GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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EUROPA - page 58

L’Italia allontana due diplomatici Russi

EUROPA di

Anche Roma decide di prendere posizione nei confronti della Federazione Russa nello scontro con la Gran Bretagna a seguito dell’avvelenamento della Ex spia Skripal a Londra.

Nel consiglio Europeo dello scorso 23 marzo in segno di solidarietà con il Regno Unito e in coordinamento con partner europei e alleati NATO, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Italiano ha notificato oggi la decisione di espellere dal territorio italiano entro una settimana due funzionari dell’Ambasciata della Federazione Russa a Roma accreditati in lista diplomatica.

Roma, Amnesty International incontra il capo della polizia

EUROPA di

Una delegazione di Amnesty International guidata dal suo direttore generale Gianni Rufini ha incontrato, nel pomeriggio dell’8 marzo, il capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli.

Nel colloquio, richiesto dall’organizzazione per i diritti umani, Rufini ha sottolineato che Amnesty International è contraria a ogni forma di violenza, inclusa quella nei confronti di agenti di polizia che non di rado si trovano a prendere decisioni e ad agire in condizioni difficili e tese, nonché a reagire ad azioni violente.

L’occasione è stata utile per illustrare nei dettagli il progetto degli “osservatori nelle manifestazioni”, il cui compito – come previsto in altri progetti del genere svolti all’estero – è quello di monitorare il comportamento delle forze di polizia schierate in una manifestazione con funzioni di ordine pubblico e verificare se questo rispetti o meno gli standard internazionali sull’uso della forza e altri standard rilevanti in tali contesti.

Il primo dispiegamento degli osservatori è avvenuto il 24 febbraio, in occasione della manifestazione organizzata dall’Anpi a Roma.

Rufini ha chiarito che il progetto non è “contro le forze dell’ordine” ma consiste in un’attività di monitoraggio degli organi statali fondata sull’impegno assunto da tutti gli stati, sulla base della Dichiarazione universale dei diritti umani e di successivi trattati, non solo di rispettare i diritti umani fondamentali ma anche di rendere conto alla comunità internazionale e alle opinioni pubbliche del modo in cui lo fanno.

Si tratta dunque – ha precisato Rufini – di un progetto di garanzia per tutti, destinato a favorire l’incolumità dei manifestanti ma anche a tutelare la reputazione degli operatori delle forze di polizia che svolgono correttamente il loro lavoro.

Infine, Rufini ha ricordato che dal 2014 al 2016, in collaborazione con Oscad, Amnesty International ha svolto attività di formazione e di aggiornamento professionale degli operatori delle forze di polizia, coinvolgendo 3600 destinatari. Nel 2018 le attività sono proseguite attraverso la formazione dei formatori delle diverse scuole di polizia.

All’esito della riunione il prefetto Gabrielli ha aderito all’invito di programmare incontri con funzionari della Polizia di Stato per un confronto su tematiche di comune interesse.

ANPAS, CRI e MISERICORDIE in forte disaccordo con la proposta normativa  su formazione soccorritori

EUROPA/SICUREZZA di

La proposta in discussione oggi su formazione soccorritori è uno scempio, auspichiamo soluzione condivisa con le regioni.

 “Anpas, Croce Rossa Italiana e Misericordie, in considerazione della riunione odierna del Gruppo di Coordinamento Sub Area Urgenza Emergenza della Commissione Salute, fanno appello al Ministro e agli Assessori Regionali affinché venga immediatamente fermato quello che considerano uno scempio, ossia, il riordino dei programmi di formazione per il riconoscimento e la certificazione della figura del soccorritore (con particolare riferimento a quella dell’autista soccorritore).

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Bruxelles, blocco delle Sovvenzioni alle centrali Fossili entro il 2025,

EUROPA di

GreenPeace “Oggi il buon senso ha vinto sulla lobby fossile”

A bruxelles le votazioni per la riforma del mercato energetico hanno portato ad un risultato atteso da tempo dalle organizzazioni per la tutela dell’ambiente come Greenpeace, la commissione energia del parlamento Europeo ha proposto alcune restrizioni sui discussi meccanismi di sovvenzione alle aziende energetiche.

In particolare il provvedimento denominato “Capacity Mechanism”, che consente di mantenere stand by le centrali fossili, sarà concesso solo come ultima risorsa.

