La Cina e i suoi scambi sulla Via della Seta, L’Europa dell’Est e il rapporto tra creatività e libertà, I cambiamenti climatici e la gestione dei flussi migratori. Il mondo contemporaneo, le sue gabbie, le sue prospettive. Si muove con lo sguardo rivolto a Est attraverso i temi più discussi della contemporaneità il programma del 39° Oriente Occidente Dance Festival, continuando ad esplorare la Nuova Via della Seta attraverso un pluralismo di visioni contemporanee.
Il 29 agosto, ad aprire la 39ma edizione di Oriente Occidente Dance Festival, ci sarà un nome di assoluto rilievo del panorama internazionale, in una serata all’insegna dell’hip hop colto e “contaminato”. Mourad Merzouki, indiscusso protagonista della scena francese, è il primo direttore di un Centro Coreografico Nazionale proveniente dall’ambito della danza urbana, che a partire da questo specifico linguaggio riesce a produrre una pluralità di visioni estetiche grazie alla sua capacità di incrociare mondi e discipline diverse: arti marziali, circo contemporaneo, danza, musica classica, tecnologia vengono messe in dialogo nei suoi spettacoli con l’hip hop. A Rovereto, ad inaugurare il Festival, il suo ultimo sorprendente lavoro: Vertikal (Teatro Zandonai, 29 agosto, ore 20.30), che esplora nuove prospettive tra terra e cielo, sfidando il mito del suolo, spazio preferito per gli hip hopper. In Vertikal, dieci danzatori – cinque uomini e cinque donne – si sollevano e galleggiano in una dimensione sospesa tra il terreno e l’aereo.
LO SGUARDO A ORIENTE
GUANGDONG MODERN DANCE COMPANY, SIDI LARBI CHERKAOUI, EUN-ME AHN
Continua il viaggio di Oriente Occidente intrapreso lo scorso anno sulla Nuova Via della Seta. La più antica compagnia di danza moderna della Cina, la Guangdong Modern Dance Company arriva al Festival con Sumeru, (Teatro Zandonai, 31 agosto, ore 20.30) un lavoro della direttrice artistica Liu Qi sulle relazioni umane, il cui titolo richiama il nome del Monte Sumeru, la montagna al centro dell’origine del mondo secondo i buddisti. Dalla provincia cinese di Henan arrivano i diciannove Monaci Guerrieri del Tempio di Shaolin, di età compresa tra gli 8 e i 26 anni, protagonisti di uno dei lavori più apprezzati del grandissimo coreografo belga–marocchino Sidi Larbi Cherkaoui: Sutra, nato al Sadler’s Welles di Londra nel 2008 e rappresentato in questi undici anni in 31 paesi diversi ma da molti anni assente dall’Italia. Si tratta di un viaggio di un uomo occidentale nell’universo spirituale buddista e nella fisicità più estrema della pratica delle arti marziali, parte integrante della dottrina dei Monaci Shaolin (Teatro Sociale, 8 settembre, ore 20.30).
Dopo il successo della scorsa edizione, torna al Festival la sudcoreana Eun-me Ahn con il nuovissimo North Korea Dance, (Teatro Zandonai, 2 settembre, ore 20.30): una coloratissima esplorazione delle similitudini e delle differenze artistiche tra il Paese di origine della coreografa e la Corea del Nord, di cui poco si conosce. La creazione nasce dalla volontà di Eun-Me Ahn di approfondire la cultura del Nord e, impossibilitata dalle restrittive leggi che regolano le frontiere tra i due Paesi, si lascia aiutare da internet, dove si trovano video di danze tradizionali e soprattutto parate militari in onore del dittatore. La coreografa riesce in un lavoro dall’indiscutibile sapore politico ma dal tono leggero e con tocchi di humor, che fa della musica il simbolo di un linguaggio universale contro le divisioni politiche.
ISPIRAZIONE ATTUALITÀ
INA CHRISTEL JOHANNESSEN, CLAUDIO BERNARDO
Le espressioni artistiche contemporanee traggono spesso ispirazione da tematiche forti che caratterizzano l’attualità. Così anche per la danza.
Accade nell’opera della norvegese Ina Christel Johannessen, Frozen Songs (Auditorium Melotti, 7 settembre, ore 20.30) spettacolo sulla fragilità dell’ecosistema terrestre, ispirato al Deposito Globale di Sementi nelle isole Svalbard (The Global Seed Vault) a 1200 chilometri dal Polo Nord, una sorta di caveau del patrimonio genetico delle sementi dove il mondo preserva il suo futuro. Ma – come mostrano i sette danzatori in scena alla disperata ricerca di una strada per evitare la distruzione – la sopravvivenza non dipende solo dalla “seed bank”. Lo spettacolo diventa spunto per il Festival per approfondimenti e laboratori realizzati in collaborazione con il MUSE di Trento e il Museo Civico di Rovereto per la sezione LINGUAGGI.
