Ancora si cerca di capire la verità e le dinamiche esatte dei fatti avvenuti a Londra nel primo pomeriggio del 22 marzo 2017. Un’altra auto sulla folla, ancora terrore, stavolta siamo a Londra dove a distanza di 12 anni torna il terrore. Altra coincidenza: l’anniversario dell’attentato del 22 marzo 2016 a Bruxelles. Torna l’incubo del terrorismo. L’attacco si è svolto in due fasi praticamente parallele: l’assalitore si è lanciato a tutta velocità con un suv attraversando il ponte di Westminster accanendosi sulla folla e mietendo numerosi feriti. In una seconda fase l’uomo è sceso dalla sua vettura ed ha accoltellato un agente che si trovava nel cortile del Parlamento di Londra. L’obiettivo dell’uomo sembrava quello di entrare proprio all’interno dell’edificio dove si trovava anche il Primo Ministro Theresa May.
La premier britannica è stata immediatamente fatta evacuare dall’edifico a bordo di una macchina molto veloce, come previsto dalla prassi di sicurezza in questi casi.
Sin dalle prime indiscrezioni Scotland Yard ha parlato subito di un attacco terroristico, anche se al momento attuale non ci sono ancora state rivendicazioni palesi di nessuna natura. in un primo momento alcuni media britannici e mediorentali avevano attribuito la responsabilità dell’accaduto all’Imam di Clapton, noto come radicalizzato e come “predicatore d’odio”. La notizia è stata smentita dopo poco in quanto le fonti governative hanno confermato che il sospettato si trova ancora in carcere.
Le vittime al momento sono quattro tra cui l’assalitore, un agente ed una donna. Ci sono più di una ventina di feriti e qualcuno in gravi condizioni, tra questi due sono italiani: una donna di Roma, ricoverata in condizioni diverse rispetto alle altre vittime, ed una ragazza di Bologna che ha riportato solo delle lievi ferite.
Molti sono ancora i dubbi da sciogliere: il terrorista, a quanto pare dai tratti asiatici e la barba, fa parte di un gruppo di schegge impazzite legate all’integralismo musulmano oppure i motivi sono altri? Come abbiamo anticipato non ci sono ancora certezze su chi fosse davvero l’uomo che ha fatto cadere Londra e mezza Europa di nuovo nel terrore. Secondo alcune testate viene riportata una reazione “particolare” da parte dell’emittente Al Jazeera che avrebbe reagito con delle faccine sorridenti sui social, ma a parte questo dettaglio non trascurabile, Daesh non ha ancora rivendicato ufficialmente l’attentato terroristico.
Nella confusione e nel panico generale sono state necessarie alcune ore per ricostruire esattamente l’accaduto, dare un volto all’attentatore e capire che si trattava di un’unica azione e non di due in contemporanea, come si è parlato in un primo momento. Molte testimonianze dei presenti sono state raccolte, insieme a qualche “coraggioso” che ha ripreso con il cellulare alcuni momenti di questo efferato gesto.
E in attesa che venga diffusa l’identità dell’assalitore il premier Teresa May ha parlato alla nazione. “Il nostro livello di sicurezza è stato rafforzato”, definendo “l’attacco terroristico come un atto disgustoso e odioso”, visto che “è stato colpito il cuore della nostra capitale”. “Ogni tentativo di sconfiggere i nostri valori è destinato al fallimento”, ha concluso.
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