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Croce Rossa dopo il riordino, ora nel pieno governo degli associati

EUROPA di

Conclusa a Roma l’Assemblea Nazionale dei delegati territoriali della Croce Rossa Italiana, un week end denso di impegni per i tanti partecipanti provenienti da tutte le regioni del Paese.

Un incontro molto importante perché il primo dopo il riordino del terzo settore voluto dal governo Renzi che ha impattato fortemente anche sulla Croce Rossa che vede ora il pieno governo della propria associazione che si basa su un volontariato diffuso e molto qualificato e parte importante di un sistema internazionale di assistenza come la Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.

In apertura è stato lo stesso Presidente Rocca a ricordare i molteplici impegni a cui l’organizzazione non si è mai tirata indietro, dalla frana di Rigopiano al terremoto nel centro Italia al supporto continuativo nell’ambito dell’accoglienza dei Migranti.

Proprio su questo punto si è voluto mettere in risalto l’importanza e il ruolo che ha  la federazione internazionale ha nell’aiuto umanitario ai migranti in virtù del fatto che la Croce Rossa e Mezzaluna Rossa sono presenti sia nei paesi di partenza che in quelli di arrivo, per questo la federazione può essere un tassello molto importante nelle attività di aiuto ma anche nella proposizione di modelli di gestione dei fenomeni migratori.

Una Associazione quella della Croce Rossa che dopo il riordino è riuscita a cambiare la propria struttura dei costi permettendo di investire di più nelle attività operative, terminato il processo privatizzazione e di riforma della Croce Rossa Italiana ” di fatto ora l’associazione è tornata pienamente nelle mani dei suoi soci” ha dichiarato il Segretario Generale Flavio Ronzi.

All’assemblea hanno partecipato anche molti delegati internazionali che hanno potuto dare il loro contributo alla discussione portando anche un messaggio di fratellanza e cooperazione come ha detto il Elhadj As Sy Segretario Generale  della federazione internazionale della Croce Rossa e della mezzaluna Rossa.

European affairs ha intervistato il Presidente Rocca e il Segretario Generale Ronzi nel video seguente.

 

 

All’assemblea Nazionale della Croce Rossa Italiana, European Affairs ha intervistato anche Massimo Barra, fondatore della Fondazione Villa Maraini e Presidente della partnership internazionale sulle droghe della Croce Rossa Italiana. La perseveranza delle battaglie condotte dal dottor Barra ha contribuito fortemente ad alcuni cambiamenti importanti a livello internazionale, tra questi la recente decisione dell’Iran di non applicare la pena di morte ai reati riconducibili alla droga, una lotta di quasi trena’anni durante i quali in Iran moltissimi tossicodipendenti sono stati condannati a pene altissime sino alla pena di morte.

 

Together, il ruolo e le responsabilità dell’Italia

EUROPA di

MFE Movimento Federalista Europeo, Gioventù federalista europea, the Spinelli Group e con il contributo della Rappresentanza della Commissione Europea promuovono una convenzione per affrontare tematiche in un momento caldo quale quello in cui ci troviamo: l’Europa ed il ruolo dell’Italia in essa. Più personaggi politici ed istituzionali, al di là della posizione politica, hanno condiviso il progetto per un’Europa più libera, federale e democratica, di cui l’Italia è parte integrante.

Borrelli, Vicepresidente della rappresentanza della Commissione Europea menziona le “conventiones democratiques” proposte dal Presidente francese Macron per recuperare la democrazia che ha sempre appartenuto all’Europa. Il riconoscimento di una cittadinanza federale può essere la risposta all’euroscetticismo, sempre più vicino al varco europeo; la partecipazione dei cittadini inoltre, in eventi centrali come le elezioni, è un’ indispensabile forza per dimostrare la volontà di ritrovare quei principi alla base degli equilibri istituzionali.

