L’espansione dello Stato Islamico nel continente africano

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Nel recente periodo si è parlato molto di una possibile sconfitta dello Stato Islamico meglio conosciuto come ISIS nelle loro roccaforti in Medio Oriente, in particolare in Siria ed in Iraq. Tuttavia lo Stato Islamico negli ultimi anni ha iniziato la sua espansione in un nuovo continente ovvero l’Africa.

Come già accennato in un mio precedente articolo, nel 2018 lo Stato Islamico avrebbe stretto un’alleanza con Adnan Abu Walid al-Sahrawi, un sahariano che l’allora califfo Abu Bakr al-Bagdadiriconobbe come leader dell’ISGS – Islamic State in the Greater Sahara. Il Sahara tuttavia non è l’unica in cui lo Stato Islamico si sta lentamente espandendo; di fatto ad oggi le aree maggiormente a rischio o nelle quali la presenza del Califfato è già molto ben radicata sono molteplici. Nel recente periodo l’ISIS si sta lentamente espandendo anche in molti paesi dell’Africa sub sahariana.

Un paese in cui l’ISIS si sta pian piano espandendo è la Nigeria. Da molti anni il paese nigeriano si trova nella morsa di un’altra organizzazione di matrice jihadista, il Boko Haram (letteralmente tradotto “l’educazione occidentale è peccato”). Inizialmente Boko Haram si era dichiarato alleato dello Stato Islamico, il quale tuttavia non gradiva molto l’allora leader del Abubakar Shekau. Di fatto l’ISIS decise di creare un gruppo meglio conosciuto come ISWAP (Stato Islamico nella provincia dell’Africa occidentale). Composto da circa 3000 – 5000 combattenti molti dei quali sarebbero stati addestrati in Libia, Siria e Somalia; l’ISWAP risulterebbe ben fornito dal punto di vista dellearmi, il gruppo infatti negli ultimi anni ha messo a segno numerose rapine a depositi di armi appartenenti al governo nigeriano.

Ovviamente a capo di questa fazione l’ISIS non riconobbe la leadership di Shekau, preferendogli come leader Abu Musab Al-Barnawy. Tutto ciò causò una scissione all’interno del Boko Haram, che in seguito portò ad uno scontro armato tra le due fazioni terroristiche, culminato con la morte di Abubakar Shekau maggio del 2021. Ci sono alte possibilità che il Boko Haram, nonostante la morte del proprio leader e il passaggio di molti dei suoi membri tra le fila dell’ISWAP, possa proseguire il conflitto; non poco tempo fa il gruppo terroristico nigeriano, ha rilasciato un comunicato nel quale annunciava la morte di Shekau, nel comunicato però è stato possibile individuare colui che molto probabilmente è l’erede di Shekau, ovvero BakuraModu. Tutto ciò comincia a creare molta preoccupazione a livello internazionale in quanto si teme una possibile espansione dell’ISIS anche nei paesi vicini alla Nigeria.

Altro paese nel quale lo Stato Islamico sta mettendo radici è la Repubblica Democratica del Congo. All’interno del paese congolese lo Stato Islamico avrebbe dato il via ad una forte campagna di radicalizzazione; è sempre più frequente la presenza di combattenti stranieri inviati dall’ISIS col fine di indottrinare e addestrare la popolazione locale. Di fatto nella Repubblica Democratica del Congo, gli attentati tramite l’utilizzo di materiale esplosivo sono aumentati nell’ultimo anno. È probabile che l’ISIS abbia scelto questo paese per dare vita allo ISCAP (Provincia dello Stato Islamico Centrale). All’interno del paese gli uomini del Califfato avrebbero stretto delle alleanze con l’ADFL (Alleanza delle forze democratiche per la liberazione), conosciuto anche come Madina at Tauheed Wau Mujahedeen. L’espansione del Califfato all’interno della Repubblica Democratica del Congo, necessiterà di una particolare attenzione, dato che i terroristi potrebbero riuscire a mettere le mani sulle risorse presenti nel paese come: diamanti e coltan; i quali potrebbero essere venduti al mercato nero, per poi finanziare le attività terroristiche del Califfato.

Anche l’Africa Meridionale recentemente sta subendo delle infiltrazioni da parte di formazioni jihadiste appartenenti all’ISIS. In Mozambico infatti sarebbe attivo un gruppo terroristico conosciuto come Ahlu Sunna Wal Jammah. Questo gruppo, come l’ADF congolese, ha dichiarato la propria fedeltà allo Stato Islamico, rientrando quindi nella Provincia dello Stato Islamico Centrale (ISCAP). 

Attiva principalmente nella provincia di CaboDelgado, nella parte Settentrionale del Mozambico,i principali membri Ahlu Sunna Wal Jammahsarebbero dei giovani che si sarebbero formati e indottrinati in Sudan, Arabia Saudita e paesi del Golfo, i quali una volta rientrati in Mozambico avrebbero dato il via ad una jihad con l’obbiettivo di imporre la shari’a. Per reclutare soldati per la jihad, il gruppo si servirebbe delle moschee, tuttavia non sono mai mancati dei casi in cui molti membri abbiano reclutato servendosi di conoscenze familiari. Il gruppo inoltre avrebbe dato il via ad una forte campagna di radicalizzazione soprattutto tra il gruppo etnico dei Kimwani (piccola popolazione del nord del Mozambico, composto principalmente da giovani disoccupati e da emarginati). Per finanziare le loro attività i terroristi sono soliti servirsi di molteplici attività criminali, come: traffico di legnami, pietre preziose e avorio. Inoltre è stato accertato il coinvolgimento di Ahlu Sunna WalJammah nel business del traffico di eroina.

Fermare l’espansione dello Stato Islamico dovrà diventare una priorità, in quanto nel continente africano l’ISIS potrebbe trovare un terreno fertile per trovare nuovi affiliati e risorse per portare avanti la loro guerra, tutto ciò nel giro di poco tempo potrebbe costituire una seria minaccia non solo per la popolazione africana, ma anche per il resto della comunità internazionale.

Di Giuseppe Gilberto

Bookreporter Settembre

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