Google e Microsoft in aiuto contro il record di casi in India
Sundar Pichai, e Satya Nadella, rispettivamente amministratore delegato di Google e di Microsoft, hanno affermato di essere “devastati” dagli eventi che si stanno verificando in India, e sono disposti a sostenere il paese con risorse finanziarie e fornitura di ossigeno.
Entrambi sono nati in India, e successivamente naturalizzati statunitensi.
Su Twitter Sundar Pichai ha espresso solidarietà con quanto sta succedendo in India, dichiarando di essere affranto dal peggioramento della crisi di Covid. “Google e i googler stanno fornendo 135 Crores Rs in finanziamenti a GiveIndia, UNICEF per forniture mediche, organizzazioni che supportano le comunità ad alto rischio e sovvenzioni per aiutare le Organizzazioni”.
Promettendo di sostenere l’India durante la crisi usando “la sua voce, le sue risorse e la sua tecnologia per aiutare i soccorsi”, Nadella ha ringraziato il governo degli Stati Uniti per aver accettato di aiutare.
Le dichiarazioni di due grandi amministratori delegati tecnologici di origine indiana, seguono il co-fondatore di Sun Microsystems Vinod Khosla sabato che promette di aiutare con carichi aerei di ossigeno, e poi la grande azienda dell’e-commerce, Amazon, che sta donando concentratori di ossigeno e altre attrezzature a diversi ospedali.
Gli eventi delle ultime settimane in India
I decessi sono in costante aumento in India a causa di una nuova ondata di infezioni da Covid.
Il Paese ha finora confermato oltre 186.000 morti e 16 milioni di casi – tre milioni se ne sono aggiunti solo nelle ultime due settimane, mentre ogni giorno si registrano nuovi record di casi, prova di una curva molto più ripida della prima ondata a metà settembre dello scorso anno.
Giornalisti di varie città hanno però contestato i dati ufficiali, spesso trascorrendo giorni fuori dai crematori per contare i morti. Le loro stime suggeriscono che i decessi in alcune città sono dieci volte superiori a quanto riportato.
L’effetto devastante di questa nuova ondata è dimostrato dalle immagini dei crematori in tutto il paese: famiglie angosciate che aspettano ore per eseguire gli ultimi riti; cremazioni di massa; esaurimento dello spazio per onorare i morti e incessanti pennacchi di fumo dalle pire funebri.
Negli ultimi giorni in India, i social media sono stati inondati di richieste disperate di aiuto per trovare i farmaci remdesivir e tocilizumab. L’efficacia dei due farmaci contro il COVID-19 è oggetto di dibattiti in tutto il mondo, ma alcuni paesi, tra cui l’India, ne hanno concesso l’autorizzazione per via dell’emergenza.
Hetero Pharma, una delle sette aziende produttrici di remdesivir in India, ha affermato che la società sta cercando di aumentare la produzione. Tuttavia, sembra che la scarsità di offerta abbia spinto molte famiglie a rivolgersi al mercato nero, che fornisce il farmaco ad un prezzo cinque volte quello ufficiale.
Anche la domanda di ossigeno è aumentata vertiginosamente in diversi stati indiani. Diversi ospedali stanno allontanando i pazienti perché mancano di rifornimenti. Il primo ministro dello stato del Maharashtra, Uddhav Thackeray, ha chiesto al governo federale di inviare ossigeno con aerei dell’esercito, poiché il trasporto su strada impiegava troppo tempo per rifornire gli ospedali.
La situazione è molto peggiore nelle piccole città e paesi. Quando i pazienti non sono in grado di trovare un letto d’ospedale, i medici consigliano di sistemare le bombole di ossigeno a casa.