Anselmi, presidente del MFE si ispira ad Altiero Spinelli secondo il quale se un problema si continua a presentare senza incontrare una soluzione, è un problema storico; oggi, secondo Anselmi, quello dell’UE è un problema storico, da affrontare unitariamente, in cui l’Italia ne è al centro. La questione bilancio è senza dubbio uno dei punti di fuoco, essendo questo l’espressione delle azioni dei singoli paesi; le entità di bilancio ed il passaggio promosso dai Trattati di Roma dei contributi finanziari statali a quelli delle risorse proprie ha rappresentato un cambio di scena importante. Anselmi si pone favorevole ad un bilancio, pur se minore, basato su risorse proprie, piuttosto che uno maggiore ma riferito ad uno nazionale. Nello scenario europeo soprattutto i paesi minori colpiti da una crisi finanziaria devono essere supportati da quelli maggiori, dato che incidono inevitabilmente sulla realtà europea nel suo complesso. La riforma dei Trattati, anche dal discorso sull’Unione del 2017 del Presidente Junker, è “ineludibile”. Ci sono ora due strade: continuare a portare avanti il progetto da cui tutto ebbe inizio in quel 1940 degli italiani Spinelli e Rossi o abbandonarlo, il che vorrebbe dire far venir meno uno dei motori pulsanti della macchina europea.

Brok, del Gruppo Spinelli presenta anche lui l’Europa di fronte ad un bivio. Dopo 70 anni per la prima volta stanno nascendo problemi circa la legittimità con la popolazione europea: anni di successi hanno promosso scenari privi di qualsiasi tipo di dittatura, con la conquista di Stati di diritto per i suoi cittadini, la cui strada rimane però ancora lunga. Il bivio è rappresentato da una parte dai nazionalismi e le correnti conservative e dall’altra da chi, pur se con qualche dubbio, crede ancora in una risalita. Quali sono le sfide globali che al giorno d’oggi si presentano? Brok presenta competitività, commercio più equo, risposte alla crisi economica, senza tralasciare la questione migrazione e clima; sfide che devono essere affrontate collegialmente. I cittadini ora richiedono più sicurezza proprio per un’assenza di conformità tra i paesi membri, il che si traduce con maggiori contributi al sistema di difesa comune. Brok avvisa che a livello di uomini, l’UE è più fornita dell’America, ma con risultati meno soddisfacenti a causa della distanza che ancora separa i suoi membri. Europa – Africa è un binomio che ultimamente è al centro della scena politica europea, perché segna l’inizio di un’ azione esterna europea nei paesi non del tutto sviluppati. Conclude avvertendo che l’unica risposta a tutto ciò, non può che essere la reazione dei paesi mediante nuovi strumenti di ricollocamento economico. Brexit c’è stata ma non si può ripetere.

Gozi riflette sul progetto degli Stati Uniti d’Europa come possibile soluzione al caos fronte al quale l’Europa si trova attualmente, progetto ben diversamente realizzabile da quello proposto da Spinelli e Co,a causa del contesto storico in cui ci si trova, ma un obiettivo non si raggiunge se non vi è neanche un minimo di coraggio per il rischio. Utilizza come punto di riferimento il discorso della Sorbona del Pres. Macron, chiedendosi però se l’Italia sia in grado a rispondere all’appello francese. Va comunque reso noto che sono 2 miliardi, la cifra risparmiata dai contribuenti sociali, con il successivo dimezzamento delle frazioni europee che hanno portato l’Italia da maglia nera della legalità, a maglia rosa. In 4 anni le frodi europee sono stata diminuite del 60%: tali risultati non so che dovuti ad un lavoro di collaborazione con il PE nella sua totalità. La credibilità si viene a formare proprio da effettivi risultati come questi; tutto ciò è solo l’inizio di un processo di apertura in cui l’Italia non deve assolutamente arrestarsi e in cui la richiesta di crescere democraticamente può essere accompagnata dall’introduzione delle liste transazionali per un maggior coinvolgimento. Europa è Stato di diritto, tutela dei diritti fondamentali e quindi non solo di scelte politiche economiche in cui l’euro è indubbiamente uno strumento finanziario necessario, ma Europa rappresenta una necessità.

Malan fa un discorso centrato sull’economia, in cui spread ed eurobonds sono tra gli elementi chiave; il divieto del surplus è un altro vincolo controllato dall’economia europea, i cui maggiori paesi indipendenti economicamente impongono maggiori misure restrittive. Affronta poi la solidarietà circa la questione migratoria,ribadendo che debba presentarsi come una vera e propria responsabilità, dove i contributi europei sono sì fondamentali ma a livello di accoglienza le misure da prendere devono essere più equilibrate tra i paesi, non potendo contare solo sul territorio italiano. Altro campo di cui l’Italia è uno dei maggiori contribuenti è quello delle piccole e medie imprese, che devono essere sfruttate in maniera più valida.

