L’allargamento nell’UE: a che punto siamo in Bosnia-Erzegovina?

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Da quando la nuova Commissione è entrata in carica alla fine del 2019, sono ripresi gli sforzi nella tabella di marcia a sostegno dei Balcani occidentali, regione dove la strategia si è concentrata sui settori in cui sono necessari ulteriori riforme da parte dei partner dell’area. Nonostante il continuo sostegno sul rafforzamento degli impegni presi a partire dall’agenda del vertice di Sofia nel 2018, nel nuovo rapporto presentato dalla Commissione Europea, la mancanza di progressi ha caratterizzato il quadro della Bosnia-Erzegovina, un paese dove la libertà dei media è quasi completamente soppressa e la corruzione permea ogni segmento della società

 

A quindici anni dalla conclusione dell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione con l’Unione Europea, La Bosnia-Erzegovina non ha registrato rilevanti progressi nonostante la sua funzionalità a un futuro ingresso nell’Unione[1].

Nel maggio 2019, la Commissione Europea ha adottato la comunicazione sulla politica di allargamento dell’UE e il pacchetto allargamento 2020[2], documento in cui è presentata la relazione annuale che valuta l’attuazione delle riforme fondamentali nei Balcani occidentali, insieme a raccomandazioni e orientamenti più chiari e precisi sulle prossime tappe. Il parere della Commissione fornisce un’esauriente tabella di marcia per le riforme da attuare nel cammino verso l’integrazione all’UE. In particolare, in tale documento si prevede che la Bosnia-Erzegovina affronterà 14 priorità fondamentali per allinearsi alle raccomandazioni delle istituzioni europee. Lo Stato di diritto è al centro della strategia di allargamento: qualità della democrazia, la legge, il rispetto dei diritti fondamentali, la riforma dell’amministrazione pubblica, l’indipendenza della magistratura etc.

La Bosnia-Erzegovina ha bisogno di allineare il suo quadro costituzionale con le norme europee e garantire che la funzionalità delle sue istituzioni sia in grado di assumere gli obblighi dell’Ue. La struttura statale decentrata è compatibile con l’adesione all’Ue, ma il Paese dovrà riformare le sue istituzioni per essere in grado di partecipare efficacemente al processo decisionale dell’Ue e di attuare pienamente l’applicazione dell’acquis[3].

Dovrebbe, inoltre, rafforzare la prevenzione e la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, tra cui riciclaggio di denaro e terrorismo, nonché garantire un efficace funzionamento della gestione delle frontiere, migrazione e asilo. Non manca la richiesta di rafforzare la protezione dei diritti fondamentali di tutti i cittadini, anche garantendo un ambiente favorevole per la società civile, la riconciliazione, la protezione e l’inclusione di gruppi vulnerabili.

Ad oggi, però, la Bosnia ha colmato solo alcune delle lacune presenti. Il 6 ottobre 2020, la Commissione Europea ha pubblicato il nuovo rapporto sul sostegno alla politica di allargamento nei confronti dei Balcani occidentali. Raccomandazioni precise e orientamenti sono offerti in un documento separato, ma nonostante un’accurata raccolta di dati, non molto viene fornito in termini di soluzioni utili e strutturate: nulla, infatti, di veramente concreto se non delle dichiarazioni generalizzate.

In virtù di tale scenario, si respira ancora un persistente clima di insicurezza e instabilità che rallentano i ritmi della vita istituzionale aggravata dall’interminabile crisi politica che ha fatto seguito alle elezioni generali del 2018.

Per ciò che riguarda la relazione degli esperti sulle questioni relative allo Stato di diritto, l’ostruzionismo politico e la resistenza alle riforme del sistema giudiziario continuano a minare l’integrità del sistema giudiziario[4]. Dal 2011 la Commissione prosegue il dialogo strutturato sulla giustizia per aiutare la Bosnia-Erzegovina a consolidare un sistema giudiziario indipendente, efficace, efficiente e professionale. La cultura giudiziaria continua a diffondersi lentamente in tutta la regione dei Balcani occidentali, senza un impegno adeguato a favore del principio dell’indipendenza del potere giudiziario. L’auspicio è che le autorità bosniache riescano a procedere ad una ristrutturazione del sistema giudiziario con l’obiettivo si svincolarlo ulteriormente dal potere politico.

I progressi credibili legati allo Stato di diritto continuano a rappresentare una sfida importante, spesso legata alla mancanza di volontà politica. La mancanza di armonizzazione della legislazione e il debole coordinamento istituzionale ostacolano la lotta contro corruzione: i tentativi di ridurre la corruzione sono ripetutamente falliti e ciò non è passato inosservato alla Commissione Europea. Michael Doyle, analista politico, ritiene che una riforma effettiva sia possibile solo se parallelamente si riformi la polizia, la magistratura e la procura. In tutto questo, la Comunità Internazionale non è mai riuscita a coordinare una strategia che portasse ad un sistema giudiziario veramente indipendente.

Ad ogni modo, si notano alcuni sviluppi più positivi, come l’adozione del quadro strategico sulla riforma della pubblica amministrazione da parte di tutti i livelli di governo, che ha contribuito al rafforzamento di una delle priorità chiave del parere, e l’adozione della strategia nazionale per i crimini di guerra. In breve, questi saranno degli obiettivi fondamentali per la Bosnia-Erzegovina e per la sua stabilità regionale, solo se verranno attuati efficacemente nei prossimi anni.

La relazione conclude evidenziando i progressi faticosamente lenti che sono stati intrapresi dalle azioni dei vari attori politici che continuano ad affrontare un numero enorme di sfide. In questo scenario, sappiamo che l’instabilità non è di certo una novità per la Bosnia, ma questa volta, non si può più attendere.

 

 

[1] https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=LEGISSUM:4314912

[2] https://www.consilium.europa.eu/it/policies/enlargement/

[3] https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/sites/near/files/20201006-communication-on-eu-enlargement-policy_en.pdf

[4] https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/sites/near/files/20201006-communication-on-eu-enlargement-policy_en.pdf

Bookreporter Settembre

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