Nel 60° anniversario l’ Europa riparte da Roma

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Il 25 marzo del 1957 sei paesi appena usciti da una guerra sanguinosa si sono impegnati a costruire una unità europea tesa allo sviluppo economico e sociale di un continente.

Dopo sessanta anni nella stessa sala degli Orazi e Curiazi del Campidoglio di Roma si sono riuniti i 27 leader europei per firmare una nuova dichiarazione di intenti, un documento programmatico per i prossimi dieci anni.

20130319_9186“È stato un viaggio di conquiste. Un viaggio di speranze realizzate e di speranze ancora da esaudire”, ha esordito il presidente del Consiglio Italiano Gentiloni “Alla fine della seconda guerra mondiale, l’Europa era ridotta a un cumulo di macerie. Milioni di europei morti. Milioni di europei rifugiati o senza casa. Un continente che poteva contare su almeno 2500 anni di storia, ritornato di colpo all’anno zero”, ha detto. “Prima ancora che la guerra finisse, reclusi in una piccola isola del Mediterraneo, due uomini, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, assieme ad altri, sognavano un futuro diverso. Un futuro senza guerre. Un futuro prospero. Un futuro di pace”.

Quella che si legge tra le righe della dichiarazione presentata e firmata è una Europa dei cittadini, che devono diventare centrali nella politica unitaria.

Sono cinque i punti fondamentali della dichiarazione, aree di cooperazione che devono essere sviluppate e coltivate necessariamente e prioritariamente.

DIFESA COMUNE

Nei trattati di Roma emerge fortemente la volontà di realizzare un programma di difesa comune, il mutato quadro geopolitico internazionale lo impone, sia per le molte sfide internazionali sia per la difesa dei confini europei.

Il programma di difesa comune comprende la realizzazione di un fondo comune per investimenti e acquisto di armamenti oltre a un modello di comando integrato delle forze armate nazionali dedicate alla difesa europea.

Questo modello non sarà sostitutivo alla NATO ma complementare a quanto già in campo per l’alleanza atlantica, una risposta alle sollecitazioni del presidente Trump rispetto alla richiesta di un impegno economico maggiore al suo sostegno.

BILANCIO

Anche il modello di bilancio della comunità ha necessità di una revisione, nella struttura ma anche per poter coprire le mancate entrate causata dalla Brexit a partire dal 2020.

DIRITTI SOCIALI

Il nuovo trattato di Roma vuole mettere al centro i cittadini e i temi dei diritti sociali con l’obiettivo di realizzare nuovi modelli di welfare sostenibile a livello europeo che comprenda nuovi ammortizzatori sociali e interventi di reddito di cittadinanza.

GLOBALIZZAZIONE

Il quinto documento della dichiarazione è dedicato alla globalizzazione che deve essere affrontata con nuove regole di governance, nuove norme per il commercio internazionale che possano dare risposte concrete alle spinte protezionistiche dei vari paesi membri.

Un documento di programma che include delle linee chiare e condivise con obiettivi decennali che permettano di affrontare le numero se sfide come il terrorismo, i conflitti regionali, le crisi migratorie, il protezionismo e le diseguaglianze economiche e sociali.

Il messaggio più forte lanciato in questa giornata di rinnovo dei trattati è sicuramente la richiesta di unità, a maggior ragione dopo l’uscita della Gran Bretagna che ha provocato un terremoto identitario per la comunità europea e stimolato spinte sovraniste e populiste in ogni paese.

Pur non parlando mai di una Europa a due velocità è stata descritta una nuova Comunità Europea che indica una strada unica per tutti che però potrà essere percorsa con differente intensità.

Photo Credit: Immagini messe a disposizione con licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT da MAE

Bookreporter Settembre

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