Edutainment e Coaching

in Approdi manageriali by

Non è una novità che l’elemento del divertimento e della motivazione intellettuale ed emotiva nel lavoro, così come nell’apprendimento, può migliorare l’efficacia e l’efficienza lavorativa e la capacità di apprendimento. Questa riflessione nasce dalla nostra esperienza come rete di coach, facilitatori e consulenti per lo sviluppo   WE+Network   ma assume nuova evidenza alla luce delle trasformazioni del lavoro quotidiano imposte dall’emergenza Covid-19 di questo 2020.

Nel gioco siamo spesso chiamati a impersonare qualcun altro e il sentirci protagonisti di un’altra realtà amplia il nostro sentire e il nostro punto di vista. L’importanza del gioco d’altronde è alla base del successo di molte metodologie per lo sviluppo per tutte le fasce di età. La metodologia Lego Serious Play, che invita gli adulti, tramite il senso del toccare con la mano, a inventare scenari di miglioramento per gli assetti organizzativi in azienda né è un esempio.

Non solo il divertimento aumenta l’efficacia degli adulti nei processi riflessivi e di apprendimento: non dimentichiamo la bellezza. Alcuni ambienti software per lo scambio collaborativo online offrono scenari gradevoli all’occhio, come nell’esempio seguente: 

Il nostro approccio come WE+Network è quello di sperimentare continuamente tramite laboratori digitali ed in presenza. Il nostro stile ci porta a sperimentare e a condividere i risultati della sperimentazione verso una comunità più allargata, la comunità professionale dei coach, dei facilitatori e dei consulenti per lo sviluppo in generale. Il coach avatar è un esempio di futuro prossimo in cui tra gli strumenti a disposizione per supportare la formazione e lo sviluppo avremo anche un assistente coach digitale.

Oggi sempre più abbiamo bisogno di creare, nella società, in azienda, ovunque, processi decisionali che tengano conto delle aspettative di tutti gli attori in gioco.

In termini di co-creazione digitale offriamo l’organizzazione di laboratori di co-progettazione o co-creazione supportati da strumenti digitali ad hoc e visivamente accoglienti e ingaggianti. La nostra è una modalità comunicativa e operativa caratterizzata dalla partecipazione, un approccio laboratoriale più libero e ingaggiante che renda tutti protagonisti.

I metodi di facilitazione per attivare dinamiche di cambiamento diffuse sono numerosi (World Café, Open Space Technology, GOPP, Hackathon, Lego® Serious Play®, Appreciative Inquiry ecc.): ogni situazione richiede un approccio e un mix “ad hoc” di queste tecniche.

L’affermazione di nuove modalità di lavoro e l’ondata emotiva provocata dall’emergenza sanitaria hanno permesso a molti di riconsiderare le priorità e di “assaggiare” stili di vita prima sconosciuti. Il cambio di paradigma ci consente di scompaginare un po’ le cose e dare uno strattone alle solite liturgie. I processi di innovazione sono prodotti da ibridazione, contaminazione e simulazione. Si apre a nostro giudizio uno spazio culturale e interiore per aprirsi a nuovi stili e a nuove provocazioni.

Questi mesi di spostamento dei nostri ego sulla piazza virtuale sono stati rivoluzionari per i “Baby Boomers” (nati tra il 1946 e il 1964) e per la “Generazione X” (nati tra il 1965 e il 1980) che hanno praticato la presenza fisica per gran parte della loro vita professionale; costoro si sono dovuti adattare alle novità del lavoro digitale. Questo periodo se non rivoluzionario è stato quantomeno spiazzante, anche per i “millennials” (nati dopo l’80): una ricerca dell’azienda del settore sanitario e wellness Vitality di Chicago, riporta di casi di ansia e insonnia tra questi “nativi digitali” superiori ai loro colleghi più maturi, rispetto ai quali si sentono meno produttivi e meno in relazione con i loro capi. I più giovani sembrano anche essere più fragili rispetto alle distrazioni che lo smart working da casa propone. La ricerca suggerisce che i Millennials, abituati ad avere “tutto sotto controllo”, stiano reagendo con più insicurezza di fronte alla loro prima vera grande crisi. Questo ci porta a concludere con una domanda: quale sarà il giusto equilibrio tra reale e digitale ?

Di Luca De Gaudenzi

 


Luca De Gaudenzi, Business Executive Coach & Counselor, opera dal 1996 nel campo della consulenza direzionale ed in particolare del change a livello aziendale e personale. Supporta i clienti durante delicate fasi di sviluppo e transizione personale e professionale attraverso interventi individuali e di gruppo.

Ha collaborato con primarie società di consulenza direzionale presso aziende leader italiane e multinazionali. Ha una specializzazione e l’accreditamento internazionale come Chartered Business Coach da parte della   Worldwide Association of Business Coaches™ (WABC™), una specializzazione in Counseling e l’abilitazione come mediatore civile e commerciale. 

Luca è associato di  WE+Network  (Talent and wellness development – Business Coaching School-WABC Accredited) e di EMCC  Italia (European Mentoring & Coaching Council) di cui è membro della commissione tecnico-scientifica.

Laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Torino, nel corso degli anni ha svolto attività di sviluppo commerciale per Click4Talent, MCEXECUTIVE e Flower & Klein per servizi di Executive Search. Mediatore Certificato presso Ministero Grazia e Giustizia, ha lavorato in Andersen-Accenture (Chicago e Milano). Luca è amante dello sport trae benessere dalla pratica di sci, snowboard, motociclismo, tennis, subacquea, palestra e si diverte giocando ad hockey su prato partecipando ai campionati master.

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