Duff parla a nome dello Spinelli Group che proporrà un progetto elettorale per le elezioni europee del 2019, come un nuovo manifesto. Circa la funzionalità e validità dei Trattati bisognerebbe rifletterci, essendosi oggi l’Unione Europea evoluta, rispetto a quella che era ieri. Forse il ruolo dell’Alto Rappresentante ha trasformato il potere della Commissione nelle relazioni esterne, e da qui la proposta di Juncker di un’unica figura del Presidente in quanto rappresentante sia della Commissione che del Consiglio. Si è poi disposti ad assistere ad un aumento del potere esecutivo a discapito di quello della Commissione? Per quanto riguarda il meccanismo di stabilità, sarà possibile uno strumento di fondo monetario europeo? Circa la tassazione generalizzata, proposta del ministro italiano Monti, ci si chiede se i cittadini europei siano d’accordo e soprattutto pronti ad affrontare un cambio del genere. Riprende le già menzionate liste transazionali, auspicandosi che possano diventare progetti concreti o altri strumenti con cui l’Unione Europea si avvicini all’assetto federalista, così come la possibile elezione del Presidente della Commissione a suffragio diretto. Infine menziona Brexit e piuttosto che riflettere sulle motivazioni che l’ hanno provocata, preferisce concentrasi sul lavoro che dovrà esser compiuto d’ora in avanti.

Quagliarello si domanda il motivo per cui prima del 1989 l’Europa fosse così popolare e stimata dalla popolazione italiana; dalla globalizzazione in poi il concetto di Europa diventa oggetto diviso e a volte anche penalizzante in contesti in cui non riceve consenso. Prima era un’Europa che effettivamente cercava equilibri e punti in armonia fra i vari paesi, sorpassando le ideologie e le posizioni contrastanti, esempio lampante è quello del generale De Gaulle che nonostante avesse sempre dimostrato una posizione anti-europeista quando, nel 1958, l’agricoltura francese e l’economia europea necessitava di una spinta, fu egli stesso a promuovere i Trattati della CEE. Il problema è che la crisi attuale non è stata recepita da un’autorità sovranazionale, come quella che magari nel 1989 avrebbe reagito, ma soltanto da una nazionale che si è però dimostrata incapace. Il senatore non ritiene sia corretto chiedere più Europa, ma piuttosto un’Europa più giusta in cui sicurezza e lotta all’immigrazione possono vedersi risolte grazie ad una maggiore integrazione europea, in cui forse una revisione dei Trattati potrebbe soltanto contribuire in positivo.

Fassino esordisce: “bisogna rallentare o rilanciare”? Pensa sia più corretta la seconda, dato che in questi anni l’Italia si è “imbarcata” ma senza raggiungere mai la riva. Un grande passo è stato sicuramente il primo atto per la cooperazione rafforzata di difesa, sempre stata materia di prerogativa della sovranità nazionale e poco rientrante tra le competenze e materie di attuazione. Il dibattito delle direzioni dell’UE a più velocità ritiene non essere possibile, dal momento in cui non c’è nessuno che effettivamente voglia rimanere indietro; piuttosto bisogna puntare ad una velocità comune, dimostrazione ottenuta proprio dal risultato in PESC. Armonizzare le politiche non riguarda solo le politiche sociali ma anche l’educazione e tutti gli ambiti d’azione principali fino alla governance, che negli ultimi anni ha assistito ad una crescita della governabilità nazionale. Gli Stati uniti d’Europa sono un orizzonte, che anche se non immediato, rappresenta un obiettivo.

Bresso, parlamentare della commissione Affari costituzionali al PE e membro del gruppo Spinelli, ritorna sul discorso della necessità di revisione dei Trattati; la Carta di Gotenberg a tal proposito ha dimostrato la necessità di un’Europa anche sociale. La crisi economica ha portato grande diffidenza e sfiducia in tutti, con anche il rischio del ritorno dei populismi e nazionalismi ma è anche vero che si sta uscendo da questa fase ed è questo il momento di riavvio. Pur se lentamente si sta assistendo ad un risveglio generale da parte degli stessi cittadini che sentono effettivamente questa necessità più attuale che mai. Difesa, politica economica, giustizia dovranno essere i centri di gravità permanente dell’Europa federale, un’Europa disposta a mettere in gioco la democrazia dei governi.

