Globish: il dialetto internazionale del terzo millennio.

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È il Globish la lingua più parlata al mondo, a confermarlo è uno studio italiano che però parte da Dubai. Ma di cosa stiamo parlando? A quanto pare il Globish, ovvero inglese globale, è un fenomeno linguistico che si riferisce al particolare idioma che si è diffuso nel mondo, soprattutto fra gli uomini d’affari ed expat. A condurre lo studio l’italiana Monica Perna, english coach e Ceo a Dubai di Auge International consulting, un’impresa di alta formazione che dedica da oltre tre anni indagini specifiche volte a capire i meccanismi, struttura e la diffusione di questa nuova lingua.
Secondo le statistiche, nel mondo, oltre 1,5 miliardi di persone parla inglese ma di questi solo 400 milioni sono madrelingua. Questo significa che il 75% dei parlanti inglese la utilizzano come lingua franca, ovvero come mezzo di comunicazione interculturale. L’utilizzo dell’inglese come lingua di adozione ha portato alla creazione di una variante linguistica di facile comprensione che evita equivoci e espressioni figurate, insomma un linguaggio più semplice e pratico.

Monica Perna ci spiega che è un linguaggio he deriva dall’ inglese anglo-americano e comprende le 1.500 parole più utilizzate e le strutture grammaticali di più semplice comprensione. Più che una lingua il Globish può essere considerato un vero e proprio strumento di comunicazione, una sorta di dialetto internazionale del terzo millennio, parlato dall’80% della popolazione mondiale. Il termine “Globish”, è stato coniato nel 1998 dal francese Jean-Paul Nerrière, ingegnere informatico della IBM, il quale fu il primo ad accorgersi che nelle conferenze internazionali gli uomini d’affari orientali riuscivano a parlare con clienti coreani e giapponesi e a farsi capire in inglese in maniera molto più facile rispetto a quando la conversazione avveniva con dirigenti americani o inglesi. La rapida diffusione di questo inglese globale, secondo la Perna, è dovuta, quindi alla maggiore semplicità del linguaggio che la caratterizza e all’esperienza dell’apprendimento ossia al fatto che non vi siano regole da imparare né libri da studiare ma un approccio diretto con la lingua che permette rapidamente a chi la usa di comunicare. Non si tratta, infatti, di una lingua formalmente costruita, ma piuttosto di un dialetto dinamico che si adatta costantemente, emergendo esclusivamente dell’uso pratico.


L’approccio didattico è ormai superato, a seguito dei suoi anni di studi, Monica Perna sostiene che è arrivata ad elaborare un metodo che prende il nome di metodo AUGE. Questo ti permette di approcciare allo studio della lingua sfruttando tutti e cinque i sensi e creando un coinvolgimento emotivo.


La nuova frontiera dell’apprendimento linguistico consiste nel sostituire gli ormai obsoleti corsi di lingue con vere e proprie esperienze virtuali che le avanguardie del Metaverso ci permettono oggi di costruire come protocolli immersivi, interattivi ed esperienziali. Questa nuova dimensione metodologica rappresenta il superamento della didattica tradizionale e dimostra la superiore potenzialità di un approccio basato sul principio del Learning by Doing, lo stesso che è alla base dell’enorme diffusione del Globish

Bookreporter Settembre

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