativo. Il centro delle attività economiche diventa la Persona, parte della Comunità, e la Natura per arrivare, attraverso la solidarietà d’impresa, alla nuova
consapevolezza Sociale, Economica e Ambientale.

2. Adottare la ridistribuzione dei mezzi di produzione (anziché la ridistribuzione dei redditi) attraverso la concessione di sussidi/contributi (helicopter money) dello Stato direttamente alle persone che si assumono l’onere (la responsabilità sociale) di fare impresa, utilizzando un metodo
che innesca un nuovo meccanismo fiduciario tra lo Stato e i suoi cittadini (garanzia dello Stato sui finanziamenti, anche di quelli dei privati/famiglie/imprese/stakeholder, verso le imprese) e, contestualmente, si dà avvio al riequilibrio tra il debito pubblico e il debito/risparmio complessivo dell’Italia.

Gli obiettivi

– Si potranno creare le condizioni per il passaggio dalla società dei consumi, dove la retribuzione per il lavoro è diventata “strumento per consumare”, alla società “partecipativa” del Prof. Pier Luigi Zampetti (29.3.1927 – 1.11.2003). La proprietà, oggi troppo accentrata nelle mani di pochi, sarà diretta conseguenza del Lavoro che avrà il primato sul capitale. I mezzi di produzione andranno ai lavoratori che si orientano all’impresa affinché tutti ritrovino una loro più appropriata dimensione personale: “gli esseri umani nascono imprenditori, non ricercatori di lavoro”, Prof. Yunus.
– Le imprese diventeranno luoghi di “scambio di capacità imprenditoriali” e di rilevante “responsabilità sociale”.

Il Metodo

– Lo Stato, anziché distribuire direttamente i contributi, presta garanzie bancarie agli Istituti che concedono i finanziamenti alle imprese.
– Stabilita l’entità dei contributi (helicopter money), gli operatori economici iscriveranno a bilancio un credito verso lo Stato, di importo corrispondente, per imposte anticipate mentre, la contropartita contabile sarà costituita da patrimonio/capitale sociale.
Lo Stato presta garanzie e non incrementa il suo debito pubblico, avviando un processo fiduciario con i cittadini che, al momento di pagare le imposte, porteranno in detrazione, dalle medesime, il contributo ricevuto.

Se lo Stato dovesse garantire ulteriormente i prestiti diretti dei cittadini verso le imprese, avvierebbe un meccanismo virtuoso in grado di riequilibrare debito pubblico e debito complessivo (che comprende debiti/risparmi di famiglie e imprese), in modo da poter competere in Europa senza essere più considerati cittadini di un Paese con i “conti in disordine”.

Cosa fare ancora

– Dedicare maggior attenzione al mondo giovanile, promuovendo luoghi di incontro e di dibattito per ragazzi e giovani dai 13 ai 18 anni. Vanno coinvolti gli istituti scolastici di ogni genere e grado, per quello specifico intervallo di età, creando un ponte naturale e sinergico tra la scuola, le imprese e le professioni.
– Diffondere Fondazioni nelle quali imprenditori e benefattori/filantropi/magnati mettono a disposizione risorse economiche e culturali per creare nuovi “incubatori d’impresa” e per gestire imprese sociali del “modello Yunus” e imprese Benefit.
– Utilizzare il metodo di aiuto diretto alle imprese (helicopter money) anche nei Paesi in via di sviluppo, direttamente da parte delle organizzazioni internazionali dedite agli aiuti per lo sviluppo compatibile.

Bookreporter Settembre

1 Comment

  1. Molto interessante e chiara la presentazione ;condivido le tue proposte ma difficilmente applicabili.

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