Come i crimini contro gli animali finanziano terrorismo e criminalità organizzata

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Al giorno d’oggi il fenomeno dei crimini contro gli animali è sempre più diffuso e costituisce una delle principali fonti di reddito per organizzazioni criminali di tipo mafioso e non solo, grazie ai crimini contro gli animali anche importanti gruppi terroristici hanno trovato un importante fonte di finanziamento.

In Italia il numero dei crimini contro gli animali risulta essere molto alto, secondo alcune fonti la principale provincia colpita dal fenomeno sarebbe quella di Brescia, nella quale nel 2019 sono stati riscontrati circa 472 procedimenti giudiziari e 371 persone indagate. Il fenomeno però ha numeri anche molto costanti anche nella parte meridionale del paese, dove sono ormai certe le connessioni tra i crimini contro gli animali e le principali organizzazioni criminali meridionali ovvero:  ‘Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona Unità e Cosa Nostra; le quali si occupano di gestire questi affari criminali all’interno della loro area di influenza. Le principali province colpite da questo fenomeno sono quelle di: Siracusa, Santa Maria Capua Vetere e Benevento

Le principali attività  alle quali sono interessate le famiglie mafiose legate sono: bracconaggio, combattimenti clandestini, corse clandestine. Per quanto riguarda reati riguardanti il bracconaggio, è stata accertato il coinvolgimento di famiglie mafiose legate alla ‘Ndrangheta calabrese, le quali risultavano principalmente interessate alla caccia di frodo e al traffico di fauna selvatica, senza contare che questi business rappresentano un importante opportunità per la vendita di armi. Visto il coinvolgimento della criminalità organizzata non sono mancati atti intimidatori attuati contro coloro che tutelano la fauna selvatica.

Per quanto riguarda il business delle scommesse clandestine, anche qui il coinvolgimento degli animali purtroppo risulta essere molto frequente e costante; i principali animali utilizzati per questa attività criminale sono: cavalli e cani. I cavalli in particolare sono utilizzati per effettuare delle corse clandestine. A questa attività criminale risultano interessate importanti famiglie mafiose legate a: Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra e Sacra Corona Unita. In Campania il business delle scommesse clandestine vede il coinvolgimento di molti clan napoletani e della provincia campana, tra questi vi è il clan dei Casalesi. In Sicilia il business delle corse clandestine tra cavalli vede principalmente attive famiglie mafiose operanti nella provincia orientale, in maniera particolare famiglie mafiose catanesi e messinesi. Tra gli interessi della criminalità organizzata vi sono anche i combattimenti clandestini tra cani sono anche un settore di interesse della criminalità organizzata, la quale trae principalmente profitto dalle scommesse dei combattimenti.

Anche il settore della pesca è finito nel mirino di gruppi organizzati di bracconieri. Questo fenomeno si è esteso principalmente nella parte settentrionale dell’ Italia, e vede principalmente coinvolti gruppi di bracconieri provenienti dall’Europa dell’Est, i quali si servono di disturbatori elettronici e di sostanze chimiche, è importante inoltre sottolineare come la presenza di questi gruppi criminali abbia in qualche modo aumentato anche il numero dei furti di imbarcazioni, le quali molto probabilmente vengono utilizzate dai bracconieri nelle loro attività di pesca illegale.

Anche a livello internazionale questi crimini costituiscono una seria minaccia non solo per gli animali, ma anche per la sicurezza. È ormai risaputo il coinvolgimento di: gruppi terroristici e cartelli della droga nel settore del bracconaggio e del traffico di fauna selvatica. Uno dei continenti maggiormente colpito dal bracconaggio è l’Africa. In questo continente è stato riscontrato il coinvolgimento di organizzazioni terroristiche jihadiste come il Boko Haram o Al Shabaab nel business del bracconaggio. 

I gruppi terroristici però non sono gli unici interessati a questo settore, anche gruppi di miliziani e guerriglieri come: Janjaweed e l’Esercito di Resistenza del Signore; tutto ciò ha consentito al bracconaggio di evolversi. Grazie all’interesse di questi gruppi terroristici e guerriglieri, i bracconieri sono riusciti ad entrare in possesso di armi, mezzi e tecnologia, che non ha fatto altro che aumentare in maniera consistente il numero degli animali uccisi. I loro principali obbiettivi sono elefanti e rinoceronti, i cui corni d’avorio vengono poi rivenduti illegalmente nei mercati asiatici. Tutto ciò oltre a finanziare guerre e attentati produce anche altri due effetti: 

  1. Aumenta il rischio di estinzione di queste specie sopracitate;
  2. Causa enormi danni economici in delle economie precarie, le quali vedono in questi animali una risorsa per il settore turistico.

Per contrastare i bracconieri, i paesi hanno messo dei ranger a sorvegliare le aree in cui sono presenti queste specie protette, tuttavia i bracconieri sono risultati meglio armati, e di fatto negli ultimi anni, pur di tutelare i propri affari, non sono stati rari i casi in cui i bracconieri abbiano ucciso dei ranger.

Purtroppo per via dei facili guadagni e delle poche sanzioni pesanti contro chi si macchia di questi crimini, questi sono destinati ad aumentare. Tutto questo potrebbe portare nel giro di qualche anno a mettere a rischio molte specie di animali, molte delle quali rischiano seriamente l’estinzione. Senza contare che il continuare a sottovalutare questo fenomeno non fa altro che far accrescere i guadagni di organizzazioni criminali di tipo mafioso e gruppi terroristici e di guerriglia, che in questo modo non fanno altro che acquisire enormi guadagni utili a finanziare le loro attività, costituendo cosi un enorme rischio alla sicurezza internazionale.

Giuseppe Giliberto



Bookreporter Settembre

1 Comment

  1. Articolo molto interessante e, purtroppo, rispondente alla realtà: colpisce vedere primeggiare la città di Brescia, anche se i dati possono essere anche il riflesso di una maggiore attenzione investigativa contro tale fenomeno.

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