Ottimi i dati della produzione libraria 2021, stabile il numero di lettori

Nel 2021 sono aumentati sia i titoli pubblicati (+11,1% sul 2020) sia le tirature (+11,7%), mentre un editore su tre dichiara un aumento del fatturato rispetto all’anno precedente. Il numero di lettori si mantiene in linea con quello dell’anno precedente con un valore pari al 40,8%. Il 69,2% dei lettori legge solo libri cartacei, il 12,1% solo e-book o libri on line, lo 0,5% ascolta solo audiolibri mentre il 18,2% utilizza più di un supporto per la lettura (libro cartaceo, digitale, audiolibro).

 L’emergenza ha avuto ripercussioni sul settore editoriale e la sua produzione. Tra il 2019 e il 2021 sono diminuiti gli editori attivi, ma la loro produzione ha registrato una crescita. Le opere pubblicate, infatti, sono pari a 90.195, dato che indica una ripresa consistente della produzione nel 2021, sia rispetto al primo anno di pandemia sia alla situazione precedente: 200 milioni e oltre sono le copie stampate nell’anno passato, interessando le ristampe e le prime edizioni. Il miglior risultato si è visto nel campo dell’editoria per bambini e ragazzi con un incremento del 17,7% delle opere pubblicate e il 5,6 % delle copie stampate. A dominare il mercato è il genere “varia” dove prevalgono i testi letterari moderni: racconti, romanzi, libri gialli e di avventura, libri di poesia e testi teatrali. In termini di tiratura, dopo quest’ultimi e l’editoria scolastica o pedagogica si rileva anche una buona diffusione di libri a fumetti, i quali incidono per una quota non marginale. Per quanto riguarda i costi, il libro non ha visto aumenti rispetto al 2020, fermandosi ad un prezzo di o poco più di 20 euro.

 Data la diffusione odierna delle opere anche in versione e-book, nel 2021 il dato della produzione in quest’ambito è stato pari al 42,5%, un leggero calo rispetto a 2020. Nel 2020, la versione e-book di titoli già pubblicati a stampa aumenta solamente per le opere rivolte al pubblico di bambini e ragazzi (+9,4%) e per quelle in ristampa (+5,6%). È in decisa crescita, tuttavia, la tendenza a pubblicare opere esclusivamente in formato e-book, senza la corrispettiva versione cartacea: +19,0% rispetto al 2020 e +82,4% rispetto al 2019. Nel complesso, sul fronte digitale gli editori dimostrano una forte iniziativa e risultano particolarmente attivi: digitalizzano i testi in catalogo, realizzano prodotti print on demand, sviluppano banche dati, collaborano con piattaforme online per la fruizione di audiolibri e producono podcast e audiolibri. La transizione digitale interessa per la maggior parte i grandi e i medi editori, dovuto anche al fatto che sia poco remunerativa.

Gli editori ottengono gran parte dei loro ricavi dai seguenti canali di commercializzazione: librerie indipendenti (65,5%) e gli store on-line italiani (60,8%). Laddove possibile sono stati inoltre valorizzati i canali di vendita diretta attraverso l’acquisto per corrispondenza, la vendita tramite il proprio sito internet, le presentazioni (46,2%) e la vendita presso le librerie di catena (40,9%); a tal proposito il 51,8% degli editori ha potenziato i canali di vendita on-line mentre l’11,8% ha ampliato l’offerta di prodotti digitali. Una fonte di ricavo per i micro e i piccoli editori è la partecipazione a eventi in presenza; le librerie di catena e la grande distribuzione organizzata rappresentano una risorsa di guadagno maggiore per i grandi editori.

Nel 2021 si sono, inoltre, consolidate iniziative e forme di rapporto con il pubblico sperimentate soprattutto durante l’emergenza pandemica, come la partecipazione da remoto a saloni e festival on-line, l’attivazione di reti con le librerie indipendenti per la vendita e la consegna di libri a domicilio e l’organizzazione di presentazioni on-line, letture e consigli di lettura da parte degli autori.

 Proseguendo sulla scia del mercato, diversi editori hanno dichiarato di aver avuto un miglioramento nel fatturato, questo va a confermare la ripresa del mercato editoriale dopo l’emergenza pandemica. Gli editori che hanno visto una diminuzione del loro fatturato sono pari al 41,6% (dal 64,6% dell’anno precedente). Al contrario il 23,2% degli editori non ha subito alcuna riduzione del fatturato e circa un terzo (31,9%) ha sostenuto di averlo aumentato. Ad aver subito maggiori perdite sono stati, per la maggior parte micro e piccoli editori, ma a dichiarare un amento dei ricavi sono stati il 22,1% dei micro-editori, il 43,2% dei piccoli, il 51,9 % dei medi e il 53,9% dei grandi. Le cause che hanno portato a una decrescita del fatturato sono diverse: in primis la scarsa partecipazione a fiere, festival e saloni di lettura, poi, la chiusura delle librerie indipendenti e anche la diminuzione delle opere pubblicate. L’aumento del fatturato, invece, si deve a un alto tasso di vendita dei libri in catalogo.

