Deal! L’accordo sulle relazioni future tra Regno Unito e Unione europea

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Dopo quasi un anno di negoziati, scadenze disattese e posticipate, alla Vigilia di Natale, l’accordo sui futuri rapporti tra Regno Unito ed Unione europea è finalmente arrivato.  L’accordo garantirà alle due parti la possibilità di continuare a scambiare le merci senza l’imposizione di dazi e quote, nonché di proseguire la cooperazione su questioni di polizia e sicurezza, cambiamento climatico, energia e trasporti. Si tratta del più grande accordo commerciale bilaterale firmato da entrambe le parti, nonché dell’ultima intesa necessaria al completamento di una Brexit “ordinata” ed entrerà in vigore il 1° gennaio 2021, quando il Regno Unito concluderà l’uscita dall’Unione Europea, dando fine al processo iniziato con il referendum del 23 giugno 2016. Tuttavia, l’accordo pone altresì fine alla libera circolazione tra le due parti oltre a determinare l’uscita britannica da molti programmi europei, tra cui il programma di studio Erasmus+. Un Brexit Deal che evita il peggio, cioè l’uscita del Regno Unito senza accordo, ma crea pur sempre due mercati separati, per quanto interconnessi.

Il raggiungimento dell’accordo

Il 24 dicembre, quando ormai l’hard Brexit-vale a dire l’uscita del Regno Unito dall’UE senza un accordo-sembrava essere vicina, l’Unione Europea e il Regno Unito hanno trovato un compromesso sull’accordo relativo alle relazioni future che entrerà in vigore il 1° gennaio 2021, quando il Regno Unito concluderà le fasi del recesso dall’Unione Europea. L’accordo sulle relazioni future rappresenta l’ultimo passo per completare una Brexit “ordinata”, dopo l’intesa sul recesso raggiunta nell’ottobre 2019 ed entrata in vigore lo scorso 1° febbraio.

L’accordo permetterà alle due parti di continuare a scambiare merci senza l’imposizione di dazi – quindi non si dovrà pagare quando le merci attraverseranno i rispettivi confini – né di quote – cioè non vi saranno limiti sulle quantità di beni commerciati – inoltre consentirà di proseguire la cooperazione già esistente in alcuni settori come polizia e sicurezza, cambiamento climatico, energia e trasporti. L’intesa offrirà, inoltre, alle aziende britanniche ed europee un accesso preferenziale al mercato della controparte rispetto alle regole minime stabilite dall’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Michel Barnier, Capo negoziatore della Commissione europea per la Brexit, ha dichiarato: “Siamo giunti al termine di quattro anni molto intensi, in particolare per quanto riguarda gli ultimi nove mesi durante i quali abbiamo negoziato il recesso ordinato del Regno Unito dall’UE e un partenariato completamente nuovo, che abbiamo finalmente concordato oggi. La protezione dei nostri interessi è stata la nostra preoccupazione principale durante tutti questi negoziati e sono lieto di quanto abbiamo conseguito. Spetta ora al Parlamento europeo e al Consiglio pronunciarsi su questo accordo”. “Deal is done”, l’accordo è fatto: così Boris Johnson, dal canto suo, ha confermato l’intesa raggiunta con l’Ue sul dopo Brexit sul suo account Twitter.

Le questioni più discusse

Le trattative tra Unione europea e Regno Unito sono durate circa otto mesi: sono state ostacolate dalla pandemia da Covid-19 – entrambi i capi negoziatori sono stati contagiati in primavera – e rese particolarmente complesse dall’ampia distanza tra le posizioni delle due parti su alcune questioni cruciali. Nel dettaglio, le principali questioni sul tavolo dei negoziati sono state il cosiddetto level playing field, vale a dire le regole per impedire che nel medio-lungo termine le aziende britanniche possano fare concorrenza sleale a quelle europee, il meccanismo di risoluzione per eventuali controversie e l’accesso dei pescatori europei alle acque britanniche.

Quanto all’ultimo punto – una questione di ridotta importanza economica ma di grande valore simbolico e politico sia per il Regno Unito che per alcuni Stati membri dell’UE come Francia, Danimarca e Paesi Bassi – si è trovato un accordo che prevede, nei prossimi cinque anni e mezzo, una riduzione del 25% del pesce pescato dalle imbarcazioni europee in acque britanniche. Il Regno Unito aveva inizialmente chiesto una riduzione di gran lunga maggiore (tra il 60 e l’80%) e in tempi più rapidi (tre anni) ma ha dovuto ridimensionare le sue pretese per il raggiungimento di un’intesa. Secondo l’associazione di categoria dei pescatori britannici, nel periodo di transizione che durerà fino al 2026, la quota di pesce pescato dalle imbarcazioni europee dovrà essere ridotta del 15% nel primo anno e poi per 2,5 % ogni anno successivo fino ad arrivare al 25 % nel 2025.

Sul cosiddetto level playing field Regno Unito e Unione europea hanno concordato un livello minimo di standard ambientale, sociale e sui diritti dei lavoratori da rispettare. L’accordo prevede la possibilità di intervenire nel caso in cui una delle due parti ritenga che l’altra stia praticando concorrenza sleale. Di qui la terza questione cruciale, il punto più importante che è stato oggetto di contesa negli ultimi mesi, vale a dire la governance dell’accordo e dunque il meccanismo di risoluzione per eventuali controversie: ai sensi del compromesso raggiunto le misure adottate per ristabilire la giusta concorrenza saranno valutate in un arbitrato entro 30 giorni dalla loro approvazione, con eventuali compensazioni nel caso in cui le misure venissero giudicate eccessive o ingiuste.

La fine della libera circolazione e del programma Erasmus +

L’aver raggiunto un’intesa sulle relazioni future tra Regno Unito ed Unione europea non significa che i cittadini britannici ed europei potranno agire come prima. Per quanto riguarda la libertà di movimento, i cittadini britannici non potranno più lavorare, studiare, iniziare un’attività o vivere negli Stati membri dell’Unione Europea liberamente e dovranno richiedere visti per soggiorni superiori ai 90 giorni. L’accordo stabilisce altresì la fine della libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea nel Regno Unito, punto indicato dal governo britannico come uno dei vantaggi della Brexit.

Il governo britannico, inoltre, non parteciperà più al programma di studio Erasmus+. A tal proposito il Primo Ministro Johnson ha dichiarato che il programma verrà sostituito con un altro, chiamato “Turing Scheme”, dal nome del matematico Alan Turing, il quale consentirà agli studenti del Regno Unito di studiare nelle università europee e nelle «migliori università del mondo». Il Regno Unito uscirà inoltre da molti altri programmi europei, come Galileo, il sistema di satelliti europeo che permette una maggiore precisione nell’utilizzo della tecnologia GPS.

I prossimi step

Data la portata dell’accordo, il più grande accordo commerciale bilaterale firmato da entrambe le parti, nei prossimi mesi il testo sarà presumibilmente ancora oggetto di micro-negoziati per risolvere questioni lasciate aperte.

Quanto ai prossimi step, prima di produrre definitivamente effetti giuridici, l’accordo dovrà ora essere approvato da tutte le parti interessate per poi, salvo sorprese, dare avvio alla concretizzazione della Brexit.

Bookreporter Settembre

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