Non meno attuale è il tema dell’esilio affrontato dal coreografo brasiliano attivo in Belgio, Claudio Bernardo nell’articolato progetto artistico intorno alle Troiane di Euripide di cui Oriente Occidente ospita il debutto mondiale della terza tappa, #Frontiera (Auditorium Melotti, 3 settembre, ore 20.30). Un filo rosso lega il passato delle donne di Troia con le donne di oggi, in attesa del loro destino sul bordo del mare, accompagnate nello spettacolo dai cori in greco antico composti da Giovanna Marini.
L’EUROPA DELL’EST: CREATIVITÀ E LIBERTÀ
PÁL FRENÁK, MARTIN TALAGA, BEATRIX SIMKÓ – JENNA JALONEN
Un focus sull’evoluzione e gli sviluppi della coreografia tra Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia porta al Festival la fisicità spinta di Pál Frenák, che nel suo Birdie (Auditorium Melotti, 1 settembre, ore 20.30) indaga i muri e le barriere psicologiche, fisiche, storiche e sociali e i possibili modi per superarle. Uno spettacolo nato da studi sul tema del volo – ricorrente nella poetica di Frenák – e da suggestioni del film di Alan Parker, Birdy – Le ali della libertà (1984) da cui mutua il titolo. I cinque danzatori si muovono con sullo sfondo una grande piramide di metallo che funziona come labirinto: i personaggi lottano fra loro e con se stessi, cercano vie di fuga ma tornano poi sempre nella gabbia. Arriva a Rovereto anche l’esperienza coreografica del giovane Martin Talaga (Mart, 1 settembre, ore 19) con la performance Soma, vincitrice del premio come migliore produzione del 2018 (Dance Production of the Year 2018) durante la 24ma Czech Dance Platform.
Realizzata con tre danzatori professionisti e alcuni volontari partecipanti a un workshop che si terrà durante i giorni del Festival precedenti alla performance, Talaga indaga il corpo maschile tra bellezza e imperfezioni, nella convinzione che mettere a fuoco i difetti del corpo significhi ricordare cosa ci rende umani, la nostra vera essenza. Altra giovane promessa dell’Est Europa è Beatrix Simkó, autrice del duetto con la finlandese Jenna Jalonen sul tema delle origini e dell’isolamento in Europa dei loro paesi: Long time no see! (Teatro alla Cartiera, 1 settembre, ore 22.00). Già tenuto d’occhio dalla critica grazie alla sua partecipazione nel 2018 Festival d’Avignon, lo spettacolo è ora inserito tra le venti produzioni selezionate della piattaforma internazionale Aerowaves Spring Forward twenty19. Alla base del lavoro il desiderio di incontrarsi, di comprendersi, nella ricerca di origini comuni: un simbolo per un’Europa ancora affaticata nel sentirsi unita.
LA GRANDE DANZA ITALIANA
FONDAZIONE NAZIONALE DELLA DANZA / ATERBALLETTO, MICHELA LUCENTI
Punta di diamante del panorama coreutico italiano, Aterballetto debutta al Festival con Dreamers, un trittico che unisce l’israeliano Ohad Naharin alla giapponese Rihoko Sato e al sempre più promettente coreografo interno alla compagnia Philippe Kratz (Teatro Zandonai, 6 settembre, ore 20.30). Sarà un ingresso in repertorio della Batsheva Dance Company, Secus, il pezzo firmato da Ohad Naharin, coreografo di riferimento della compagnia israeliana e creatore della pratica Gaga. Due pezzi inediti sono invece realizzati dalla giapponese Rihoko Sato che, invitata dal direttore artistico della compagnia emiliana Gigi Cristoforetti, porta in scena l’inedito pezzo Traces. Nuovo, settimo lavoro anche per Philip Kratz, cresciuto in seno ad Aterballetto, con cui si è esibito come danzatore per oltre dieci anni: si intitola Cluoud|Materia e indaga il concetto di materia.
Altra eccellenza nazionale, habitué del Festival, Michela Lucenti con il collettivo nomade di performer Balletto Civile, ospite con due diversi lavori: la prima assoluta di Madre (Auditorium Melotti, 5 settembre, ore 20.30), dove si mettono in discussione la forza dei legami ancestrali e la capacità di districarsi nel rapporto con la propria origine, e l’assolo Concerto Fisico (Mart, 6 settembre ore 17 e ore 20) un racconto fatto con corpo e musica, attraverso cui si raccontano 15 anni di storia del gruppo.
