GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Rosario Valastro

I vertici della Croce Rossa Italiana all’Assemblea Generale della Nazioni Unite

AMERICHE di

Dal 23 al 29 settembre a New York parteciperanno all’Assemblea  Generale delle Nazioni Unite Francesco Rocca, in qualità di Presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC) e Rosario Valastro, Vicepresidente nazionale Croce Rossa Italiana. Tanti sono i temi sul tavolo: Il Global Compact, la prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili (come il diabete), la necessità di maggiori investimenti per contrastare le epidemie locali e migliorare la risposta alle catastrofi, le crisi umanitarie protratte nel tempo, l’aggravamento dell’epidemia da tubercolosi e infine i cambiamenti climatici.

Il Movimento della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa intende sensibilizzare i governi a impegnarsi per una migrazione sicura, organizzata e che garantisca i diritti umani. Per questo particolare attenzione sarà riservata al “Global Compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare affinché il documento sia adottato nella conferenza che si terrà a Marrakech il prossimo dicembre. Nel rapporto della International Federation of Red Cross and Red Crescent Societies (IFRC) intitolato “Il nuovo ordine murato. Come le barriere all’assistenza minima trasformano la migrazione in crisi umanitaria” vengono identificati i fattori che impediscono ai migranti vulnerabili di avere accesso all’aiuto di cui hanno bisogno. Tali fattori variano da quelli più evidenti – incluso il timore di essere perseguiti, arrestati o deportati – a quelli meno ovvi, che possono comprendere costi proibitivi, barriere culturali e linguistiche e la scarsa informazione in merito ai propri diritti. Lo scopo del report è quello di sottolineare che non è necessario maltrattare le persone per assicurare il controllo delle frontiere poiché ogni essere umano deve avere accesso ai servizi e all’assistenza umanitaria di base come un adeguata alimentazione, essenziali cure mediche e giusta informazione legale sui propri diritti. Gli incontri si svolgono in un periodo in cui  i governi stanno implementando leggi che criminalizzano l’assistenza umanitaria, comprese le operazioni di ricerca e salvataggio e l’assistenza di emergenza a migranti privi di documenti di identità. In questo momento occorre combattere l’idea che la prospettiva di ottenere una elementare assistenza o l’attività di ricerca e soccorso possano agire come incentivi per la migrazione poiché è semplicemente errato e  le persone prendono la decisione di migrare per ragioni molto più profonde di queste. Lo scopo di IFRC è quello di chiedere ai governi di assicurarsi che le loro leggi, politiche, procedure e pratiche nazionali siano conformi agli obblighi già esistenti in base alle leggi internazionali e vadano incontro alle necessità e ai bisogni di assistenza e protezione dei migranti. Nell’ambito di questo argomento verrà affrontato il tema delle cure specialistiche per i bambini migranti.

Altra questione importante sarà quella delle crisi umanitarie protratte nel tempo, come in Siria, Bangladesh, nella Repubblica Democratica del Congo, in America Latina e tutti gli altri Paesi e regioni in cui lo staff e i volontari della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa stanno fornendo assistenza.  Solo il conflitto armato siriano dura da sette anni e tutte le parti coinvolte nel conflitto hanno commesso impunemente crimini di guerra, altre gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e violazioni dei diritti umani. Per esempio, anche le forze governative e le forze loro alleate, comprese quelle russe, han­no compiuto attacchi indiscriminati e attacchi diretti contro la popolazione civile e obiettivi civili, effettuando bombardamenti aerei e lanci di artiglieria, anche con armi chimiche e di altro genere vietate dal diritto internazionale, provocando centinaia di morti e feriti. Inoltre, hanno mantenuto lunghi assedi su aree densamente popolate, limitando l’accesso di migliaia di civili agli aiuti umanitari e ai soccorsi medici. Questa situazione ha fatto si che non ci sono più posti “sicuri” per bambini e civili dato che vengono colpite  arbitrariamente scuole, ospedali o mercati. Recentemente moltissimi bambini, che hanno già subito traumi e sofferenze durante i precedenti attacchi nella Ghouta orientale, nell’area est di Aleppo e in altre zone, hanno cercato rifugio a Idlib, per trovarsi nuovamente esposti al rischio mortale di una escalation del conflitto. Secondo dati recenti, l’80% dei bambini siriani che sono all’interno del paese vive stati d’ansia, di preoccupazione o di forte stress, e questo dà l’idea dell’impatto delle continue violenze sui bambini. Gli stessi bambini che dovrebbero ricevere riparo e protezione nella provincia nord-occidentale di Idlib stanno invece subendo di nuovo attacchi aerei e violenze nel preludio della possibile offensiva. In questo e altre contesti suscita preoccupazione anche il fatto che operatori umanitari vengono presi di mira e rischiano la vita ogni giorno.

