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La Commissione europea ha presentato un nuovo piano sulla migrazione e l’asilo

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Un nuovo inizio in materia di migrazione: il 23 settembre la Commissione europea ha proposto un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo che contempla i diversi elementi necessari per un approccio europeo globale alla materia. Il piano mira a stabilire procedure migliori e più rapide durante tutto il sistema di asilo e migrazione e a garantire un equilibrio tra i principi di equa ripartizione della responsabilità e solidarietà. Ciò risulta fondamentale per ripristinare la fiducia tra gli Stati membri e nella capacità dell’Unione europea di gestire i flussi migratori. I due obiettivi principali del piano sono, infatti, costruire la fiducia e trovare un nuovo equilibrio tra responsabilità e solidarietà. Tuttavia, il nodo principale risulta essere la condivisione dei rimpatri dei migranti, più che la condivisione dell’accoglienza.

L’esigenza di una riforma

Il fenomeno della migrazione risulta essere molto complesso, con molteplici sfaccettature che devono essere analizzate congiuntamente: dalla sicurezza delle persone che cercano protezione internazionale o una vita migliore, alle preoccupazioni dei paesi che si trovano in prossimità delle frontiere esterne dell’UE, che temono le ripercussioni delle pressioni migratorie e che necessitano di solidarietà,  alle preoccupazioni di altri Stati membri, i quali paventano che, in caso di mancato rispetto delle procedure alle frontiere esterne, i rispettivi sistemi nazionali di asilo, integrazione o rimpatrio non siano in grado di far fronte a eventuali grandi flussi. Il sistema attuale basato sul Regolamento di Dublino non risulta essere efficiente e negli ultimi cinque anni, dopo l’apice dei flussi migratori aventi come destinazione le coste europee raggiunto nel 2015, l’Unione europea non è riuscita a porvi rimedio. Il Regolamento di Dublino, infatti, attualmente, si presenta come un collo di bottiglia legislativo che trattiene in Italia e in Grecia, i due Stati di maggior approdo, migliaia di migranti che arrivano via mare, considerato dagli esperti di immigrazione datato e inefficiente.

L’UE è chiamata dunque a superare l’attuale situazione di stallo e dimostrarsi in grado di gestire un fenomeno così complesso e con ripercussioni cruciali.

Il nuovo patto sulla migrazione e l’asilo

Con il nuovo patto sulla migrazione e l’asilo presentato il 23 settembre, la Commissione europea propone soluzioni comuni a quella che è una sfida europea, che coinvolge, seppur in misura diversa, tutti gli Stati membri. Le proposte tengono fede all’impegno assunto dalla Presidente Ursula von der Leyen nei suoi orientamenti politici e sono state anticipate nel suo recente discorso sullo stato dell’Unione dello scorso 16 settembre. Inoltre, il patto si basa su consultazioni approfondite con il Parlamento europeo, tutti gli Stati membri, la società civile, le parti sociali e le imprese, e mira a garantire un attento equilibrio che integra le loro prospettive.

Il primo pilastro proposto dalla Commissione per promuovere la fiducia nella materia migratoria consiste in procedure più efficienti e più rapide. In particolare, la Commissione propone di introdurre una procedura integrata di frontiera che, per la prima volta, prevede accertamenti preliminari all’ingresso riguardo all’identificazione di tutte le persone che attraversano le frontiere esterne dell’UE senza autorizzazione o che sono sbarcate in seguito a un’operazione di ricerca e soccorso.

Il secondo pilastro del patto è l’equa ripartizione della responsabilità e la solidarietà: gli Stati membri saranno tenuti ad agire in modo responsabile e solidale. Ogni Stato membro, senza eccezioni, deve, infatti, contribuire a stabilizzare il sistema generale, sostenere gli Stati membri sotto pressione e garantire che l’Unione adempia ai propri obblighi umanitari.

In aggiunta, l’UE cercherà di promuovere partenariati su misura e reciprocamente vantaggiosi con i paesi terzi, nonché di dar vita ad un sistema comune dell’Unione per i rimpatri, al fine di rendere più credibili ed effettive le norme dell’UE in materia di migrazione. Proporrà, inoltre, una governance comune per la migrazione con una migliore pianificazione strategica per garantire che le politiche dell’UE e quelle nazionali siano allineate, e un monitoraggio rafforzato della gestione della migrazione per rafforzare la fiducia reciproca. La gestione delle frontiere esterne sarà migliorata attraverso il corpo permanente della guardia di frontiera e costiera europea, il cui impiego è previsto a partire dal 1º gennaio 2021, che fornirà un maggiore sostegno ovunque necessario.

In sostanza, tuttavia, la nuova proposta punta a condividere lo sforzo europeo sui rimpatri più che sull’accoglienza: prevedendo la possibilità di scegliere se accogliere concretamente i richiedenti nel proprio territorio oppure se aiutare i paesi di primo ingresso, cioè Italia, Grecia e Spagna, a rimpatriare un numero pari di richiedenti asilo la cui richiesta di protezione è stata negata, oppure, terza opzione, finanziare centri di accoglienza nei paesi di primo ingresso o programmi di sviluppo nei paesi di origine dei richiedenti.

Dichiarazioni e prossime tappe

Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha dichiarato “Oggi proponiamo una soluzione europea per ricostruire la fiducia tra Stati membri e per ripristinare la fiducia dei cittadini nella nostra capacità di gestire come Unione”. “L’Ue ha già dato prova in altri settori della sua capacità di fare passi straordinari per conciliare prospettive divergenti – ha affermato la Von der Leyen – Ora è tempo di alzare la sfida per gestire la migrazione in modo congiunto, col giusto equilibrio tra solidarietà e responsabilità”.

Spetta ora al Parlamento europeo ed al Consiglio esaminare e adottare l’intera legislazione necessaria per realizzare una vera politica comune in materia di asilo e migrazione. Data l’urgenza della situazione in vari Stati membri, i legislatori europei sono invitati a raggiungere un accordo politico sui principi fondamentali del regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione, nonchè ad adottare il regolamento relativo all’Agenzia dell’UE per l’asilo e il regolamento Eurodac entro la fine dell’anno. Anche la direttiva sulle condizioni di accoglienza, il regolamento qualifiche e la rifusione della direttiva rimpatri dovrebbero essere adottati rapidamente, sulla base dei progressi già compiuti dal 2016.

Francesca Scalpelli
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