“La rivolta del pane”

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La situazione in Italia per i cittadini a livello economico non è felice al momento e non si presenta meglio per il prossimo futuro.

Le rivolte sociali sono sempre partite dalla difficoltà di approvvigionamento del pane, i costi delle materie prime si stanno già alzando molto ora e continueranno a farlo in maniera esponenziale, ci sono tanti fattori che lo determinano, finiscono le scorte, la mancanza di mano d’ opera e la difficoltà dei trasporti.

Si stima che una su tre delle attività di piccola media impresa potrebbe non riaprire, ed ecco qui che l’ offerta del mercato non potrà soddisfare la domanda. Si prevede quindi un periodo di stagflazione, una stagnazione unita ad una inflazione che potrebbe creare una situazione di grande disagio sociale, specialmente alla luce delle deboli misure prese finora dal nostro paese e dall’Europa. Il mercato dovrà a breve fare i conti con la ripresa dei consumi in un clima di normalità dopo il lockdown.  L’impianto degli interventi economici degli Stati Uniti si aggira ai 3.500 miliardi di dollari, che darà una ulteriore impennata dei prezzi alimentari nei mesi a venire  e porterà al rialzo l’indice dei prezzi al consumo, la farina sta aumentando fino al 500%, si sta parlando infatti in questo momento in parlamento come tener sotto controllo tutta la filiera alimentare dei beni di prima necessità onde evitare enormi speculazioni. Più le decisioni in Europa sono lente più le imprese muoiono, più si ritarda la capacità produttiva ed industriale e più ci si troverà davanti a questo fenomeno in cui l’ offerta non riuscirà a stare dietro la domanda e i prezzi delle materie prime aumenteranno, sarà veramente molto preoccupante dal punto di vista “macroeconomico”. C’è un vero e proprio allarme sulle derrate alimentari il rimbalzo è stato forte, il grano è aumentato del 12% la scorsa settimana dopo un decennio di cali. Si rischia quindi che il potere d’ acquisto dei consumatori già messo a dura prova dalla perdita del lavoro, dalla riduzione dell’ attività, la cassa integrazione che nessuno ancora ha ricevuto venga ulteriormente minato.

Bisogna stare attenti perché tutte le rivolte sociali sono sempre partite dal pane”.

Il sud del nostro paese è messo a dura prova economicamente parlando, i poveri, i lavoratori in nero e quelli “illegali” per non menzionare di chi beneficia del reddito di cittadinanza e sussidi sono concentrati per il 70% circa. proprio nel nostro meridione.

Si parla di una polveriera pronta ad esplodere, iniziano ad essere troppi i casi di furti alimentari di prese di posizione troppo forti alle casse dei supermercati, nei quartieri più poveri è nata una grande rete di solidarietà, ma il governo deve veramente snellire la burocrazia e trovare soluzioni rapide e risolutive, per i sindaci i 400.000 euro stanziati sono inutili a risolvere un’ esigenza ben più ampia. Il fallimento poi del bonus Inps di oggi non aiuta certo a calmare gli animi, la corsa ai 600 euro per gi autonomi è stata veramente un’ attività improbabile, prima il sito afferma di contare le domande in ordine cronologico e poi scompare la pagina, togliendo l’informativa dal sito, in serata il presidente Tridico fa un passo indietro, niente clic day nè ordine cronologico, le domande potranno essere inoltrate anche nei giorni successivi, anche se fino a poche ore fa le indicazioni erano completamente diverse.   

F.B. Fumarola

 

Bookreporter Settembre

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