Ci sarà anche un focus sull’aggravamento dell’epidemia da tubercolosi, con riferimento a come combattere la malattia e il suo stigma. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) recentemente ha pubblicato il suo Rapporto Globale sulla Tubercolosi definito da Medici Senza Frontiere un quadro vergognoso sull’incapacità del mondo di affrontare la malattia infettiva più mortale, che pur essendo curabile uccide ogni anno oltre un milione e mezzo di persone. Il rapporto evidenzia infatti i deboli progressi fatti a livello internazionale sulla Tubercolosi, sottolineando che a un ritmo così lento i paesi non riusciranno a raggiungere gli obiettivi prefissati dalla strategia “End TB”. La preoccupazione è che i governi stiano affrontando la malattia infettiva più mortale al mondo con pericolosa mediocrità dato che è il settimo anno consecutivo che circa il 40% dei casi di Tubercolosi non viene diagnosticato. Stando al rapporto OMS, la Tubercolosi resta la malattia infettiva più mortale al mondo, con 1,6 milioni di decessi nel 2017 (rispetto a 1,7 milioni nel 2016) e 10 milioni di persone che hanno sviluppato la malattia nel 2017 (rispetto ai circa 10,4 milioni nel 2016). Particolarmente preoccupanti le forti lacune nella diagnosi e nel trattamento: nel 2017, il 64% dei casi di Tubercolosi è stato diagnosticato e rendicontato (rispetto al 61% nel 2016). Tra le persone affette da Tubercolosi resistente ai farmaci (DR-TB), il 25% delle persone diagnosticate è stato anche trattato (rispetto al 22% nel 2016).

Infine, si discuterà dei cambiamenti climatici, per concentrarsi di conseguenza sul rafforzamento della resilienza delle comunità. I cambiamenti climatici stanno diventando sempre di più la causa di vaste crisi umanitarie che stanno cambiando il modo di vivere il nostro pianeta. Per esempio la siccità in Africa Orientale ha messo in ginocchio paesi già colpiti da guerre, crisi politiche e scontri etnici, ciò ha generato crisi umanitarie profonde in paesi come il Sud Sudan, l’Etiopia, l’Eritrea, il Burundi, il Kenya e la Somalia. Di conseguenza in questi paesi vi sono Insicurezza alimentare acuta (l’impossibilità di consumare cibo adeguato mette direttamente in pericolo le vite e i mezzi di sostentamento delle persone) e Fame Cronica (una situazione nella quale una persona non è in grado di consumare cibo sufficiente a mantenere uno stile di vita normale e attivo per un periodo prolungato) che rappresentano una piaga per milioni di persone nel mondo. A livello mondiale le situazioni di conflitto rimangono il fattore principale alla base della grave insicurezza alimentare in 18 paesi, 15 dei quali in Africa e Medio Oriente. Mentre I disastri climatici hanno provocato crisi alimentari in 23 paesi, due terzi dei quali in Africa. Conflitti, disastri climatici e altri fattori spesso contribuiscono a crisi complesse che hanno ripercussioni devastanti e durature sui mezzi di sostentamento delle persone. Per secoli, le popolazioni dell’Africa Orientale hanno dovuto affrontare fenomeni di questo tipo con una cadenza di cinque o sei anni. Recentemente, però, si è assistito a un’accelerazione di questa periodicità a causa del surriscaldamento globale. L’aumento delle temperature ha portato a un progressivo inaridimento delle fonti idriche con un conseguente calo della produzione agricola e un impoverimento dei pascoli. Il caldo e le eccessive distanze per procurarsi l’acqua mettono a repentaglio vite umane e bestiame. In Africa la frequenza delle siccità si sta intensificando fin dagli anni Novanta. Secondo degli studi ciò è dovuto in parte agli effetti del ciclo di El Niño e La Niña, i periodici fenomeni di riscaldamento e raffreddamento delle acque del Pacifico. I cambiamenti climatici esasperano questi effetti, spingendo verso l’alto le temperature e causando aridità.

