Unione Europea tra difesa e pace: 13 miliardi per il Fondo europeo di Difesa

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Il 12 giugno 2018 la Commissione ha adottato l’ultima serie di proposte legislative per i programmi che saranno finanziati dal prossimo bilancio dell’UE dal 2021 al 2027 ed ha proposto di triplicare i finanziamenti per la migrazione e la gestione delle frontiere.

In generale, sulla base di quanto accaduto in passato, la Commissione sta ora proponendo di incrementare significativamente i finanziamenti a livello generale, con 10,4 miliardi di euro per la migrazione, 9,3 miliardi di euro per la gestione delle frontiere, 2,5 miliardi per la sicurezza interna e 1,2 miliardi per la disattivazione più sicura delle attività nucleari in alcuni Stati membri, raggiungendo oltre 23 miliardi di euro complessivi. Inoltre, il sostegno alle agenzie dell’UE in materia di sicurezza, gestione delle frontiere e migrazione aumenterà da 4,2 a 14 miliardi di euro.

La proposta della Commissione è una risposta alle crescenti sfide migratorie, di mobilità e di sicurezza, con strumenti di finanziamento più flessibili per affrontare eventi migratori imprevisti e la protezione delle frontiere, al centro del nuovo bilancio. Il nuovo fondo di frontiera aiuterà inoltre gli Stati membri ad effettuare controlli doganali, si concentrerà su un maggiore sostegno agli Stati membri nel garantire le frontiere esterne dell’UE, garantendo una politica comune in materia di visti dell’Unione che si adegui alle sfide della sicurezza legate alla migrazione e alle nuove opportunità offerte dagli sviluppi tecnologici.

Ponendosi al di fuori del bilancio europeo 2021-2027, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini ha proposto, con il sostegno della Commissione, un nuovo Fondo europeo per la pace che prevede 10,5 miliardi di euro e che vuole contribuire a migliorare la capacità dell’Unione europea per prevenire i conflitti, garantire la pace e la sicurezza internazionale, considerando i meccanismi fuori bilancio già esistenti destinati alla sicurezza e alla difesa, al fine di superare i problemi attuali e le varie limitazioni in materia.

Inoltre, la Commissione ha previsto la creazione di un Fondo europeo per la Difesa (Edf): con circa 13 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, si vuole promuovere l’utilizzo di nuove tecnologie ed attrezzature avanzate ed interoperabili, così da aumentare la competitività del settore e promuovere la cooperazione tra gli Stati membri. In particolare, il Fondo prevede 4,1 miliardi per finanziare i progetti di ricerca e 8,9 miliardi per finanziare i prototipi e realizzare le attività dei collaudi. Dopo il G7 in Quebec e prima del vertice NATO, l’11 e 12 luglio a Bruxelles, che potrebbe segnare un’altra tappa importante nel rapporto tra Stati Uniti ed Europa, l’affermazione di tale Fondo ha un forte significato simbolico. Il Fondo potrebbe infatti contribuire alla creazione di una strategia dell’Unione Europa, trasformandola in un attore autonomo con una propria politica di difesa e sicurezza. La Mogherini ha affermato che l’Unione europea ha previsto delle misure in materia di sicurezza e difesa che prima erano impensabili, mentre attualmente si può investire nella ricerca e nella cooperazione per sviluppare una capacità di difesa, adottando delle misure che facilitino il movimento delle forze degli Stati membri in Europa. L’obiettivo è coordinare e amplificare gli investimenti realizzati a livello nazionale, senza sostituire gli Stati membri in un settore in cui la sovranità rimane fondamentale; è comunque fuori discussione vedere l’Unione dotarsi di capacità militari.

Queste iniziative sono dovute anche alla cooperazione decisa dagli Stati membri UE nel campo della difesa comune con la PeSCo, la cooperazione strutturata permanente, le cui iniziative godono di finanziamenti, circa il 10%, da parte del Fondo; in particolare, l’Italia partecipa a quattro progetti (sorveglianza marittima e blindati leggeri). La cooperazione strutturata permanente nel settore della politica di sicurezza e di difesa, istituita con una decisione del Consiglio dell’11 dicembre 2017, prevede la possibilità di una collaborazione più stretta tra alcuni Stati membri dell’UE nel settore della sicurezza e della difesa

Gli Stati membri possono sviluppare congiuntamente le capacità di difesa, investire in progetti comuni ed accrescere il contributo a livello operativo delle rispettive forze armate.

Il Fondo previsto dalla Commissione europea, ma anche quello proposto dalla Mogherini, sottolineano la necessità di sviluppare una politica di difesa comune europea, che rispetti la sovranità statale ma allo stesso tempo che possa consentire lo sviluppo di un’Unione europea politica che vada a salvaguardare pace e sicurezza. Si vuole aumentare l’efficacia dei finanziamenti a favore delle operazioni militari per la politica di sicurezza e di difesa comune, al fine di agevolare il contributo dell’Unione alle operazioni di pace condotte dai suoi partner, considerando sia le spese previste dal bilancio 2021-2027, sia quelle esterne per la pace.

Bookreporter Settembre

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