S.Parisi riflette sulla prassi odierna di scaricare problemi italiani su quelli dell’Europa, quando purtroppo la verità è che si è andati a perdere quella che una volta era l’identità del nostro paese. Bisogna ritrovare un luogo comune di condivisione delle necessità innanzitutto a livello locale ed avere il coraggio di creare una volta per tutte una leadership europea autonoma nelle scelte, senza doversi più rifugiare in altre organizzazioni come l’ONU. “Che sia un’Europa unita ma pur sempre indipendente”, dichiara Parisi.

Mazziotti afferma che l’obiettivo delle elezioni è quello di coniugare diverse linee politiche verso un’unica linea in cui la ricostruzione dell’Europa sta tra i primi posti, e il momento per iniziare a formare una coscienza comune su questo argomento non può che essere questo.

Argenziano, uno fra gli organizzatori dell’incontro, in quanto membro del MFE conclude volendo sottolineare come i tecnicismi non debbano confondere e confondersi con il ruolo della politica, nonostante negli ultimi anni siano stati particolarmente in voga. Un giorno commemorativo come quello del 27 gennaio dovrebbe farci comprendere l’importanza dei massacri che oggi si presentano in prossimità dei confini europei, di cui però spesso si finge di non esserne al corrente.

Sarà dunque una missione impossibile quella di rimettere in gioco l’Unione Europea o semplicemente questione di tempo e grandi sacrifici, i cui risultati successivi però andranno a beneficio di tutti gli attori coinvolti? Un primo passo dell’Italia per questa missione sarà indubbiamente segnato dal risultato delle elezioni del prossimo marzo.

Laura Sacher

COOPERA, conclusa la Conferenza nazionale della cooperazione allo sviluppo

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L’Auditorium Parco della Musica ospita la prima conferenza nazionale della cooperazione allo sviluppo: due giorni di dibattiti e incontri con testimoni della politica e degli affari internazionali, di cui l’Italia rappresenta un centrale motore.

È a partire dalla tragica notizia dell’attacco alla sede di Save the Children a Jalabad , che il Segretario Generale del MAECI, E. Belloni apre i lavori all’insegna della cooperazione e sviluppo nazionale e non. Ribadisce l’impegno e l’intereresse italiano in questo settore, nel quale negli ultimi anni si sono visti numerosi successi e cambiamenti, dalla prima tappa rappresentata dal Forum di Milano del 2012 “Muovi l’Italia, muovi il mondo”. L’obiettivo è quello di identificare gli strumenti  per meglio attuare una cooperazione capace di reagire ai continui cambi di scena che il mondo d’oggi ci presenta quotidianamente. Va comunque notato l’aumento consistente delle risorse per la cooperazione da parte dell’Italia,oggi  la quarta dei maggior contribuenti del G7. Condivisione e partenariato sono i due fili conduttori per un’azione costante e produttiva, ed è a tal proposito che ringrazia il presidente della Repubblica Centroafricana ad esser presente, in quanto portavoce degli sforzi italiani compiuti in un paese “vicino” come l’Africa. Fare sviluppo e contribuire è il modo migliore per fare sicurezza anche a livello nazionale, conclude la Belloni.

La parola passa poi al Ministro degli Affari Esteri, A. Alfano che esordisce con un ringraziamento verso tutti coloro, volontari in particolar modo, che hanno scelto di usare il bene come obiettivo di vita, il bene della condivisione. Testimone del suo primo viaggio in Africa, riconosce l’Italia come un paese di grande collaborazione in realtà di violenza e sofferenza quali quelle africane; realtà in cui lo stesso Ministro si domanda quanta strada ancora si dovrà fare per raggiungere uno sviluppo dignitoso. Conclude invitando tutti i presenti a sentirsi sempre diplomatici, perché portatori dei valori che l’Italia rappresenta.

E così il Presidente Toudaera testimonia dell’amicizia e della forza nate dal rapporto con l’Italia: riconosce ad essa una forte azione solidale verso il suo popolo. In termini d’integrazione militare così come per  l’assistenza umanitaria, progetti di mobilitazione, costruzione villaggi e sistema d’infrastrutture per cui l’Italia ha fornito sostegni economici e di persone fisiche senza precedenti. “Questo evento non può che rappresentare l’inizio di nuovi dialoghi,di  cooperazione bilaterale per affrontare temi come sicurezza, fame e immigrazione”, si augura il Presidente. Presenta il suo paese come un bacino dalle mille risorse, da quelle minerarie a quelle ambientali, e auspica una crescita rapida proprio a partire da queste, grazie all’enorme contributo di paesi sviluppati, insieme alla solidarietà e all’umanitarismo che permettono di continuare verso un dialogo più libero, eguale e benefico.

