Dossier Libico: Di Maio a Tripoli per parlare di pace e immigrazione

Il Ministro degli Esteri italiano Luigi di Maio si è recato a Tripoli per un incontro con il Presidente del Governo di Accordo Nazionale (GNA) Fayez al-Serraj, il Ministro dell’Interno Tathi Bashaga, ed il suo omologo Mohamed Siala.

Al centro della visita, come rivelato su Twitter dallo stesso Ministro, la crisi in Libia ed il dossier immigrazione.

La visita, avvenuta mercoledì 24 giugno, rientra in un quadro di condivisione europea più ampio, essendo giunto a seguito degli incontri a Roma del Ministro con il suo omologo francese Jean-Yves Le Drian, e tedesco Heiko Maas.

 

Per quanto riguarda il conflitto libico, Di Maio ha ricordato che il governo di al-Serraj rimane il partner di riferimento per l’esecutivo italiano nell’area, spiegando che “anche nelle fasi più drammatiche dell’epidemia, il dialogo dell’Italia con la Libia non si è mai interrotto”.

L’Italia ha reiterato la proposta per un cessate il fuoco negoziato tra tutti gli attori coinvolti, al fine di giungere ad una soluzione politica del conflitto sotto l’egida delle Nazioni Unite, ed in linea con le conclusioni della Conferenza di Berlino.

La Libia, come evidenziato dallo stesso Ministro, si configura come una priorità della politica estera italiana. Una efficace gestione del dossier libico è quindi cruciale per garantire la sicurezza nazionale ed europea.

Una divisione del Paese tra le due fazioni è stata dichiarata “inaccettabile”, perché sarebbe l“anticamera di nuovi conflitti armati”. Conflitti che, dopo il fallimento della conquista di Tripoli da parte del generale Haftar, hanno conosciuto una nuova escalation con la controffensiva delle forze tripoline, ormai giunte alle porte di Sirte. Questa città, sotto il controllo del generale di Bengasi, si configura come una città strategica, poiché garantisce l’accesso alla cosiddetta Mezzaluna petrolifera. Di Maio ha chiesto quindi che “il confronto sulla nuova linea del fronte a Sirte non diventi il punto di partenza per una nuova escalation militare”, ma la situazione appare già compromessa, tanto che il Presidente egiziano Abdel Fatth al-Sisi, ha minacciato l’intervento armato del Cairo.

 

In materia di immigrazione, il Ministro di Roma ha annunciato di aver ricevuto dal Capo del Governo di Tripoli la proposta libica di revisione del Memorandum d’intesa bilaterale siglato il 2 febbraio 2017. Ad una prima lettura, secondo il Ministro, esso va nella giusta direzione, rilevando un maggiore impegno della Libia a garantire i diritti umani.

La proposta, appare in linea con le richieste avanzate dall’Italia nel mese di febbraio, quando il governo di Roma inviò una proposta di memorandum in cui si riteneva necessario promuovere una gestione del fenomeno migratorio “nel pieno rispetto dei principi della Convenzione di Ginevra e delle altre norme di diritto internazionale in materia di diritti umani”.

L’obiettivo è avviare un processo di consolidamento dell’azione in Libia delle Organizzazioni delle Nazioni Unite, in particolare l’Unhcr (United Nations High Commissioner for Refugees) e l’Oim (International Organization for Migration), avviando il processo per una graduale chiusura dei centri di detenzione libici.

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