Il 26 settembre si celebra, tra l’altro, la “Giornata Mondiale per l’eliminazione totale delle armi nucleari”, voluta proprio dall’ONU come condizione essenziale per garantire la pace e la sicurezza internazionali. L’Assemblea Generale, perciò, sarà l’importante occasione e vetrina per rilanciare e ribadire l’appello della Croce Rossa Italiana. Il raggiungimento del disarmo nucleare mondiale è da sempre un obiettivo prioritario delle Nazioni Unite. Già nel 1946 fu l’oggetto della prima risoluzione dell’Assemblea Generale, che consentì l’istituzione di una Commissione per l’utilizzo pacifico dell’energia atomica. Nel 1959 il disarmo è stato inserito nel programma dell’Assemblea Generale, nel 1975 è stato il tema delle conferenze di riesame del Trattato di non proliferazione nucleare e nel 1978 la prima sessione speciale dell’Assemblea Generale sul disarmo ha riaffermato la sua massima priorità. Mentre dopo la guerra fredda si è assistito a drastiche riduzioni nel dispiegamento di armi nucleari, ad oggi non è stata distrutta una sola testata sulla base di un trattato, bilaterale o multilaterale, e non sono in corso negoziati per il disarmo nucleare. La dottrina della deterrenza nucleare continua ad avere un ruolo centrale nelle politiche di sicurezza di tutti gli Stati che possiedono armi nucleari e dei loro alleati. Ma le sfide legate alla sicurezza non possono rappresentare una scusa per continuare la corsa agli armamenti nucleari, né una giustificazione per declinare la responsabilità condivisa di costruire la pace nel mondo. La giornata del 26 settembre per l’eliminazione totale delle armi nucleari, istituita nel 2013 con la Risoluzione A/RES/68/32, è stata designata dalle Nazioni Unite per ricordare la necessità di questo impegno comune: raggiungere la pace e la sicurezza in un mondo libero da armi nucleari. Lo scorso anno, dopo una mobilitazione mondiale 120 Paesi membri dell’Onu hanno firmato un Trattato per il divieto dell’utilizzo delle armi nucleari. La Croce Rossa italiana e la Federazione internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, hanno sollecitato tutti i governi ad aderire a questo impegno, ma molti non hanno risposto alla chiamata. Tra questi, il precedente governo italiano.

Stati Generali della Croce Rossa Italiana, si discute del futuro

POLITICA di

A Roma la tre giorni della Croce Rossa Italiana per discutere di associazionismo, del futuro dell’organizzazione ma anche dei grandi temi discussi anche all’ONU sulla messa al bando del Nucleare e della sensibilizzazione dei governi sulle troppe morti tra i volontari operatori umanitari. Intervistiamo il Presidente Francesco Rocca e il Vice Presidente Rosario Valastro.

 

Croce Rossa Italiana all’ONU per il trattato sul nucleare

EUROPA/SICUREZZA di

Può esistere un mondo senza il nucleare? E’ la domanda che in molti si stanno facendo e proprio in questi giorni a New York si discute il trattato di messa al bando del nucleare approvato da 120 paesi ma ancora ostacolato da molte potenze occidentali, nonostante gli evidenti rischi per la stabilità di certe aree come testimonia l’attuale crisi in Corea del Nord.

Tra i promotori di questo importante trattato anche la Croce Rossa che sin dalle sue prime fasi ha voluto fortemente promuovere una soluzione di questo tipo ed è per questo che è presente all’Assemblea Generale dell’ONU il Vice Presidente della Croce Rossa Italiana Rosario Valastro che ha partecipato in questo consesso a due importanti discussione, Nucleare e vittime tra gli operatori umanitari nelle aree di crisi.

Abbiamo raggiunto telefonicamente il Vice presidente a New York durante i lavori per sapere come si stanno svolgendo i lavori.

AC: “Dottor Valastro, la Croce Rossa Italiana oggi è all’ONU a New York per discutere due temi molto importanti. Il primo è il trattato sulla messa al bando del nucleare al livello mondiale e l’altro tema è purtroppo l’uccisione degli operatori umanitari durante le operazioni di soccorso. Per quanto riguarda il primo punto quanto è importante questo trattato per il futuro dell’umanità?”