GLI ARTISTI ASSOCIATI
LUNA CENERE, DAVIDE VALROSSO, PIETRO MARULLO
Saranno tre gli artisti associati che arrivano al Festival con inedite co-produzioni di Oriente Occidente, nate anche grazie a periodi di residenza che gli artisti hanno trascorso al CID – Centro Internazionale della Danza, lo spazio che il Festival Oriente Occidente riserva alla produzione e alla formazione di giovani danzatori e coreografi. Il CID fa anche parte della rete di soggetti che danno vita al nuovo centro regionale di residenze artistiche.
Pietro Marullo è artista associato del Festival dal 2017 e arriva all’edizione 39 con HIVE – our hydrological need of cosmic lines, un progetto in cui danza, arte visiva, oggetti e suoni si mescolano tra loro e producono una riflessione socio-culturale ed estetica a partire dal Tondo Doni di Michelangelo Buonarroti (Auditorium Melotti, venerdì 30 agosto, ore 20.30). HIVE è uno dei tre progetti vincitori della Vetrina delle idee, bando per nuove produzioni promosso da Fondazione Caritro, Servizio attività culturali della Provincia Autonoma di Trento, Coordinamento Teatrale Trentino e Unione Interregionale Triveneta AGIS.
Zoé | appunti sulla nuda vita è lo spettacolo work in progress firmato da Luna Cenere, nato all’interno del suo progetto Genealogia. Si tratta di una ricerca dalla natura installativa a cui si aggiunge il carattere relazionale di una comunità, un gruppo che si fa espressione e luogo, paesaggio in trasformazione e migrazione. Proseguendo nella sua ricerca sulla nudità, Luna Cenere fa emergere il potenziale metafisico, animale e sociale del corpo inteso come paesaggio e luogo della vita (Teatro alla Cartiera, 30 agosto, ore 22).
Sono invece ospiti del progetto di residenze Komm Tanz della compagnia Abbondanza/Bertoni, con la quale da anni il Festival collabora, Tommaso Monza e Claudia Rossi Valli che debuttano al Festival con Sabba ed Evocazioni, un progetto di studio intorno all’incontro e alla necessità di dialogo umano nella società (Anteprima – Teatro alla Cartiera, 24 agosto, ore 20.30).
LA DANZA IN SPAZI NON CONVENZIONALI
CIRQUE LA COMPAGNIE, CIRQUE ROUAGES, URBAN PLAYGROUND, UNA CITTÀ PER BALLARE, RUGGGE
Da alcuni anni Oriente Occidente Dance Festival porta la danza in città, per le strade e nelle piazze, con una programmazione adatta a tutti e un’attenzione anche ai desideri dei più piccoli e alle esigenze delle famiglie. In questa 39ma edizione la danza incontra l’acrobazia, il circo contemporaneo, l’hip hop e il parkour. Maestri del trampolino e del palo cinese, i quattro intrepidi circensi franco-svizzeri di Cirque La Compagnie diplomati a l’École National du Cirque de Montréal, terranno gli spettatori con il fiato sospeso grazie al loro spettacolo adrenalinico caratterizzato da una grande abilità nell’uso del corpo e delle tecniche circensi uniti a un’estrema naturalezza degli interpreti (Piazzale Caduti sul Lavoro, 3 e 4 settembre, ore 18). Sarà invece un’atmosfera magica e un po’ nostalgica quella creata da …Sodade… del collettivo francese fondato da Aurélien Prost, Cirque Rouages (Progetto Manifattura, 4 settembre, ore 20.30): un filo teso tra due grandi ruote su una struttura che ricorda i vecchi Super8 sarà lo spazio di movimento di quattro funamboli che rievocano il ritorno di un tempo passato.
Il parkour di matrice francese incontra il teatro fisico e la danza urbana nel lavoro degli inglesi Urban Playground: Zoo Humans (Piazza Malfatti, 30 agosto, ore 16 e ore 18) uno spettacolo sul coraggio di fare un salto fuori dalle gabbie di artifici in cui il mondo moderno sembra “proteggerci”.
Infine le onde gravitazionali di Einstein diventano una visione poetica nello spettacolo aereo e multimediale della compagnia francese Retouramont (Progetto Manifattura, 7 settembre ore 22.30 e 8 settembre ore 21): coreografia aerea, proiezioni e suoni registrati in presa diretta faranno della chiusura del Festival a Rovereto un momento di grande spettacolo firmato da Fabrice Guillot, pioniere della danza verticale.