Il quarto intervento è quello del Commissario Europeo per la Cooperazione allo Sviluppo, N. Mimica che testimonia l’arduo lavoro che la cooperazione europea in un momento così teso sta svolgendo; tra i membri l’Italia è un paese fondamentale nella formazione della strategia politica internazionale. Si ha l’obiettivo di creare una più solida partnership, in cui le stabilità nazionali vadano di pari passo con quella europea. Temi centrali come l’immigrazione e la gioventù sono state al centro del dibattito politico,  insieme all’educazione che è la necessità fondamentale per un futuro migliore per tutti, sottolinea il commissario; lo sviluppo sostenibile ed i flussi irregolari restano due tra i principali gap per un piano comune. Non vuole tralasciare l’importanza delle donne in processi politici fondamentali come questi, senza le quali di sviluppo non si può parlare: “la violenza contro le donne è ora una grande emergenza, alla quale si deve reagire unitariamente”.

Il Ministro dello Sviluppo Economico, C. Calenda presenta poi la cooperazione allo sviluppo come uno degli assi portanti delle linee politiche, nonché un’ottima soluzione per la dimensione economica italiana spesso poco internazionalizzata e ricorda che nonostante il raddoppio della cifra del PIL, non bisogna fermarsi. Il protezionismo e nazionalismo, mette in allerta il Ministro,  se prenderanno piede andranno a colpire i paesi più deboli e quindi bisogna adottare un’apertura sempre più equilibrata dei mercati e del libero scambio fin da subito, in cui il dumping ambientale rappresenta un elemento fondamentale. Ritiene poi che l ’industria rende sostenibile lo sviluppo, e quella manifatturiera se, costruita correttamente, permette anche la costruzione di un modello stabile di welfare. Nonostante le 3 f (food, fashion, forniture), il nostro paese è anche capacità artigianale, operai che hanno costruito nel corso della storia ciò che ora sta alla base dell’economia, capacità di cui paesi come l’Africa hanno un forte bisogno. Conclude menzionando il progetto Migration Compact, presentato l’anno scorso, che è un trampolino di lancio per le nuovi futuri progetti.

Il Ministro dell’Ambiente, G. Galletti presenta gli ultimi 4 anni memorabili per l’enciclica del Papa, l’incontro a NY Agenda 2030 e gli accordi di Parigi per l’ambiente: solo da questi emblematici eventi vuole dimostrare l’importanza vitale del dialogo in un tema così ampio ma al tempo stesso vicino ad ognuno di noi, come l’ambiente e la sua salvaguardia.

A.Riccardi, già Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione ricorda l’evento di  Milano del 2012 come  punto di partenza di una corsa sempre più veloce avviata per lo sviluppo alla cooperazione, divenuta differente rispetto a quella che si considerava in passato: ritiene che oggi ci sia maggior coscienza geopolitica dell’interdipendenza dei destini migratori e che dunque la collaborazione debba considerarsi un laboratorio del futuro.

Gli ultimi due interventi hanno messo in luce il ruolo che entità minori, come le Regioni o i Comuni, svolgono di grande contributo nel processo di cooperazione italiana, da qui A. Decaro, Presidente dell’ANCI che definisce i comuni come la spina dorsale del paese, perché costituiti dai veri promotori del processo: i cittadini.  Già con il progetto “Municipi senza frontiere”, si è ricercata una collaborazione in tematiche fondamentali a livello locale, quale l’educazione, la cultura o la  protezione civile. M. Barni, in quanto rappresentante delle regioni, ha ribadito come la cooperazione territoriale contribuisce a quella internazionale e ha presentato 3 punti che rappresentano il fulcro dei lavori a questo livello: il coordinamento delle entità locali, la gestione dei rifugiati e migranti e l’ Agenda 2030, per un’azione coerente tra i vari attori.