V: “Si tratta di un trattato storico, direi, importante e vitale. Il comitato internazionale della croce rossa ha molto spinto sull’informazione relativa a questo trattato, che, salvo qualche notizia a luglio, è passato sotto silenzio, perché gli effetti delle bombe atomiche incidono sulle vite decine di migliaia di persone e si tutte le future generazioni. Quindi la croce rossa sotto il suo focus dell’attenzione all’ umanità e dell’assistere tutte le persone vulnerabili ha fatto leva sugli stati affinché se ne discutesse. A luglio c’è stata l’approvazione a due terzi, quindi il trattato è una trattato di cui si è aperto il processo di ratifica. Chiaramente tra tutti gli assenti pesano tanto le assenze di quelli che sono molti stati dell’unione europea oltre di quelle che sono le cosiddette potenze nucleari. Il lavoro è lungo; però riuscire a raggiungere un obiettivo di umanità è sicuramente una lotta che necessiterà del suo tempo ma noi non disperiamo.”

AC: “Qual è il polso della situazione secondo lei su queste assenze molto importanti. C’è speranza che queste nazioni prendano coscienza e aderiscano in un prossimo futuro ?”

V: “Ma guardi sicuramente c’è speranza, si tratta a mio avviso di un lavoro che va fatto su un duplice piano. Va fatto innanzitutto informando la cittadinanza su quelli che sono gli effetti dei danni nucleari e sul contenuto di questo trattato. E l’altro è un lavoro che riguarda le cancellerie, i ministeri degli Esteri di questi paesi che naturalmente potranno e dovranno agire nella maniera in cui possano raggiungere un accordo. Non è una cosa facile ma non era neanche facile ad esempio l’affermazione di umanità nelle convenzioni di Ginevra quando esse vennero firmate. Si tratta di una cosa che sta iniziando, vedremo nel prossimo futuro quali di questi 122 paesi inizieranno il processo di ratifica del trattato internazionale perché sicuramente se la risposta su questa sarà una risposta importante ci sarà allora la possibilità che altri si uniscano.”

AC: “Tra i grandi assenti anche l’Italia; come mai?”

V: “Quasi tutti i paesi dell’Ue hanno preso una posizione attendista su questo argomento. Noi contiamo di fare, come già qualche società di croce rossa in altri paesi ha fatto, contiamo di fare un’operazione di informazione, di incontro e di confronto per spingere il governo e il parlamento ad affrontare il tema. Comprendo anche che ci sono tutta una serie di rapporti fra stati che pesano molto su questa firma; però l’obiettivo dei 122 stati raggiunto a luglio, che ha aperto il processo di firma, è comunque un obiettivo importante che deve far riflettere tutte le nazioni.”

AC: “Certo questo è un momento particolare, perché con le frizioni del sud est asiatico, la paura del nucleare è tornata alla ribalta in maniera prepotente.”

V: “Si non c’è dubbio, così come non c’è dubbio che ci sono paesi che non vogliono ratificare il trattato perché per loro il nucleare esiste come un’arma di deterrenza verso chi minaccia di usarlo; come in un circolo viscoso che naturalmente spaventa un po’ tutti o comunque dà adito a non muoversi dalle proprie posizioni.”

AC: “L’altro tema invece sono le moltissime vittime tra gli operatori umanitari nelle zone di guerra mentre  portano soccorso; questa discussione come sta andando avanti all’Onu?”

V: “È un discussione che si inserisce in un dibattito più ampio che è iniziato oggi e si consoliderà domani, su quella che è la politica dell’Onu per combattere il traffico degli esseri umani. Si tratta di un argomento che sfocia in un documento che riafferma quelle che sono le politiche umanitarie anche in tal campo e all’interno di questo, quella che è la posizione della federazione internazionale della croce rossa dell’attenzione verso le persone migranti che sono molto spesso vittime della tratta così come le categorie più vulnerabili come donne e bambini e anche chiaramente di quella che è la situazione in cui restano gli operatori umanitari in generale, che spesso proprio per portare aiuto ai più vulnerabili, rischiano o hanno perso la loro vita.”

Il dibattito sul nucleare non si esaurirà molto presto purtroppo soprattutto in questo momento che ci vede spettatori di diverse crisi internazionali, sia nel quadrante del medio oriente che in quello dell’asia pacifico dove si fronteggiano le grandi potenze di questo secolo in cerca di un adeguato posizionamento nella geopolitica mondiale.

Alessandro Conte
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