Attraverserà tre piazze simbolo del centro cittadino la grande maratona di danza Una città per ballare, con la coreografia di Silvia Bertoncelli (Piazza Erbe, Piazza Cesare Battisti, Piazza Malfatti, 31 agosto a partire dalle ore 16): un viaggio tra le possibilità del movimento e le architetture della città, che si chiuderà con un momento coreografico collettivo guidato dai danzatori della MM Contemporary Dance Company. A completare la proposta en plein air RUGGGE, artista e illustratore di base a Milano che guiderà la Mutant Animals Parade (7 settembre, ore 18.30), una parata per le vie del centro storico con stendardi e strani animali giganti realizzati grazie alla fantasia dei partecipanti al suo workshop in programma nei pomeriggi dal 3 al 7 settembre negli spazi dell’Oratorio Rosmini.
DANZA E DISABILITÀ
STOPGAP DANCE COMPANY
Forza e vulnerabilità umane unite a realismo poetico caratterizzano il lavoro di Stopgap Dance Company, compagnia inglese che integra artisti abili e disabili per un lavoro che vuole superare le divisioni e utilizza invece la diversità dei corpi per trovare nuove modalità espressive e di movimento. Come afferma Lucy Bennett, alla guida della compagnia: «Le differenze sono i nostri mezzi e il nostro metodo». Arrivano a Oriente Occidente – che da anni si interessa a danza e disabilità anche grazie ad alcuni progetti internazionali in cui è coinvolto con reti di partner europei – con Frock (Piazza Urban City, 5 settembre, ore 18; Piazza Malfatti, venerdì 6 settembre ore 16 e ore 18.30), brano nato nel 2019 per spazi all’aperto, descritto dalla stessa Bennett come «un invito allo spettatore a superare i pregiudizi inconsci sull’identità personale e le apparenze», e Frippery (Piazza Urban City, 5 settembre, ore 18) nel quale i danzatori professionisti incontrano un gruppo di amatori del territorio preparati con un workshop al quale potranno partecipare persone con età e abilità differenti.
Si concentra su questi temi anche il libro curato dal critico e giornalista Andrea Porcheddu, Altri corpi, nuove danze, edito da Cue Press e fortemente voluto da Oriente Occidente, che sarà presentato per la sezione Linguaggi alle 19 del 5 settembre all’Urban Center.
Oriente Occidente Dance Festival è inoltre impegnato in una sempre maggiore accessibilità del pubblico. Gli spazi degli spettacoli sono infatti tutti accessibili a un pubblico con disabilità fisiche e alcuni dispongono di descrizioni in formato “easy to read” grazie al lavoro fatto con Anffas. Lo spettacolo della compagnia francese Retouramont sarà accessibile a un pubblico di sordi, grazie ad un progetto di sperimentazione realizzato con la collaborazione di ENS – Ente Nazionale Sordi di Trento.
LINGUAGGI
Completano il ricco programma della 39ma edizione del Festival un’ampia proposta di conferenze e incontri nella sezione Linguaggi, che porterà a Rovereto giornalisti, scienziati e intellettuali dal panorama nazionale anche grazie alle collaborazioni con MUSE, rivista Limes, Fondazione Museo Civico di Rovereto, libreria Arcadia. Saranno a Rovereto: Tino Mantarro, Grammenos Mastrojeni, Luciano Canfora, Federico Petroni, Giorgio Cuscito, Andrea Porcheddu, Lucio Caracciolo, Costantino Bonomi, Serena Giacomin. Al MUSE di Trento saranno organizzati laboratori, caffè scientifici e una visita alla seed bank, uno spazio dove sono conservati i semi delle piante spontanee e coltivate in Trentino e solitamente non accessibile al pubblico.
Approfondirà lo sguardo sulla danza contemporanea che arriva dall’Ungheria, dalla Slovacchia e dalla Repubblica Ceca, il FOCUS#1, un momento di condivisione tra operatori, giornalisti e pubblico sulla relazione tra creatività e libertà. SATURDAY FOR FUTURE, titolo che vuole citare il movimento Friday for future, è invece la giornata interamente dedicata ai temi della sostenibilità, tra una parata di stendardi realizzati in un laboratorio da bambini e bambine di ogni età, un corso per insegnanti organizzato con il Centro per la Cooperazione Internazionale e approfondimenti sull’importanza di prendersi cura del pianeta. Inoltre, da quest’anno, Oriente Occidente Dance Festival è riconosciuto come Eco-Evento dalla Provincia autonoma di Trento grazie ad alcune azioni messe in campo dall’organizzazione per una maggiore attenzione verso l’ambiente. In quest’ottica, ma anche per la vicinanza che negli anni si è creata tra le due realtà, Oriente Occidente Dance Festival ha deciso di donare ad Arte Sella il ricavato dello spettacolo Madre di Michela Lucenti, dando così un piccolo contributo alla ricostruzione all’esposizione dopo la terribile tempesta che ha danneggiato le opere lo scorso autunno.