 Gli editori si sono dati tanto da fare in campo promozionale del libro e della lettura per favorire l’incontro tra l’offerta libraria e i lettori. Tra i provvedimenti attuati dagli editori, utili a sostenere l’industria del libro, ci sono le iniziative di contrasto alla povertà educativa e culturale, infatti, per più di un editore su dieci (il 12,8%) un fattore importante è l’attività di promozione della lettura sul territorio attraverso iniziative nelle scuole, nelle biblioteche, nelle librerie e nei luoghi della cultura. Un’altra misura è quella di dare un sostegno ai cittadini per l’acquisto di libri e sono diversi operatori del settore che si adoperano anche per rimodulare l’offerta con il fine di intercettare nuovi target di lettori. Altre attenzioni sono rivolte al sostegno e alla valorizzazione delle biblioteche di pubblica lettura e per le misure volte a promuovere le innovazioni tecnologiche di prodotto, quali ad esempio e-book, audiolibri, banche dati/servizi Internet.

 Nel 2021 la quota di lettori, che non ha letto un libro per motivi non scolastici o professionali, è rimasta stabile (40,8%) rispetto al 2020. A partire dal 2000, quando la quota di lettori era al 38,6%, l’andamento è stato crescente fino al massimo del 2010 (46,8%) per poi ridiscendere nel 2016 al livello del 2001 (40,6%). La quota è rimasta stabile fino al 2019, è cresciuta nel 2020 e si è di nuovo stabilizzata nel 2021. I giovanissimi, tra gli 11 e i 14 anni, rappresentano la parte di popolazione che maggiormente pratica l’attività di lettura, che è pari al 54,7%. Nella lettura è presente un divario di genere, e a confermarlo vi è un dato che vede la percentuale delle lettrici pari al 45,7%, mentre quella dei lettori si attesta su un valore più basso in quanto si ferma al 35,8%. il pubblico più affezionato alla lettura è rappresentato dalle ragazze di 11-24 anni, tra le quali oltre il 60% ha letto almeno un libro nell’anno, con un picco tra i 18 e 19 anni (62,6%). La quota di lettrici scende sotto la media nazionale dopo i 65 anni, mentre per gli uomini è sempre inferiore al 45% tranne che per i ragazzi tra gli 11 e i 14 anni (49,4%). La quota di lettori più elevata proviene da chi possiede una laurea, chi, invece, è detentore di titoli di studi inferiori ha una percentuale di lettura più bassa.

 L’abitudine alla lettura continua a essere più diffusa nelle regioni del Centro-nord. Al Sud la quota di lettori è pari al 29,5%; da segnalare un aumento di 4 punti, rispetto all’anno precedente, in Basilicata e in Calabria. L’abitudine alla lettura è molto più diffusa nei Comuni centro delle aree metropolitane, dove si dichiara lettore poco meno della metà degli abitanti (49,9%) mentre la quota scende al 35,6% nei Comuni con meno di 2mila abitanti.

Anche nel 2021 i dati confermano che la lettura continua a essere fortemente influenzata dall’ambiente familiare, i bambini e i ragazzi sono certamente favoriti se i genitori hanno l’abitudine di leggere i libri.

Negli ultimi anni si sta diffondendo anche in Italia il consumo di prodotti editoriali digitali, difatti l’11,7% della popolazione dai 6 anni in su ha dichiarato di aver letto e-book e libri online. È raddoppiato l’utilizzo dell’audiolibro negli ultimi 4 anni, dato che si attestava allo 0,8% nel 2018. Tra i lettori, tuttavia, permane il legame, abbastanza forte, con il cartaceo, anche se lentamente aumentano gli individui che fanno utilizzo di più dispositivi per la lettura.

 Nel 2021 il 7,4% della popolazione di 3 anni e più ha dichiarato di essersi recata almeno una volta in biblioteca nel corso dell’anno. Rispetto al 2020, la quota di utenti delle biblioteche si riduce di circa 2 punti percentuali che vanno a sommarsi ai 3 punti di flessione registrati tra il 2019 e il 2020. In totale, quindi, gli utenti delle biblioteche si sono sostanzialmente dimezzati a confronto con il periodo pre-pandemico. Complessivamente, dunque, nel 2021 l’accesso “reale” o “virtuale” alle biblioteche è stato pari all’11,7%. L’accesso online è più diffuso tra i giovani di 15-34 anni, in modo particolare nella fascia 20-24 anni dove ha raggiunto il 15,1%.

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