Il 3 ottobre è la giornata per le vittime dell’immigrazione, in ricordo di quel 3 ottobre 2013 in cui, a causa di un naufragio al largo delle coste di Lampedusa, persero la vita 368 persone, alcune delle quali sono tutt’ora disperse. Questa fu una delle più gravi tragedie avvenuta nel Mediterraneo. In occasione di questa giornata la Croce Rossa Italiana ha pubblicato un video, chiamato “Pioggia d’Agosto”, che raccoglie le testimonianze di alcuni volontari della CRI nella regione Sicilia.
Il video insiste sul lato umano di questa “migrazione disordinata”, come la definisce uno dei volontari. Il fenomeno migratorio perde infatti quei connotati di impersonalità e distanza se lo si vive in prima persona, assistendo i migranti e cercando di fornire loro servizi fondamentali come vitto, alloggio, alfabetizzazione, vestiti, tutela del diritto alla famiglia, solo alcuni dei campi in cui la Croce Rossa Italiana è attiva nei centri di accoglienza, porti e safe points italiani. Per i volontari del CRI non è più possibile dare una definizione di migrante; ciò che loro vedono e vivono sono storie di uomini che soffrono a causa di altri uomini, e che per scappare da questa sofferenza trovano spesso la morte in mare.
In occasione di questa giornata di ricordo, la Croce Rossa Italiana ha emesso anche un comunicato stampa, nel quale, oltre a rimandare al video, in cui si ricordano i punti fondamentali dell’organizzazione. Secondo le parole del Presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rosi, è necessaria una maggiore partecipazione dell’Unione Europea dato che il 90% dei migranti che sbarcano in Italia non sono intenzionati a rimanervi.
Inoltre l’Italia si pone ancora a porte chiuse e con un piano di ricollocamento fallimentare, che ha toccato fino ad ora solo tremila dei trentamila rifugiati previsti. Le vie d’azione su cui l’Europa deve lavorare per il Presidente della CRI sono chiare: vie più sicure e legali per entrare in Europa e un’azione concreta che attacchi le cause dell’emigrazione. Ciò che l’Europa ha promosso fino ad ora invece è bloccare i migranti al di là del mare, come in Libia, in cambio di sovvenzioni e accordi monetari; una politica insomma che sembra più dilazionare e spostare il centro del problema che risolverlo.