La seconda parte della conferenza si apre con la presentazione delle tavole rotonde concernenti i seguenti temi: giovani, settore privato, migrazioni, comunicazione e sviluppo sostenibile. Qui vi hanno preso parte testimoni ed esperti, le cui esperienze sono state affrontate dettagliatamente negli incontri pomeridiani dove il pubblico ha potuto intervenire ed interagire. Il risultato di tali incontri è stato poi presentato il giorno seguente, insieme alle presentazioni delle risorse investite nella cooperazione internazionale, di cui hanno preso parte L. Maestripieri, direttore MAECI-DGCS, L. Frigenti, direttrice Agenzia Italia Cooperazione allo Sviluppo, F. La Camera, direttore DG Sviluppo sostenibile Ministero dell’Ambiente e A. Baldino per Cassa depositi e Prestiti Spa. Oltre alle istituzioni, “Io c’ero e ci sono: storie straordinarie” ha permesso a personalità del mondo dello spettacolo, dell’impresa e della comunicazione di portare in prima persona la loro esperienza nel campo della cooperazione.

Le conclusioni sono state lasciate all’On. Alfano e al Presidente del Consiglio Gentiloni che, insieme al Vice Ministro Giro, hanno presentato il documento di sintesi dei due giorni di grande.. cooperazione.

 

Laura Sacher

Francia, Macron propone un nuovo modello di leva per i giovani Francesi

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Il presidente Francese, Emmanuel Macron ha promesso che la proposta per il futuro “servizio nazionale universale” sarà portata a termine e la sua attuazione non sarà di esclusiva responsabilità del Ministero della Difesa ma condivisa con tutte le istituzioni.

Una promessa molto impegnativa per il governo in quanto sono stati stimati costi per  circa 15 miliardi di euro che saranno utilizzati per creare un’infrastruttura in grado di ospitare circa 800.000 giovani all’anno.

Una decisione in totale controtendenza a livello europeo dove da anni la coscrizione è stata eliminata, in Italia era stata Istituita  con la nascita del Regno d’Italia e confermata all’istituzione  della Repubblica italiana, è stato in regime operativo dal 1861 al 2004, per 144 anni. L’obbligatorietà del servizio, prevista dalla costituzione della Repubblica Italiana, è ordinariamente inattiva dal 1º gennaio 2005, come stabilito dalla legge 23 agosto 2004, n. 226.

In Germania per esempio è stata mantenuta la leva obbligatoria, ma c’è la possibilità sia di svolgere il servizio civile in alternativa a quello militare sia di poter scegliere tra due grandi programmi di servizio volontario, che costituiscono un’offerta di formazione per i giovani collegata all’impegno in istituzioni di tipo sociale o ecologico. I programmi, aperti ai giovani dai 15 ai 27 anni di entrambi i sessi.

“Il servizio nazionale universale sarà condotto da tutti i ministeri competenti ” ha dichiarato il presidente Macron “e non solo dal Ministero delle Forze Armate, ma avrà un finanziamento ad hoc che non avrà alcun impatto sulla legge sulla programmazione militare”.

Il Segretario di Stato, Geneviève Darrieussecq, avrà il compito di guidare la riflessione su questo servizio nel gruppo interministeriale guidato da Matignon: l’idea generale è quella di creare un servizio di un mese per tutti i ragazzi e le ragazze tra i 18 ei 21 anni, principalmente sotto la supervisione degli eserciti, della gendarmeria nazionale e dei riservisti.

L’Assemblea nazionale, che ha creato una missione di informazione sul servizio nazionale universale, presenterà i primi risultati del suo lavoro alla fine del mese. Nel governo è iniziato il lavoro interministeriale e si parla di “coordinamento generazionale” o “nuova piattaforma di impegno”. Geneviève Darrieussecq dovrebbe presentare proposte questa estate per un primo esperimento nel 2019.

Donbass: violata la tregua di natale si continua a combattere

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Mercoledì 20 dicembre 2017 il Gruppo di Contatto Trilaterale, composto dai rappresentanti di Ucraina, Russia e OSCE (rispettivamente Leonid Kuchma, Mikhail Zurabov e Heidi Tagliavini) hanno raggiunto un accordo per il ripristino di un cessate il fuoco da tenersi durante le vacanze natalizie e di Capodanno. La tregua, nota come “Christmas Truce”, sarebbe entrata in vigore il 23 dicembre a partire da mezzanotte.

Ciononostante si sono registrate numerose violazioni del cessate il fuoco da parte dei militanti russi nella zona ATO (che sta per Anti-Terrorist Operation Zone), già a partire dalla prima giornata di tregua. Il servizio stampa del Quartier Generale del Conflitto nel Donbass ha registrato sulla pagina Facebook tre attacchi da parte dei militanti russi alle Forze Armate ucraine nel corso della giornata di sabato 23 dicembre. I militanti avrebbero aperto il fuoco con mortai da 82 mm, lanciagranate e armi di artiglieria pesante.

