Macron a Roma: una nuova fase delle relazioni italo-francesi

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Italia e Francia provano a lasciare alle spalle la crisi diplomatica che ha caratterizzato gli ultimi mesi aprendo una collaborazione al massimo livello di trasparenza. Il 18 settembre la visita a Roma del Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron è stata, infatti, un forte segnale di disgelo delle relazioni reciproche, basti pensare che l’ultima visita istituzionale del Presidente francese risaliva al gennaio del 2018 ed al governo Gentiloni, mentre l’ultimo vertice governativo bilaterale – normalmente con cadenza annuale- risaliva al settembre 2017. L’ultima occasione in cui questo vertice era saltato risaliva al 1995, anno in cui l’Italia votò una risoluzione delle Nazioni Unite contro la ripresa dei test nucleari francesi a Mururoa, nell’Oceano Pacifico. Durante il primo governo Conte è stato il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, a tenere aperto un canale di dialogo e confronto con Parigi, riconoscendo l’importanza della relazione bilaterale. Lo scorso maggio, infatti, il Presidente della Repubblica era presente alle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci ad Amboise e, dal canto suo, il Presidente francese aveva concesso un’intervista televisiva in una rete italiana, al fine di mostrare il proprio interesse nei confronti dell’Italia e degli italiani, seppur mediante un canale non istituzionale. Negli ultimi anni le relazioni italo-francesi sono state condizionate sia dalle elezioni politiche del 2018 che da quelle europee del 2019, entrambe caratterizzate dalla contrapposizione tra forze sovraniste ed europeiste. L’apertura della crisi nelle relazioni italo-francesi è avvenuta in seguito a divergenze relative a dossier strutturali su questioni sia industriali che diplomatiche, nonché per una serie di frizioni su temi d’ attualità. L’apice della crisi è stato raggiunto con il richiamo dell’ambasciatore francese a Roma Christian Masset e durante il primo governo Conte si sono susseguite varie critiche alla Francia ed al suo Presidente. Quest’ultimo, in quanto leader apertamente europeista, viene considerato come l’emblema dell’establishment europeo, elemento nuovo poichè bisogna risalire agli anni 70 ed a Valery Giscard d’Estaing per trovare un altro candidato all’Eliseo pronto ad utilizzare l’argomento dell’integrazione europea per riscuotere consensi. In questo quadro delle relazioni tra i due Paesi fondatori dell’UE si inserisce la fondamentale questione della gestione dei flussi migratori, che ha generato in Italia forti risentimenti nei confronti di Macron, proprio perché considerato come l’emblema dell’establishment europeo. Tuttavia, il nuovo governo italiano, il Contebis con le sue nuove dichiarazioni programmatiche ed il cambio di maggioranza politica in Parlamento, sembra aver dato avvio al ritorno di un europeismo istituzionale in Italia. Tendenza anticipata dall’elezione di David Sassoli alla Presidenza del Parlamento europeo e confermata dalla designazione di Paolo Gentiloni come Commissario europeo per gli affari economici. Questo rinnovato impegno europeista ha determinato la necessità di rilanciare i rapporti bilaterali tra Italia e Francia, a cominciare dalla gestione del dossier migranti e dalla questione libica. Gentiloni agli affari economici e la francese Sylvie Goulard al mercato interno e difesa: sembra un buon presupposto per far valere la rinnovata relazione-italo francese a livello europeo.

Così, il 18 settembre, Giuseppe Conte ed Emmanuel Macron – che teneva ad essere il primo leader europeo ad incontrare il Presidente del Consiglio dopo la formazione del nuovo governo- hanno discusso del prossimo vertice congiunto, della questione migranti e dell’eventuale firma di un Trattato tra i due Paesi, sul modello di quello stipulato da Francia e Germania. Con riguardo al dossier migranti si è discusso del prossimo vertice di Malta, dove si potrebbero raggiungere buoni risultati relativamente ai meccanismi di distribuzione di profughi e richiedenti asilo. Macron continua a sostenere l’esclusione dal meccanismo europeo dei migranti economici e la penalizzazione finanziaria nei confronti dei Paesi che non accolgono. Dal canto suo, Conte ha insistito per giungere ad un piano strutturale per la distribuzione automatica dei migranti, trovando così il sostegno del Presidente francese. “Se sono qui oggi è per indicare insieme la necessità di lavorare in modo congiunto per il progetto europeo, l’amicizia fra la Francia e l’Italia è indistruttibile” ha dichiarato Macron, ribadendo poi che la soluzione per i fenomeni migratori deve essere raggiunta in sede europea “mettendo insieme umanità e solidarietà” ed affermando che la Francia è pronta a cambiare le norme di Dublino. Particolare attenzione alla Libia e, non a caso, nella mattinata antecedente il vertice italo-francese Conte aveva tenuto un altro vertice con il Presidente libico riconosciuto Fayez al Serraj. A quest’ultimo è stato ribadito il sostegno italiano oltre all’invito di continuare ad essere parte attiva nell’ambito di un processo di riconciliazione virtuoso e pacifico e di contrastare le frange estremiste presenti nelle milizie libiche. Riguardo all’impegno di Roma e Parigi in merito alla soluzione del conflitto libico Conte ha dichiarato che i due Paesi cominceranno a lavorare in modo congiunto già a partire dall’Assemblea dell’Onu. Prima della cena istituzionale a Palazzo Chigi, Macron ha fatto visita di cortesia al Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, garante delle relazioni diplomatiche nella precedente fase.

Il prossimo vertice bilaterale italo-francese si svolgerà all’inizio del 2020. Archiviata la crisi diplomatica si passa, così, all’apertura ed alla messa in atto di numerose questioni che vedono Italia e Francia in prima linea.

Bookreporter Settembre

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