Successivamente, fino a lunedì 25 dicembre non si sono registrate ulteriori violazioni del cessate il fuoco. Il sito Front News International riporta: “Oggi nella zona ATO, per la prima volta dopo l’entrata in vigore della tregua di Natale e Capodanno, non ci sono state violazioni del cessate il fuoco. Ma alle 19:00 i militanti hanno nuovamente violato il regime del silenzio. Ciò è stato segnalato nel centro stampa della sede dell’ATO. “Alle 18.00, lungo l’intera linea di demarcazione delle parti, non è stato registrato un solo bombardamento: verso le 19 i militanti hanno violato pesantemente gli accordi di Minsk, usando mortai da 120 mm sulle fortificazioni di difesa delle forze dell’ATO nel Pavlopol. Cinque minuti dopo, gli invasori sono stati liberati dall’insediamento “Sosnovskoye” temporaneamente occupato” riporta il rapporto. Il centro stampa ha osservato che le unità delle Forze armate dell’Ucraina nell’area di attuazione dell’ATO assicurano l’attuazione di tutte le misure per mantenere il regime di cessate il fuoco lungo l’intera linea di delimitazione delle parti e aderiscono rigorosamente agli accordi di Minsk.

Durante la giornata di mercoledi 27 dicembre, sempre nella zona ATO nel Donbass, i militanti della Repubblica Popolare del Donetsk e della Repubblica Popolare del Luhansk, nonostante la tregua, hanno sparato 6 volte sulle posizioni delle Forze armate dell’Ucraina, a seguito delle quali un soldato ucraino è stato ucciso, tre soldati sono rimasti gravemente feriti e due sono rimasti feriti. Il Centro Stampa dell’ATO dichiara “Nonostante gli accordi raggiunti a Minsk sulla tregua natalizia e di Capodanno, le truppe sostenute dalla Russia hanno continuato a violare il cessate il fuoco e hanno lanciato attacchi alle Forze armate dell’Ucraina, usando mortai e artiglieria proibiti”.

Il giorno successivo invece il Centro Stampa del Quartier Generale della ATO ha registrato 3 attacchi da parte dei militanti filo-russi.  “Nonostante gli accordi raggiunti a Minsk per la tregua di Natale e Capodanno, le forze di occupazione russe non hanno smesso di bombardare le posizioni delle Forze armate dell’Ucraina Oggi gli invasori hanno sparato tre colpi mirati nei punti di forza delle forze dell’ATO Tutte le violazioni del regime di cessate il fuoco hanno avuto luogo nella direzione di Donetsk “, afferma il rapporto. Presso la sede dell’ATO è stato notato che i militanti di Azov hanno provocato soldati ucraini per combattere lo scontro vicino a Pavlopol.

“All’inizio il nemico ha sparato con mitragliatrici di grosso calibro e armi di piccolo calibro, e poi ha aumentato la pressione con cinque mine da 82 mm e diverse lanciagranate. Inoltre, nella periferia di Krasnogorovka, il nemico ha violato la tregua con l’utilizzo i armi leggere “, ha aggiunto il centro stampa. In altre parti della difesa ucraina non sono state registrate violazioni del cessate il fuoco. I soldati ucraini non hanno aperto il fuoco in risposta.

Le violazioni del cessate il fuoco sono dunque numerose, e sembrano non vedere la fine.

Secondo quanto riportato dal rapporto del 5 gennaio 2018 della Missione Speciale di Monitoraggio dell’Ucraina dell’OSCE (OSCE SMM), sono avvenute 131 esplosioni nella zona ATO durante la sola giornata del 4 gennaio.

La situazione nel Donbass, dunque, è ancora grave, e non sembra mostrare cenni di miglioramento.

Nonostante diverse nazioni, tra cui la Germania, la Francia e il Canada, si siano interessate alla questione e dichiarino di voler aiutare l’Ucraina con l’insediamento di una missione speciale di peacekeeping promossa dall’ONU, quest’ultima sembra essere ancora lontana.

La Guerra del Donbass, dunque, sembra prossima a compiere 4 anni dall’inizio del conflitto il 6 aprile 2014.

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